A Francesca e Marco,
che mi regalano i migliori attimi di effimera gioia.
A Matteo,
che sarò onorata di veder crescere. Benvenuto al mondo.

You’re my everything.

27 marzo 2006

Era rimasto lì tutto il giorno, non una pausa, non un passo fuori da quella stanzetta dalle prime ore del mattino.
In quel momento, era il solo a non dormire, troppo entusiasta per farlo. Non riusciva a chiudere gli occhi, lucidi e emozionati, voleva godere di ogni magico, fugace istante che la gioia gli donava.
Piano, cercando di non svegliare la ragazza addormentata, esausta ma straordinariamente felice, si alzò dalla sedia accanto al letto d’ospedale. Non erano passati che cinque minuti da quando vi si era seduto. Da oltre due ore, faceva la spola tra quella e una piccola culla posta vicino all’altro lato del letto. I suoi passi si fecero leggeri, quando vi si avvicinò.

La guardò.

Osservò il minuscolo corpicino avvolto in rosee fasce scuotersi appena nel sonno tranquillo, il petto sollevarsi e abbassarsi in un movimento dolce e regolare, ipnotico.

If you're not inside me
I'll put my future in you.

Di tenere lacrime gli si riempirono gli occhi azzurri come il cielo più terso, come il mare più limpido, come la speranza del futuro più puro.


Le sue mani tremavano incontrollate, preda di un sentimento più grande di lui. Avvicinò piano la destra alla creatura che, ignara di tutto, non si curò di quella presenza. Le carezzò delicatamente il pancino con l’indice, sfiorandola appena, poi la manina, abbandonata lungo il fianco.

You can wrap your fingers round my thumb
and hold me tight.

Ad un tratto, distolse lo sguardo dal viso paffuto e luminoso, per poi sentire il suo cuore perdere un battito, prima di ricominciare a martellargli nel petto: le dita della bimba, con le unghiette più piccole di mezzo chicco di riso, gli stavano stringendo forte il pollice.

Le lacrime scivolarono lungo le guance del rosso e caddero in parte sul lenzuolino rosa che la avvolgeva.

You might be left with my hair
but you'll have your mother's eyes.

I loro occhi si trovarono, intrecciati furono a lungo gli sguardi. Intenso blu, pura ambra.

Si chinò piano sulla culla e avvicinò le labbra alla sua fronte, mentre, posandovi un piccolo, leggerissimo bacio, sfiorò i radi capelli di debole fiamma.

You are my one, and only.
You can wrap your fingers round my thumb
and hold me tight.
You will be alright.

I'll hold you tightly
I'll give you nothing but truth.

Sei il mio futuro, piccola Rose, la sola.
Stringi forte il mio pollice, perché io ti terrò stretta nella mia vita, non ti perderai.
Potrò darti solo la verità, perché sei tutto.

















Angolo dell’autrice
Ecco qua la mia seconda song-fic, questa volta ispirata da/a ‘Small Bump’ di Ed Sheeran.
Innanzitutto, chiedo perdono per aver strapazzato la linearità della canzone e per aver spezzettato le frasi. Aggiungo solo che le unghie di Rose sono grandi come mezzo chicco di riso perché c’è un verso nella canzone che dice proprio così (‘Finger nails the size of a half grain of rice’).
Adoro questa canzone e associarla a un Ron appena diventato padre è stato istintivo. Gli ultimi due versi spezzano il cuore e fanno piangere al solo pensiero e, dopo tutta la canzone, sono qualcosa che ti uccide. :’’( Se c’è una cosa che non perdonerò mai a Ed è quella di non aver chiuso la bocca dieci secondi prima.
Voi, però, perdonatemi se vi ho annoiati, se sono stata banale o se non sono stata all’altezza delle aspettative, ma, signori, al cuor non si comanda, e il mio aveva bisogno di dare alla luce (giusto per restare in tema) questa storia.

Mi farebbe molto piacere leggere le vostre recensioni, anche se mi direte che faccio pena!

Vi lascio il link della canzone, il testo è nella descrizione. Se non la conoscete, ascoltatela, ne vale davvero la pena.

A presto,
Lally_Weasley