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Autore: Writer96    06/11/2012    6 recensioni
Si tratta dei Missing Moments (o dei cambi di POV) della storia "10 things I didn't give to you".
Come si sono conosciuti Alice e Louis?
Cosa è successo durante la fatidica telefonata tra Liam e Hayley?
Chi erano i personaggi PRIMA della storia?
Cosa succede dopo l'epilogo?
Non si esclude un possibile seguito.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '10 Things I didn't give to you'
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La scena si ambienta durante l'ottavo capitolo (quello della festa, tanto per dire).
Finalmente il nostro Niall, non siete contente?
Sappiate che ho faticato come una bestiola ed è pure venuto OOC. E la sua dolce metà... ah. Ditemi poi se vi ho stupite <3







NIALL’S POV

Ci sono volte, nella vita di un uomo –e parlo di uomo nel senso di individuo maschile, non di essere umano- in cui uno vorrebbe solo prendere qualcuno e tirargli un pugno nello stomaco. Sono piccoli attimi di violenza che spesso prendono proprio le persone che non ti aspetteresti mai prendessero, ma per fortuna, solitamente, si esauriscono dopo poco.
Solitamente.

Erano esattamente diciotto minuti che avevo voglia di uccidere Zayn. Sarebbe stato comico quando si fosse trattato del diciannovesimo minuto del giorno del mio diciannovesimo compleanno che mandavo mentalmente a quel paese la diciannovesima persona che mi chiedeva come mai avessi organizzato quella festa così figa e così poco consona al mio stile, ma purtroppo ero ancora a diciotto minuti e le persone che mi facevano quella stupida domanda non volevano essere solamente diciannove.
Cosa volessero dire con quel “così poco consona al mio stile” dovevo ancora capirlo, a dire il vero. D’accordo, magari non organizzavo sempre feste con più di venti invitati e, d’accordo, magari non sempre c’era un Dj particolarmente capace alla consolle, ma c’era pur sempre della musica decente, diversa dai soliti bassi monotoni e ripetitivi che si sentivano alle altre feste, e anche la quantità di alcool che circolava non era mai troppa. Quindi, non capivo perché il semplice fatto che la festa fosse un po’ più in grande del solito dovesse essere etichettato sotto “cose non nello stile di Niall”.

Vidi Zayn che, da lontano, mi salutava sorridente con una mano alzata e un bicchiere nell’altra e scossi la testa prima di dirigermi verso di lui. Ancora c’era poca gente e quindi mi era facile passare indisturbato.
-Niall! Allora, questa festa? Ti piace? Ti ispira? La trovi troppo diversa dal tuo solito stile?- esclamò Zayn, un sorriso smagliante e malizioso allo stesso tempo stampato in faccia, gli occhi che brillavano come ogni volta che faceva qualcosa che lo mandava su di giri.
-Zayn! Cosa diavolo vuol dire “troppo diversa dal mio stile”? Sei la...- mi misi a contare mentalmente per un attimo e notai come Zayn avesse iniziato a ridacchiare- ventesima persona che me lo dice e potrei ammazzarti per questo...-
-Sembri uno di quegli attori da filmetti di serie b quando fai queste scene melodrammatiche, lo sai? Molto poco virile...- commentò lui, continuando a sorridermi e sporgendosi un attimo per battere il cinque ad un ragazzo che era appena passato in compagnia di una mia compagna di classe.
-E’ il mio compleanno, oggi, puoi evitare di darmi della checca, almeno...- mi lamentai e lui si portò una mano sul cuore, sbattendo le ciglia e mimando uno “scusa” molto poco convinto con le labbra.
-E comunque sia, devi ancora spiegarmi cos’ha questa festa di diverso da quelle che di solito sono nel mio stile.- continuai e lo vidi sospirare, mentre prendeva un sorso di quella che avevo appurato essere, almeno all’apparenza, Coca-Cola dal bicchiere.
-Niall, Niall, Niall. Questa festa ha di diverso dal solito che è una festa!- esclamò lui e io iniziai a tossicchiare, guardandolo sconvolto. Benchè mi fossi aspettato una risposta come quella, dovetti trattenermi per non prenderlo a pugni. Di nuovo. Quella festa mi stava trasformando in un manesco.
-Ma se organizzo tutte le feste con te! Andiamo, cosa c’è di diverso dal solito? Un po’ di gente in più e basta!- urlai e Zayn scosse la testa di nuovo. Sembrava di essere capitati in uno di quei programmi di MTV dove lo sfigato di turno viene aiutato da un Life Coach ancora più sfigato a diventare il popolare di turno.
-Un po’ di gente fra la quale sono comprese anche delle ragazze, amico.- spiegò flemmatico Zayn, facendo sì che fossi io a sospirare quella volta.
-Sai bene perché non invito ragazze di solito, Zayn...-
-Oh certo. La ragazza che ti ha spezzato il cuore un anno fa per colpa della quale hai smesso di frequentare ogni altro individuo di sesso femminile. Andiamo, Niall. Un conto è starci male. Un conto è chiudersi nella propria vita tornando a quando avevi dodici anni, ignorando ogni altra possibilità.- mi riprese Zayn, spingendomi leggermente all’indietro con una mano. Storsi la bocca in una smorfia e ci misi qualche istante a rispondere.

