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Autore: emme30    06/11/2012    17 recensioni
“Mi dici sempre che sono le piccole cose quelle che ti piacciono di me. Di noi. E, nonostante io sorrida sempre ogni volta che queste parole ti escono dalla bocca, non credo di averne capito mai il significato. Beh, fino ad ora, almeno. Così credo... anche se avrei un appunto da farti, caro il mio sapientone."
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Little Things

 

 

"Mi dici sempre che sono le piccole cose quelle che ti piacciono di me. Di noi. E, nonostante io sorrida sempre ogni volta che queste parole ti escono dalla bocca, non credo di averne capito mai il significato. Beh, fino ad ora, almeno. Così credo... anche se avrei un appunto da farti, caro il mio sapientone.

Ora capisco cosa intendi con quella frase nascosta da un sorriso smagliante un po' sfrontato, ma che è sempre stato così tuo che non sono mai riuscito a vederlo sulle labbra di altre persone. Quel modo di arricciare le labbra all'insù, con le fossette che ti vengono ai lati delle guance, appena accennate, che non le noti se non sai che ci sono. Le piccole rughe agli angoli degli occhi e sulla fronte, il modo composto in cui le labbra si si stendono e mi fanno desiderare di baciarle e baciare via il mio sorriso preferito.

Il tuo sorriso quando dico qualcosa di stupido, o di buffo, o anche di serio, perchè in fondo tu non sei tu se non cerchi di rendere comico qualsiasi momento. Cerchi sempre di contagiarmi con quel sorriso, di farmelo sentire anche nel cuore, e non hai mai fallito: ci sei sempre riuscito.

Chiunque direbbe che questa è una piccola cosa di te, di noi, che amo ma in realtà non è per nulla piccola; è grande, perchè ciò che c'è sempre stato tra me e te non è mai stato classificabile come piccolo. Almeno, io non l'ho mai fatto.

Le lentiggini sparse qua e là per la tua pelle non troppo chiara ma neanche leggermente ambrata come la mia, disseminate nei posti più strani e impensabili. Squisite al sapore e, una volta, conoscevo esattamente la posizione di ogni piccola macchiolina che adorna il tuo corpo perfetto. Non che adesso non le ricordi più, ma non sono più giovane come una volta, e lo sai che la mia memoria non è più la stessa. Ma le ricordo ancora, lo giuro, non ho passato anni a cercare di memorizzare il tuo corpo per poi dimenticarmi di te. Sei sempre impresso nella mia mente, ma questo già lo sai, te l'ho sempre detto.

Mi sono sempre lamentato per lo scompenso di altezze tra me e te; sei sempre stato troppo alto, anche per un bacio dovevo salire sulle punte dei piedi. Tu hai sempre detto che eravamo perfetti, che ci incastravamo come pezzi di un puzzle ad ogni occasione, che nelle foto siamo sempre la coppia più bella e che ti piace sentire i miei capelli solleticarti il mento quando mi abbracci da dietro.

Non te l'ho mai detto, ma in realtà adoro dovermi alzare sempre sulle punte per baciarti. Mi fai sempre sentire protetto e amato, anche con un abbraccio o appoggiando semplicemente un braccio intorno alle mie spalle. Siamo sempre stati dell'altezza giusta per questo piccolo gesto.

Piccolo. Non è mai stato piccolo per me, sai? Ogni volta che mi sfiori sento il cuore che batte come il primo giorno. Non mi sono mai abituato, nonostante tutto, nonostante noi insieme per così tanto tempo.

Vorrei provare a parlare di tutte le piccole cose dei tuoi discorsi quando mi fai capire che mi ami, ma non riesco a definirle in questo modo.

Il modo in cui leggi il giornale la mattina, saltando le pagine a seconda dell'argomento che ti interessa di più, in silenzio perchè il silenzio la mattina è d'oro, con il tuo caffè scuro senza latte o zucchero, e il tuo pugno di muesli che fai sempre avanzare e mi tocca rimettere nel barattolo.

La canzoncina che fischietti tutte le mattine mentre ti fai la barba; sempre la stessa, sempre lo stesso ritmo. Tu non lo sai ma, ogni tanto, ti guardo dalla porta, tutto concentrato a fissarti nello specchio, attento a non tagliarti, usando la schiuma da barba alla menta che profuma il bagno per ore, e se passo lì davanti mi sembra di averti accanto.

