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Autore: Beauty    07/11/2012    6 recensioni
Belle racconta a Henry una storia. Rumpelstiltskin fa una promessa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Henry Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo Autrice: ATTENZIONE!!! LEGGERO SPOILER SEASON 2!!!

Siccome me ne frego sempre e non lo dico mai e qualcuno potrebbe pensare male (anche se quale persona sana di mente non lo immaginerebbe?): non scrivo a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono…ma io e Belle ci siamo divise la custodia di Rumpelstiltskin XD.

 

Rumpelstiltskin sarà anche stato il Signore Oscuro, era colui di fronte al quale tutti tremavano, era forse l’uomo più potente della terra, ma a volte si rendeva veramente conto di quanto sfiorasse il patetico.

Già, patetico. Perché cosa c’era di più patetico dell’essere geloso di un bambino di dieci anni?

Da quando la maledizione era stata spezzata, e tutti a Storybrooke avevano riacquistato la loro memoria con tutto ciò che questo comportava, Henry Mills era diventato parte dell’arredamento fisso di casa sua o del suo negozio, tanto da indurlo a considerare l’idea di esporlo in vetrina come un pezzo d’antiquariato. Tutta quella faccenda del libro di favole, dell’essere allo stesso tempo il figlio della Regina Cattiva e il figlio della Salvatrice e di essere stato l’unico ad aver creduto alla maledizione fin da principio nonché parte attiva affinché ciò avvenisse non avevano fatto altro che aumentare la benevolenza dei cittadini di Storybrooke nei suoi confronti. Se poi ci si aggiungeva anche quel faccino insolente e quegli occhioni scuri che sembravano esistere apposta per farti capitolare miseramente con la loro dolcezza – Rumpelstiltskin naturalmente si dissociava da questo –, Henry Mills era divenuto il bambino più amato e coccolato di tutta Storybrooke.

Tuttavia, al ragazzino pareva importare ben poco del fatto che tutti facessero la fila per adottarlo. Sin dai primi tempi, Rumpelstiltskin si era accorto che Henry, fra tutti i cittadini di Storybrooke nonché personaggi del suo inseparabile libro, prediligeva in particolare una persona: Belle.

Non aveva idea del perché il suo – ultimamente tendeva a utilizzare quell’aggettivo piuttosto spesso, specie se il ragazzino era nei paraggi – Vero Amore e il figlio della Salvatrice andassero così d’amore e d’accordo, né come mai fra loro ci fosse tanta empatia. Va bene, Henry Mills era un bambino simpatico, senza contare che Belle adorava i bambini e poi, naturalmente, la ragazza era la dolcezza e la gentilezza per antonomasia, ma così era eccessivo!

I primi tempi, Rumpelstiltskin aveva notato lo strano gironzolare del piccolo Mills nei paraggi della libreria, ma non ci aveva badato troppo: la biblioteca era stata chiusa per ventotto anni e, complice anche il fatto che una nuova bibliotecaria bella e affabile avesse fatto la sua comparsa, in poco tempo era divenuto l’edificio più frequentato di tutta la città. Poi, però, la presenza di Henry si era fatta via via più assidua, tanto che Belle aveva preso a riaccompagnarlo a casa all’uscita dal lavoro e, qualche volta, anche a offrirgli un gelato o delle caramelle.

Rumpelstiltskin aveva iniziato a preoccuparsi il giorno in cui Henry – andando contro a ogni forma di buon senso e riuscendo perfino a vincere il timore reverenziale che, Rumpelstiltskin lo sapeva, aveva sempre provato nei suoi confronti – aveva messo piede in casa sua.

Il Signore Oscuro non poteva dire che i rapporti fra lui e Belle si fossero del tutto sanati – lei lo considerava ancora un codardo e lui sapeva di esserlo –, ma certo erano parecchio migliorati, tanto che la ragazza veniva spesso a trovarlo a casa o in negozio.

Spesso e volentieri trascinandosi dietro Henry Mills!

Fortunatamente il ragazzino non era una presenza invadente, e in capo a un quarto d’ora salutava Belle e se ne andava lasciandoli finalmente da soli; Rumpelstiltskin sapeva che ciò era dovuto alla paura che nutriva nei suoi confronti – ci sapeva ancora fare, in fondo –, e a volte desiderava terrorizzarlo ancora di più affinché li lasciasse definitivamente in pace, tanto più che – e qui stava il lato patetico della cosa – aveva la sgradevole sensazione che Henry Mills stesse in qualche modo corteggiando il suo Vero Amore.

