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Autore: Chanelin90    10/11/2012    1 recensioni
Il mondo sembra impazzito..
Gli avvenimenti attuali descritti in chiave hetaliana.
Un'analisi dei nostri tempi e ciò che accade nei nostri giorni nel mondo, costantemente aggiornati, sebbene filtrati da ciò che io percepisco.
I punti di vista appartengono alle Nazioni, o a quello che vogliono far trasparire, ma lo scopo è informare/analizzare, certamente non di offendere.
Alcune situazioni saranno trattate in maniera più approfondita, altre in maniera più superficiale.
L'importante è sviluppare senso critico durante la lettura ed, eventualmente, interagire attraverso un dibattito costruttivo.
I personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya e il proposito non è a scopo di lucro.
Genere: Avventura, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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INDIGNADOS
( 09 – 11 – 2012)


Spagna si era appollaiato vicino una finestra del Parlamento spagnolo.
Seguiva con attenzione il dibattito sulla produzione industriale di questo mese: - 7%.
I parlamentari si stavano scannando riguardo il PIL che era caduto più del previsto: superava 1,5%.
“ Tutto questo non ha senso!” constatò Antonio, visualizzando le banche iberiche che richiedevano gli aiuti statali a scapito dei cittadini che si ritrovavano nell’impossibilità di chiedere persino il mutuo.
Spagna osservò quelli che, oramai, considerava le marionette dei finanzieri: i politici.
Adesso stavano discutendo riguardo eventuali aiuti internazionali per salvaguardare la stabilità finanziaria del paese.
Qualcuno ipotizzava di privatizzare  alcuni ospedali o altri servizi pubblici.
“ Appoggiare l’uno o l’altro..che differenza fa? Sono legati a questo sistema di merda e mangiano come suini!”
Scese dall’edificio, stufo di doversi interessare di quei discorsi rabbiosi e interessati.
“ E al mio popolo? Chi ci pensa?”

Passeggiò a lungo per le vie di Barcellona. La notte rendeva la città più romantica di quanto lo fosse di giorno. Osservò la fontana di Montjuïc a Plaça Espanya. I suoi colori e le sue musiche lo intrattennero per un quarto d’ora buono.
Poi vide degli studenti che, a loro volta, sedevano rapiti da quello spettacolo.
Improvvisamente, un loro amico fece ritorno nella compagnia, trasportando una pila di volantini gialli con sé. Era andato a chiedere un posto di lavoro al ristorante “Cal Pep” della piazza.
 L’avevano rifiutato nonostante la laurea in scienze politiche. “ Un viso poco accogliente”..l’avevano liquidato così. La realtà è che non accettava di lavorare in nero.
A quasi 5 milioni ammontava il numero dei disoccupati…25% giovani sotto i 25 anni.
La compagnia di giovani sospirò e, raccolti gli ultimi volantini, si spostarono alla ricerca di altre opportunità.
“ A cosa era dovuta questa mortificazione? A cosa servivano questi sacrifici? Come si poteva tollerare quest’umiliazione? A chi giovava soprattutto?”
La frustrazione e la collera portarono il ragazzo a fremere: “Que se vayan todos!”
“Che se ne vadano tutti!” approvò Spagna, anch’egli insofferente a quella situazione.

S’intrufolò nuovamente nella folla. Quante volte l’aveva fatto in quei mesi? Quattro, cinque, sei, dieci , venti volte? Non importava, avrebbe continuato.
Non che servisse praticamente, ma, perlomeno, si manteneva l’orgoglio e la dignità di dire: “ IO SONO VIVO! IO QUESTA SITUAZIONE NON L’ACCETTO!”
Il popolo, sfruttando la rete e il passaparola, si univa in lunghi cortei, sfilando per le strade come un corpo unico.
Poi si riuniva in una piazza e si sedeva a cantare e a protestare.
La polizia, che minacciava di picchiare la gente, si ritrovava contro mani alzate indifese e aperte al dialogo.
- NO ALLA VIOLENZA! NO ALLA VIOLENZA!- scandivano gli Indignati di Puerta del Sol mentre un loro compagno veniva trascinato via con tutto il cartellone: “ Non c’è abbastanza pane per tanta ingordigia!”

