Crossover
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Autore: frisulimite    27/05/2007    1 recensioni
Avvertenza: Questa storia non è per coloro che vivono di futili e dogmatiche certezze. Se finora siete stati convinti che gli asini alati non esistano, questa storia scuoterà il vostro animo. Non leggete se non volete avere guai con la CIA, essere scomunicati dalla Chiesa autonoma di Santa Genoveffa del Porto in Montagna ed essere rinchiusi in manicomio per il resto dei vostri giorni. Se invece siete disposti a tali rischi, vi aspetta l'avvincente storia dello studioso Peter Maurice, alle prese con gli oscuri complotti dei biechi funzionari del governo, dell'Opus Dei,degli alieni, di maghi idioti, società segrete e deficienti vari. Cominci l' Avventura!
Genere: Demenziale, Thriller, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Inseguimenti Aerei, Professori Idioti e Titoli In Maiuscolo

 

Peter Maurice e Susan Calvin stavano scappando attraverso le sale del Museo, inseguiti da Giangurgolo e Javert. Il risultato era una gag tipo cartoni animati. Ogni tanto da una porta spuntava fuori un gorilla o un qualche individuo altrettanto strambo, il tutto accompagnato da una musichetta tipo quelle dei Flinstones. Peter, da mente geniale quale non era, vide, o meglio, non vide, l’aereo superveloce e invisibile di Javert, così disse a Susan: - Possiamo fuggire! Seguimi! – e così dicendo corse verso l’uscita del Museo, fuori dal quale era parcheggiato l’aereo che infrange il muro del suono. – Come facciamo a scappare, Peter? – domandò Susan, decisamente allarmata vedendo arrivare Javert a bordo di un elicottero, armato di mitragliatrice e di pistola a sei colpi. – Ispettore? Se ammazziamo Maurice commettiamo un crimine. – fece furbescamente notare il buon Giangurgolo. – Primo, lui non è Maurice, è Jean Valjean di ritorno dalla morte. Secondo, ammazzare i ladri di pagnotte è previsto dalla procedura standard del nostro distretto. E terzo… mi squilla il cellulare. – in effetti si sentiva da un po’ la sigla dei Teletubbies (polifonica!), che era la suoneria del cellulare di Javert. L’ispettore prese il suo cellulare (una cabina telefonica inglese da taschino) e rispose: - Sì, chi è? – una voce tenebrosa, oscura, fosca, misteriosa e perversa sussurrò: - Javert, ma torni per pranzo? Ti ho preparato le crepés che ti piacciono tanto. – Javert fece una faccia disgustata e disse: - Mamma, io odio i cibi francesi. Voglio pasta al forno con tante polpette! Adesso scusami, ho un’altra chiamata. – un’altra voce tenebrosa, oscura, fosca, misteriosa e perversa, anche se non quanto la prima, disse: - Javert, come procedono i nostri diabolici e segreti piani? – Javert esclamò, in modo perfettamente udibile da tutti: - Va tutto benissimo, caro vescovo! I nostri diabolici e segreti piani su Quella Cosa sono ancora segreti e sono sempre più diabolici… No, non ci ascolta nessuno, a parte un deficiente che si chiama Giangurgolo! Che razza di nome, Giangurgolo! Come dice? Sì, è un’ottima idea terminarlo quando questa storia sarà finita! Sì, credo che farlo sbranare dai topi sia sufficiente! Arrivederci, Vescovo Sardinalillà! – Javert chiuse il telefono e, vedendo lo sguardo spaventato di Giangurgolo, domandò bruscamente: - Cosa sono quegli occhi sbarrati!? Non dirmi che hai capito cosa ho detto, tanto non ci credo, patetico essere inferiore! Adesso lancia i nostri missilotti atomici! – Giangurgolo obbedì, e dopo pochi secondi due missili intelligenti si lanciarono all’inseguimento di Susan Calvin e Maurice. Quest’ultimo stava cercando a tentoni l’entrata dell’aereo invisibile, per poi fuggire. Senza dubbio i missili l’avrebbero raggiunto, ma ecco che la fortuna di Maurice intervenne. I missili atomici, volando rasoterra, esplosero per aria. – Ma che è successo? – domandò Susan mentre una nube radioattiva ricopriva tutta Badolato. – Peter Maurice si avvicinò, da bravo coglione, al punto in cui erano esplosi i due missili, e tese la mano, come per toccare qualcosa, poi disse: - Qui c’era l’auto invisibile di Javert, e i missili sono esplosi quando l’hanno urtata. Adesso andiamocene, prima di diventare delle cose radioattive. – e così corse (per modo di dire, ovvio) verso un punto imprecisato del parco. – Vieni, Susan! Andiamocene da qui. – disse Maurice a Susan, che obiettò: - Non vedo l’aereo! – Maurice disse: - Ci sei già dentro. – Susan domandò: - Bene. E quando arriviamo? – Maurice rispose: - Siamo già arriv… - non fece in tempo a finire la frase, poiché Javert, a bordo del suo elicottero, stava sparando con la mitragliatrice. – Come diavolo fa a starci dietro?! Siamo più veloci del suono! –

