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Autore: La Mutaforma    07/11/2012    1 recensioni
La verità è che a volte è più facile dirsi addio, per non incontrarsi casualmente per strada e continuare dritto, senza voltarsi indietro.
Sorrise, e lo immaginò dignitosamente come un atto di coraggio e di amor proprio.
[...] Cosa fai quando sei sicura che il tuo amore sia impossibile?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sometimes beginnings aren’t so simple

Sometimes goodbye is the only way

-The Shadow of the Day, Linkin Park-

 

 

Era pienamente consapevole dei suoi sentimenti.

Per questo aveva deciso di non rivederlo mai più.

 

Aveva compreso troppo presto il peso delle sensazioni invisibili che le percorrevano la pelle, fugaci come pensieri.

Avrebbe potuto amarlo con tutto il suo corpo, con tutti i suoi muscoli, le vene e i vasi sanguigni.

Con tutta l’anima, anche, se fosse stata certa della sua esistenza.

 

Avrebbe potuto amarlo come lui non avrebbe mai potuto amare lei.

Questo lo capì subito, prim’ancora di innamorarsi, prima ancora di considerare l’ipotesi di scavargli un posto piccino piccino nel suo cuore.

 

Fu così che prese, a cuor leggero, la decisione di non rivederlo mai più.

Non sarà difficile, pensò.

Quanta incoerenza!

Nello stesso tempo sperava che in realtà si sarebbe rivelata un’ardua impresa.

 

Pensò allo scherzo degli elefanti.

“Non pensare agli elefanti”

E tu pensi agli elefanti.

Era esattamente la stessa cosa.

“Non pensare a lui”

E lei pensava a lui, ovviamente. E pensava a lui anche quando non diceva di smettere di pensare a lui.

Un ripiego doloroso, il suo pensiero.

È normale, si disse. Avrebbe dovuto semplicemente smettere di dire di smettere-di-pensare-a-lui.

Pensò che in fondo non si conoscevamo bene, ma lei lo conosceva abbastanza da capire che non avrebbe mai funzionato tra loro.

Non lo disse, come facilmente si può immaginare, piangendo e strappandosi i capelli.

Non lo disse affatto. Lo ammise. Ma ci pensò ancora e ancora e ancora.

Si prendeva la testa tra le dita, e gridava; gridava nella camicia, gridava nel suo petto, gridava al suo cuore, di qualunque materia fosse fatto.

Era un grido silenzioso, immaginario. Come nei sogni; quando urli e nessuno ti ascolta.

Perché un corpo che prova sensazioni e cerca l’amore dovrebbe soffocare i propri sentimenti?

 

Dicono che confidarsi faccia bene.

Lo fece in una camera d’albergo che divideva con una ragazza che non aveva mai visto prima.

Non sapeva perché lo avesse fatto. Non sarebbe forse meglio parlare coi propri amici, con la mamma?

A quella ragazza non importava minimamente di lei, e in quella stanza lo sapevano entrambe.

“Cosa ti fa credere che non gli piacerai mai?”

Sinceramente, buona notte e tanti saluti.

 

La verità è che a volte è più facile dirsi addio, per non incontrarsi casualmente per strada e continuare dritto, senza voltarsi indietro.

Lo immaginò dignitosamente come un atto di coraggio e di amor proprio.

 

A volte le soluzioni non sono facili.

Quando cala la sera, non ci resta che ricordare.

 

 

 

 

 

   
 
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