Serie TV > Starsky e Hutch
Ricorda la storia  |      
Autore: AlleyCat    11/11/2012    0 recensioni
"C'erano una volta, in una città che si affacciava su una baia, due bei cavalieri." Come in ogni favola che si rispetti Starsky e Hutch dovranno combattere il male che minaccia di distruggere loro e la città. Riusciranno a sconfiggerlo? Avranno il loro lieto fine?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note: Questa è una traduzione. L'autrice della storia è AlleyCat. La fic in lingua originale si trova qui.


A Fairy Tale

by

Alleycat
 

C'erano una volta, in una città che si affacciava su una baia, due bei cavalieri. Uno era alto e dalla carnagione chiara, con sottili capelli lisci del colore del sole e occhi che uguagliavano il cielo in una limpida giornata d'estate. Aveva una corporatura snella e atletica. I capelli ricci dell'altro cavaliere erano tanto bruni quanto quelli del primo cavaliere erano chiari e i suoi occhi avevano il colore di quel cielo estivo durante la notte. Non era così alto come il biondo, e le sue gambe erano leggermente incurvate, ma il suo corpo agile si muoveva con inconscia grazia.

Grazie al loro coraggio, le buone azioni, e modi poco ortodossi, la loro fama si sparse per la città sulla baia. Tutti conoscevano i loro nomi: Sir Hutch, il biondo, e Sir Starsky, il cavaliere dai capelli bruni.

Una feroce devozione per la giustizia e l'uno verso l'altro li univa, come il sangue lega fratello a fratello. La loro amicizia era oggetto di molti racconti. Niente e nessuno poteva mettersi tra di loro. Fino a che...

Un pazzo aveva cominciato ad uccidere giovani fanciulle che tornavano a casa dal ballo. Harold di Dobey, il signore dei due cavalieri, scelse una bella, giovane donna di nome Kira per aiutare gli eroi nella ricerca dell'assassino.

Ahimè, Kira era una bellissima maga che lacerò il tessuto finora indistruttibile dell' amicizia dei cavalieri. Prima di essere scelta, aveva già sedotto il cavaliere bruno e fatto sì che lui si innamorasse di lei. Egli confessò la propria passione al suo miglior amico Hutch. Ma la bella Lady Kira gettò il suo incantesimo anche sul cavaliere biondo. Quandò Starsky andò a far visita all'amata, scorse il suo caro amico che emergeva, mezzo svestito, dalla camera di lei. Per la prima volta in assoluto, Starsky assalì Hutch. I due cavalieri combatterono per la bella damigella, e ciò la turbò profondamente. Li implorò di desistere. Lo fecero, e Starsky se ne andò, pieno di furia e dolore. Hutch lo seguì, ma ognuno andò per la propria strada.

Ora una nube incombeva sull'amicizia passata e futura, e tra loro c'era una grande freddezza. Ormai odiavano stare alla sola presenza l'uno dell'altro, ma dovevano continuare a lavorare insieme fino a che avessere catturato l'assassino. Quando misero il maniaco con le spalle al muro e lui minacciò di uccidere se stesso e molti altri, i due cavalieri lavorarono insieme impeccabilmente, come avevano sempre fatto prima, per catturarlo e salvare la situazione. Erano stati la reciproca fiducia e il solito, incredibile tempismo la chiave del loro successo per risolvere questo caso. Ancora pochi secondi e sarebbero stati uccisi.

Lo shock di scoprire cosa avevano quasi perduto li riportò alla ragione, si resero conto del prezzo-- della lussuria, e dell'orgoglio, e dei loro bisogni inespressi. Sapevano di dover parlare.

Decisero di andare nelle stanze di Hutch. Una volta che si furono accomodati sulle sedie, Starsky parlò per primo.

"Ti ho detto che l'amavo, Hutch," disse lui, di Kira.

"Lo so," disse piano Hutch.

"Allora perché?" chiese Starsky.

