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Autore: Reira74    07/11/2012    5 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
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DLING DLONG, comunicazione di servizio... Se siete interessati ho aperto un piccolo sito dove oltre alle storie che leggete qui e alle mie poesie, potete trovare le manipolazioni delle immagini che faccio sulle storie e la galleria dei personaggi per  togliervi lo sfizio di vedere se io li avevo immaginati come li avete immaginati voi...

Vi metto il link diretto che comunque da oggi in poi potrete trovare anche nella mia pagina... avete presente sotto il nome quel simbolino a forma di mappamondo?...

Sì?!?! Ah... ok, pensavo solo che visto che è piccolino magari non lo avevate visto, ma a quanto pare sono io quella cecata :D

http://dreamjourney.altervista.org/index.html





*CAPITOLO 32*



Nimbrethil, Palazzo di Sauron

Il sole sarebbe sorto dopo poche ore e il Generale Nero sedeva davanti allo specchio pettinando i lunghi capelli corvini, non riusciva a dormire quella notte, come molte altre prima di quella.

Sul letto dietro a lui il corpo di un giovane giaceva scomposto, il sangue che sporcava le lenzuola, uno dei tanti che si erano susseguiti in quei giorni, deboli, duravano sempre troppo poco e lo lasciavano con l'amaro in bocca, aveva bisogno di sfogare la rabbia, la paura per aver fallito ancora, erano giorni che il suo Signore non si faceva sentire e quello non era mai un buon segno, più passava il tempo più l'inquietudine aumentava, ma quegli inutili schiavi non avevano neppure la decenza di lasciarlo sfogare degnamente.

Aveva lavato via il sangue dalla sua pelle che ora brillava di minuscole perle che scivolavano lente a terra e bagnavano il telo che teneva legato in vita, scagliò con rabbia la spazzola contro lo specchio che esplose in mille schegge acuminate, proprio mentre i frammenti cadevano si girò di scatto al rumore della porta che si apriva sbattendo violentemente e con un unico aggraziato movimento era già prostrato a terra, la fronte sul pavimento, le ultime scintillanti scaglie piovevano sulla sua schiena come polvere lucente .

-Sei nervoso vedo, fai bene ad esserlo!- tuonò gelida la voce del Signore Oscuro

-Mio Sire...- mormorò schiacciando ancora di più la fronte a terra, si maledisse per il gesto impulsivo sentendo il vetro ferirgli la carne

-Non sapevo del vostro arrivo... Se ne fossi stato informato vi avrei fatto preparare una degna accoglienza...-

-Devo forse avvertire prima di giungere in un mio palazzo?- lo interruppe imperioso

-No, no, Mio Signore... non intendevo certo questo...- cercò di non fare tremare la voce, ormai poteva vedere il sangue che colava dalla fronte e dai palmi, dove lo specchio aveva lacerato la pelle, le ginocchia pulsavano sorde e anche se non poteva vederle da quella posizione sapeva che non erano in condizioni migliori, ma lui non gli aveva ancora dato il permesso di alzarsi ed era già abbastanza contrariato per tentare qualunque movimento che potesse dargli sollievo.

-Ora sono stanco per il viaggio, avremo tempo per discutere le tue mancanze-

-Naturalmente, Mio Sire, farò subito preparare le Vostre stanze- sospirò impercettibilmente sperando che il peggio fosse passato per poi gelare quando udì nuovamente la voce parlare

-Queste, sono di mio gradimento-

-Le mie...- gli sfuggì per la sorpresa prima di riprendersi e mormorare umile -Come la Vostra Magnificenza desidera-

-Cosa?- la risata tonante lo fece rabbrividire -Volevi dire le tue stanze? Credi forse che siano tue? Credi anche che questo palazzo sia tuo? Vedo che hai dimenticato che tutto quello che hai lo devi a me soltanto!- Un pesante stivale calò sulla sua schiena schiacciandolo a terra lame di vetro che ferivano il petto e l'addome -Ecco, questo è il tuo posto, ai miei piedi a strisciare come il verme che sei!  Portatelo via! Che possa riflettere indisturbato su cosa significhi disobbedirmi!-

Solo quando sentì i passi cadenzati sul marmo si accorse che il Re non era entrato da solo, due delle sue guardie lo seguivano, no, realizzò mentre lo sollevavano malamente afferrandolo per le braccia, non erano le sue guardie, ma di Melkor, lui non aveva mai avuto nulla se non l'illusione.