La verità era che, dopo Nathalie, non avevo più avuto voglia di distruggermi in quel modo. Per un diciottenne, un anno e tre mesi insieme sono una quantità decisamente grande di tempo e venire a scoprire che per lei era tutto finito semplicemente perché non voleva che io fossi l’unico uomo della sua vita mi sembrava una cosa così stupida e così infantile, nel suo tentativo di sembrare grande, da schifarmi per molto tempo. Non dicevo che ogni ragazza fosse così, ma per come ero fatto io –uno che una volta che si affezionava voleva una storia seria e matura- era meglio aspettare un po’, piuttosto che lanciarmi in una sequela di storielle senza senso e senza sentimento. Ero uscito con delle ragazze, magari, ma non ero mai andato troppo oltre e Zayn non perdeva occasione di dirmi quanto fossi stato idiota a fare una cosa del genere.

-D’accordo, magari mi sono un po’ chiuso in me stesso, però non vuol dire che le feste che organizzo di solito sono uno sfacelo. No?- domandai, retorico. Zayn non rispose e io sbuffai nella sua direzione.
-Ho detto, no?- ripetei e lui annuì, quasi mi stesse facendo un grandissimo favore. Mi fissò per qualche istante e poi scoppiò a ridere, battendomi una mano sul braccio.
-Dovevi vedere la tua faccia, Horan. Sembrava ti avessi appena preso a pugni. Sto scherzando, comunque. Semplicemente, questa festa è un po’ più grande delle altre...- mi disse Zayn e sorrisi, non del tutto convinto del fatto che stesse scherzando. Di solito era uno di quelli che se dovevano dirti la verità lo facevano, anche se magari moderando un po’ le parole. Un buon amico, ma anche un discreto e allegro rompipalle certe volte.
-D’accordo. La tua ironia ha ancora una volta sconfitto i miei poveri neuroni. Mi dispiace di non esserne all’altezza, Malik.- lo presi in giro e in risposta ottenni una sorta di abbraccio che mi lasciò per qualche istante interdetto.
-Zayn?- chiesi, titubante, mentre lui non accennava a staccarsi da me.
-Zayn!- urlai poi staccandolo da me e guardandolo mentre ghignava malefico.
-Scusa, ma la conversazione era iniziata da checche isteriche e volevo farla finire nello stesso modo...- mi rispose, schivando poi il mio pugno, che era diretto al punto d’intersezione dei muscoli del braccio, lì dove, anatomicamente parlando, doveva fare più male.
-Ma fottiti!- gli urlai dietro e lo lasciai lì che rideva da solo come uno scemo.
Rompipalle alcune volte, certo.
Meglio correggere con i nove decimi del tempo.
 

