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Autore: telesette    11/11/2012    0 recensioni
Avventure, ipotesi, ricostruzioni... Tutte le curiosità sul Mondo e sui personaggi di DRAGON QUEST VIII - "L'Odissea del Re Maledetto!"
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Nota dell'Autore:

Tutte le vicende e i personaggi di questa raccolta girano attorno a vicende e fatti presenti nel mondo di DRAGON QUEST - "L'Odissea del Re Maledetto"... Per il resto queste sono tutte libere interpretazioni su fatti realmente riportati nel videogioco, a scopo unicamente amatoriale.

BUON DIVERTIMENTO !!!

 

 

 

- Hanno ucciso Mastro Alistair! Mastro Alistair è morto... Presto, correte !!!

La notizia riguardante il giovane rampollo della casa degli Albert lasciò tutti di stucco.
Tutti ad Alexandria conoscevano Alistair, il prode Alistair, coraggioso e generoso difensore del suo villaggio. La sua abilità con la spada era nota a tutti, così come era noto il suo talento negli incantesimi da battaglia, e tutti al villaggio lo ammiravano e lo rispettavano enormemente.
Nessuno riusciva a credere ad una simile tragedia.
La nobile Rosalind Albert, madre di Alistair, rimase letteralmente pietrificata. Già non molto tempo addietro, quando rimase vedova del suo adorato marito, i suoi due figli Alistair e Jessica erano le uniche gioie a lei rimaste. Se la notizia era di per sé sconvolgente per il villaggio intero, per lei era senza dubbio come una spada affilata nel bel mezzo del cuore.
Al grido della sentinella che aveva urlato ciò che aveva scoperto, tutti gli abitanti di Alexandria si precipitarono nella piccola piazza centrale. La povera signora Albert, raggiungendo la folla a fatica, dovette sostenersi al braccio della cameriera per non svenire. Il soldato raccontò dunque del suo giro di controllo alla Torre di Alexandria, e di come si era così imbattuto nel cadavere del suo capitano.
Prima però che potesse descrivere a tutti i dettagli, facendosi largo tra gli altri come una furia, la giovane sorella di Alistair si precipitò ad afferrarlo per il bavero dell'uniforme.

- Che cosa è successo a mio fratello ?!? - urlò la ragazza, chiaramente in preda ad un'incontenibile crisi isterica. - Chi è stato? Parla!
- N... No... Non lo so - balbettò l'uomo in risposta, lasciando quasi cadere di mano la propria lancia. - Quando sono salito in cima alla torre, Mastro Alistair era a terra in una pozza di sangue; ho provato a chinarmi su di lui, nel tentativo di rianimarlo, ma era stato colpito in pieno petto e trapassato da parte a parte... era già morto, prima ancora che arrivassi io!

Jessica sbarrò gli occhi.
Alistair, il suo caro e dolce fratello maggiore, colui che le era sempre stato accanto fin da quando era bambina. Alistair era tutto per lei: un fratello, una guida, un'ispirazione, un modello di coraggio e generosità... Non riusciva neanche ad immaginare la sua vita senza di lui.
Purtroppo invece era vero.
Alistair era scomparso e non sarebbe mai più tornato da lei... mai più!
Mai più Jessica avrebbe rivisto il suo sorriso.
Mai più Alistair l'avrebbe accarezzata mentre dormiva.
Mai più le dita del fratello le avrebbero asciugato le lacrime dagli occhi, come quando era piccola.

- Non è vero - mormorò lei con appena un filo di voce. - Non può essere vero, no... è una bugia, è solo una sporca bugia!
- Signorina Jessica, io...