"È stata lei a farsi avanti," disse Hutch a Starsky, guardandolo intensamente negli occhi blu. "Ero andato a trovarla per scoprire quello che provava veramente. Lei non aveva intenzioni serie nei tuoi confronti, non come te nei suoi. Sapevo che ti avrebbe fatto molto male, amico. Ho immaginato che se tu avessi saputo che che aveva fatto l'amore anche con me, l'avresti lasciata subito, prima di farti ancora più male."

"Cioè, mi stai dicendo che ti sei fatto la mia ragazza per non farmi soffrire?" chiese Starsky, incredulo.

"Sì," annuì Hutch, poi aggiunse più sommessamente, "e perché ero geloso."

"Eri geloso di me?" chiese Starsky, con una traccia della sua solita sfrontatezza.

"No," sussurrò Hutch con struggimento, "ero geloso di lei."

"Di lei?" Apparentemente Starsky non capiva cosa stava dicendo Hutch.

"Tu l'amavi davvero, Starsk. Ma lei non ti amava alla stessa maniera. Non come ti amo io," disse Hutch, chinando la testa. Questo coraggioso cavaliere, che mai aveva temuto alcun criminale, aveva paura di come il compagno d'armi avrebbe reagito alla sua dichiarazione d'amore.

"Non capisco, Hutch. Sai che anch'io ti voglio bene.(1) Ti ho sempre voluto bene. Perfino più che a mio fratello," disse Starsky, riferendosi al cavaliere Nicky, che egli amava a causa del sangue comune, non per la reciproca intesa.

"Non intendo in quel senso," disse Hutch, osando guardare Starsky negli occhi mentre si allungava e accarezzava la guancia dell'amico. "Non capisci? Volevo fare l'amore con lei perchè tu avevi fatto l'amore con lei. Era quanto di più vicino potessi ottenere al fare l'amore con te."

Starsky indietreggiò. "Hutch!"

"Starsk..." Hutch si allungò di nuovo verso di lui.

"No! Devo pensare un attimo," disse Starsky, respingendo la mano di Hutch, mentre si alzava e andava alla finestra.

Il silenzio regnò per alcuni minuti, durante i quali Hutch restò seduto domandandosi ansiosamente a quale conclusione sarebbe giunto il suo amico.

"Quindi è per questo che mi hai ferito? Perché mi ami così tanto," disse lentamente Starsky, voltandosi per guardare in faccia Hutch.

"Sì," disse Hutch con un sospiro, alzandosi dal suo posto e avvicinandosi a Starsky. "Sapevo che ciò ti avrebbe ferito, ma non l'ho fatto per ferirti. Pensavo davvero che fosse un modo per aiutarti, ma avrei dovuto pensarci meglio, vero?" Strinse il braccio di Starsky. "Ero accecato dalla gelosia e dall'amore. Non è una scusa, lo so. Mi dispiace così tanto, Starsk."

"Non so cosa dire," disse Starsky. "Mi sbagliavo su Kira. Lei voleva solo divertirsi. Ma mi sbagliavo anche su di te."

Hutch trattenne il respiro, aspettando di sentire cosa voleva dire il suo amato. Sentiva la propria vita appesa a un filo, proprio come lo era stata poco prima quella sera, quando il pazzo li aveva minacciati. Se Starsky stava ponendo fine alla loro amicizia, Hutch sarebbe morto. Hutch non avrebbe potuto vivere senza più l'amore della sua vita. Era lentamente giunto a rendersene conto da quando avevano combattuto l'uno contro l'altro. I colpi fisici che Starsky sferrava su di lui non erano niente rispetto a quelli mentali. Nelle ore trascorse da quando era successo, aveva capito di aver sbagliato, che aveva fatto soffrire Starsky inutilmente. Aveva compiuto un gesto terribile e non sapeva come rimediare. Sapeva che avrebbero dovuto parlare, ma stava aspettando il momento giusto, che Starsky gli desse un segno di essersi gettato alle spalle il risentimento e la rabbia. Quanto potevano durare? Non erano stati migliori amici per tanti anni? Avrebbe pur contato qualcosa. Poi, quella sera, erano quasi stati uccisi, e si era reso conto di non poter più aspettare. E riteneva che Starsky fosse pronto ad ascoltarlo. Ora, Starsky aveva ascoltato. Era il momento della verità. Il cuore di Hutch quasi si fermò.