“ Ciao Rom!”
“ SPAGNA! MA CHE CAZZO TI E’ SUCCESSO???”  si scandalizzò Romano, aprendo la porta di casa sua allo spagnolo.
“ Solo qualche acciacco! Niente di cui preoccuparsi!”
Romano non parve particolarmente convinto e scrutò il suo interlocutore con cipiglio infastidito.
“ Hai nuovamente bazzicato in giro con Grecia e Portogallo?”
Antonio si tolse la polvere dal vestito graffiato.
Aveva numerose lacerazioni su tutto il corpo e il suo volto era tumefatto e segnato dai lividi.
“ Veramente,questa volta c’erano anche Malta e Cipro!” ridacchiò rivolto all’italiano.
“ AHHHH! Spagna, per piacere, finirai per provocare una sanguinosa rivolta civile, danneggiandoti ulteriormente!!”
“ Sei preoccupato per me, eh Roma?” sorrise compiaciuto lo spagnolo, cercando di abbracciarlo.
“ Non ci penso proprio!!” e allontanò Antonio con la mano “ Sono solo preoccupato per la recessione che ci sta investendo tutti! Ieri, ho sentito che la disoccupazione anche tra la mia gente è aumentata! Molte aziende non ce la fanno più! In tutto questo quelle teste di cazzo dei rappresentanti fanno baldoria o battibeccano su questioni irrilevanti! Detesto questa fottutissima situazione!”  

Antonio si fece la doccia e uscì con un accappatoio beige avvolto alla vita e un asciugamano per strofinarsi i capelli bagnati.
Romano sedeva sul divano, facendo zapping col telecomando, passando indifferentemente da un talk show all’altro.
Antonio si avvicinò sorridendo e, preso il polso dell’italiano, lo costrinse a guardarlo negli occhi, poggiando la sua fronte su quella dell’altro:  “ Quando avremo l’onore di vederti in prima fila con noi?”
“ CC.C..Che..e?”
“ Ma siiii, lo sai daii! Dobbiamo formare il “ PIIGS TEAM!” schernì Antonio, ma senza gioia nella sua voce.
“ Non ci penso proprio, Spagna! Levatelo dalla testa! Cosa pensi di ottenere facendo così, a parte le manganellate s’intende?” rispose acido l’altro.
“ Meglio che annichilire mentre quei porci si arricchiscono sul sudore e i sacrifici dei nostri popoli!” si accigliò inacidito lo spagnolo.
 “ Tanto..non cambierà niente! UN CAZZO DI NIENTE! Ci vorrebbe una bella rivoluzione!” commentò adirato l’italiano.
“ Non la farai standotene in casa a fare zapping col telecomando, mi querido!” constatò lo spagnolo.
“ Come se le rivoluzioni fossero eventi piacevoli!” s’interpose Feliciano entrando dalla cucina con due piatti di pasta, ricolmi di sugo.

“ Ciao Spagna!”
“ Ciao Italia!”
“ Non sapevo ti trovassi da queste parti! Vado subito a prepararti un piatto anche per te!” così dicendo Feliciano si fiondò nuovamente in cucina.
“ Però è quello che ci vorrebbe!” sibillò Romano.
“ Cosa, Roma?”
“ Una rivoluzione! Devono ..pagarla..per tutto ciò che ..c’hanno fatto passare!”  mormorò ancora.
“ Ho paura dei colpi di Stato!” guaì Feliciano, rientrando nel salotto,  porgendo un piatto anche ad Antonio“ L’ultima volta, ha portato il fascismo! Una dittatura!” sussurrò.
“ E STI CAZZI! QUESTA COS’E’ SECONDO TE, FRATELLINO? UNA DEMOCRAZIA???” s’adirò ulteriormente il maggiore.

Antonio salutò allegramente, con la mano, i fratelli Vargas.
“ Fratellone…perché noi scendiamo in piazza con loro questo week-end?”
“ Perché siamo egoisti, codardi e stronzi, ecco perché!” commentò tra i denti il maggiore.
“ MA COSA DICI ROMANO!!!”si scandalizzò Feliciano.
“ Siamo bravi solo a lamentarci ma poi andiamo a fare la fila per comprarci un cazzo d’Iphone!” dichiarò sbattendo la porta.
Feliciano gli corse appresso.
“ MA QUESTO E’ SUCCESSO OVUNQUE! PURE DA SPAGNA! Smettila di fare sempre la vittima!”
“ Ci mancano le palle!” asserì Romano, fissando un punto imprecisato del pavimento.
“ Non è vero! Ricordi cosa accadde nel 2008 al G8? E la manifestazione a Roma? Quelle contro il Primo Ministro e..Roma? ROMA DOVE VAI?”
“ A guardarmi la Tv! Stasera c’è la partita!” replicò l’altro ed entrò in salotto, si distese sul divano, afferrò un altro piatto di spaghetti e si mise a seguire il calcio.