La festa era appena iniziata e ogni due secondi si avvicinava qualcuno per farmi gli auguri, borbottare qualcosa sulla grandiosità della festa  e andarsene contento verso il tavolo dei drink. Mi asciugai la fronte con una mano e mi guardai intorno: qualche ragazza carina stava ballando poco lontano da me ed io fui molto tentato di andare lì a ballare con loro.
Era il mio compleanno, del resto. Era normale che ballassi con loro, no?
Stavo davvero per farlo quando sentii una mano sul mio braccio e mi girai spaesato, pronto ad affrontare l’ennesimo invitato e gli ennesimi auguri.

Mi ritrovai davanti invece un sorriso che ricordavo davvero bene, nonostante gli anni, e una massa di capelli rossi che difficilmente avrei potuto scordare.
-Niall?-
-Sarah?- la salutai, gli occhi spalancati che correvano lungo il suo volto alla ricerca di dettagli che non mi sembrava di aver mai dimenticato. Ero incredulo e difficilmente sarei riuscito a formulare un pensiero decente in quel momento. E’ normale, del resto, quando ci si trova davanti la ragazza alla quale si è andati dietro per anni  e della quale si è stati anche piuttosto amici senza mai avere il coraggio di dirle ciò che si provava, no?
-Oh accidenti, ma che ci fai tu qui?- mi chiese e io spalancai ancora di più gli occhi. Oh bella. Questa domanda aveva appena raggiunto la vetta della classifica “Facciamo la domanda più stupida del secolo a Niall Horan”.
-Ehm, ci festeggio il mio compleanno?- domandai e lei si portò una mano davanti alla bocca, prima di scoppiare a ridere e avanzare per abbracciarmi.
-Avresti dovuto vederti. Eri tipo “Ho appena scoperto di essere una donna, oh mamma, questo è un problema”- esclamò lei, la voce soffocata a causa della bocca premuta contro la mia spalla.

Ecco, questa era Sarah. Poteva sembrare dolce e carina e forse anche innocente, ma era una di quelle ragazze così sarcastiche che facevano di quelle battutine in grado di ucciderti l’autostima. Era stato anche questo uno dei motivi per cui non mi ero mai dichiarato a lei: avevo troppa paura di sentirmi rispondere con una di quelle battutine ed essere deriso per tutta la vita. Il che, per una persona timida come me, non era esattamente il massimo dell’ispirazione.
-Vedo che non sei cambiata...- brontolai e lei per tutta risposta allontanò il viso dalla mia spalla e mi scoccò un bacio sulla guancia, che mi lasciò più interdetto di tutte le altre cose.
-Scusami, ma mi era mancato troppo vederti arrossire sconvolto...- commentò e io scossi la testa, mentre mi allontanavo dall’ingresso e raggiungevo il centro della sala, troppo sbigottito per parlare. Sarah sarebbe potuta sembrare irlandese per quei capelli rossi e la pelle bianca, ma era inglese al 100% e l’unica spiegazione che dava a quella sua chioma rosso fuoco era che il mondo aveva voluto avvertire la gente di starle alla larga. Se anche fosse stato così, dubitavo che avesse funzionato: era una di quelle ragazze piene di amici, socialmente attiva in tutto quello che esisteva, brava in ogni possibile sport e ancor più incredibile nel mostrarsi seria e pacata.