Facendo fra l’altro un lavoro migliore del suo.

Ma, per quanto l’onnipresenza del giovane Mills lo esasperasse, mai l’avrebbe dato a vedere né avrebbe impedito a Belle di frequentarlo. La ragazza parlava sempre di Henry con entusiasmo, lo definiva un bambino dolce e intelligente, e ci era affezionata. E Rumpelstiltskin aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai più detto o fatto nulla per farla soffrire.

Dal loro ultimo confronto nella libreria, nulla era tornato esattamente come prima, ma avevano fatto dei passi avanti, qualche volta lui e Belle erano usciti insieme e spesso lui andava a trovarla al lavoro, oppure lei a fargli visita al negozio o a casa. Rumpelstiltskin non avrebbe saputo dire che cosa fossero loro due, in quel momento. Conoscenti? Buoni amici? Non lo sapeva; sapeva solo ciò che voleva essere per lei e ciò che sperava lei fosse per lui. Che tutto tornasse come prima.

Era stato un sollievo sentire di nuovo la voce di Belle parlargli senza che lei fosse triste o arrabbiata con lui, ora sembrava serena, e Rumpelstiltskin si chiedeva spesso se tutto ciò fosse dovuto alla sua assenza. In cuor suo, sapeva che la risposta in parte era affermativa, ma cercava di soffocare la tristezza. Se fosse stato necessario, si sarebbe fatto da parte.

Avrebbe fatto di tutto per rendere felice la sua Belle.

Perfino sopportare Henry Mills e le sue chiacchiere.

Quel giorno, Belle era venuta a casa sua. Non avevano un appuntamento né alcun programma, ma andava bene così. Rumpelstiltskin si sentiva un poco a disagio; aveva iniziato a parlarle di qualcosa di poco importante così, giusto per avviare una conversazione, quando avevano suonato alla porta.

Era andato ad aprire con l’intenzione di liquidare il terzo incomodo a male parole, ma aveva fatto male i suoi conti. Sullo zerbino se ne stava, vispo e allegro come sempre, Henry Mills.

- Uhm…Buongiorno, signor Gold…- mormorò il ragazzino.- Cioè, volevo dire, Rumpelstiltskin…

- E’ lo stesso - la risposta acida gli uscì fuori prima che potesse trattenersi.

- Uhm…okay, allora…ehm…Belle è qui, per caso?- Henry si sporse per sbirciare dentro.

- Henry!- esclamò Belle prima che lui potesse rispondere. Corse alla porta con un sorriso stampato sulle labbra, costringendolo a farsi da parte per lasciarla passare.- Vieni, entra!

Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte. Belle lo abbracciò.

- Come sono contenta di vederti!

Come se non vi vedeste ogni trenta secondi!

Rumpelstiltskin ebbe la sensazione di essere improvvisamente diventato lui il terzo incomodo.

Geloso di un ragazzino. Com’era caduto in basso…!

Henry sorrise, porgendo un libro alla ragazza.

- Ero venuto a casa tua, ma non c’eri. Ho pensato che fossi qui…- gettò un’occhiata a Rumpelstiltskin.

Che c’è, sei sorpreso di trovarmi in casa mia insieme alla donna che amo?

Belle prese il libro dalle mani di Henry.

- Non ci credo, lo hai già finito!- esclamò.- Vieni dentro, così mi racconti com’era…

Rumpelstiltskin si schiarì la voce.

- Va bene, io vi lascio soli…

- Oh, no!- si affrettò a dire Belle.- No, perché non resti, potremmo…

- Dubito che contribuirei molto alla conversazione, dearie. Sta’ tranquilla, ho del lavoro da terminare…

- Non si preoccupi, signor Gold!- disse Henry.- Ho appuntamento con mio nonno. Mi fermo solo cinque minuti.

Che bravo bambino…!

Belle sorrise, andandosi a sedere sul divano insieme a Henry. Rumpelstiltskin uscì dal salotto, socchiudendo la porta alle sue spalle, e nascondendosi appena dietro l’angolo. Ignorò la voce della sua coscienza – sì, purtroppo anche lui ne aveva una – che gli urlava di non origliare, rispondendole che, se lo stava facendo, era a fin di bene. Da tempo sospettava che Belle avesse parlato a Henry di loro due e, se così era, voleva sapere cosa esattamente gli aveva detto su di lui. Non perché pensava che la ragazza lo avesse denigrato o insultato, semplicemente perché voleva sapere cosa pensava di lui, ora che tutto era finito. Cosa c’era in lui che la faceva star male. Cosa poteva fare per rimediare.

