Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: pickingupwords    09/11/2012    5 recensioni
"Fallo, penso. Fallo. Soffocami. Uccidimi. Tanto, cosa ti cambia? Mi fai solo un favore..."
[...]
"Ripenso a tutto il male che mi ha fatto, ripenso a come mi ha trattato in tutti questi anni, ripenso al dolore, ai tagli, a quando avevo provato a farla finita con delle pastiglie."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Liam.




“Ciao” mi dice una bambina con un sorrisone.
“Ciao” rispondo incerto.
“Ti va di giocare?” mi chiede lei facendomi vedere il secchiello per la sabbia.
Io sorrido. “Sì, mi va”
“Allora... Puoi fare tu le torri del castello con la sabbia? Io non sono capace...” mi chiede timida.
“Davvero? E' facile!” la rassicuro.
“Mi... Mi insegni?”
“Certo” rispondo felice. “Prendi la sabbia e poi la metti dentro”
“Questo lo sapevo” sbuffa lei.
“Aspetta! Vuoi imparare o no?” protesto.
“Scusa...”
“Dov'ero rimasto? Ah, sì. Non devi riempire tutto il secchio... Perché poi viene male”
“Okay” annuisce lei.
“Ti faccio vedere?” annuisce di nuovo. Prendo della sabbia dalla spiaggia e la metto nel secchiello. “Così” glielo mostro.
“E poi?” mi chiede lei.
“E poi fai così” ribalto velocemente il secchio, conto fino a tre e poi lo sollevo.
Lei mi guarda ammirata. “Bravo!” batte le mani. “Io sono Sun” si presenta.
“Io Liam”
“Beh, Liam, sei bravo a fare castelli” mi loda.
“Grazie” dico timido.
“Quanti anni hai?” mi fa domande su domande, mentre io non riesco a muovere bocca.
“Quattro... Te?”
“Anch'io! Siamo uguali!” ride.
“Già” rido anch'io.
“Però sai giocare con la sabbia meglio di me”
“Puoi sempre imparare, no?”
“Solo se mi insegni tu” dice categorica.
“Lo farò”
Passiamo le ore in spiaggia, con i nostri genitori che ci controllano e che iniziano a parlare fra di loro, facendo amicizia. Pian piano Sun prende confidenza con il secchiello e fa castelli quasi più belli dei miei.
“Sun! Tesoro, andiamo!” la richiama sua madre.
“Ciao Liam” mi da un bacio sulla guancia.
“Ciao, Sun, ci vediamo domani”
“Domani torno a casa... Ho finto le vacanze...” ha un tono di scusa.
“Non importa” la rassicuro.
“A presto!” mi saluta con la mano.
“Ciao” le sorrido.

***

 

E' il mio primo giorno delle medie. Vado verso la mia classe, entro e lancio qualche piccolo sorriso che non viene ricambiato.
“Payne?” mi chiama la professoressa mentre fa l'appello.
“Presente” rispondo e sento qualche risata, mi stringo nelle spalle.
Passo l'ora a sentire ramanzine e solite raccomandazioni, la ricreazione arriva e io esco dall'aula.
“Payne” un ragazzino della mia classe mi viene difronte.
“C-ciao” dico incerto.
“Quanto sei sfigato?” mi chiede.
“Perché?” rispondo stupidamente.
“Sembra una femmina. Tutto gentile...” gli altri ragazzini che sono con lui ride.
“Io...”
“Oh, tu niente. Stai attento, Liam” mi dice duro e poi fa cenno ai suoi amici di andarsene.
Vedo due occhi guardarmi, un po' spaventati per quello che è successo, ma non fa nulla, sta ferma.
Sun.
Cosa ci fa lei qui? Non abitava nel mio paese, non l'ho mai vista. Provo a salutarla, ma lei si gira, facendo finta che io non esista, come se non mi avesse visto. Mi verrebbe voglia di andare da lei. Me la ricordo benissimo, io, Sun. E' stata l'unica che mi ha fatto ridere per due ore di fila, essendo se stessa, aveva quattro anni, certo, ma era la bambina più dolce, bella e simpatica che io abbia mai conosciuto. Ogni tanto mi capita di pensare a lei, al fatto che non l'ho più rivista dopo quel giorno, al fatto che è sparita, che non l'ho più sentita, che i nostri genitori non si sono più sentiti, nonostante io qualche volta chiedessi di lei. Di rivederla.
Scuoto la testa.
Non importa. Se io non importo a lei, lei non deve importare a me. Non mi farò mettere i piedi in testa da una ragazza.