Prima che il soldato potesse dire qualcosa, altre quattro guardie comparvero improvvisamente davanti all'ingresso del villaggio.
Costoro si erano attardate perché appesantite dal fardello di colui che trasportavano e, sotto lo sguardo attonito e sbigottito dei presenti, si fecero dunque avanti trasportando degnamente le spoglie mortali del capitano Alistair Albert.
Come lo vide coi propri occhi, a Jessica le si spezzò il cuore.
Fino a un attimo fa, la fanciulla sperava ancora di vederlo tornare da solo, attraverso quel grosso arco di legno istoriato di rune che segnava l'ingresso del villaggio di Alexandria. Immaginava di vederlo tornare, stanco e probabilmente ferito, ma vivo... Ma non appena si trovò di fronte la salma, rispettosamente sorretta dai quattro ufficiali che lo sorreggevano con la spada posata sul petto, in quel momento Jessica sentì esplodere dentro di sé un dolore atroce.

- Alistair - gemette.
- Miss Jessica, la prego, non si avvicini a...

Malgrado le proteste apprensive del soldato, Jessica lo oltrepassò senza nemmeno ascoltarlo.
Non era in grado di vedere niente e nessuno, all'infuori di Alistair. E quando le sue dita si strinsero attorno alle mani fredde e gelate del fratello morto, e le lacrime scesero lungo le guance come cera bollente, il dolore era troppo grande per riuscire a trattenerlo.

- Alistair, perché... Perché proprio tu? Perché, Alistair... NOOO !!!

L'urlo disperato e incontenibile riecheggiò forte nell'aria del tramonto.
Incapaci di proferire parola, tutti si strinsero nelle spalle e chinarono il capo in segno di rispetto.
Jessica pianse a lungo sul corpo di suo fratello, stringendolo e accarezzandone il volto, come in un estremo quanto inutile tentativo di riportarlo a sé.
Anche Rosalind Albert soffriva, malgrado il suo dolore fosse più contenuto rispetto a quello della figlia, e neppure lei riusciva a capacitarsi del perché la Dea avesse precipitato su di loro una simile disgrazia.
La morte di Alistair era un durissimo colpo, anche perché lui era l'ultimo erede maschio della famiglia, e senza di lui purtroppo la dinastia degli Albert era destinata a "spezzarsi"...

 

***

 

- Jessica... Jessica... Perché piangi, sorellina?

La piccola Jessica alzò lentamente lo sguardo, abbassando appena i pugnetti coi quali si stava sfregando gli occhioni arrossati.
Alistair si chinò ad accarezzarle la fronte, sorridendole come sempre, e lei si buttò ad abbracciarlo disperata.

- Oh, fratellone - esclamò tra i singhiozzi. - Mi fa tanto male, tanto!

Alistair sorrise.
La piccola Jess, nonostante avesse già quattro anni compiuti, sovente tendeva ad ingigantire un po' tutto.
Birbante e indisciplinata, come la maggior parte delle bambine della sua età, era più facile che si cacciasse nei guai piuttosto che desse retta a qualcuno più grande di lei. Tuttavia Alistair aveva sempre avuto un grande ascendente su di lei, al punto da essere l'unico in grado di riprenderla e consolarla.
Jessica si strinse tra le braccia accoglienti del fratello, piangendo sulla sua spalla, e solo un momento dopo Alistair notò il segno rosso sul suo ginocchio. Cadendo mentre correva, come spesso succedeva, la piccola si era sbucciata dolorosamente il ginocchio e il taglio le bruciava. Subito Alistair le massaggiò il cespo rosso di capelli, che lei portava legati dietro la nuca con due piccoli codini ai lati, e le asciugò una lacrima con l'indice dell'altra mano.

- Su, su - esclamò lui sottovoce. - Andiamo, non è nulla!
- Ma fa tanto male... brucia!
- Aspetta, ora ci penso io!

Ciò detto, Alistair si concentrò e indirizzò una piccola dose di energia magica per indirizzare un incantesimo "Minicura" sulla sbucciatura. Il taglio si illuminò per un momento di una lieve luce verdognola, dopodiché smise di sanguinare e si rimarginò completamente.