Eravamo andati a scuola insieme per un periodo ed eravamo diventati amici in poco tempo, poi lei aveva cambiato scuola e io non l’avevo più vista né sentita, benchè fossimo nell’era di Facebook, dei cellulari e di tutte quelle cose lì. Me ne stavo amaramente pentendo, in quel momento, visto e considerato che sembrava essere rimasta esattamente uguale a prima, cioè a quando ero follemente innamorato di lei.
-Sempre la solita vipera falsamente irlandese, vedo...- la presi in giro e lei, in tutta risposta, mi diede un pugno sul braccio.
-Cosa vuoi, ho detto falsamente!- replicai e lei sorrise, angelica, le labbra incurvate all’insù e il naso un po’ arricciato.
-Sarà meglio per te, Horan!- borbottò. Partì Sorry For Party Rockin’ dei Fun e io iniziai a ballare un po’ sul posto, imitato immediatamente da Sarah, che mi guardava come se non mi vedesse da un sacco di tempo.
-Allora, cosa mi racconti?- le chiesi, avvicinando il mio volto al suo. Sentii un po’ del suo profumo, diverso da quello che ricordavo, che tuttavia mi inebriò totalmente e mi ricordò quanto fosse pericolosa per me la sua vicinanza. Era facile parlarle se si trattava di scherzare, ma sapevo che sarebbe arrivato il momento dei discorsi profondi, quello in cui lei mi avrebbe stupito e sarebbe caduta tutta l’immagine che si costruiva di solito. Sarah non era sciocca o semplicemente ironica come poteva sembrare, ma lei preferiva riservare l’immagine dell’altra Sarah, come la chiamava lei, alla gente di cui si fidava e con la quale aveva un rapporto profondo. Tipo me, anche se era assurdo.
-Niente. Mi sono messa con un ragazzo...- iniziò e io faticai a dissimulare la delusione che mi colse. Era ovvio che stesse con qualcuno, più che normale. Del resto anche io ero stato con qualcuno, quindi, dove stava il problema? La verità era che la cosa mi faceva comunque male, perché era come essere stato rifiutato da lei senza neanche essere riuscito a provarci e non era per niente divertente.
-...ma ci siamo lasciati un mesetto fa. Era diventato insopportabile, tutto il tempo a dirmi che cosa dovevo fare, quali dovevano essere i miei programmi e cose così. Secondo lui, ero troppo.. uh, credo libera di avere una vita sociale. Che idiota, eh? E tu, che mi racconti?- concluse lei, con il potere di farmi tornare a sorridere in neanche un nanosecondo.

Scossi le spalle e per un attimo fui tentato di inventarmi mille e mille storie, più o meno importanti, giusto per non dimostrarle che ero stato con le mani in mano, esattamente come avevo fatto nella realtà. Ma alla fine mi ricordai che era Sarah quella con cui stavo parlando, la solita tipa particolarmente rompiscatole ma anche terribilmente capace di individuare una bugia in un mazzo di verità. Era per questo che le sue battute erano così efficaci: sapeva benissimo dove colpirti, lo sapeva con una precisione quasi analitica, e per questo non sbagliava un colpo.
-Eh. Sono stato con una per un bel po’ di tempo, però poi lei mi ha lasciato per una causa davvero stupida e quindi... sono stato un anno nel vasto e desolato oceano dei single...- borbottai e lei corrugò la fronte, aprendo la bocca per rispondermi. In quel momento alle sue spalle apparve l’amica di Zayn, Hayley, e mi salutò da lontano, agitando la mano senza avvicinarsi. Vicino a lei, con un braccio mezzo alzato, c’era Liam, l’amico idiota di Zayn, che mi aveva raccontato tutti i retroscena e le microscommesse che aveva fatto alle spalle di quei poveri ragazzi. Risposi al saluto di Hayley e agitai un braccio verso Liam, dopodiché tornai a concentrami su Sarah, che mi guardava attenta, un labbro fra i denti, le braccia leggermente distaccate dai fianchi e le mani un po’ contratte a mezz’aria. Mi tornarono alla mente i ricordi dei pomeriggi passati a studiare a casa sua, pomeriggi in cui di quattro persone che eravamo forse mezza era sana di mente, e neanche totalmente. Non avevo mai visto il mio essere timido come un ostacolo nelle relazioni sociali: avere Sarah prima e Zayn poi come amici significava avere sempre qualcuno che catturasse l’attenzione su di sé, distogliendo quella generale dal povero biondo che si impappinava nelle presentazioni. Con loro era più facile entrare nei giri di amici, e una volta entrato nei giri di amici, potevo quasi sembrare una persona normale, in grado di sostenere una conversazione come tutti. Sarah adorava farmi arrossire: diceva che così sembravo uno di quei putti degli alberi di Natale e si metteva a ridere da sola, sostenendo che magari ero un putto un po’ fuori misura.