Non tentò di ribellarsi, sarebbe stato inutile, l'unica speranza che gli restava era che la furia del suo signore si placasse rapidamente, era naturale che volesse umiliarlo, aveva fallito e meritava una punizione, ma sapeva che il suo Re lo aveva sempre tenuto vicino, lui era stato il primo ad appoggiarlo, lui era stato quello che aveva scelto come compagno tra tanti spasimanti quando ancora non aveva sfidato i fratelli, lui c'era sempre stato, non lo avrebbe di certo rinnegato per un'errore.

Restò in piedi immobile sostenuto dalle guardie, il capo chino e i capelli umidi scompigliati che si incollavano al viso sporco di sangue, sottilissimi fili rossi disegnavano la pelle candida, sapeva di essere bello, e credeva che il suo Re non avrebbe potuto resistergli a lungo, mentre veniva sollevato il telo che copriva i fianchi era caduto a terra, non provava vergogna davanti agli uomini, voleva solo che lui lo guardasse, che lui lo toccasse... uno dei soldati si chinò per raccoglierlo

-Fermo! Anche quello straccio mi appartiene! E' tempo che capisca di non avere nulla se non quello che gli ho concesso immeritatamente!-

Mentre veniva trascinato via con malagrazia deglutì pregando di non essersi sbagliato, poteva essersi illuso sul potere che aveva, ma non poteva essersi illuso su di lui... non poteva aver finto per tanto tempo.




Valarencálë, Palazzo sulla montagna

Dopo una visita come quella del mortale e dell'Istar anche gli spiriti sempiterni potevano essere turbati, infatti, mentre più in basso la Compagnia si preparava a partire, ancora indugiavano nelle forme corporee che avevano preso per incontrarli.

Dei quattordici Valar, ormai solo gli otto Aratan restavano a osservare i preparativi alle pendici del monte, per il legame spirituale che li univa avevano capito che il loro fratello portava un'enorme fardello e attendevano le sue parole

-Sapete che devo farlo, è mio dovere aiutarlo, non ha nessuna possibilità senza di me- dichiarò deciso Aulë

-Non c'è permesso interferire, è la legge-

-Parli tu, Súlimo, che guidavi i passi di Olórin portandolo a incrociare la strada con i più dotati? E che mi dici di Irmo che mandava sogni e visioni a chiunque dal cuore puro mostrasse un briciolo di magia?-

-Noi non abbiamo mai interferito, mostravamo delle possibilità, davamo loro una scelta-

-Gimli non avrà nessuna scelta, solo chi era all'interno quando la Sala del Riposo è stata sigillata può penetrarvi, e di quelli nessuno rimane, io solo, Spirito Eterno, sopravvivo di quell'Era-

-Se scegli di andare ti perderemo, dovrai prendere forma mortale e non ti sarà permesso cambiarla fino alla tua morte, e noi perderemo un fratello- singhiozzò Nienna

-Sarà solo per poco, cos'è una vita mortale al confronto con l'eternità? E guadagnerete un popolo per la nostra guerra-

-Saremo più deboli contro Melkor, non puoi abbandonarci prima della battaglia- Oromë che aveva continuato a percorrere il terrazzo a grandi falcate si fermò osservandolo

-Ti ringrazio della fiducia, fratello, ma non è così che potrai farmi cambiare idea, sai meglio di me che nessun aiuto ci serve per sconfiggere il nostro avversario, ci è pari in potere, uno solo di noi avrebbe la possibilità di batterlo, e tu, Signore della Guerra, di certo non lo temi. Quello che temiamo, quello che ci ha già fermati una volta, non è lui ma chi lo circonda, non possiamo macchiarci del sangue dei Figli di Eru, loro devono combattere la loro guerra, noi la nostra-

-Aulë ha ragione- intervenne finalmente Ulmo con la sua voce profonda -I popoli di Arda devono essere uniti o soccomberemo come un tempo, non possiamo raggiungere il nostro crudele fratello finché si fa scudo coi corpi dei mortali, non accetterò di scendere in battaglia se questo significa vedere ancora i nostri Figli impugnare le armi contro di noi-

-La Terra ancora piange per il sangue versato, non potrebbe sopportarlo ancora, ma come posso scegliere tra il mio sposo e i miei figli?-

-Yavanna, mia amata, come puoi non scegliere i nostri figli?-

-Sorella, non c'è una scelta, perderai il tuo sposo, ma non sarà in eterno, quando il suo corpo morirà lo accoglierò nelle mie Aule e saremo ancora una volta uniti-