- Certo che è comodo avere pure un elicottero superveloce, non è vero, Javert? – disse Giangurgolo. – Zitto e spara altri missili atomici a ricerca di calore! – gridò Javert. – Fuoco! Fuoco!! FUOCO!! – urlò poi saltellando istericamente. Giangurgolo obbedì prontamente, dopo aver borbottato: - Mamma mia in che mani… - altri due missili vennero lanciati contro l’aereo superveloce e invisibile abilmente guidato da Maurice.

- Susaaaan!!! Come si guida ‘sto cosoooo!!!? – gridò Peter menando botte al quadro comandi invisibile. Susan rispose: - E che ne so. Per prima cosa lo farei tornare visibile. – Peter domandò: - E come si fa!? Dov’è il pulsante!? – Susan rispose, sorridendo comprensiva: - Non puoi vederlo, se non fai tornare visibile l’aereo. – Peter non seppe cosa rispondere a quel ragionamento impeccabile, quando ecco suonare un allarme. – Oh no! Javert ci ha lanciato contro dei missili atomici a ricerca di calore! – gridò Peter. – Come fai a sapere che sono a ricerca di calore? – domandò la Calvin, mentre il suo robot strillava: - Mamma, pauraa! – Maurice rispose: - Sono SEMPRE, tutto maiuscolo, a ricerca di calore! Nessuno al giorno d’oggi lancia dei missili atomici se non sono a ricerca di calore! –

Nel frattempo, affacciato dal finestrino dell’elicottero, Javert strillava attraverso un megafono: - JEAN VALJEAN, ARRENDITI! – Sentendo quella chiamata, Peter tirò un sospiro di sollievo e disse: - Meno male, non ce l’hanno con noi. – i missili erano sempre più vicini, il terrore era dipinto sui volti dei tre passeggeri, quando si sentì una voce femminile alle loro spalle: - Non preoccupatevi! Io c’ho i poteri telecinetici! – una tizia strafica coi capelli rossi spuntò dal nulla. - Jean Grey, la fichissima mutante piena di poteri paranormali che vi salva il culo! Ecco come mi chiamano. – disse la fanciulla. – Ma da dove salta fuori costei? – domandò Maurice, che per far bella figura parlava in modo colto. – Vengo direttamente dagli X-men. Mi sono nascosta a bordo dell’aereo prima di partire, come mi ha ordinato il professor Xavier. E ringraziatelo, perché ora, come accennavo sopra, vi salverò il culo! – e così dicendo la fanciulla si concentrò e distrusse un missile a distanza. – Benissimo. Ora siete salvi! Non ringraziatemi, ho fatto solo il mio dovere. – disse Jean sorridendo. – E con l’altro missile come la mettiamo? – domandò la Calvin vedendo il missile nucleare sempre più vicino. – Q-quale altro missile? – domandò decisamente allarmata Jean. – Non sai che i missili a ricerca di calore sono SEMPRE, tutto maiuscolo, lanciati in coppia? – chiese Maurice soffiando verso il missile per allontanarlo. – D-d-due missili? – fece Jean e, vedendo Susan che faceva segno di sì sorridendo, urlò: - Ma io sono omologata solo per un missile!! Che scherzi sono questi!!? – Peter gridò a sua volta: - Siamo troppo lenti! Dobbiamo alleggerire il carico. – Susan sorrise crudelmente, prese Jean e la buttò fuori dall’aereo. – Benissimo, adesso siamo decisamente più leggeri. – commentò Susan, ma il missile atomico era ancora dietro di loro, sempre più vicino… ancora più vicino… e la coda dell’aereo esplose. Il missile li aveva colpiti, e adesso l’aereo precipitava verso un punto imprecisato del globo. – Dannazione! Se solo avessimo dei paracadute! – gridò Peter, che era aggrappato a un sedile invisibile dell’aereo per non cadere fuori. – Ma… noi abbiamo dei paracadute. – fece Susan, indicando una pila di paracadute. – Presto, prendiamoli! – gridò Peter prendendo un paracadute.