-Quella che hai appena salutato era lei, vero?- mi domandò all’improvviso e io fui distratto dai miei pensieri riguardanti putti un po’ troppo cresciuti e alberi di Natale piegati sotto al loro peso.
-Helk, che fai, mi perdi colpi? Un tempo non avresti fatto un errore del genere!- esclamai, ridendo e avvicinandomi un po’ di più a lei, che sorrise furba, notando il gesto, senza però ritrarsi.
-Veramente volevo vedere se ti ricordavi il mio cognome e se ti ricordavi i vecchi tempi... prova superata, Horan...- si inventò lei sul momento e, dopo avermi guardato qualche istante negli occhi, scoppiò a ridere, appoggiandosi poi a me per evitare di cadere dai tacchi non troppo bassi che si era messa. D’istinto l’abbracciai, consapevole al massimo di essere arrossito fino alla punta dei capelli, ma non mollai la presa nel sentire che la canzone cambiava e diventava leggermente più lenta.
-Niall, che fai, mi porti su un letto?- domandò lei, la voce sovrastata dalle ultime note della canzone. Mi allontanai da lei di botto, registrando le sue parole e il loro possibile significato. Scossi la testa e la vidi guardarmi preoccupata.
-Come?- chiesi poi, titubante.
-Dicevo, mi porti su un lento?- ripetè lei, la voce di nuovo udibile sopra le altre note. Mi dovetti trattenere per non sospirare sollevato e attesi qualche istante prima di stringerla nuovamente a me, le guance che sapevo essere ancora rosse e gli occhi che quasi lacrimavano per lo sforzo di non ridere.
-Niall.- disse, perentoria –Niall, ti sento vibrare. Perché stai ridendo?-
Avvicinai il viso al suo orecchio e il suo profumo mi invase nuovamente l’intero apparato olfattivo, lasciandomi per qualche istante incapace di pensare.
-Se mi aspetti, vado a prendere qualcosa da bere e poi andiamo un secondo fuori, così ti racconto per bene.- le dissi, lasciando che le mie labbra le sfiorassero l’orecchio. Lei annuì e io mi allontanai, leggermente, aspettando che la canzone terminasse.
Dentro al petto, il cuore rombava sovrastando tutti i bassi del nuovo pezzo.
 


SARAH’S POV

Non sapevo esattamente come mi fossi ritrovata a baciare Niall.
Un attimo prima, ne ero certa, stavamo semplicemente discutendo di quanto fosse pervertito lui nello scambiare le parole letto e lento, e l’attimo dopo io ero lì, una mano che sfiorava la sua sopra il gradino dietro alla casa e l’altra che stringeva il bordo del vestito.
Sembravo stupida in quel momento, impegnata a discutere con me stessa e al contempo a baciare quel ragazzo meraviglioso, ma la verità era che non riuscivo mai a spegnere il cervello, soprattutto nelle situazioni in cui invece pensare era l’ultima cosa che avessi voglia di fare.
Premetti ancora leggermente le mie labbra su quelle di Niall –che per fortuna non sapevano di alcol, una nota più che positiva in una sinfonia di note positive- e poi mi staccai, lasciando il naso poco distante dal suo.

-Credo che tu mi piaccia ancora. Cioè, credo che tu mi sia sempre piaciuta, e che... Oh, insomma. Mi piaci e basta, d’accordo?- farfugliò lui, arrossendo in una maniera così adorabile che fui tentata di chiedergli di sposarmi seduta stante. Lo guardai negli occhi, decidendo che da quel giorno l’azzurro cielo era il mio nuovo colore preferito, e poi mi allontanai ancora un po’, per poter rispondere più tranquillamente.
-Si, beh, sai. Penso proprio che mi piaccia anche tu, vista la fatica che ho fatto per scoprire che oggi avresti fatto una festa....- spiegai, facendogli un occhiolino e baciandolo a stampo di nuovo.
La verità era che quando il nome di Niall mi era casualmente ricapitato sotto gli occhi nella lista di compleanno di Facebook non ero riuscita ad evitare di pensare con una fitta di nostalgia a quando, insieme, studiavamo prima di un compito in classe sdraiati sul tappeto color magenta del mio salotto. Praticamente tutto il mondo aveva intuito, all’epoca, che lui mi piaceva, ma se per una quindicenne timida dichiararsi è un’esperienza traumatica, per una quindicenne che di solito pensa a tutto meno che all’amore è ancor più traumatica. Niall era dolce, carino, simpatico, timido. Avevo paura che mai sarebbe riuscito a farsi piacere una come me, che di timidezza ne sapeva solo per sentito dire.

