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Autore: Oneipo_    11/11/2012    3 recensioni
Vi siete mai domandati chi potrebbe essere la musa ispiratrice di Chris Martin? Io, sì.
E l'ho immaginata così.
Non so perchè proprio lui, ma mi è sembrato un buon protagonista della mia ff.
Ovviamente il tutto è inventato, grazie alla mia fantasia!
E' la mia prima ff sui Coldplay, spero vi piaccia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"For you I'd bleed myself dry."
 



 

Non ci credeva.
Non credeva di esserci veramente riuscito. Di aver realizzato il suo sogno.
Non credeva possibile che stesse correndo per le vie di Londra senza una meta precisa, con in testa una sola cosa "ce l'aveva fatta".
Teneva stretto in mano quel foglio che rendeva le sue speranze reali e non voleva lasciarlo per nessuna ragione al mondo.
Neanche l'avessero obbligato.
Si fermava di tanto in tanto a fissarlo, leggeva la sua firma tremolante e indecisa a fondo pagina e tratteneva le lacrime che, lo sapeva bene, prima o poi sarebbero arrivate.
Chris Martin, con i suoi corti capelli biondi e il viso troppo giovane, non avrebbe trattenuto quelle lacrime dovute all'emozione ancora a lungo.
 
Si fermò a riprendere fiato e si domandò cosa, effettivamente, stesse facendo, in giro per quella città, completamente solo e sudato.
Probabilmente avrebbe dovuto avvertire qualcuno di ciò che era appena successo.
Avrebbe dovuto chiamare i suoi e dirgli che finalmente suo figlio gli avrebbe dato delle soddisfazioni, li avrebbe resi fieri di lui.
Scosse la testa.
Avrebbe dovuto chiamare Jonny prima di tutti. Glielo doveva. Lui era a casa intrepido e in attesa di notizie. E non poteva farlo attendere ancora.
Tirò fuori il cellulare e compose il numero, poi ci ripensò.
Forse era meglio organizzare qualcosa di speciale per il suo migliore amico. Lo avrebbe portato a bere una cosa e poi gli avrebbe detto "Jonny, amico mio, diventeremo famosi."
Già se l'immaginava la faccia di lui mentre si strozzava con la birra e diventava tutto irrimediabilmente rosso.
Sorrise.
Avrebbe fatto così anche con Guy e William, gliel'avrebbe detto a tutti e tre insieme, di fronte a una bella bionda (la birra, s'intende). Sarebbe stata una cosa straordinaria.
Fissò per un pò il foglio del contratto e riprese a correre per le vie.
Dove stesse andando, poi, non lo sapeva.
Era talmente felice che sarebbe riuscito a correre per giorni interi.
O forse sarebbe stato il nuovo Forrest Gump. Avrebbe corso finchè, un giorno, quella felicità non sarebbe finita. Poi, semplicemente sarebbe tornato a casa e avrebbe ricominciato una nuova vita.
 
D'improvviso, si rese conto di cosa volesse.
Voleva vedere lei.
Voleva che lei diventasse la prima persona a sapere cosa gli era appena successo.
La voleva solo guardare negli occhi e dirle "diventerò qualcuno", lasciarsi abbracciare e perdersi nei suoi occhi profondi.
Non voleva nient'altro che vederla sorridere ed essere felice, per lui, per quello che sarebbe diventato, per quello che sarebbero diventati loro. Insieme.
Già la vedeva aspettarlo sulla porta di casa, con i suoi vestiti poco curati e i suoi capelli spettinati. Senza trucco ma splendidamente bella, come sempre.
E vedeva lui stesso correrle incontro e urlarle "presto mi vedrai sui palcoscenici di tutto il mondo".
Si diede del cretino, di tutto il mondo era esagerato. Al massimo di tutta la Gran Bretagna, se proprio avesse avuto fortuna. Probabilmente, se fosse diventato veramente famoso in tutto il mondo, allora avrebbe cominciato a pubblicare album dai titoli più insensati.
Come Mylo Xyloto. 
Rise.
Chi mai chiamerebbe un disco così? Non ha senso!

