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Autore: fri rapace    07/11/2012    5 recensioni
Nell'aldilà viene data una grande opportunità a Remus e Tonks: potranno incontrare Teddy. Solo una volta.
Scritta per il compleanno di TinaX86 ^^
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Remus seguì Teddy a capo chino, si vergognava molto per la sua ultima uscita e si chiese perché, invece di arrabbiarsi, suo figlio gli avesse teso una mano in segno d'aiuto. Forse, intuì, perché l'aveva finalmente fatto sentire desiderato.

Entrarono in una grande stanza che faceva sia da salotto che da cucina, preceduti dalle donne di casa.

Victoire, la moglie di Teddy, era una Weasley, non vi erano dubbi: aveva i capelli rossi lunghi fino alle spalle e una miriade di lentiggini che la facevano sembrare più giovane di quello che, supponeva, fosse. Malgrado fosse vestita in maniera semplice aveva un certo fascino, di cui pareva essere inconsapevole.

Teneva in braccio la bambina che avevano scambiato per Teddy: doveva avere circa sei mesi ed era paffutissima, con i pochi capelli che sembravano una nuvoletta posata sulla sua testolina.

“Papà, ma io non pensavo che i nonni sarebbero stati così!” protestò la bambina più grande, facendosi avanti dopo un attimo d'indecisione.

Doveva avere circa otto anni, valutò, e, come la sorella, era davvero molto carina.

“Neanche io pensavo sarebbero stati così giovani,” la rassicurò Teddy, che ora pareva molto più rilassato.

“A parte quello,” rispose secca lei, come se considerasse la motivazione esposta dal padre così scontata da ritenere offensivo che le fosse stata attribuita. “Pensavo che ti avrebbero fatto contento, invece no, li odi! Quando mi parli di loro sembra invece che gli vuoi bene!”

“Ma no che non li odia,” si intromise Victoire, rivolgendosi non alla figlia, ma a lui e Tonks. “E' solo molto emozionato e nervoso, e sai che quando il papà è in quello stato d'animo fa tutto alla rovescia, dando troppa importanza a quello che, per lui, ne ha di meno.”

Remus e Tonks trattennero il fiato, aspettando che Teddy la contraddicesse, ma non lo fece.

Remus, pur senza riuscire a scacciare del tutto la paura di illudersi, si sentì rincuorato: lei sembrava conoscerlo molto bene.

La bambina, di cui ancora ignoravano il vero nome, si dondolò sui talloni.

“E' vero, è così pasticcione!” convenne con aria saggia. “A me riescono benissimo gli Incantesimi Domestici!” si vantò, come per rimediare alla brutta figura fatta dal papà: se lei era brava, doveva esserlo anche lui, che l'aveva cresciuta “Me li hanno insegnati le mie nonne-bis.” Alzò una mano e puntò un indice verso Tonks. “Invece tu eri un disastro con quelli. Lo dicono le mie nonne-bis.”

“Tutte e due?” gemette Tonks, facendo una smorfia buffa.

“Eh, mi spiace tanto, ma sì,” sospirò la bambina, avvicinandosi e dandole delle piccole pacche sul dorso della mano.

“Secondo me io sarò Smistata nella Casa del mio papà, quando andrò a Hogwarts,” proseguì inarrestabile, senza prendersi la briga di controllare se il suo gesto consolatorio avesse funzionato.

Tonks non riuscì a trattenere un mezzo sorriso.

“Cioè a Serpeverde, scommetto.”

“No-no,” venne pazientemente corretta “Il papà sembra un po' come nonna Andromeda, a volte, ma è perchè vuole darsi un tono...”

“Io non voglio darmi un tono,” protestò Teddy, che però venne completamente ignorato da entrambe.

“Ma in realtà è proprio un Tassorosso.”

Remus sentì qualcosa pungolarlo: era Tonks che, con un sorriso di trionfo, gli stava ficcando il gomito nel fianco.

“Uno e zero per me!” esultò, divertendolo più che farlo indispettire.

“Il papà, poi, è bra-vi-ssi-mo in Pozioni.”

“Due a zero per la nonna,” commentò Remus, anticipando la peste dai capelli rosa. “Evidentemente non hai preso proprio nulla, da me.”

Doveva ammettere di sentirsi un po' deluso e dispiaciuto, e la cosa lo stupì: quando Tonks era rimasta incinta aveva pregato che Teddy non ereditasse nulla da lui, sarebbe dovuto essere contento di vedere esaudita la sua supplica.

“Non ha preso nulla da te, ma è uguale spiccicato l'idraulico.”

Sulle prima non prese affatto bene l'uscita di Tonks, sentì salire il sangue al viso e strinse inconsapevolmente i pugni, ma poi capì.

“Dora, tu non sai cos'è un idraulico, vero?”

Lei fece spallucce.

“Mmm-no,” ridacchiò. Era eccitata e cercava di trattenersi dal chiacchierare a ruota libera per dar sfogo alle emozioni, ma senza troppo successo. “Ho ripetuto quello che dicevano a mio padre i suoi amici Babbani riguardo me. Credo che fosse una specie di scherzo.”