-Fratelli cari- sorrise Varda -Non vedete quanto inutile sia questa discussione? Egli ha già deciso, e noi possiamo solo augurargli che Eru vegli su di lui e lo riporti presto a noi-

-E giusto, mia amata, e avrà la nostra benedizione. Allora che sia ciò che deve essere, fratello, ti unirai ai mortali come uno di loro, e al tuo ritorno potrai narrarci cosa si provi a varcare l'ingresso delle Aule dalle porte a loro destinate-




Valarencálë, Stanze di Gil-galad

-Da quando ti nascondi nell'ombra e temi di avvicinarti, amico mio?-

Senza distogliere lo sguardo dal porto e dalla nave che veniva preparata, il Supremo Sire dei Noldor si rivolse al suo generale.

Sul letto dietro di lui uno zaino era pronto e aveva già abbandonato le vesti regali per i comodi abiti da viaggio

-Sapevi che ero qui?-

-Come non sentirti? I tuoi sospiri sono tanto forti che mi avresti destato se mi fossi coricato-

-Non volevo disturbarti-

-Ora sono davvero preoccupato- si girò sorridendo -Non ti sei mai fatto scrupolo di disturbare, ne tanto meno hai trattenuto i tuoi pensieri... parla dunque-

-Non ti piacerà ciò che ho da dire-

-Non sarebbe la prima volta-

-Ma questa volta porto dolore con le mie parole e non sono certo di volerle pronunziare-

-Le parole non portano dolore, la vita lo fa. Parla dunque, questo riserbo tanto inusuale mi sta inquietando-

-Non partire-

-Questo lo hanno già detto tutti gli altri consiglieri, temi forse che Thranduil non sarà in grado di guidarvi? Nutro piena fiducia in lui e con te al suo fianco so che saprete condurre il nostro popolo nel migliore dei modi-

-Non mi importa del nostro popolo, so bene che Thranduil è in grado di farlo, forse anche meglio di te, lui ha quel pizzico di avventatezza e quella freddezza che tu non avrai mai e che sarà molto utile nella guerra imminente... E' all'amico che chiedo di restare, non al Re-

-Se parli all'amico sai bene che non può farlo, devo partire, fratello-

-Gil, io c'ero... ero con te  sull'isola di Balar, quando quel coraggioso ragazzino arrivò sulla sua barchetta dopo essere sfuggito a Curunír, io c'ero quando scelse l'immortalità, io c'ero mentre gli insegnavi a combattere, mentre gli insegnavi cosa significa essere un Eldar, io l'ho visto crescere, diventare forte e saggio, l'ho visto meritare il titolo di Lord che prima portava solo in virtù del padre... e in tutto questo tempo ho visto te, come lo guardavi, come lui ti guardava, sei stato prima un insegnante, poi un amico, poi un fratello... ma non era nessuno di questi che è sceso in battaglia al suo fianco quel giorno... E c'ero anche dopo, so quanto hai sofferto, ho visto le tue lacrime e il tuo dolore, so che non hai ancora dimenticato... Vuoi davvero rivivere tutto questo?-

-Devo, io devo sapere-

-E cosa cambierebbe? Se lui fosse morto oggi, o vent'anni fa, cosa potresti fare se non accusarti per il resto della tua vita immortale di non essere andato a cercarlo? Di averlo creduto morto? Ti conosco, so che non troveresti mai il perdono-

-E se non lo facessi? Cosa cambierebbe se non lo facessi? Se lui fosse morto vent'anni fa perché io non l'ho cercato, cambierebbe forse qualcosa il fatto di non essere li per scoprirlo? Se lui stesse morendo ora, cosa cambierebbe il fatto che io parta? E se invece lui morisse tra un mese perché non ho aiutato quei ragazzi? Se sua figlia fosse in pericolo e io non potessi aiutarla? Se ho perso lui devo rischiare anche l'unica cosa che ha lasciato in questo mondo? Rispondimi, Glorfindel, dimmi, cosa cambierebbe?-

-Lo vedi? Già ora il dolore ti divora, già ora il senso di colpa ti lacera-

-Sì, è così, ma non incolpare quello zaino o questi vestiti... incolpa il fato, se vuoi, che ha messo quella giovane sulla mia strada, ma sai bene che prima o poi avrei scoperto la verità, sono felice che sia prima, che sia ora... ora che c'è ancora speranza-

