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Autore: wellingtonlovers    10/11/2012    2 recensioni
E su una di quelle magnifiche poltroncine chiare c'era lei. Magra e sinuosa, i lunghi capelli scuri che le ricadevano sul petto mossi e scompigliati come piacevano a lui. Guardava accigliata fuori dalla finestra, probabilmente scrutando la massa di gente che si era accumulata di fronte al locale. Era bellissima come sempre, ma Rob avrebbe potuto giurare di vederla leggermente dimagrita e più pallida del solito.
- Ciao.
Non spostò lo sguardo di un millimetro, continuando imperterrita a fissare fuori pronunciando quel saluto insipido e privo di emozione. Poi all'improvviso i suo occhi saettarono verso quelli di Rob, incontrandoli. Erano una maschera di dolore che stonava terribilmente con il resto della figura.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shouldn't let you go.

Si passò una mano fra i lunghi capelli spettinati con un suo tipico gesto di nervosismo, camminando più veloce possibile nel traffico pedonale della metropoli. Era frustrato perché nemmeno quella volta era riuscito ad arrivare a Londra senza che tutta la città ne fosse già a conoscenza. A poco era servito prenotare i biglietti all'ultimo, far il check-in online, presentarsi in aeroporto sul filo del rasoio con una felpa nera e il cappuccio completamente calato sulla fronte e sugli occhi. Anzi, si può proprio dire che non fosse servito a nulla. Appena aveva messo piede fuori dall'aereo l'avevano riconosciuto tutti, e in un batter d'occhio si era ritrovato a firmare autografi senza neanche più guardare in faccia le persone. Ma d'altronde non era a Londra per una vacanza, né tantomeno per incontrare i fans. Era lì per la donna della sua vita, quella che lo aveva finalmente fatto innamorare per davvero... quella che lo aveva tradito con un altro. Ripensandoci sù, lui stesso si chiese perché si trovava lì. Era ancora in tempo per fare dietrofront, comprare un biglietto e filarsene via, lontano, il più lontano possibile da lei. Però non lo fece. L'amore era più forte perfino della voglia di scappare, di mettersi al riparo dal dolore che sarebbe arrivato. Voleva vederla, ne aveva bisogno, anche se era consapevole che alla fine avrebbe sofferto. E poi le aveva dato la sua parola che l'avrebbealmeno ascoltata. D'altronde era arrivata da Los Angeles durante la notte, e aveva giurato che sarebbe ripartita la sera stessa, con o senza di lui. Perciò tanto valeva.
Ogni passo verso il piccolo bar dove era fissato l'appuntamento era un dolore fisico, proprio all'altezza dello stomaco, ma lui si sforzò di non pensare troppo a quello che stava effettivamente facendo.
Entrò nel locale lasciandosi investire dal profumo di zucchero e spezie, scandagliando con lo sguardo tutti i tavoli dell'enorme sala uno ad uno. Nessuna traccia di lei. Il cameriere lo riconobbe immediatamente e lo guidò fino ad uno stretto corridoio decisamente più intimo. Doveva immaginarlo. Bussò leggermente ad una delle tante porte e poi la spinse, aprendola ed invitandolo ad entrare.
Rob si chiuse con calma la porta alle spalle prima di voltarsi. Aveva ragione, quella doveva essere una delle prenotate dai clienti del pub che volevano stare in pace. Era occupata da due piccoli sofà e da alcune poltroncine, disposte intorno ad un tavolo coperto di brocche e piccola pasticceria da tè. E su una di quelle magnifiche poltroncine chiare c'era lei. Magra e sinuosa, i lunghi capelli scuri che le ricadevano sul petto mossi e scompigliati come piacevano a lui. Guardava accigliata fuori dalla finestra, probabilmente scrutando la massa di gente che si era accumulata di fronte al locale. Era bellissima come sempre, ma Rob avrebbe potuto giurare di vederla leggermente dimagrita e più pallida del solito.
- Ciao.
Non spostò lo sguardo di un millimetro, continuando imperterrita a fissare fuori pronunciando quel saluto insipido e privo di emozione. Poi all'improvviso i suo occhi saettarono verso quelli di Rob, incontrandoli. Erano una maschera di dolore che stonava terribilmente con il resto della figura. Era come sempre composta e posata, e perfino il tono della voce non tradiva la più benché minima emozione, ma dagli occhi trapelava la realtà. "Lo sguardo è la porta dell'anima", si dice. E in quel momento Rob si accorse che non c'era niente di più vero.
 