“Non ha molto senso,” osservò. “Perché tu assomigli a tuo padre, tranne...”

“Tranne gli occhi,” lo anticipò Teddy. Ora poteva vedere come Andromeda l'avesse sempre guardato anche con gli occhi di sua madre, e per un istante mostrò una certa commozione. “La Frase Preferita di Harry,” scherzò per nascondere il turbamento. “Una volta mi ha confidato che si sarebbe Schiantato da solo se se lo sentiva ripetere un'altra volta! A proposito, una cosa in comune ce l'ho con te, papà, una volta anche io ho Schiantato Harry.”

Remus ammutolì, agghiacciato.

“Sai come si sono svolti i fatti?” cercò di parlare senza far tremare la voce, e gli uscì un tono freddo e distante anche se dentro di sé urlava disperatamente che così non fosse.

“Sì,” ammise. “Harry mi ha spiegato che da ragazzo aveva il vizio di sfidare maghi più grandi e potenti di lui!”

Dall'aria divertita di Teddy, Remus capì che Harry aveva omesso di raccontare come si erano svolte veramente le cose, buttandola sul ridere. Gliene sarebbe stato grato per sempre.

Sapeva che sarebbe stato un ottimo padrino e ringraziava il cielo di aver avuto il tempo di sceglierlo prima di morire. Qualcosa scattò dentro di lui, come un pezzo di un puzzle che trovava il suo posto. Non aveva più pensato al giorno in cui era morto da... non lo sapeva. Era come se l'avesse dimenticato, fino a quel momento.

“Mi dispiace di averti chiesto di venire via con me... non... non avrei dovuto. E' che... tu c'eri, con me, quel giorno.”

Teddy aggrottò la fronte.

“Quale giorno?”

“Noi ci eravamo già incontrati, non ricordi?”

 

 

***

 

Remus si era svegliato in un luogo che conosceva bene: era a casa.

Quello che non riconobbe era il ragazzo fermo sull'ingresso, come ad accoglierlo.

Ciao!” lo salutò alzando il palmo aperto della mano con un sorriso simpatico.

Remus gli andò incontro con sospetto, la mano stretta alla bacchetta anche se aveva la netta sensazione di potersi fidare di lui. Pur non riconoscendolo lo sentiva come una presenza famigliare, piacevole.

Dora, Teddy e Andromeda stanno bene?” si affrettò a chiedere, con lo stomaco contratto per la preoccupazione.

Fece per sbirciare oltre la sua spalla, ma la testa gli girò forte, obbligandolo ad appoggiarsi alla parete dell'abitazione per non cadere.

Io... cosa sta succedendo? Un istante fa stavo combattendo contro Dolohov e... e poi ho aperto gli occhi ed ero qui, invece che a Hogwarts!”

Va tutto bene,” gli rispose tranquillo il ragazzo.

Non posso restare qui, devo tornare al castello, devo tornare per Teddy!” si ribellò con rabbia: come poteva non capire?

Ma io sono qui.”

Remus sgranò gli occhi.

No, lui è... è piccolo. E' impossibile!”

Qui è possibile tutto quello di cui hai bisogno. Sono venuto per te.”

Diceva la verità, e d'improvviso seppe cosa era successo.

Mi perdonerai mai?” chiese, soffocato dall'emozione, sentendosi morire di nuovo.

Teddy gli sorrise ancora e stavolta a Remus parve di vedersi in uno specchio.

Un giorno, forse, capirò,” gli rispose, sincero.

Hai la mamma,” cercò disperatamente di consolare entrambi. “Lei saprà cosa fare, è una persona migliore di me.”

Teddy scosse la testa.

No...” sfuggì a Remus in un gemito.

 

***

 

Tonks alzò gli occhi verso il Teddy reale.

“Poi sei venuto ad accogliere me,” tirò su col naso. “Mi perdonerai mai?” gli chiese in tono insistente, come se fosse una domanda che gli aveva rivolto spesso, senza ottenere mai nessuna risposta.

Teddy guardò la sua famiglia, prima quella che lui si era creato, poi quella che gli era stata strappata prima che potesse conoscerla, e scoppiò in lacrime.

Nessuno se l'aspettava, ma Victoire riuscì a superare la sorpresa appena in tempo per bloccare e tranquillizzare la sua figlia maggiore, che stava per correre dal padre.

“Ci pensano la sua mamma e il suo papà a lui, adesso.”

Tonks non se lo fece ripetere due volte, e tornò ad abbracciarlo stretto. Remus non aspettava altro: aveva bisogno solo del permesso di farlo, perché non avrebbe sopportato di venire rifiutato da Teddy.

Rimasero abbracciati per tutto il tempo rimanente concesso loro per stare assieme, raccontandosi senza parole di sentimenti che non potevano essere pronunciati, ma solo sentiti.




Mi scuso per l'enorme ritardo con cui posto quest'ultimo capitolo, ma non ho mai lasciato una long inconclusa e ce l'ho messa tutto per finirla il prima possibile. Spero vi piaccia ^^
ciao ciao
Fri


 

   
 
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