-La speranza può distruggerti-

-Come ci fosse ancora qualcosa da distruggere- rise amaramente -Tu non capisci, Glor, non puoi capire...- si aggrappò al davanzale tanto forte da far scricchiolare il legno -Io lo sapevo, l'ho sempre saputo, ma ho preferito credere agli occhi piuttosto che al cuore, Turgon era morto e a me toccava prendere il suo fardello sulle spalle, mi dicevo che non potevo perdermi dietro futili illusioni... ma il mio cuore non voleva tacere... mi ripetevo che lo avevo visto morire... ma il mio cuore non accettava ragioni... ho cercato di convincermi che non esisteva nessun legame tra noi, che non c'erano state promesse quindi non potevo sentire il legame spezzarsi... ma nel mio cuore non ci ho mai creduto... ogni giorno, ogni notte ho cercato di dimenticare, di perdonarmi... Tu parli di speranza? Quale speranza può esserci per me? Se anche fosse vivo, se anche lo trovassi, come potrebbe non odiarmi? Come posso io non odiarmi?-

Glorfindel lo guardava ammutolito, si era sempre considerato un amico, un fratello eppure non aveva mai sospettato il peso della colpa che gravava sulle sue spalle, conosceva il suo dolore, vedeva quanto ancora il ricordo lo intristisse, ma era convinto che il tempo avesse addolcito il suo tormento, invece ora aveva davanti un fantasma annientato dalla pena, ora che non si nascondeva, ora che si lasciava vedere... solo ora capiva che gli anni non lo avevano aiutato, al contrario il rimorso era cresciuto nel suo cuore e lo avrebbe ucciso se non fosse giunta quella giovane.

-Capisci ora?- lo guardava con lo sguardo spento -Capisci perché non posso non partire?-

-Capisco, devi andare, non per cercare lui, ma per salvare te stesso- si avvicinò afferrandolo per le spalle -Ma ora guardami, e ascoltami attentamente, dovrei prenderti a schiaffi per aver taciuto tutti questi anni, ma non ne abbiamo il tempo, quindi vedi di fare attenzione, perché giuro che non ti permetterò di partire finché non ti sarà chiaro... a costo di legarti e chiuderti in un armadio!-

-Questa vorrei vederla- accennò un lieve sorriso

-Così va meglio- annuì -Non ti lascerò partire in questo stato, saresti un pericolo per te stesso, e se pensi che questo non abbia più importanza ricorda i ragazzi che viaggiano con te, sono giovani e tutto della loro natura gli è nuovo, hanno bisogno di una guida. Tu puoi essere quella guida ma solo se ritrovi la tua forza. Hai detto che non potresti perdonarti se succedesse qualcosa a Lady Rhawel, come pensi di poterla aiutare in queste condizioni? E il figlio di Thranduil? Sai che è molto fragile  credi di poter vedere i suoi turbamenti se il tuo cuore non si libera dei propri? Vuoi forse dover affrontare il Sire del Cancello e dirgli che suo figlio è perduto?

Non ti dirò che questi tuoi sensi di colpa sono assurdi è immotivati, non servirebbe e forse non sarebbe neppure vero, se davvero credevi ci fosse una speranza avresti dovuto fare qualcosa, mandare al diavolo doveri e responsabilità e partire... ma questo non sarebbe stato da te, io e Thranduil lo avremmo fatto, non tu... ed è per questo che Turgon ha scelto te e non uno di noi, tu sei sempre stato quello responsabile...

Non hai sbagliato, non esisteva una decisione giusta, se avessi seguito il tuo cuore ora porteresti le colpe di aver tradito la tua gente, è stato grazie a te che il nostro popolo ha trovato la forza di risorgere dopo la Guerra... Hai fatto una scelta, e ora devi accettare le conseguenze di quella scelta,  sei fortunato, ti viene data la possibilità di rimediare... non sprecarla, se lui è perduto sii un padre per sua figlia, se invece lo troverai lascia che sia lui a decidere se meriti odio o perdono e se odio sarà allora trova il modo di fare ammenda, se invece sarà perdono troverete assieme la strada per curare i vostri Spiriti-

-Come può esserci perdono?- sospirò

-E' di Elrond che stiamo parlando, sai che se fosse stato al tuo posto avrebbe agito allo stesso modo, anzi se il tempo non lo ha cambiato sentirai una bella ramanzina sul fatto di averci abbandonati mentre ci preparavamo alla guerra- sorrise con uno scintillio negli occhi

-Già, il tempo... cosa sarà restato di lui dopo tanti anni in catene...-

-Santissimi Valar! Elfo maledetto, non comincerai anche a pensare a questo? Speravo di portarti il sorriso e invece pensi già al peggio!-

Si allontanò per sbattere teatralmente la testa contro il muro frustando l'aria con le lunghe trecce

-Una cosa alla volta?- sorrise finalmente il Re

-Bravo ragazzo, forse non sei completamente senza speranze!-




Valarencálë, Giardino esterno del palazzo

Il númenóreano, come il Sommo Sire, stava osservando i preparativi sulla nave, si appoggiava pensieroso sulla balaustra di marmo intagliata, cercando di dare un senso alle centinaia di pensieri che affollavano la sua mente.

