Serie TV > Roswell
Segui la storia  |       
Autore: VilandraThePrincess    27/05/2007    2 recensioni
Dopo la cerimonia dei diplomi, Max, Michael, Isabel e Liz decidono di partire da soli, lasciando a Roswell Maria, Kyle e Jesse. La storia è ambientata 10 anni dopo "Roswell Ultimo Atto".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ormai la notte era calata sull’afoso deserto di Roswell, e la vecchia ma sempre efficiente Jetta rossa si accostò a una sporgenza della grande roccia, punto d’incontro del gruppo nei momenti più difficili, come lo era stato il giorno precedente, già, il giorno precedente, quello della grande decisione, partire o restare. La decisione sembrava presa, coloro che sarebbero partiti alla volta del nulla sarebbero stati solo coloro che, secondo la visione di Liz, sarebbero stati uccisi da lì a nemmeno due settimane. Qualcuno era contrariato, qualcun altro aveva pianto, qualcun altro aveva preso in silenzio la notizia, rispettando la decisione di coloro che sino ad allora avevano messo in subbuglio la loro vita. Ma durante il diploma le cose cambiarono. Cambiarono inaspettatamente. L’aula era colma di studenti e famiglie, come tutti gli anni durante la consegna dei diplomi. Tutti con un grosso sorriso sulle labbra, senza pensare a ciò che sarebbe accaduto a distanza di due settimane. Dovevano solo pensare a prendere il diploma, e a sembrare sereni, e magari cercare di esserlo davvero in un giorno così importante. L’atmosfera era serena, bastò un attimo, un nome, un annunciazione per far mutare l’espressione del volto ormai terrorizzato del gruppo. Nelle menti dei sei ragazzi un comune pensiero: non ci sarebbero stati quei 14 giorni da vivere pienamente e nei quali escogitare un piano per evitare la morte, no, non ci sarebbero stati. Forse gli rimanevamo 10 minuti da vivere, forse 20, o forse nemmeno 60 secondi. Così il Re prese in mano la situazione. Si voltò verso colei che amava e che sempre avrebbe amato, in qualsiasi vita e luogo, in qualsiasi tempo e dimensione, le sorrise, si alzò e andò a fronteggiare la morte. Un riflettore puntato su di se, l’aula buia, in modo tale da far mettere in salvo i suoi compagni. E un discorso. Un discorso improvvisato, nel quale far capire chi davvero lui e i suoi compagni fossero. Degli Outsiders. Ma molto prima, dei ragazzi. Dei semplici ragazzi, impauriti da tutto ciò che sapevano. Ma lui rimase lì, sarebbe rimasto lì sino a che la mano del suo assassino avrebbe dettato il suo destino. Si sarebbe sacrificato per i suoi compagni. Lui era il Re, era questo il suo compito. Ma all’improvviso le porte dell’aula si aprirono e una luce, ancora più forte di quella del riflettore che per la prima volta nella sua vita lo colpiva in pieno volto, in modo tale da svelare tutte le paure di un ragazzo caricato ingiustamente di troppe responsabilità, e il rumore imponente di una moto ruggì seminando la perplessità tra i presenti. Era Michael. Michael, che era andato a salvare il suo migliore amico. E poi tutti riuniti nel deserto, ancora con la toga da diplomati in dosso. Cercarono di calmarsi, di ragionare, ma era davvero impossibile. Erano tutti troppo impauriti, terrorizzati. Allora Max prese in mano la situazione. Decise che a mezzanotte si sarebbero ritrovati tutti nel deserto, nel solito posto, e da lì sarebbero partiti tutti assieme verso l’ignoto. Rimanevano solo poche ora per salutare le proprie famiglie e prendere lo stretto necessario per l’imminente partenza.

 

Maria e Kyle scesero dalla macchina, si guardarono intorno, vedendo che il luogo era deserto. Nessuna traccia dei loro amici. Kyle guardò l’orologio: le undici e cinquantotto.

-“Probabilmente gli altri si sono fermati un po’ di più a salutare le proprie famiglie”

-“Si, è probabile” Così dicendo, Maria si sedette sulla stretta sporgenza della roccia aspettando il resto del gruppo. Kyle la seguì e le prese la mano, in segno di conforto. Erano entrambi terrorizzati.

Mezzanotte. Un motore di una macchina rompe il silenzio di quella sin troppo calda nottata di Roswell. I due amici scattano in piedi. Un’auto scura si parcheggia a pochi metri dalla Jetta. Jesse Ramirez scende dalla macchina.

-“Hey, ragazzi. Dove sono gli altri??” Domando guardandosi attorno il ragazzo

-“Speravamo potessi dircelo tu!! Isabel non è con te??” Chiese Kyle, iniziandosi a preoccupare

-“No, lei è andata con Max a salutare i signori Evans, mentre io sono passato da casa nostra a prendere la nostra roba.”

-“E allora dove sono i ragazzi?? Oh mio Dio, magari L’FBI li ha presi, oh mio Dio!” Maria stava davvero iniziando a preoccuparsi

-“Niente panico, Maria. Adesso arriveranno, vedrai!” Tentò di Calmarla Jesse, in qualche modo tentando anche di calmare se stesso.

I tre ragazzi si sedettero nuovamente sulla roccia.

Mezzanotte e dieci.