- Grazie, fratellone - fece Jessica, abbracciandolo riconoscente. - Sei il migliore!
- Oh via, via - tagliò corto l'altro. - Cerca piuttosto di stare attenta quando corri, va bene?
- Promesso - rispose la bambina, intrecciando astutamente le dita dietro la schiena.
- Che bugiarda - fece Alistair, indovinando lo stratagemma dall'espressione fin troppo soddisfatta della sorellina.

Era sempre così.
Dei due, era lui quello più saggio, generoso e responsabile.
Alistair aveva cominciato fin dalla più tenera età ad apprendere i rudimenti dell'arte magica, assieme alle varie tecniche di scherma, per poter difendere il suo villaggio una volta cresciuto. Jessica invece era sì una piccola e incorreggibile monella, ma aveva anche lei un cuore grande e sensibile e adorava suo fratello più di qualunque altra cosa. Entrambi erano inseparabili, come il cielo e le nuvole o come la notte e le stelle, e non potevano neanche pensare di stare lontani uno dall'altra.

- Ti voglio bene, fratellone - disse Jessica, stringendo Alistair ancor più teneramente del suo orsacchiotto.
- Anch'io te ne voglio, Jess!

 

***

 

- Oh, Alistair - sussurrò Jessica, in piedi davanti alla bara che racchiudeva il corpo rigido e immobile di suo fratello.

Per anni Jessica aveva visto in Alistair la figura del fratello maggiore, assieme a quella del padre che non aveva mai conosciuto, e si era sempre sforzata di crescere e di assomigliargli almeno in parte.
Non potendo eccellere come lui nelle tecniche di spada, e non avendo ancora sviluppato una gran forza fisica, la fanciulla aveva deciso di apprendere l'uso della magia e con buoni risultati. Ovviamente non intendeva competere né tantomeno rivaleggiare con il fratello, che semplicemente riteneva "insuperabile", ma lo stesso Alistair era il primo a riconoscere il suo talento e la sua bravura.
Da sempre la leggenda sullo storico antenato degli Albert, del quale la famiglia stessa purtroppo non conosceva esattamente tutta la storia, parlava di un "prescelto"... un discendente che, nato in seno alla famiglia Albert, avrebbe avuto in sé il potere di fare cose eccezionali.
Jessica ovviamente era convinta che Alistair fosse il degno erede del loro illustre antenato: era un maestro con la spada, ed era anche eccezionale nell'uso degli incantesimi...
Tuttavia Alistair non era né un arrogante, né orgoglioso al punto da equivocare sulla sua forza, e nel tempo anzi si era convinto di non essere lui quello dotato di grandi poteri. La sua spada era pressoché inutile contro la magia, e un vero mago avrebbe certo paragonato i suoi poteri ai giochetti di un bambino. Più il giovane rifletteva, specie osservando la velocità con la quale la sorella apprendeva l'uso di magie al di sopra della sua portata, più si convinceva del fatto che Jessica aveva molte più possibilità di lui di essere la vera erede.
Quale che fosse la verità però, oramai per lei non aveva più alcuna importanza.
Alistair era morto, e nessuna magia lo avrebbe più riportato in vita.
Tutti al villaggio piangevano la sua scomparsa, anche se non quanto lei, eppure nessuno sembrava voler chiarire il perché della sua morte.
Nessuno al villaggio era in grado di combattere, ad eccezione del piccolo drappello di guardie, e gli stessi militari dubitavano di poter sconfiggere colui che aveva ucciso il migliore tra tutti loro.
Tuttavia Jessica non aveva alcuna intenzione di dimenticare.
Non poteva dimenticare!
Alistair era la persona più buona, più cara e più generosa che avesse mai avuto accanto. Non poteva permettere al suo assassino di rimanere impunito, anche a costo di affrontarlo lei stessa.

- Ti vendicherò, Alistair - giurò lei in silenzio, serrando le dita nel pugno e levando alta la sua promessa finanche alle orecchie della Dea Onnipotente. - Non so come, non so quando e non so neppure in che modo... Ma giuro che ti vendicherò, a qualunque costo!

   
 
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