- Signor Javert, l’obiettivo è stato abbattuto. – disse Giangurgolo. – Bene, bene… - mormorò Javert fregandosi le mani. – Sopravvissuti? – chiese l’ispettore. – Solo tre, se consideriamo il robot. – Javert continuò a fregarsi le mani. – Bene, bene… un vero successo! No, aspetta, non è bene! Il vescovo non sarà affatto contento. – Giangurgolo chiese: - Cosa facciamo, ispettore? – Javert rispose: - Lanciate il Terribile Laser della Morte che Colpisce Sempre il Bersaglio. – Giangurgolo domandò: - Perché non l’abbiamo usato prima? - - Mi era sfuggito di mente. E non stare sempre a opinare! Spara e basta! – Giangurgolo obbedì, pronunciando la canonica frase: - Mamma mia, in che mani… -

- Presto, Susan! Dobbiamo lanciarci prima che quel terribile laser ci colpisca! – gridò Peter, mentre il raggio si avvicinava. – Sei pronta!? – chiese il professore. – Sono sempre pronta, e sono strafica in ogni situazione. – rispose Susan passandosi una mano tra i capelli. Il raggio era sempre più vicino. – Bene, allora! Lanciamoci al mio tre! Uno… - il raggio era vicinissimo. - … due… - il raggio era a un metro da loro e avanzava a circa cinque metri al secondo. - … e tre! -

 

 