-“Io non ce la faccio ragazzi!! Io sto morendo di paura! Sono sicura che gli è successo qualcosa!! Dio mio, li hanno presi, li hanno uccisi!” Maria ormai era entrata nel panico più totale. E quando Maria entrava in panico, allora non c’era più modo per farla tranquillizzare.

-“Mi sto preoccupando seriamente anch’io! Sarebbero dovuti essere qua da più di dieci minuti.” Kyle camminava avanti e indietro di fronte ai suoi due amici, teso come probabilmente mai lo era stato prima.

Mezzanotte e venti. Il panico ormai si era avidamente impadronito di tutti e tre i ragazzi.

-“Adesso chiamo mio padre!! Non ce la faccio più ad aspettare!” Kyle si fermo di scatto e estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans.

-“Si, si d’accordo” Annuì Jesse. Stava morendo di paura, sua moglie poteva essere nelle mani dell’FBI, o peggio, poteva essere… no, meglio non pensarci.

Maria ormai era appoggiata alla spalla di Jesse, senza emettere alcun suono. Sembra in trance, o qualcosa del genere.

Kyle concluse la telefonata con il padre, che, anch’essi preoccupato, ordinò al figlio di non muoversi da lì, lui sarebbe arrivato a momenti.

Jim uscì più veloce che potè da casa, sentiva che qualcosa era andato storto, i ragazzi non avrebbero dovuto ritardare all’appuntamento. Aprendo la porta d’ingresso e facendo un primo passo oltre la soglia, inciampò su qualcosa. Il buio gli impedì di capire cosa esattamente, così s’inchinò, la raccolse e torno dentro casa. Accese la luce e notò una videocassetta. Velocemente accese il televisore e introdusse la cassetta nel videoregistratore. Appena il video inizio, l’uomo rimase di stucco. Max, Michael, Isabel e Liz stavano seduti su un letto, con facce che facevano trasparire la paura che ormai aveva inondato le anime dei giovani. Jim si sedette e sentì il messaggio che i ragazzi avevano lasciato a lui, Kyle, Maria e Jesse. Subito prese il telefono e chiamò il figlio, dicendogli di raggiungerlo a casa. Dopo non molto i destinatari del messaggio erano tutti seduti davanti al televisore. Partì il video. Max parlò per primo.

-“Mi rendo conto, ci rendiamo conto che questo è il modo peggiore per dire ciò che stiamo per dire. Ma noi abbiamo parlato, dopo la decisione presa dopo la cerimonia dei diplomi, abbiamo parlato e abbiamo preso un ulteriore decisione. Forse ora ci odierete per questa decisione, ma noi l’abbiamo considerata l’unica possibile. Non possiamo permettere che voi, che non siete in pericolo di vita, ci seguiate, e abbiate il nostro stesso destino, che potrebbe essere morte assicurata dopo i primi passi che muoveremo appena usciti da Roswell. Perciò, noi abbiamo deciso di partire senza di voi. Non verremo all’appuntamento, spero vi accorgerete di questa videocassetta prima di recarvi nel deserto.

Noi teniamo a voi, ed è proprio per questo che starete a Roswell. Perché non vogliamo che voi rischiate la vostra vita per noi. Noi non abbiamo scelta, dobbiamo partire nostro malgrado, ma voi potete rimare, potete rincominciare la vostra vita a Roswell. Questa è la cosa migliore. E spero che se non subito, almeno prima o poi ci perdoniate. Non so se ci rivedremo mai più, ma sappiate che i migliori anni della nostra vita sono stati questi ultimi tre che abbiamo passato assieme. Ci sono stati liti, problemi alieni e umani, ma li abbiamo sempre superati assieme, con la forza del nostro gruppo. Perciò, non dimenticheremo mai il vostro sacrificio. Voi avete sacrificato la vostra vita per noi, avendo in cambio solo problemi. E io personalmente, vi ringrazio per questo, e ve ne sarò per sempre riconoscente. Siete tutti e quattro delle persone fantastiche, le migliori che abbia mai conosciuto. Ora noi dobbiamo partire, perciò. Addio, o forse solo arrivederci.”

Un sorriso sforzato concluse quello straziante messaggio. Max aveva le lacrime agli occhi, ma combatteva affinché rimanessero rifuggiate dentro i suoi occhi. Isabel, al suo fianco, piangeva ininterrottamente, senza curarsi della videocamera. Non aveva nemmeno lo sguardo rivolto verso essa, guardava in basso, le gambe incrociate sopra il letto, le mani incrociate, e le lacrime che inondavano i suoi occhi, senza aver intenzione di cessare il proprio corso. Liz, seduta all’altro lato di Max, teneva la mano del suo ragazzo, tentando di infondergli coraggio ma anche tentando di non iniziare un pianto che difficilmente si sarebbe fermato. Michael era seduto accanto a Isabel. Nemmeno lui guardava la videocamera. Immaginava il volto di Maria non appena avesse sentito ciò che avevano da dire, immaginava le sue lacrime, la sua disperazione, il suo panico. Immaginava tutto, lui la conosceva troppo bene, sapeva che reazione avrebbe avuto, e non voleva minimamente guardare quella stupida videocamera, per paura forse di vedere davanti a se la sua Maria. 

Il video cessò, di colpo. Maria aveva avuto esattamente la stessa reazione che Michael immaginò. Il silenzio si impadronì della casa Valenti. Da quel giorno in poi le cose sarebbero cambiate per tutti. Ma, probabilmente, per nessuno in meglio.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Roswell / Vai alla pagina dell'autore: VilandraThePrincess