Come tamburelli le dita sul tavolo della cucina mentre fai la telefonata giornaliera ai nostri figli, mentre io preparo il pranzo, godendosi l'uno il silenzio dell'altro finchè qualcuno dall'altro lato della cornetta non risponde. E allora sorridi, fai quel sorriso di cui mi sono innamorato con tutto il cuore e ridi raccontandomi cosa dice l'interlocutore, che siano i nostri bambini o i loro figli.

Il tuo metodo tremendamente complicato di fare il letto, perchè se lo faccio io non riesci a dormirci e mi svegli alle due di notte per mettere a posto le lenzuola come dici tu. E lo so che ti ho sempre detto che sei uno psicopatico, ma anche io non riesco a dormire se non so che il letto lo hai fatto tu.

I pomeriggi seduti in veranda, a sorseggiare il the fresco al limone che mi fai sempre comprare al supermercato di quella marca sconosciuta che ti ricorda tanto la Francia. Quei pomeriggi a non fare nulla, ad aspettare l'arrivo dei nipoti, a guardare i ciliegi in giardino fiorire, a stringersi la mano sul dondolo, a tenere d'occhio i bambini che giocano a palle di neve, a ridere, perchè con te le risate non sono mai mancate.

I tuoi fazzoletti piegati nel secondo cassetto, che profumano della tua colonia, che non usi mai tranne quando hai il raffreddore, ma che hai sempre dietro per quando i bambini si sporcano il gelato o si sbucciano il ginocchio e scoppiano a piangere. Allora ci sei tu che tiri fuori il tuo fazzoletto e con una passata risolvi tutti i problemi di quegli occhi arrossati o quelle guance sporche.

Il tuo mugugnare di fronte alla televisione la sera, contro i politici, le crisi ambientali, il pazzo che ha disseminato il panico dall'altra parte del mondo, il prezzo della benzina alle stelle, l'ultimo matrimonio andato in frantumi di qualche star famosa. La sera è il momento delle lamentele di fronte al telegiornale e al modo in cui mi spieghi sempre perchè tutto è sbagliato e perchè tu hai ragione. Solo adesso capisco quanto tu abbia ragione.

Il bacio che mi dai tutte le sere prima che io mi addormenti, sulla fronte, scostandomi il ciuffo davanti agli occhi e accarezzandomi la guancia. Non mi dici mai niente; o torni a leggere il tuo libro o ti giri dall'altro lato e dormi anche tu, ma quel bacio c'è sempre e c'è sempre stato, fin dalla prima volta in cui abbiamo condiviso lo stesso letto... quanto tempo è passato? Te la ricordi ancora quella notte?

No, ma non rispondere a questa domanda. Ne ho una più importante da farti, e non sorridere in quel modo, lo sai che tu avrai sempre tutte le risposte di cui ho bisogno.

Come faccio io a chiamare tutte queste cose piccole? Non sono piccole, non lo sono mai state, per me sono sempre state gigantesche, enormi, incontenibili e soprattutto indefinibili con un sentimento umano.

Sono sempre state di più. Non so cosa di più, ma lo sai che non sono mai stato bravo a spiegarmi, me lo hai sempre detto.

Però ci ho provato, ho provato davvero a fare come fai tu con i tuoi interminabili elenchi di tutte le piccole cose che ami di me, di noi. Ci ho provato davvero, mi hai sentito, ma mica ci sono riuscito.

Non ci riesco, non riesco neanche a parlare di te al passato, perchè tu sei ancora qui, con me. Con la tua schiuma alla menta e il tuo tono burbero che commenta il tg, con i tuoi fazzoletti profumati e il tuo bacio della buonanotte che mi ha accompagnato tutta una vita.

Come faccio a chiamarle piccole queste cose se sono le uniche che mi sono rimaste di te?”

 

 

Blaine guardò le incisioni sul marmo bianco, stringendo tra le dita il mazzo di garofani che stava torturando e asciugandosi una guancia bagnata.

Sebastian non poteva rispondergli, non più ormai, ma Blaine non sarebbe mai riuscito a definire piccole le cose che amava di lui.

 

   
 
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