Stava per tornare a casa, cosa avrebbe trovato? Cosa avrebbe fatto? Come poteva riuscire? Aveva qualche speranza di riuscire? E poi c'era stato l'incontro con i potenti, aveva dovuto fare una scelta per poter essere ricevuto, lui come  Eärendil migliaia di anni prima aveva dovuto fare la scelta e ora si chiedeva se era stata quella giusta.

Ma tra tutti questi pensieri, un volto continuava a riaffiorare prepotentemente, un volto che sembrava più importante di ogni destino, di ogni trono, di ogni battaglia, il volto dell'immortale che si era avvicinato silenzioso fino ad arrivare al suo fianco, rilassandosi con la schiena contro il marmo lo scrutava intensamente.

-Quindi stai per partire?-

-Anche tu-

-Non mi piace, vorrei venire con te-

-Anche io lo vorrei, ma purtroppo non è possibile-

-Lo so, non puoi presentarti accompagnato da elfi, non subito almeno, e ne io ne Rhawel siamo in grado di nascondere la nostra luce, luce che per inteso non sapevo neppure di possedere...-

-Io la vedevo-

-Mi chiedo se vi sarebbe mai venuto in mente di informarmi- lo guardò seccato, poi si rilassò -A questo punto non ha molta importanza, come te la vedrebbe chiunque possieda un briciolo di magia, vorrei avere più tempo, vorrei non aver passato tutti questi anni a rinnegare la mia natura... ma non c'è tempo... quindi promettimi solo di fare attenzione-

-Starò attento- sorrise divertito il bruno

-Lo dici ma hai il fastidioso vizio di finire nei guai quando non ti sono vicino-

-Davvero? A me sembra il contrario-

-Ma a me succede solo quando sei nei paraggi, prima di conoscerti me la cavavo egregiamente-

-Sì, come no!-

L'elfo non rispose alla provocazione, invece inspirò profondamente e gli porse leggermente imbarazzato lo stiletto che Gimli aveva tanto ammirato

-Estel, vorrei che questo lo tenessi tu-

-Non... Legolas, non posso accettarlo, è un dono troppo prezioso-

-Ti prego, ho sentito delle voci su tuo zio, si dice sia un Negromante, il “Ferro Nero” è l'unico materiale in grado di uccidere uno Spettro... Prendilo... ti prego-

-Grazie... Legolas?- lo osservò intensamente mentre l'altro abbassava lo sguardo timido -E' forse un modo per dirmi che sarai in pena per me mentre saremo lontani?-

-Io...- lo vide mordersi in labbro e annuire con un sospiro

-Ormai è tardi e sono tutti a riposare, nessuno ci disturberà questa volta-

Annuì ancora chiudendo gli occhi

-E' così difficile?-

-Sì- era poco più che un sussurro -Io... Tu... ecco... Vorrei venire con te...-

-Vieni qui- sorrise dolcemente allargando le braccia.

L'assassino si avvicinò rifugiandosi in quella stretta sicura e poggiando la fronte sulla sua spalla

-Hai paura che mi succeda qualcosa?-

Annuì ancora -Mi prometti che tornerai?-

-Lo prometto-

-E tu mantieni sempre le promesse-

-Sempre-

Di nuovo il silenzio assordante dei loro cuori

-Estel... Tu sai quello che sto cercando di dire?-

-Spero... spero tanto di sì- sorrise

-E non mi aiuterai dicendolo a mio posto, vero?- inclinò il capo implorante

-Non credo proprio-

-Potresti almeno dirmi quale sarebbe la tua risposta-

-Sì... potrei, ma non lo farò- sogghignò -Devi fare una domanda se vuoi una risposta, anche perché non sono ancora certo di quale sia la domanda-

-Lo so... è giusto così...-

-Ma?-

-Ma è tremendamente difficile... Tu non mi toccherai finché non lo dirò, vero?-

-Ti sto toccando-

-Non intendevo in questo senso-

-Se invece di girarci attorno lo dicessi è basta risparmieremmo un sacco di tempo-