"Negli ultimi tempi non sei stato te stesso, Hutch," disse Starsky. "Sei stato di cattivo umore, a volte distante. Forse mi sono innamorato di Kira così facilmente perché ero alla ricerca di un sostituto del vecchio te. Qualcuno affettuoso e pieno di calore, che dimostra sempre di amarmi. L'ho amata perché ti avevo perso. Ma ho pensato che tu mi volessi ancora bene, che stessi solo attraversando una fase e che alla fine ti sarebbe passata. Finché ti ho sorpreso con Kira. Hai idea di come mi sono sentito in quel momento?" chiese Starsky, angosciato.

Hutch si limitò a scuotere la testa. Pensò di poter sentire il proprio cuore spezzarsi letteralmente nel petto.

"La mia ragazza mi ha tradito con il mio miglior amico! La donna che pensavo di amare davvero, con l'uomo che in realtà amavo ancora di più. Ma non me ne sono reso conto fino a adesso. In quel momento ho solo provato il peggior dolore della mia vita. Volevo solo farti del male."

"Dio, Starsky! Mi dispiace così tanto." La voce di Hutch si ruppe.

"Mi hai fatto soffrire molto, Hutch, ma ora capisco perché. Quindi va bene. Ti perdono. Vorrei che questo potesse essere successo in un modo diverso, meno dolorosamente," continuò Starsky, sorridendo in quel modo sghembo, unicamente suo, "ma almeno, ora sappiamo dove ci troviamo."

Hutch semplicemente fissò il suo amore, colmo di speranza, ma non disse niente. Dove, piccolo? si chiese.

"Ci amiamo," proseguì Starsky. "Abbiamo bisogno l'uno dell' altro. Ci vogliamo l'un l'altro. Kira era solo un sostituto per te e per me." Alzò la mano sinistra per far scorrere le dita tra i capelli di Hutch, poi, tenendogli il capo, si fece più vicino. "È tempo per il vero amore."

Ora Hutch pensò di poter sentire il proprio cuore scoppiare di gioia. Strinse l'uomo che amava tra le braccia e si chinò per accettare e ricambiare il bacio di Starsky. Le labbra indugiarono amorevolmente, poi le lingue si presero il loro tempo per fare conoscenza. Tutto l'amore che avevano represso si riversò fuori e quasi si divorarono l'un l'altro.

Infine, dopo alcuni minuti di baci appassionati, si separarono e rimasero a guardarsi negli occhi.

"Ti amo," disse Hutch.

"E io amo te. Allora, cosa facciamo adesso?" chiese Starsky con un sorriso.

"Esploriamo le possibilità sul mio grande letto di ottone," replicò Hutch, dando a Starsky un bacio veloce, prendendolo poi per un gomito e conducendolo al suo rifugio lontano dal mondo.

Così andarono in camera da letto e fecero l'amore quasi fino all'alba, scivolando infine nel sonno con un bacio e uno sbadiglio. Si svegliarono più tardi la mattina di quel bel giorno, che trascorsero gioiosamente, sapendo che sarebbero vissuti per sempre felici e contenti nella loro città sulla baia.


FINE

 

(1) In inglese "I love you" significa sia "Ti voglio bene" sia "Ti amo", e nel tradurre in italiano ho dovuto decidere quali termini usare, sacrificando così tutte le sfumature del termine in lingua originale, che causavano appunto il fraintendimento di Starsky.

Note finali: questa storia è stata pubblicata su "SHareCon2000", un magazine in cui vengono raccolte storie scritte dai fan. Viene pubblicato ogni due anni circa in occasione della SHareCon Covention tenuta in Maryland. Se volete dare un'occhiata cliccate qui.


 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Starsky e Hutch / Vai alla pagina dell'autore: AlleyCat