Non riuscì a capire il vero motivo per cui era andato da lei ad ascoltarla ripetere per l'ennesima volta la storia farcita con le solite scuse, finché non la sentì parlare. Era stufo di essere preso in giro, ma anche il solo suono della voce di lei era quanto di più bello le sue orecchie avessero mai sentito, e ogni volta gli sembrava di coglierne nuove sfumature che la volta precedente aveva trascurato. Era incredibilmente difficile concentrarsi sul significato di  quello che diceva, tanto era bello il suo parlare.
- Tu non sai - la interruppe però, appena lei fece una pausa, parlando per la prima volta da questo aveva messo piede in quella stanza - come mi sono sentito quando ho visto quelle foto. Deluso. Terribilmente deluso. Triste. E vuoto. Non immagini che cos'eri per me. Eri come ossigeno, eri quello per cui vivevo, che all'improvviso mi è stato sottratto. E ricominciare non è stato affatto facile, credimi. Anzi, è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto nei miei ventisei anni di vita. Ma ci stavo riuscendo, finalmente. Ricominciavo a respirare, ricominciavo a vivere. Ma poi sei tornata, e mi hai ripetuto tutta la storia ancora una volta. Ed è come essere punto a capo.
Le sfuggì un singhiozzo, che cercò di mascherare con scarsi risultati, e la voce di Rob si fece più bassa, mentre si sporgeva verso di lei con il busto.
- Non sai quanto darei per poterti perdonare davvero, e subito. Dimenticare tutto e ricominciare da dove eravamo rimasti. Ma non posso. Ogni volta che chiudo gli occhi mi passano davanti tutti i momenti che ho passato da quando ho visto quelle maledette foto, e mi manca ancora il fiato. Non posso permettermi di concedermi il rischio che succeda ancora. Non adesso. E' troppo presto. Lascia che mi riprenda, e quando sarà il tempo se sarai ancora disposta a sentir parlare di me, allora forse potremmo ricominciare da zero.
A queste ultime parole Kristen non trattenne più le lacrime, e quella vista distrusse ancora di più Rob.
- Io sono innamorata di te, Rob. Di te e basta. Non m'importa niente di nessun'altro, sei tu la persona che voglio. Ti ho fatto soffrire, e me ne sono pentita come non mi ero mai pentita di niente in tutta la mia vita, ma devi credermi quando ti dico che io non ho sofferto di meno. Quando mi sono resa conto di quello che avevo fatto oramai era già troppo tardi, le foto avevano fatto il giro del mondo e di cellulare in cellulare erano arrivate a te, e io... Avevamo fatto dei progetti, ricordi? Noi due insieme, dei bambini, una bella casa, una vita felice. Non riuscivo a sopportare di aver distrutto tutto questo per uno stupido bacio capitato in un momento di debolezza, ed è stato allora che è successo per la prima volta.
Rob non la seguiva più, incominciava a perdere il filo del discorso.
- Successo cosa?
La ragazza respirò profondamente per poi prendere ad arrotolarsi la manica della camicia. Lui si avvicinò istintivamente a lei, per vedere meglio quello che gli stava venendo indicato, e quando la camicia fu arrotolata fino alla spalla, Kristen girò il braccio, mostrandogli una lunga serie di tagli rossi sparsi sul polso e sull'avambraccio. A Rob mancò il fiato.
- Il dolore era troppo, non riuscivo più a sopportarlo, così ho dovuto convincermi che non fosse tutto a causa mia, ho dovuto trovare un modo di convincermi che era solamente dolore fisico. E questo mi è sembrato la via più rapida.
Il ragazzo rimase completamente pietrificato sulla sedia, gli occhi fissi su quel braccio martoriato.
- Ho perfino pensato al suicidio, quando ho letto che uscivi tutte le sere ad ubriacarti. La vita senza di te stava perdendo senso, stavo incominciando davvero a credere di non avere più ragioni per viverla. E poi è arrivata la chiamata di tua madre.
La menzione della madre sembrò scuotere appena Robert, che se non altro riuscì a spostare il suo sguardo negli occhi scuri di Kristen.
- Mi ha detto raccontato che i tuoi amici erano davvero preoccupati per te, mi ha spiegato che non ti aveva mai visto così, e mi ha chiesto cosa sarei stata disposta a fare per riaverti. "Qualunque cosa", le ho risposto, ed era la verità. Mi ha detto che ti avrebbe parlato, ma che avrei dovuto fare lo sforzo di cominciare a cercarti, a riallacciare qualcosa, perché lei potesse provare a convincerti a darmi un'altra possibilità. Da quel giorno ci siamo sentite sempre, e piano piano ho perso l'abitudine di sfogarmi su me stessa, e ho ricominciato a cercarti. E... Beh, sai com'è andata. Adesso siamo qui, e prima di lasciarti decidere ho intenzione di chiarire una cosa. Ho prenotato un biglietto per Los Angeles, domattina. Lascerò Londra, e non tornerò sui miei passi. Se mi vorrai ancora al tuo fianco per riprovarci, allora lo faremo, altrimenti incomincerò una nuova vita, sperando di riuscire a voltare pagina.
Svuotò il polmoni dall'aria residua e si abbassò la manica, asciugandosi le lacrime che le erano rimaste sulle guance.
Robert per la prima volta da tanto tempo sentì gli occhi pungere, come perforati da mille aghi, e non riuscì a trattenersi. Lasciò le lacrime scendere lungo le sue guance, chiedendosi come aveva potuto essere così stupido.
- Non avrei mai dovuto lasciarti andare. - sussurrò, prima di stringerla in un abbraccio e respirare intensamente il profumo dei suoi capelli.
- Ricominciamo da qui. Cancelliamo tutto quello che c'è stato, pensiamo solo a noi adesso, e basta.
Kristen si lasciò scappare un singhiozzo, accompagnato subito dopo da un accesso di lacrime, che però, per la prima volta dopo mesi, erano lacrime di gioia, non di tristezza, né di dolore.
- Non avrei mai dovuto lasciarti andare, e non succederà mai più. - sussurrò un'ultima volta Robert, prima di baciarla e cancellare tutta quella brutta storia una volta per tutte, pronto per girare pagina insieme alla ragazza della sua vita.
 
 
 
 
My space:  hello everyone! questa os è stata un vero e proprio parto. l'ho cominciata quando hanno iniziato a girare i rumors sulla possibile rottura dei robsten, e sono riuscita a finirla solo oggi... ed è pure corta, considerato quanto ci ho messo a buttarla giù çwç anyway, spero che non faccia proprio così schifo cc
mi lasciate qualche recensione? askjsbf.
love ya <3
Tinaaa, @ehypotter on twitter c:
  
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