-Così non sei d'aiuto- sbuffò

-Legolas...-

-Io... Io, credo che sentirò la tua mancanza, e...-

silenzio

-E?-

-E... ecco... se ci ritroveremo...-

-Quando ci ritroveremo- sorrise -L'ho promesso-

-Quando ci ritroveremo... Tu una volta hai detto di volermi conoscere, di voler conoscere il mio cuore, vorrei farlo, vorrei provarci, se tu lo vuoi ancora, lo so che ho tanti difetti, lo so che sono stato disgustoso nei tuoi confronti, ma vorrei mostrarti il mio cuore, se lo vuoi...- aveva parlato senza prendere fiato ma a quel punto si fermò guardando un attimo il mortale per poi abbassare lo sguardo -E' tuo se lo vuoi ancora, il mio cuore intendo... non vale molto, non so neppure se funziona … ma potresti aiutarmi a sistemarlo-

-Sì-

-Mi dispiace, non avrei dovuto dirlo, non dopo quello che ho fatto...-

-Ho detto, sì- sorrise sollevandogli il viso

-Sì?-

-Sì-

-Oh... bene, io... grazie, allora quando tornerai, noi... ecco, è meglio che vada, non vorrei fare aspettare Rhawel... grazie...- allontanandosi con le gambe tremanti e il petto che doleva per la gioia e lo sforzo.


Si diresse verso il palazzo volando, incredulo per aver trovato il coraggio di parlare e ancora di più per la risposta dell'uomo, e felice, felice come mai era stato prima.

Poco prima di rientrare si girò a guardarlo un'ultima volta, appena in tempo per vedere il sorriso malizioso e il luccichio soddisfatto nei suoi occhi prima che tornasse a guardare la nave.

Lo osservò voltarsi e dargli le spalle, il ricordo di quello sguardo, senza neppure pensare tornò sui suoi passi afferrando il númenóreano per una spalla, facendolo girare e appropriandosi delle sue labbra.

-Legolas... cosa... stai...- ansimando per riprendere il respiro

-Esgalwath, per te...-  

Gli girava la testa, la lingua dell'immortale che danzava con la sua, Valar! Che buon sapore aveva! E quanto era calda, come aveva potuto aspettare tanto, in quel momento non esisteva più nulla, solo loro, le loro labbra, il loro sospiri, finché improvviso come era incominciato l'assalto terminò, l'elfo si girò di scatto per allontanarsi ma venne trattenuto

-Legolas, cosa...?-

-Ho detto Esgalwath! cosa faccio? Quello che avrei dovuto fare tempo fa, sono un ladro e prendo quello che voglio... volevo le tue labbra e ora le ho prese- rispose duramente tentando di nuovo di andarsene -Lasciami!-

-Aspetta! Perché?- lo guardò confuso

-Perché?!- Soffiò tremando di rabbia ancora premuto contro il corpo del mortale -Lo hai sempre saputo vero? Ti sei divertito a giocare con me? Bastardo manipolatore! C'è mai stata una parola o un gesto sincero? Avevi già deciso prima di incontrarmi o è stato solo dopo? Il grande uomo, onesto e buono... Dovrei ucciderti, lo farei se non fosse che gli altri si aspettano grandi cose da te, ma me la pagherai... E ora lasciami!-

Tàr si girò fulmineo trascinando con se l'elfo e invertendo le posizioni, bloccandogli i polsi sopra la testa con una mano mentre col corpo lo schiacciava contro la parete

-Cosa credi di fare?- stava lottando senza successo per liberarsi, non avrebbe mai creduto che quel umano fosse tanto forte

-Ora sta fermo e ascoltami, sciocco che non sei altro! Lo sapevo? Sì, lo sapevo, o meglio lo speravo.

Da quando? Credo che sia stato quel giorno al fiume, o forse già da prima, da quando mi hai mostrato i tuoi veri occhi, non so dirtelo, mi sei entrato dentro silenzioso come un serpente e quando l'ho capito era ormai troppo tardi, ma quel giorno ho anche capito che non eri il gelido assassino che volevi far credere...

Cosa avrei dovuto fare? Cantarti canzoni d'amore? Regalarti fiori e gioielli? Mi avresti riso in faccia!

Hai ragione! Non sono stato sincero.

Hai ragione, ti ho manipolato, ma non ho mai e poi mai giocato con te! Non ti ho mai fatto fare nulla che tu non volessi, ho solo cercato di guidarti dove il tuo cuore voleva ma che tu volevi ascoltare!