***

 

Altro giorno di scuola. Non ce la faccio più.
Per fortuna sono in terza media, ancora quest'anno e non rivedrò più quei bulli che dalla prima si prendono gioco di me, mi picchiano e mi trattano male.
Non faccio in tempo ad arrivare in classe che mi bloccano la strada già di prima mattina.
“Ma buongiorno, Payne” mi dice Albert, il capo gruppo.
Io rimango immobile. Mi viene voglia di rispondergli, ma non ne ho il coraggio. “Iniziamo la mattinata?” mi chiede con un ghigno.
Non riesco ad assimilare la domanda che mi da un pugno in pancia. Mi accascio a terra. “Dai, solo per un botta così piccola? L'ho sempre detto che sei una femminuccia, coglione” inizia a darmi calci e i suoi amici fanno lo stesso. Mi colpiscono gambe, braccia, pancia, anche la testa, qualunque posto raggiungibile.
“Ah, mi sono stufato” dice ad un certo punto. “Ci si becca dopo, sfigato” e se ne va, seguito dagli altri ragazzi.
Appoggio una mano a terra e continuando a tossire, cerco di rialzarmi; alla fine ci riesco e vedo, alzando lo sguardo, Sun abbracciata a lui, ad Albert.
Come è possibile? Come può essere amica di quel ragazzo? Lei? La guardo incredulo. I suoi occhi incrociano i miei e poi distoglie subito lo sguardo.
Mi viene voglia di urlare.

***

 

Quando pensavo che Albert avrebbe lasciato la mia vita dopo le medie, mi sbagliavo, visto che frequenta il mio stesso istituto superiore e le sue persecuzioni non sono finite.
Ormai ho sedici anni, ma non riesco comunque a difendermi. Mi chiama gay, femmina, sfigato, perdente, brutto, inutile al mondo e altri insulti...
Provo a non pensarci, penso che sono più forte di lui, ma tutte le volte lo vedo con Sun. Come faccio ad essere più forte di lui se è anche il fidanzato della ragazza a cui ho voluto bene per tutti questi anni? Quella che fa finta di niente quando lo vede picchiarmi? Perché? Perché si comporta così?
Pensavo fosse mia amica, pensavo mi volesse bene, non ho mai fatto un errore più grande in tutta la mia vita. Sta lì. Mi guarda crollare.
Sono solo.
Ho bisogno di qualcuno.
Ma nessuno è disposto ad essere quel 'qualcuno', nessuno è disposto a sentirmi sfogare, piangere, nessuno è disposto ad abbracciarmi, nessuno è disposto a prendersi questa responsabilità. Men che meno Sun.
A volte penso di non servire a nulla in questo mondo. Perché sono qui? Nessuno mi vuole, nessuno mi ama, sono indifferente, anzi, no. Peggio. Sono odiato. Mi odiano, tutti, nessuno mi vuole solo un po' di bene. Sono solo. Sono sempre stato solo e sempre lo sarò. Ormai me ne sono fatto una ragione, ormai sono rassegnato alla solitudine. Ci ho fatto l'abitudine.
Cosa cambia? Nulla. Sono sempre stato così, ho sempre dovuto contare solo su me stesso.
E' quello che farò per tutta la vita, sempre che non me la tolga prima.
Qualche volta mi capita di pensare al suicidio, d'altronde sono la persona più inutile di questo mondo vivente su questo pianeta, anzi, sono la più inutile nell'universo.
Non servo a nulla, solo a far sfogare quello stronzetto di Albert.
Non so perché proprio me. Poteva scegliere fra tantissime persone e ha scelto me. Ha deciso che la vita che avrebbe rovinato sarebbe stata la mia. Avrebbe portato me ai tagli sui polsi, all'idea del suicidio. Me.
E nessuno l'ha fermato. E' andato avanti. Da tanto. Troppo tempo.
Vorrei trovare il modo per ribellarmi, ma non ce la faccio, non riesco. Non ho la forza. E' come se ne avessi fatta l'abitudine, come se fosse una quotidianità.
Nessuno.
Nessuno lo fermerà.
Mai.
 

