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Autore: Vanessa190    07/11/2012    3 recensioni
Santana ha 22 anni, il divorzio dei genitori che le pesa ancora sulle spalle e poca fede nell'amore.
Tuttavia quando decide di passare le vacanze estive dalla sua migliore amica ,Quinn Fabray, la sua vita prende una svolta imprevista che comincia con un caffè latte e una brioche alla marmellata di pesche.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non pensavo di avere ancora quella fotografia, anzi ero piuttosto sicura di averla buttata via, dopo averla scagliata contro il muro con tanta forza da far crepare il vetro.

Ma dovetti ricredermi quando Brittany, che mi stava aiutando a sistemare gli ultimi scatoloni, l’aveva tirata fuori da una scatola e l’aveva fissata a lungo prima di riportare lo sguardo su di me.

-Quella…- balbettai –Quella si può buttare-

-Sicura?- chiese –E’ una bella foto-

-Si può buttare- ribadii seccata.

Brittany riportò lo sguardo sull’oggetto che aveva in mano, accarezzò delicatamente la cornice e si soffermò sui soggetti della foto.

Ricordavo benissimo quando era stata scattata, avevo si e no sette anni.

Mio zio Ernesto era passato a trovarci e aveva insistito per scattare una foto all’intero clan dei Lopez.

La faceva sembrare una gran cosa: il clan dei Lopez; esagerato per definire me e i miei genitori, ma all’epoca mi piacque da matti.

Era prima che mia madre se ne andasse, e in qualche modo quelle parole, “Clan dei Lopez”, mi davano un senso di unione che adoravo attribuire alla mia famiglia, anche se unita non lo era mai stata.

Sotto l’insistenza di Ernesto, e anche mia lo confesso, ci eravamo riuniti in giardino: io seduta sorridente sul primo gradino del portico e i miei un gradino più in alto stretti in un abbraccio rigido.

 

-San- la voce di Brittany mi riscosse dai ricordi –Va tutto bene?-

Brittany. Per un attimo mi chiesi se sarebbe successo anche a noi un giorno, di stringerci in un abbraccio rigido solo per far credere agli altri che tutto vada bene quando non è così.

Perché quello che era successo tra i miei mi aveva fatto capire che non tutte le coppie hanno un destino felice.

E se fra Brittany e me andava tutto bene in quel momento, non era detto che fra qualche mese o anno sarebbe stato lo stesso.

Perché c’era la possibilità che tutto andasse male.

Eppure, mentre scrutavo quegli occhi limpidi che mi fissavano con apprensione, mi dissi che c’erano altrettante possibilità che tutto andasse bene.

Dovevano esserci.

E io avrei fatto di tutto per farle avverare.

-Si piccola, va tutto bene- risposi alla fine, ma a lei non sfuggì l’occhiata malinconica che lanciai alla foto che aveva tra le mani.

-Sono i tuoi genitori?- chiese.

-Si, prima che… quando ancora stavano assieme-

Spostò il peso da un piede all’altro, cercando le parole giuste da dirmi.

-Non mi hai mai detto cosa è successo tra di loro…- iniziò alla fine –Ti va di parlarmene?-

Esitai un attimo prima di rispondere.

-Mi piacerebbe- confessai.

Brittany mi condusse con lei sul divano e io, con le mani strette alle sue, raccontai tutta la storia della famiglia Lopez.

 

Era la classica storia di un padre troppo impegnato con il lavoro, di una madre troppo debole per combattere, di un tradimento accompagnato da immancabile divorzio.

Da quando lei se n’era andata, più o meno dieci anni prima, non l’avevo più rivista.

E mio padre non era cambiato, era rimasto l’uomo assente che era prima.

 

Mia madre non mi aveva nemmeno guardato in faccia quella sera, aveva semplicemente preso le sue valige e mi aveva voltato le spalle.

Ci aveva voltato le spalle.

Mio padre non mi aveva abbracciato e consolato quando mi ero messa a piangere, mi aveva solo detto “La mamma se n’è andata Santana, siamo solo io e te ora”.

 

E in un qualche modo, ancora non so come, eravamo andati avanti solo io e lui.

Cercava di far sembrare tutto come era prima, come se niente fosse successo; ma io lo vedevo.

Lo vedevo devastato e distrutto, proprio da quell’amore che un tempo aveva creduto così puro.