- Allora, ti è piaciuto?- chiese Belle, con un sorriso.

- Moltissimo. Ma c’è ancora qualcosa che non mi torna - rispose Henry.- Sai, nel mio libro non c’era, e volevo saperne qualcosa di più. Ma anche in questa favola, la Bestia è una bestia. Insomma, un animale peloso grane e grosso con zanne e artigli. E Rumpelstiltskin non è così…- il bambino ci rifletté un attimo.- O almeno credo…

Rumpelstiltskin alzò gli occhi al cielo.

- No, il più delle volte no…- rise Belle.

Ecco, perfetto. Cos’era, si erano coalizzati contro di lui?

- Per questo…ehm…mi chiedevo…- mormorò Henry.- Tu sei l’unica a conoscere la vera storia, e mi chiedevo…se tu potessi…

Belle sorrise, sistemandosi meglio sul divano.

- Ma certo.

Henry si sporse in avanti, pronto ad ascoltare. Lo stesso fece Rumpelstiltskin, appostato dietro la porta.

- Dunque…C’era una volta, in un paese molto lontano, un uomo…

Un uomo. Non un mostro. O un codardo. E’ già qualcosa…

- …un uomo che al mondo possedeva un solo affetto. Suo figlio.

Rumpelstiltskin sentì una stretta al cuore.

- Un brutto giorno il ragazzo, che aveva nome Baelfire, venne chiamato alle armi per combattere una guerra contro gli Orchi. L’uomo temeva per la vita di suo figlio e, affinché non gli venisse portato via, rubò il pugnale del Signore Oscuro, uccidendolo e ottenendo così i suoi poteri. Era divenuto il nuovo Signore Oscuro…

Rumpelstiltskin chiuse gli occhi, inspirando lievemente per non farsi scoprire. In tutti quegli anni, si era chiesto più volte se quella fosse stata la scelta giusta, se non ci fossero altre soluzioni. Ricordò improvvisamente che, un momento prima di uccidere Zoso, Baelfire lo aveva implorato di tornare a casa con lui. Aveva un brutto presentimento, aveva detto.

Bae aveva compreso tutto, fin dall’inizio.

- …poco tempo dopo, egli perse suo figlio per un tragico gioco del destino…

Un tragico gioco del destino. Rumpelstiltskin fu grato a Belle di non aver detto la verità a Henry. Di non avergli detto che non era stato il destino a portargli via Bae. Non era stato il destino. Era stato un sortilegio. Era stata Reu Ghorm. Era stata colpa sua.

Colpa sua e della sua vigliaccheria.

- …l’uomo, allora, divenne sempre più schiavo del suo potere, divenendo ogni giorno di più sempre più crudele e malvagio. Per anni, egli si divertì a stringere accordi con le persone lasciandole poi nella disperazione, sottraendo loro ciò che avevano di più caro, e tutto questo non fece altro che aumentare la sua malvagità e la sua sete di potere. Finché un giorno si ritrovò a stringere un patto molto particolare…

Già, un patto molto particolare. Il patto più importante della mia vita.

- Accadde che il regno di Avonlea venne attaccato dagli Orchi. Il suo sovrano, Lord Maurice, si rivolse al Signore Oscuro affinché lo salvasse, ed egli acconsentì. Ma ad un prezzo…

Ce l’hai con me per quello che ti ho fatto, Belle? Devi avermi odiato in quel momento. Forse mi odi ancora quando ci pensi. Ne hai tutte le ragioni.

- Egli pretese in cambio la figlia del Lord, affinché ella divenisse la governante del suo castello. Il padre e il vanesio fidanzato della giovane erano contrari, ma ella acconsentì ad andare con il Signore Oscuro per sempre. All’inizio, la ragazza credeva che egli fosse una bestia, un mostro…

Rumpelstiltskin poggiò la fronte contro il legno della porta. Lui era un mostro. Tutte le volte che ripensava a ciò che le aveva fatto, a quando l’aveva strappata alla sua famiglia, a quando l’aveva rinchiusa in un sotterraneo…come aveva fatto a perdonargli tutto questo? Come aveva fatto a vedere del buono, in lui. Non era sicuro di possedere della bontà dentro di sé, anzi, spesso ne aveva la certezza, ma Belle era riuscita a trovarla comunque. Era uno dei motivi per cui l’amava.

Belle era speciale. Era in grado di amare una bestia.