Non ti chiederò scusa! L'ho fatto e lo rifarei, forse i miei gesti non sono stati completamente spontanei, ma i sentimenti che mi spingevano a compierli lo erano! Se solo non ti fossi ostinato a cercare di nasconderti dietro al tuo caro muro avremmo risparmiato un sacco di tempo.

Credi che mi sia divertito ad aspettarti? Credi che sia stato facile resisterti? Non era un gioco, dannazione! Non era un gioco, razza di stupido, meraviglioso, splendido elfo...-

-Non mi piace essere manipolato- sibilò, ma gran parte della foga era svanita, come affievoliti si erano i tentativi di liberarsi.

Fece scivolare una mano dietro la sua schiena mentre si chinava sussurrandogli all'orecchio

-Cosa dovevo fare? Ti volevo, e sapevo che anche tu mi volevi... cosa dovevo farci con te?...-

-Sm... Smettila di distrarmi... Devo... devo odiarti- Mormorò accasciandosi contro quel corpo caldo con un sospiro

-Lo stai facendo di nuovo, vero? Manipolarmi, lo stai facendo anche adesso...- mentre il suo corpo rispondeva al tocco di quelle mani che riuscivano a farlo tremare solo con una carezza

-Forse...- sorrise malizioso -Devo smettere?-

-No, per questa volta credo che ti concederò di continuare-

-Non mi odi più?-

-E' troppo faticoso odiarti, devo risparmiare le forze per il viaggio-

-Ne sono felice, perché ora sono costretto a riprendermi quello che mi hai rubato- senza lasciargli il tempo di rispondere ricominciò a baciarlo, prima dolcemente ma mentre sentiva la bocca dell'altro aprirsi per accoglierlo e le loro lingue danzare non riuscì più a trattenersi, la danza diventò una lotta , lo attirò a se con impeto facendo cozzare i denti sollevando la mano dietro la sua nuca e stringendo i suoi capelli nel pugno mentre l'altro faceva lo stesso.

Ansimando per il bisogno di ossigeno si separarono solo un istante, il tempo di prendere aria, per poi riprendere quel focoso assalto, sentiva il viso bruciare per il fuoco di quella bocca e per l'accenno di barba dura che gli pizzicava la pelle, quella bocca che sembrava volerlo divorare, che gli mordeva le labbra, il mento, il collo per poi risalire e ricominciare a baciarlo con passione sempre maggiore.

Le loro mani risalivano lungo la schiena stringendo le vesti che si attorcigliavano nel tentativo pressante di poter raggiungere la pelle continuando a cozzare contro quel muro alternandosi per raggiungere una supremazia che nessuno voleva concedere.

Solo quando sentì le mani dell'uomo privarlo della camicia si rese conto che stava completamente perdendo il controllo, lui che aveva sempre avuto il controllo assoluto sul suo corpo, lui che era stato allevato e addestrato solo con quello scopo, ansimava tremando privo di volontà.

Forse con l'ultimo barlume di lucidità fu preso dalla paura che quello che stavano facendo non fosse giusto, che lui potesse pentirsene il giorno dopo quando quel momento di lussuria fosse passato.

Con l'ultimo residuo di forza, prima di perdersi completamente nella bramosia gli afferrò il polso bloccandolo

-Estel?- ansimò -Se non ti fermi subito non credo che potrò trattenermi...-

-E tu non farlo- Brontolò sulla sua pelle ricominciando a baciarlo

-Estel?- soffiò rocco -Non dovevamo parlare prima?-

-Lo abbiamo fatto-

-Ma è quasi l'alba... devo... Rhawel... Gil-galad-

-Che aspettino... noi abbiamo aspettato fin troppo... o forse sei tu, a volere che mi fermi?-

Non ebbe nessuna risposta, almeno non a parole, perché in quel momento si ritrovò sbattuto contro la balaustra con la schiena piegata all'indietro e la testa che ciondolava nel vuoto cercando di trattenere le grida di piacere mentre la bocca dell'elfo succhiava avida i suoi capezzoli risalendo con le mani lungo l'addome...


FINE.