Quando mi ero trasferita ed avevo scoperto, tramite il mio ex ragazzo, che lui si era innamorato di me, mi ero sentita piuttosto stupida e cieca, cosa che, effettivamente, ero. Ma almeno c’era stata un’evoluzione in positivo, visto che ora lo stavo baciando seduta su un gradino sconnesso fuori dalla villa che ospitava la sua festa di compleanno, no?
-Penso che dovrei darti delle spiegazioni, insomma, io...- cominciò lui, staccandosi da me e guardandomi sottecchi. C’era quel suo modo di fare, quel suo guardarmi così, un po’ titubante, un po’ intento a studiarmi, che mi faceva letteralmente impazzire.
-No, direi di no. Te ne devo anche io, quindi penso che sia meglio lasciare che finisca questa serata e poi riparlarne domani con calma...- lo zittii e lui annuì, sorridendo imbarazzato e avvicinandosi a me. Sentivo la sua mano che mi sfiorava la schiena e istintivamente mi lasciai andare all’indietro per appoggiarmi contro il suo braccio. Peccato che il braccio non ci fosse e che io fossi appena caduta all’indietro, dando una considerevole schienata contro una strana fioriera che suonò minacciosa quando la colpii.

-Ahi...- mi lamentai e Niall iniziò a ridere, piegandosi in due e non riuscendo a guardarmi.
-Che c’è?- domandai, irritata.
-Sei una pazza!- esclamò, trascinando anche me nella sua risata. Mi buttai davvero addosso a lui, questa volta, e lasciai di buon grado che mi accarezzasse la schiena con una mano.
-Io? Pazza è una che c’è dentro, piuttosto. Prima sono andata da un ragazzo, uno riccio, che ho visto hai salutato mentre andavi a prendere da bere e insieme a lui c’era la sua ragazza. Gli ho chiesto se ti aveva visto e quando mi sono allontanata lei mi ha guardata stile “Adesso ti ammazzo e poi faccio un gonnellino hawaiano con il tuo scalpo”...- raccontai, ancora traumatizzata dall’esperienza. D’accordo, magari mi ero avvicinata troppo al riccetto, ma era perché la musica era troppo alta e io non riuscivo nemmeno a sentire la mia stessa voce. Scossi la testa e vidi che Niall mi guardava sorridendo.
-Che c’è? Non mi credi? Aveva uno sguardo pessimo, te lo giuro!- esclamai, di nuovo. Lui posò la testa sulla mia e quel minuscolo gesto ebbe lo straordinario potere di calmarmi.
-Ti credo, ti credo... E’ solo che... ah, non sei cambiata di un’acca. Non che sia un male, ovvio!- specificò poi lui, staccandosi e guardandomi. Teneva le labbra un po’ socchiuse e io non vedevo l’ora di baciarlo di nuovo e al diavolo tutto. Ma prima c’era una cosa che volevo dirgli.

-Veramente di un’acca sono cambiata eccome. E non solo di un’acca. Anche di una o, di una erre, di una a e di una enne...-
 





Writ's Corner
Ecco qui. Mi avevate richiesto in tanti il capitolo di Niall, così io l'ho scritto e.... è venuto un vero schifo.
Niall non sembra Niall, quanto piuttosto un demente effemminato e Sarah... una psicopatica (più o meno lo è, ma, nella mia testa, è anche simpatica e allegra) melensa alla fine (ditemi che avete capito il gioco di parole!)
Comunque sia, ci ho provato.
Ho fatto Sarah diversa dalle solite fidanzate che vengono "assegnate" a Niall. L'ho fatta piuttosto esuberante, una di quelle tipe che fanno sempre battutine ma ti capiscono subito. E' l'opposto di Niall, diciamo. E per quanto riguarda l'innamoramento, ho deciso che erano innamorati già da prima. Le condizioni in cui si baciano, ciò che succede precisamente non lo descrivo. Vi lascio i contorni.
Sperando che abbiate gradito almeno la buona volontà...
Un bacione

Writ
   
 
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