- …ma poi, dovette ricredersi. Quando scheggiò inavvertitamente una tazza, lui la rassicurò dicendole che non gli importava. Un giorno, ella rischiò di cadere e lui la prese in braccio impedendo che si facesse male. Un altro, egli le donò una rosa rossa, il suo fiore preferito. Solo molto tempo dopo la ragazza scoprì che in realtà era il suo arrogante promesso sposo, trasformato in fiore…- Belle rise.

Rumpelstiltskin trattenne un gemito, schiaffeggiandosi mentalmente.

- …egli era diverso da qualunque uomo avesse mai incontrato. Era in grado di ascoltarla, di capirla…e di farla innamorare…

Rumpelstiltskin non poteva vederla, ma in cuor suo sentì che Belle era arrossita e aveva distolto lo sguardo, proprio come faceva ogni volta che ricordava quei momenti.

- …ella non era sicura che il Signore Oscuro la ricambiasse, ma ne ebbe la certezza il giorno in cui lui, con una scusa, le offrì la possibilità di andarsene. Di riavere la propria libertà. Purtroppo, ella durante il tragitto venne ingannata da una perfida strega…- Belle si bloccò, mordendosi il labbro inferiore. Henry Mills non parve aver colto l’allusione alla sua madre adottiva, ma continuava ad ascoltarla interessato. Belle trasse un profondo respiro e proseguì.- Ella disse alla ragazza che, per salvare l’uomo che amava dalla maledizione, sarebbe stato sufficiente un bacio. Il bacio del Vero Amore.

Ora arriva la parte difficile…

- …tuttavia, la ragazza non aveva pensato che l’uomo era ancora legato al potere oscuro…

O piuttosto che l’uomo di cui ti sei innamorata è un imbecille e un codardo. Rumpelstiltskin era sull’orlo dell’autolesionismo.

- …fraintendendo le sue intenzioni, egli la scacciò. La giovane lasciò il castello con il cuore infranto, dicendogli che da quel momento egli non avrebbe avuto altro se non un cuore vuoto e una tazzina scheggiata. Poco tempo dopo, il Signore Oscuro ricevette la visita della donna che aveva raggirato la ragazza, la quale gli mentì, dicendogli che la fanciulla che amava era stata rinchiusa dal padre e che in seguito si era tolta la vita…L’uomo cadde nella disperazione…

Rumpelstiltskin strinse con vigore la maniglia della porta. Regina. Era colpa sua, se Belle aveva sofferto così tanto, se erano stati separati per ventotto anni. Aveva promesso a Belle che non l’avrebbe uccisa, ma Regina l’avrebbe pagata.

- …Era una menzogna: la donna aveva rinchiuso la fanciulla in un sotterraneo, con lo scopo di utilizzare la sua vita contro il Signore Oscuro. Fortunatamente, ella venne liberata e si ricongiunse al suo amore…

- E vissero per sempre felici e contenti?- chiese Henry.

Rumpelstiltskin trattenne il fiato.

Belle sorrise, distogliendo lo sguardo.

- Questo non lo so, Henry - disse infine.- Non so se io e Rumpelstiltskin vivremo per sempre felici e contenti…Sono successe tante cose fra noi due, ma spero davvero che non ci allontaneremo più. Spero tanto che questa storia abbia un lieto fine.

Belle sorrise, e lo stesso fece Henry.

Rumpelstiltskin, nascosto dietro la porta, sorrise a sua volta.

Sì, anche lui voleva che quella storia finisse bene. Anche lui voleva che fossero felici.

Te lo prometto, Belle, pensò. Vivremo per sempre felici e contenti. Prometto che farò qualsiasi cosa, per darti il tuo lieto fine.

 

FINE

 

Angolo Autrice: Sinceramente, non so neanche perché ho scritto questa storia. Ho avuto l’idea, e…niente, l’ho buttata giù :). Credo che mi sia venuta fuori dopo aver rivisto The Crocodile e aver sentito di nuovo quell’amaro in bocca. Ora, il femminismo mi sta bene quando non è eccessivo. Nel caso di Belle, è eccessivo. Capisco che dopo 28 anni e rotti di prigionia voglia farsi una vita, ma perché lasciare Rumpel? Dopo che lui le ha detto la verità poteva anche perdonarlo, no? Le ultime battute mi hanno lasciato un filo di speranza, speriamo che cambi idea, una buona volta…Beh, attendo fiduciosa :).

Grazie per aver letto, ciao!

  
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