-Che fine del cavolo!- Nota delle lettrici

-Noi l'avevamo avvertita di non finirla così, ma mai che si ascoltino dei poveri personaggi-



-HiHiHi, scherzetto! C'eravate cascate?... No?!?! Ma allora che gusto c'è? Vi aspetto prestissimo col seguito “Esgalwath, La Leggenda degli Eroi”... Intanto vi ringrazio di avermi sopportato finora. Grazie. Grazie. Grazie. Bacioni e a presto

La vostra affezionatissima Reira-

-Hey! E noi?-

-Ok, anche Tàr e Gwath ringraziano-

-Ferma! Questa è discriminazione! Solo perché siamo cattivi non ci nomini neppure?-

-Chiedo venia, un grazie anche da Sauron e Melkor-

-Aspe...-

-Baaaaaasta!!!! Ho capito! Vi ringraziano tutti! Anche quelli che non hanno avuto battute e quelli che preparavano i panini e gli addetti al trucco e parrucco e il mio psichiatra disponibile 24 ore su 24!-

.





CURIOSITA'

I Valar non sono vere e proprie divinità, ma solo i più potenti tra gli Ainur, sono sottoposti al volere di Eru, l'unico vero Dio di .

Dei 14 Potenti solo Otto, gli Aratar, sono i Supremi di Arda, e sono considerati superiori rispetto a qualunque altro Valar, Maiar, e a tutte le altre specie inviate da Ilúvatar in Eä. sono: Manwë e Varda, Ulmo, Yavanna e Aulë, Mandos, Nienna e Oromë.

I 14 Valar:

Manwë detto Súlimo, Re dei Valar, Supremo Sovrano di Arda, Signore dell'Aria;

Ulmo, Re del Mare, Signore delle Acque;

Aulë detto Mahal ovvero il Fabbro, Signore della Terra;

Oromë detto Aldaron, il Grande Cavaliere, Signore delle Foreste;

Námo detto Mandos (dal luogo in cui dimora), il Giudice, Signore della Morte e del Destino; fratello maggiore di Lòrien, risiede nelle Aule di Mandos

Irmo detto Lórien (dal luogo in cui dimora), Signore del Desiderio; fratello minore di Námo, insieme sono indicati come Fëanturi ("I Signori degli Spiriti"). È il Signore delle Visioni e dei Sogni e il suo nome significa "Desiderante" o "Signore del Desiderio".

Tulkas detto Astaldo, il Valoroso, il Campione di Valinor, Signore della Guerra

Varda detta Elentári, Signora delle Stelle; sposa di Manwe Sùlimo

Yavanna detta Kementári, Palúrien, Dispensatrice di Frutti, Regina della Terra; sposa di Aulë

Nienna, Signora della Tristezza; è stato il suo pianto ad ispirare negli altri Dei misericordia verso i mortali

Estë la Guaritrice, Signora della Pace. Il suo nome significa riposo. Suo sposo è Irmo, e vive con lui nei giardini di Lórien in Valinor.

Vairë la Tessitrice, Signora della Storia; sposa di Mandos, tesse continuamente delle tele che raffigurano tutta la storia del mondo;

Vána la Sempregiovane, Signora della Primavera; sorella di Yavanna e sposa di Oromë. Al suo passaggio i fiori si aprono e gli uccelli cantano allegramente.

Nessa la Danzatrice, Signora della Femminilità; è nota per la sua velocità e la sua agilità, per la sua capacità di comunicare con i cervi che la seguono tra la natura e per il suo amore per la danza; sposa di Tulkas. È anche nota per la sua bellezza pura e per l'amore che suscita il suo sguardo.



Le Aule di Mandos o Sale dell'Attesa sono il luogo in cui tutti i figli di Eru vanno dopo la morte.

Gli umani vi sostano solo per un breve periodo proseguendo poi verso i Giardini di Eru, posti al di la dei confini di Eä.

Elfi e Nani invece vi dimorano molto a lungo, oppure per sempre, sembra che Tolkien abbia cambiato idea più volte in proposito, inizialmente non era prevista la reincarnazione in seguito, quando fece tornare Glorfindel creò anche questa possibilità, per poi dire che il suo era stato un caso eccezionale e poi negarlo nuovamente... comunque Glorfindel rimane l'unico caso di elfo che sia mai tornato ed è detto chiaramente che fu dietro richiesta esplicita di Manwë che Mandos lo lasciò andare.

Il problema del corpo è un altro argomento spinoso... in alcune lettere il maestro dice che veniva dato loro un nuovo corpo, in altre che i Valar riparavano il loro vecchio corpo facendolo tornare integro e pronto a riaccogliere il loro spirito

Comunque sia che si prenda per buona l'idea della reincarnazione oppure no, l'unica cosa certa è che i Noldor non sarebbero mai potuti tornare per via della Maledizione di Mandos.

  
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