 

Quello che era successo tra i miei mi aveva insegnato che l’amore fa male, che può distruggere un uomo in un solo istante.

Che non importa crederci con tutte le proprie forze, l’amore può sembrare forte e ingannarti facilmente; ma basta una piccola crepa (o nel caso di mia madre un giardiniere argentino, giovane e con la fastidiosa tendenza di lavorare a torso nudo) per farlo crollare.

Mi aveva insegnato che quando le cose diventano difficili bisogna scappare prima che possano ferirti.

 

Dissi quello a Brittany, stretta accanto a lei sul nostro, divano.

E lo dissi con una facilità che mi sorprese: perché ci avevo messo anni a parlarne con Quinn, che pure conoscevo da quando ero piccola? Mi chiedevo. Perché invece con Brittany sembrava tutto così dannatamente semplice?

Perché accanto a lei tutto quello che sapevo sull’amore sembrava così sbagliato?

 

-San?- mi sussurrò, distogliendomi dai miei pensieri.

Mi strinsi di più a lei.

-San- continuò allora –Ti prometto che a noi non succederà. Non faremo mai gli errori dei tuoi genitori-

 

Quella promessa, seppur fragile come purtroppo tutte le promesse sono, mi fece stare meglio subito.

Cancellò le lacrime che non mi ero ancora resa conto di star versando.

 

-Lo so- dissi allora, sentendomi libera per la prima volta da quel peso che mi portavo dietro da cieca dieci anni.

Perché con Brittany l’amore sembrava una cosa meravigliosa.

 

 

 

Era passata una settimana da quando io e Brittany eravamo andate a vivere assieme.

Una settimana perfetta.

Assolutamente perfetta.

Almeno fino a che non arrivò domenica mattina.

 

-Non posso credere che mi vuoi davvero fare questo- la accusai -Fra noi andava tutto bene!-

-San, lo sai che lo faccio per il mio...per il nostro bene- replicò lei ferma -Non possiamo più andare avanti così-

-Vuoi davvero farlo?- la sfidai -Perché se continui con questa pazzia non potremmo più tornare indietro-

-San...- provò

-No, Brittany, se continui giuro che te ne pentirai...io giuro-

-Santana!- mi interruppe in uno sbuffo -Non fare la melodrammatica, voglio solo insegnarti a cucinare-

-Questa è una cosa drammatica Britt- esclamai, cercando di farle cambiare idea -Io e le pentole siamo come Quinn e i pantaloni: incompatibili!-

-Ora stai esagerando-

-Io? Tu invece? Perché devo imparare a cucinare per forza?-

-Perché viviamo assieme ora, e quando si vive assieme ci si dividono i compiti-

Feci per ribattere ma mi interruppe di nuovo -No, ordinare al ristorante all'angolo non vale, nemmeno se paghi tu. Quindi: pronta per imparare a cucinare?- chiese entusiasta

-Ecco...- una scusa per scamparla, una scusa per scamparla -Io non ho il grembiule!-

-Non c'è problema Sannie, ti dò una mia maglia vecchia-

Accidenti!

Brittany scomparve in camera e fece ritorno dopo qualche secondo, sollevando trionfante una larga maglietta grigia con la scritta "Louisiana" sul petto.

-Avanti- mi invitò lanciandomela –Iniziamo dai pancake, sono facilissimi da fare!-

 

Non erano facilissimi da fare.

O meglio, forse lo erano per qualsiasi essere umano minimamente portato all’arte della cucina, che non era il mio caso.

Per la seconda volta, da quando stavo con Brittany, mi ritrovai coperta di farina, uovo e Dio solo sa cos’altro.

E per la seconda volta non avevamo smesso di ridere un attimo.

In quel momento non potei fare a meno di pensare che avevamo decisamente più di qualche possibilità di essere felici assieme.

In quel momento non potei fare a meno di pensare che niente, niente, avrebbe potuto mai rovinare la nostra felicità.

E in quel momento mi sentii immensamente felice per la svolta che aveva preso la mia vita.

 

____________________________________

 

Si, ecco…lo so. So che non è il massimo.

Direi che è un capitolo di passaggio ma mi sono appena resa conto che questa storia non può avere capitoli di passaggio quindi…

Spero vi piaccia in ogni caso.

Grazie.

  
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