Intanto, in volo non si sa dove, a bordo di un aereo che nessuno può vedere dove non è, e i ciechi non lo possono vedere mai… – MWAHAHAHAHAHAHA!!! – gridò il vescovo Sardinalillà, che si contorceva sul suo sedile ridendo come un matto. – Senti questa, Segretario: "A Roma c’è una moschea"! Oddio che ridereeee! – il Segretario disse, timidamente: - Eminenza, c’è una moschea a Roma. – il vescovo additò il Segretario e rise ancora più forte. – Certo che ogni volta che la sento fa più ridere! - - No, Eminenza, sono serio. C’è una moschea a Roma. – Sardinalillà divenne improvvisamente serio, poi, agitando il giornale che teneva in mano sotto il naso del Segretario, disse: - Ah sì? Mi verrai anche a dire che questo non è un libro di barzellette sui comunisti! Leggi qua. "I DICO!", "Matrimoni gay!" Ma siamo seri! È OVVIAMENTE un libro di barzellette. – il Segretario sospirò e disse: - Veramente quello è un quotidiano. E i DICO sono un serio progetto di legge attualmente oggetto di dibattito parlamentare. – il vescovo si rannicchiò sulla sua poltrona, guardando con occhi spaventati il Segretario. – A volte mi fai paura. – mormorò. – Le tue idee per un futuro alternativo sono più paurose di quelle di Orwell. Comunque quando sarò Papa, cosa che avverrà tra poco, le cose cambieranno! – il Segretario intervenne: - Non c’è motivo di pensare che lei diverrà tra breve Papa. L’altro è vivo e in ottima salute. – il vescovo sembrò sorpreso da quest’ultima affermazione: - Ma come!? Non era morto nel 2005? – il Segretario sospirò: - Sì, quello era l’altro Papa. – il vescovo sorrise bonariamente e disse: - Quanto poco sai della Chiesa. Mai sentito parlare del conclave? Bisogna eleggerlo il nuovo Papa, sai? – il Segretario balzò addosso a Sardinalillà gridando: - L’hanno già eletto, Eminenza! Le dice niente il nome di Benedetto XVI!? – il vescovo borbottò: - Non conosco nessuno che si chiami Icsvii. Tanto meno un Papa! – il Segretario scoppiò a piangere, mentre Sardinalillà prendeva fiato. – Comunque, questo Papa che tu dici non è sicuramente vivo. Io lo dico sempre, mai accettare della cicuta dai tizi incappucciati con un buffo accento. MWWAHAHAHAHAHAHA!!! – il Segretario domandò, tra un singhiozzo e l’altro: - Ha… ha avvelenato il Papa? - - No! Non sono così stupido da avvelenarmi da solo! – rispose Sardinalillà. – LEI NON È IL PAPA!!! – strillò il Segretario saltellando istericamente. – Bof! Come sei formale. Tanto appena arriviamo a Roma mi faranno Papa. E quando lo sarò, dichiarerò guerra ai miscredenti! Partiremo con le mie guardie svizzere alla Reconquista! Libereremo Gerusalemme, uccideremo i froci, stermineremo le streghe e distruggeremo per sempre le lobby ebraiche, degli omosessuali, dei testimoni di Geova, e degli ebrei omosessuali sposati con testimoni di Geova! – il Segretario fece timidamente notare: - Ehmm, ci sono cose più importanti, direi. – il vescovo scoppiò a ridere, poi chiese: - E cosa ci sarebbe di più importante che sterminare i gay? – il Segretario sorrise furbescamente, poi disse: - Ci sarebbe Quella Cosa. – il vescovo controllò in giro se ci fosse qualcun altro, tramortì il pilota con una botta sulla testa, poi tornò a sedersi e disse: - Quella Cosa tutto maiuscolo, vero. Ma non è importante quanto la Guerra Santa agli islamici. – il Segretario sospirò per l’ennesima volta, poi disse: - Eminenza… - - Chiamami Sua Santità. – disse affabilmente Sardinalillà. - … va bene, Eminenza. Forse è il caso che le faccia un riassuntino della situazione. Siamo su un aereo, guidato dal pilota che tra l’altro è mio cugino, NON stiamo andando a farla Papa, stiamo girando intorno da tre ore perché abbiamo perso un’ala, e non abbiamo molte speranze di tornare a terra, a meno che non finisca l’autonomia dell’aereo. Quella Cosa è rimasta celata a tutti per più di duemila anni, e adesso alcuni esaltati, fanatici degli X-files, fanatici del Codice Da Vinci e molti idioti vogliono svelare il Grande Mistero. – Sardinalillà sorrise, poi disse: - Ma certo, erano tre idioti. Non preoccuparti, Segretario. Ho mandato loro contro qualcuno di terribile, implacabile, assetato di vittime umane… - il Segretario domandò: - La vergine cuccia? - - Scusa, tanto, cosa c’entra Parini? Comunque è MOLTO peggio. Un monaco dell’Opus Dei! – il Segretario parve un attimino interdetto, poi, dopo aver sospirato nuovamente, disse: - L’Opus Dei non ha monaci. – il vescovo lanciò la papalina per aria e la colpì con la sua sei colpi. – Quel dannato Silos mi ha fregato! – il Segretario sospirò ancora, poi, vedendo i danni procurati dal vescovo con quei colpi, disse: - Eminenza, si rende conto che adesso ha forato l’aereo e che precipiteremo in breve tempo?! – Sardinalillà alzò le spalle e rispose con noncuranza: - Beh, così arriveremo sicuramente a terra, no? – il Segretario si mise a piagnucolare in un angolino, mentre il vescovo rideva sguaiatamente: - MWAHAHAHAHAHAHAHAHA!!! ANDIAMO A FARMI PAPA!!! –