Feliciano sospirò e guardò il piatto che veniva passivamente divorato dal maggiore che seguiva la formazione della squadra di calcio per cui tifava.
- Se fosse vuoto, fratellone! Anche tu t’indigneresti!- considerò – Perché la fame è più forte della rassegnazione e dell’inerzia! Prima o poi.. Roma..prima o poi..-
Volse lo sguardo al cielo. Le stelle illuminavano il prato che circondava la loro dimora.
Eppure, ultimamente, c’era un’aria strana.
Lui stesso sentiva brividi lungo la schiena e si riscopriva ad aprire gli occhi sempre più spesso.
La disoccupazione non era ai livelli di Spagna e Grecia: ma stava incrementando.
Le tasse erano troppo alte: le stavano ancora alzando.
Non c’era lavoro: avevano alzato notevolmente la soglia per la pensione.
I servizi pubblici stavano andando in rovina: li stavano privatizzando.
La sua gente era tra i popoli europei più ricchi: li stavano dissanguando e impoverendo sempre di più.
Il debito era alto: e stava incrementando.
La colonna portante del paese erano le piccole e medie imprese: stavano chiudendo.
I rappresentanti politici erano beceri e corrotti: erano stati sostituiti con un tecnico di ambigua provenienza.
In una parola: FAME. Presto si sarebbe fatta tangibile e opprimente per le vie cittadine.
Anche volendo, non sarebbero stati in grado di nasconderla dietro il solito sorriso rassegnato o indulgente.

L’evasione e il nero consentiva alla gente di tirare a campare con poco ancora.
 L’aiuto della famiglia e del patrimonio delle precedenti generazioni permetteva di procurarsi quotidianamente un pasto caldo, tuttavia, la situazione che doveva affrontare Grecia e Spagna non era così distante dalla sua.
Attualmente, il torpore si stava lentamente dileguando, lasciando spazio al malcontento che veniva assorbito da un nuovo movimento politico che affascinava e, allo stesso tempo, intimoriva Feliciano. Ma se non si correva ai ripari, mobilitando gli altri Stati europei, Feliciano non se la sentiva di garantire la tranquillità della sua gente..
Prese posto accanto al fratello.
Quest’ultimo bofonchiava qualcosa a proposito dell’arbitraggio sleale.
- Finirà!- meditò tra sé il minore dei Vargas – E allora verranno spazzati via!-

Nel frattempo, Heracles era davanti al Parlamento greco. Era talmente arrabbiato che si era esposto arditamente di fronte ai poliziotti a guardia dell’istituzione.
Altri tagli. Miliardi di tagli che avrebbero sbloccato miliardi di aiuti a tassi usurai.
O questo o il fallimento. Cos’era? Una minaccia?
“ Se, almeno, servisse a qualcosa…Mi sento tra l’incudine e il martello! ”
Presto venne circondato dal frastuono e dalle urla furenti e disperate di migliaia di persone che si erano date appuntamento davanti al Parlamento.
Tanta era la collera che i parlamentari furono costretti a interrompere la seduta più volte.
Grecia temeva che bastasse una semplice scintilla a far scattare una sommossa popolare e, il vero problema, è che non era sicuro di quale fosse la decisione giusta. O forse non ve n’era una. Non vi era una strada meno dolorosa dell’altra..niente sarebbe stato più come prima. Niente poteva esserlo. Si trattava solo di capire chi erano i colpevoli di quella situazione. Andavano puniti.
Nonostante le forti proteste, la volontà popolare venne nuovamente calpestata dall’approvazione notturna di quei tagli.
“Li detesto!” ruggì Heracles dal Partenone “ Ma non so che fare!”