***

“La checca” dice lui venendomi addosso con uno spintone, ormai ho diciannove anni ed è un continuo. Ma è l'ultimo anno di scuola superiore, dopo quest'anno, sparirà davvero.
Sto zitto.
Incrocio lo sguardo di Sun, lei abbassa subito gli occhi. Lo so che si sente in colpa. Se lo merita. Si merita tutto il male di questo mondo, non ha il diritto di essere felice, anche se lo è più di me, o, almeno, lo è in questo momento.
“Allora, come iniziamo oggi?” si tira su le maniche.
Mi dà un gancio destro, Sun sobbalza. Piego la testa indietro e mi passo una mano sulla botta ricevuta. Poi un altro pungo, in pancia. Cerco di non accasciarmi a terra, ma il colpo è fortissimo e non riesco a fare altrimenti, inizia a darmi calci, alla fine mi tira su, di peso e mi sbatte contro il muro, con forza. La mano stretta attorno al mio collo. Fallo, penso. Fallo. Soffocami. Uccidimi. Tanto, cosa ti cambia? Mi fai solo un favore...
E se non fosse stato per la voce di Sun, l'avrebbe fatto, forse.
“Smettila!” urla lei.”Lascialo stare!”
Lui esegue. “Cosa c'è, dolcezza?”
“Sei pazzo?” gli urla lei.
“Perché?” chiede Albert con sincera curiosità.
“Lo stavi per uccidere!” dice lei scandalizzata.
“Quindi?” allarga le braccia.
“Sai...” inizio a dire tossendo sotto lo sguardo assassino di Albert. “... sono an-anni che lo fa...” ridacchio. “Suppongo che la trovi una cosa divertente, o sbaglio?” mi rivolgo a lui, questa volta.
“Stai zitto piccolo bastardo...” inizia ad avvicinarsi.
Sun si mette in mezzo. “Non ci provare” gli dice con tono di minaccia.
La fisso. Perché adesso? Perché dopo otto anni di persecuzioni si fa sentire? Perché mi difende adesso? Perché non prima? Cosa è cambiato? Nulla. Almeno per me.
“Cosa fai? Lo difendi?” le chiede lui con acidità.
“Sì” sputa fuori lei.
“Sei davvero una troietta. Mi avevano avvertito, ma io: no, Sun? Lei è un'amore!” le si avvicina, lei non si muove. “Puttana” gli da uno schiaffo.
La guardo. Ha davvero dato una schiaffo ad Albert?
“Questa me la paghi” dice lui e la prende per i capelli, iniziando a picchiarla.
All'inizio resto immobile, non riesco nemmeno a metabolizzare quello che sta succedendo, poi, quando realizzo che lui sta toccando, sta picchiando, sta strappando i capelli, le sta dando calci, a Sun, alla ragazza a cui ho sempre voluto bene, nonostante tutto, a lei, a quella che mi aveva sorriso in spiaggia, reagisco.
Lo spingo via da lei e inizio a picchiarlo. Non avevo mai pensato di essere così forte. Ripenso a tutto il male che mi ha fatto, ripenso a come mi ha trattato in tutti questi anni, ripenso al dolore, ai tagli, a quando avevo provato a farla finita con delle pastiglie.
E i colpi diventano sempre più forti, sempre più decisi, forse gli ho anche spaccato il naso, se lo merita.
Iniziano anche a scendermi delle lacrime sulle guance.
Qualcuno mi strattona via. “Liam! Smettila! Andiamo!” Sun mi prende un braccio e con tutta la forza che ha mi tira via di peso.
“Liam, va tutto bene” mi accarezza il viso. “Ti sei sfogato. Ora andiamo” sposto lo sguardo verso Albert, a terra, rintronato dalle troppe botte.
Sun mi prende per mano. “Perché adesso?” le chiedo dopo che siamo arrivati a casa mia e mi sta disinfettando i tagli vari.
Sospira. “Non lo sapevo” mi dice sincera.
“Come?... Ah” dico soffocando un gemito. L'alcool brucia.
Lei ridacchia. “Pensavo solo che.. Ecco... Non che ti picchiasse” abbassa lo sguardo.
“Era comunque bullismo. Lo è sempre stato. Sono stato male soprattutto per quello che mi diceva, non per le botte... Beh, anche per quelle, ma non per come stavo male a causa delle sue parole”
“Mi dispiace, Liam”
“Anche a me”
Mi guarda negli occhi. “Adesso ci sono io” mi sorride.
“Grazie”
“E di cosa?”
Si avvicina e mi bacia.
Rimango immobile, all'inizio, poi ricambio.
“Sta succedendo tutto così in fretta...” sussurra lei.
“Lascia che succeda” rispondo riprendendo a baciarla e iniziando a tirarle via la maglietta.





SALICE.

Uhuhuhuuuuuuuuuh, ma che os drammatica D:
A parte la fine molto grrrrrrrr AHAHAHAHAHHAAHAHHAHAHAH (difatti mi era venuta la mezza idea di farla rossa mlmlmlmlmlmlmlml, ma poi mi imbarazzo AHAHAHAHHAH)
Mi è venuto in mente, perché sto pensando molto a questa cosa. All'autolesionismo, al dolore, al bullismo... A tutto quello che riguarda questo campo.
A come una persona possa mandare tutto quello che ha costruito per un 'sei grassa/o' o 'fai schifo' o uno 'sei uno sfigato/a'.
Oddio, ci ho sempre pensato, eh... Però in questo periodo mi capita più spesso... Sarà Skins, sarò io che sono un po' depressa, sarà tumblr... Sarà.
Credo che il bullismo, gli insulti, siano una cosa bruttissima.
Ho scritto queste cose su Liam perché lui è stato vittima d queste cose da piccolo, ho pensato a lui, per primo.
Anche Harry è stato male, era un autolesionista, ma Liam stava male per bullismo ed era su questo argomento che volevo incentrare la mia os.
Quindi... Beh, spero vi sia piaciuta... Mi frulla in mente un'altra storia, da oggi pomeriggio... Guarderò se metterla in atto finita quella che sto scrivendo ora...
Vedremo :)
Viva Skins, grazie se hai letto e sciao beli.

 

@xhugmepayne su twittah c':

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: pickingupwords