 

 

Intanto, nei cieli europei…

 

- Susan, come stai!? – gridò Peter dal suo paracadute. – Tutto bene, certo! Siamo solo attaccati a dei paracadute e stiamo sorvolando chissà quale stato, senza provviste, senza niente a parte un robot! È ovvio che sto bene! – gridò Susan. – Senti, cara, tutti si aspettano una complessa storia d’amore, quindi vediamo di sveltire le cose, anche perché io voglio scopare. – Susan Calvin gridò: - Ma brutto maiale! - - Nel senso che quando ci sposeremo farò le faccende domestiche. È sempre stato il mio sogno! Mia madre non mi fa mai fare niente. – spiegò Maurice, e i tre continuarono a precipitare.

Qualche metro più sopra Javert, a bordo del suo elicottero, domandava a Giangurgolo: - Ci sono superstiti? – Giangurgolo rispose: - Solamente tre. Duri a morire. – Javert si fregò le mani e commentò: - La giornata non potrebbe andare meglio, vero, Giangurgolo? Un momento… ma questo significa che non ne abbiamo ammazzato nessuno! – Giangurgolo annuì. – Ah beh, non fa niente. Andiamo! – gridò Javert, e Giangurgolo obbedì, dicendo: - Mamma mia, in che mani… -

I nostri eroi svolazzavano da un po’, quando Peter Maurice vide qualcosa di sconvolgente. - Quella è la casa del mio carissimo amico Leigh Teabing! Conosce gli asini volanti meglio di chiunque altro! – gridò Maurice, e la Calvin esclamò: - Ma non è possibile! Di tutti i posti in cui potevamo capitare siamo capitati proprio dal suo amico? È ridicolo! Non possiamo andare da questo Teabing! – Peter domandò: - E perché, scusa? Abbiamo avuto una tal fortuna ad arrivare a qualche metro da casa sua e non vuoi approfittarne? – Susan rispose: - No, non è assolutamente possibile. Non si può avere tanta fortuna, così è tutto troppo semplice. – Peter domandò: - E secondo te noi come facevamo a raggiungere Teabing? – Susan aprì la bocca per replicare, ma non trovò risposta a una tale arguta argomentazione, perciò tacque e strinse a sé il piccolo e indifeso robot.