Intanto, in Spagna, una nuova onda d’indignati si raggruppava al centro del piazzale.
Anche Antonio era lì, seduto in prima fila. Venne manganellato più volte ma mantenne ferma la sua posizione.
Avrebbe potuto stendere quei servi dello Stato in un battito di ciglia, ma non lo fece.
Non era quello che voleva dimostrare. Voleva, invece, che il mondo sapesse che: un cittadino spagnolo rimaneva lì decorosamente, con le mani alzate e il viso sporco di sangue, a levare inerme la sua voce, come una spada, denunciando un sistema artefatto e corrotto che non funzionava più.



*******************
Scusatemi se non aggiorno spesso, ma sto scrivendo un’altra fan fiction e quindi devo saltare da un capitolo all’altro, quando ci riesco. Se vi sono eventi di particolare importanza, cercherò comunque di trattarli nel più breve tempo possibile.

Panem et circenses si diceva in passato. Ma se ti manca il piatto in tavola, forse, un dubbio sul tuo futuro e su quello dei tuoi figli ti balza alla mente.

Perché ho scritto questo capitolo?  
Prima di tutto a sottolineare come vi sia un problema di rappresentatività all’interno dei nostri sistemi.
Poi a evidenziare le tensioni sociali che potrebbero sfuggire di mano.
E, infine, a prendere in considerazione le differenze tra le varie situazioni.

Ora.. Romano qui rappresenta un pò lo stereotipo di colui che si lamenta, ma rimane alla finestra a giudicare.
Allora, personalmente, trovo irritanti gli atteggiamenti vittimistici. Se non altro perché sono fini a se stessi e generano polemiche sterili su luoghi comuni.
Perché noi siamo dei pappamolla…perché noi facciamo la fila per l’I-phone…perché il popolo italiano pensa solo al calcio…etc.. Ma basta, su! La rassegnazione fine a se stessa proprio no.
Pare che noi non protestiamo mai…invece, antecedentemente anche agli Indignados, si sono riunite in piazza non migliaia, ma milioni di persone.
I  greci o gli spagnoli NON sono migliori di noi, per quanto possa apparire il contrario,…ma presentano una situazione differente dalla nostra e noi, per una serie di motivi, non siamo ancora a quel punto.
Come dicevo: non si possono ancora paragonare le nostre percentuali con le loro, in termini sociali.
Potremmo arrivarci, a questo punto non lo metto in dubbio… se continua così sicuro. Ma, per ora, siamo più contenuti, sebbene la frustrazione. Per ora.

Per quanto riguarda gli indignados, io non posso che comprendere il loro atteggiamento, perché, appunto, se non altro, manifesta pacificamente un dissenso. Che poi sia utile..posso riservarmi il beneficio del dubbio. A volte ci si può sentire impotenti e soffocati.
 Ecco, in questo, forse, perché è ancora tutto da vedere, il movimento 5 stelle POTREBBE essere una cosa più costruttiva e positiva, se riesce a incanalare la protesta portando in politica nuove proposte e nuove idee più vicine alla necessità della gente. Questo indipendentemente dal proprio credo politico, s'intende. Il fatto che si formino nuove correnti politiche non è assolutamente un fattore da ignorare perché, a seconda del loro carisma, hanno la capacità di “ calmare” o “esasperare” certi contesti. In questo FORSE siamo più avanti perché evitiamo gli Alba Dorata ( una specie di nuovo fascismo greco) di turno. Però bisogna vedere come si evolverà la situazione perché ogni cosa, in principio, pare logica ed eccellente. Vedremo..

Mi sono ritrovata spesso a domandarmi  se vi è un livello massimo di tolleranza per cui la violenza possa dichiararsi legittima.
Per dire: sono decisamente contro l’uso della forza, in quanto sono per i cambiamenti democratici che avvengono in cabina elettorale... Ma se voi vi accorgeste di essere in DITTATURA, cosa fareste?
Cioè: se ti stanno ingannando, se ti stanno depredando, se rendono le elezioni anti-democratiche..tu, cittadino, come ti dovresti comportare? Bisogna subire in silenzio? Combattere? Emigrare? I poliziotti sono padri di famiglia come noi, ma se fossero dalla parte sbagliata?
Mah! A volte me lo chiedo. Così come mi chiedo cosa stia aspettando l’Unione Europea per attivarsi con degli strumenti volti a riparare ai danni passati, attuali e futuri e per portare avanti progetti più grandi, ambiziosi e democratici rispetto al proprio orticello.

Ci vediamo al prossimo argomento!

  
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