 
Bussò più volte a quel portone dove, deluso, lei non lo stava veramente aspettando.
Si diede dello stupido quando capì che era aperto e che sarebbe potuto entrare subito, senza perdere tutte le sue forze a dare colpi inutili al legno.
E si sentì uno schifo quando si accorse che la sua casa era completamente vuota.
Improvvisamente la stanchezza dovuta alla corsa per la città lo colpì. Insieme al suo cattivo umore.
Non era più felice, non voleva più correre.
Voleva riposare.
Lei non c'era, e non riusciva a dare una spiegazione sensata a tutto quello.
Lei se n'era andata e non l'aveva neanche chiamato.
Come aveva fatto a dimenticarsi di lui? Eppure glielo aveva detto il giorno prima, che lo amava.
E lui gli aveva sorriso, l'aveva abbracciata, le aveva lasciato un dolce bacio sulle labbra e le aveva risposto "io ti amo di più".
Se lo ricordava benissimo.
Allora perchè se n'era andata? Perchè l'aveva lasciato lì? Perchè non era restata, nel giorno più felice della sua vita?
Eccole, quelle lacrime che tratteneva.
Ma non erano più lacrime di gioia, quelle bruciavano, facevano male agli occhi e al cuore.
La chiamò, insistentemente, più di una volta. E ricevette sempre il suo telefono staccato.
Poi lo vide. Quel foglio su quel pianoforte.
Quella canzone che lui aveva scritto pensando a lei.
E lesse quelle parole:
"Mi dispiace".
Semplici, coincise, veloci.
Come una coltellata in pieno petto.
  
  

"Look at the stars, look how they shine for you, and all the things that you do."
Sorrise, Chris, salutando il pubblico con un gesto e asciugandosi il sudore. Posò la sua chitarra accanto al pianoforte e cercò di non far notare ai suoi amici gli occhi lucidi.
Il pensiero, inevitabilmente, andò a lei.
L'aveva cercata, da quel giorno. L'aveva cercata come un dannato fino a dover rinunciare quasi obbligato. Dagli eventi, dalle persone che lo circondavano.
E poi l'aveva scoperta, la sua morte.
In quel gelido giorno di gennaio lui l'aveva trovata e persa di nuovo. Questa volta per sempre.
E mentre cantava la loro canzone, mentre cantava l'unica cosa di lei che gli era rimasta, Chris Martin, nonostante fossero passati anni, nonostante la sua vita fosse stata completata da una bellissima moglie e due splendidi bambini, non poteva non continuare a fare ciò che aveva sempre fatto.
 
Scrivere canzoni per lei.
 




Nota autrice:

Se siete arrivati fin qui significa che avete letto la storia e di questo già vi ringrazio.
Voglio fare alcune precisazioni, tanto per...
Mi piacciono tantissimo i Coldplay, conosco parecchie cose su di loro, e amo le loro canzoni.

Qualsiasi persona probabilmente sarebbe potuta essere il protagonista delle mie folli storie senza un senso, ma alla fine ho scelto Chris Martin perchè forse lui è per me una musa ispiratrice.
O meglio, lo sono le sue canzoni e le sue parole.
Ovviamente la vicenda non è mai accaduta, e non credo proprio che sia andata così quando il gruppo ha ottenuto il loro primo contratto discografico, ma mi piaceva immaginarmelo in questo modo.
Non ho dato un nome alla ragazza perchè così mi sembrava molto più "reale". Lei non è mai esistita, o forse sì.
Forse c'è stata qualcuna che ha ispirato le sue canzoni e che non era Gwyneth.
Ad ogni modo, ho dato libero sfogo alla mia fantasia.
Ah! La battuta sul cd di Mylo Xyloto l'ho inventata di sana pianta, è che ho sentito parecchie interviste e tutti loro dicevano che il nome del loro cd non aveva un senso e gli piaceva per questo. Quindi ho solo immaginato un giovane Chris che si riprometteva di fare una cosa del genere in un futuro, se ne avesse avuto la possibilità.
Mi è sembrato divertente, boh.
Spero che la storia vi sia piaciuta.
A presto spero,
Oneipo.

  



 




 




 

  
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