Non appena i nostri eroi furono atterrati davanti alla residenza di Teabing suonò un allarme, e pochi istanti dopo un tizio con una folta barba grigia, un cappello da mago e un lungo bastone dall’aria mistica e potente si avvicinò ai nostri eroi. Quando li raggiunse cominciò a urlare, sudando improvvisamente come se la temperatura non fosse stata piacevolmente intorno ai venti gradi, bensì intorno ai cinquantadue circa: - Il fuoco oscuro non vi servirà a nulla! – accompagnando le urla con curiosi movimenti minacciosi del bastone. – Voi non potete passareeeeee!!! – e concluse l’urlo dando una botta nella pancia dello studioso di simbologia asinina, che domandò, tra un lamento e l’altro: - Teabing, che cosa stai facendo?! – il tizio con la barba grigia parve sorpreso nel sentire quel nome, infatti mormorò, pensoso: - Teabing? No, io sono Gandalf il Grigio. – Susan intervenne, col suo solito acume: - No, lei è Gandalf in un altro film, qui è Teabing, caro amico di Maurice, esperto studioso di non so che cosa che ci aiuterà ad aprire il Cryptex. – l’interesse di Teabing fu destato da quell’ultima parola. – Cos’è un Cryptex? – Susan aprì la bocca per rispondere, ma Maurice fu più veloce: - Un Cryptex è come un cilindro cavo formato da cinque dischi di marmo sovrapposti l'uno all'altro e tenuti insieme da una intelaiatura di bronzo. I cilindri recano incise le lettere dell'alfabeto di modo che, ruotandoli, si possono formare parole di cinque lettere. Il Cryptex funziona come un lucchetto a combinazione: se i dischi formano la parola corretta, delle tacche interne ai dischi si allineano, permettendo al cilindro di aprirsi. All'interno del cilindro possono essere contenute informazioni segrete, scritte su una sottile pergamena avvolta attorno ad una fiala di aceto: se si tenta di aprire il Cryptex con la forza, la fiala si rompe e l'aceto corrode la pergamena prima che possa essere letta. Chiaro? – Teabing si avvicinò a Maurice, lo afferrò per una spalla e gli domandò: - È qui? È al sicuro? – e senza attendere la risposta si tolse la lunga veste grigia, la barba, il cappello, prese le stampelle e corse dentro la sua splendida residenza. – Prima di farvi entrare, però… - iniziò Teabing fermandosi davanti al portone. - … dovrete rispondere a un piccolo enigma. – Maurice sussurrò a Susan: - Sarà sicuramente una domanda sul tè. - - Qual è il nome del padre di Fingolfin e della sua prima moglie, quella da cui nacque Feanor, creatore dei Silmaril? – domandò Teabing. Maurice prese il suo "Asinino Sacro" e cominciò a cercare la risposta nelle appendici e nelle note, senza riuscirci. Dopo aver letto (guardato con poca attenzione, più che altro) ogni angolo del suo libro, senza guardare nelle pagine, rispose: - Con molto zucchero. – Teabing effettuò un triplo salto carpiato (nonostante le stampelle, sì) e atterrò addosso a Maurice, e l’avrebbe certamente ucciso se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Susan, che rispose, brillantemente: - Il padre di Feanor, creatore dei Silmaril, il cui cristallo era per loro null’altro che ciò che il corpo è per i Figli di Ilùvatar: la dimora del suo fuoco interiore, che è in esso e insieme in ogni parte di esso, e che ne costituisce la vita, era Finwe. Vuole che le racconti come morirono Feanor e Finwe o passiamo direttamente all’uccisione di Fingolfin per mano di Morgoth (al secolo Melkor). Ricordiamo che Morgoth era considerato da Ilùvatar come fratello di Manwe, re dei… - Maurice riuscì in ogni caso a utilizzare il suo Asinino Sacro, infatti lo calò con violenza sulla testa di Susan, mentre il robot della tramortita robopsicologa esclamava: - Mamma! – Teabing, ignorando gli ultimi, violenti avvenimenti, aprì la porta della sua mega-residenza e condusse Maurice e il robot (che portava su una spalla la povera Susan, che si stava lentamente risvegliando) fino a una stanza bizzarra. Ovunque c’erano quadri raffiguranti asini alati, alle pareti erano appoggiate statue raffiguranti i medesimi animali; su alcuni piedistalli erano appoggiati dei vasi greci sui quali erano dipinti dei cavalli alati.

- Cacchio, qui è tutto dedicato agli asini volanti. – commentò Peter, ma le sue profonde considerazioni furono interrotte da una velocissima azione di Teabing, che gli fregò il Cryptex e lo lanciò dentro il caminetto acceso. – Che fai!? – domandò Peter. Teabing non rispose e si limitò ad afferrare il Cryptex con la sua mano destra, per poi consegnarlo a Maurice. – Prendilo. È freddo. – disse Teabing, ma, a giudicare dall’urlo bestiale che fece Peter quando toccò il Cryptex, non era affatto freddo. Teabing si alzò e chiese: - Vedi niente, Peter? – Maurice rimase un po’ in silenzio, sfoderando la sua migliore faccia ebete, poi disse: - Sì. Ci sono dei segni. Mi sembra elfico… - - Ma cosa dici, imbecille!? Quelle sono lettere normalissime, e c’erano già da prima che questo imbelle imbecille buttasse il Cryptex nel fuoco. Noi dobbiamo semplicemente riuscire ad aprirlo, e scoprire per quale motivo mio nonno è stato ucciso. – disse Susan, donna molto pratica. Teabing, che non era meno perfettino della Calvin, disse: - Ma io so perfettamente perché è stato ucciso. Per via degli asini volanti. Sapeva cose che non doveva sapere e le diaboliche associazioni al servizio del governo l’hanno fatto fuori. – Peter chiese: - Come fa a sapere tutte queste cose? – Teabing sorrise furbescamente e rispose: - Perché il capitolo deve finire e io devo comunicarvi in fretta alcune cose prima che quel signore nascosto dietro la statua dell’asino volante venga a disturbarci. – Susan intervenne: - Ma gli asini non volano. Non dica sciocchezze. Chi ucciderebbe per delle cose che non esistono? – Teabing la ignorò e prese un vaso greco e lo avvicinò alla faccia della dottoressa, indicando con un dito le orecchie di un cavallo alato. – Vede le orecchie? Sono più lunghe di quelle di un cavallo normale. Per quale motivo avrebbero dovuto fare a un cavallo alato delle orecchie più lunghe? Forse perché non era un cavallo, bensì un asino alato. – Teabing rimase in silenzio per un po’, poi riprese il suo monologo: - Vedete, gli asini volanti sono sempre esistiti, ma sono stati sempre ben nascosti. Nella preistoria a nessuno veniva in mente di nascondere gli asini volanti, ma a nessuno veniva in mente di cercarli. I greci, invece, avevano spesso intravisto gli asini volanti; ma, ammettiamolo, era molto più romantico credere fossero cavalli alati. E nessuno pensò, invece, di disegnare sui vasi delle balene, perché all’epoca nessuno aveva interesse a nascondere gli asini volanti. L’unico greco che sembrava aver capito l’importanza degli asini volanti, ed anche l’unico ad aver capito che non si trattava di cavalli, fu il celebre Sparagnuffolis. Lasciò numerosi indizi su vasi greci, e fondò una scuola di pensiero che visse attraverso i secoli con lo scopo di diffondere la verità attraverso messaggi subliminali. Sparagnuffolis si occupò di vasi greci, che trovate in questa stanza. – Susan obiettò: - Ma solo nel vaso che ci ha mostrato lei c’è un animale simile a un asino. Negli altri ci sono solo cavalli. Guardi la coda e le orecchie! – e indicò un vaso che teneva in mano. Teabing sorrise e accese un megaschermo, poi pigiò a caso qualche tasto di un computer e sullo schermo apparve l’immagine di un vaso uguale a quello che Susan teneva in mano. Teabing ingrandì l’immagine e inquadrò le immagini dei cavalli alati, poi fece ruotare i curiosi fregi che si trovavano subito sopra, finchè non coincisero con le orecchie dei cavalli. In quel modo le orecchie erano molto più lunghe, ma Teabing non aveva ancora finito. Ruotò verticalmente i fregi, così le code dei vari cavalli vennero spostate, finchè una nuova coda, da asino, combaciò col fondoschiena del presunto cavallo. – Vedete, ruotando i fregi i questo modo scopriamo che combaciano perfettamente con la figura del "cavallo", così adesso potete vedere chiaramente la figura di un asino con le ali. – ed era vero. – Vostro nonno, signorina, sapeva tutto su Questa Cosa. Ecco perché è stato ucciso. – a sentire le parole "Questa Cosa" il tizio nascosto dietro la statua dell’asino volante, che altri non era se non il diabolico assassino del compianto Raimondo Lo Ciccio, uscì allo scoperto, ghignando crudelmente.

Peter urlò vedendo il tizio estrarre una pistola, ma scoppiò a ridere vedendo i suoi sandali. – Smettila di ridere di me, patetico idiota! – ordinò il misterioso individuo, ma la frase non terrorizzò minimamente Maurice, anzi, lo fece ridere ulteriormente per via del suo marcato accento straniero. – Ma come parla? Si rende conto di essere ridicolo? – domandò Maurice tra una risata e l’altra al misterioso tizio. – Mi chiamo Silos. – intervenne l’uomo chiamato Silos, senza avere alcuna ragione per farlo. – Sì che ne avevo ragione! Sono stufo di sentirmi chiamare "misterioso individuo" o "misterioso tizio" o "uomo con l’accento buffo". Al diavolo l’identità segreta! – e così dicendo Silos smise di mirare a Maurice e gli altri. Ma mentre gli usa questa premura, Teabing si volta, lo vede e ha paura, ed imbracciata l’artiglieria (c’era anche quella) non gli ricambia la cortesia. Silos evitò i colpi di Teabing spostandosi semplicemente di lato, poi, con un movimento fulmineo, prese una spada laser da sotto la veste, poi aggredì il povero professore. S’intende Maurice, visto che aveva una faccia più antipatica. A salvare il povero Peter ci pensò Teabing, che, con un rapido balzo e un altrettanto rapido movimento di stampella, riuscì a parare il colpo di Silos. – Andate! Non appena usciti troverete un aereo! Partite con quello! – ordinò Teabing tentando di infilzare Silos. Maurice non se lo fece ripetere due volte, e cominciò a zoppicare verso l’uscita, seguito e superato dal robot e da Susan.

Una volta usciti non videro assolutamente niente. Peter si girò e vide che Silos aveva messo al tappeto il povero Teabing e li stava inseguendo. Maurice urlò: - Qui non c’è nessun aereo! Come facciamo? Come facciamo!? COME FA… - il suo urlo divenne simile a quello di un maiale che sta per essere sgozzato. Ciò forse era dovuto al fatto che Silos gli era a meno di un metro di distanza, teneva la spada laser sollevata sopra la sua testa, aveva gli occhi iniettati di sangue e gridava: - GOTT MIT UNS!!! – all’improvviso Maurice ebbe una visione: c’era Teabing davanti a lui che gli diceva: - Usa la Forza. Maurice. Usa la Forza! – Maurice capì, e, non appena Silos fu alla giusta distanza, gli diede una testata in pieno petto, e, visti i suoi problemi di equilibrio, cadde anche addosso al povero pazzo assassino. Teabing, che si era svegliato, arrivò di corsa, portandosi le stampelle sulle spalle. – Che facciamo? – domandò Susan. – Peter ha eroicamente sconfitto Silos, ma si riprenderanno presto tutti e due, e noi non possiamo scappare! – Teabing disse: - Tranquilla, mia cara. L’aereo è invisibile, e c’è già dentro. Inoltre è molto veloce, fuggiremo e lasceremo Maurice e Silos qui. - - Stavate parlando di me? – domandò Peter, sveglio e… sì, diciamo pimpante.

– Dove andiamo, Teabing? – domandò Susan, vedendo che Teabing se ne fregava altamente, loro erano fermi e Silos si stava risvegliando. – Ssh! Cerco di aprire il Cryptex! – disse Teabing ruotando le facce d un cubo colorato. - … Teabing, quello è un cubo di Rubik. – fece intelligentemente notare la Calvin. – Ah, ecco perché era così difficile da risolvere. – commentò Teabing, che poi si alzò e disse: - Scendiamo. Siamo arrivati. – Peter esclamò: - Ma se non siamo neanche partiti! – ma Teabing lo zittì: - È un aereo molto veloce. Adesso scendiamo. Siamo arrivati in un luogo sicuro, dove potremo continuare i nostri studi sul Cryptex e dove troveremo informazioni sugli asini volanti. Il mio amico Silente ci aiuterà. – Peter chiese, incredulo: - Silente? Che nome di merda. – Teabing disse, con una voce simile a quella di John Hammond quando parla del Jurassic Park: - Dottor Maurice, dottoressa Calvin, Benvenuti a Hogwarts. – e sorridendo come ebeti i tre s’incamminarono verso l’enorme castello, ignari della macchina che si era messa in moto e che li avrebbe perseguitati.

 

Perdonate la lunga assenza (ammesso che ci sia ancora qualche lettore), ma avevo pochissima voglia di scrivere, quindi se nessuno commenterà (o addirittura leggerà) questo capitolo sarà la mia giusta punizione. Ringrazio molto Elychan per la recensione, ma non so se Sardinalillà e i biechi funzionari del governo si faranno corrompere. Cercherò di sbrigarmi prima per il prossimo capitolo.

  
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