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Autore: Clover GD    12/11/2012    5 recensioni
Raccolta di storie per la Gwent Week :)
Sette giorni di storie su Trent e Gwen, seguendo sette prompt che noi scrittori ci siamo assegnati.
Le shots non seguono un filo conduttore e possono variare di rating.
Day one - 12 Novembre - Mattino invernale *Ticket
Day two - 13 Novembre - Negozio di musica *Flauto di Pan
Day three - 14 Novembre - Studenti in autobus al ritorno da scuola *Centodue
Day four - 15 Novembre - Lezioni di cucina *Cestini di Pasta Filo
Day five - 16 Novembre - Studenti in una scuola privata *Dalton
Day six - 17 Novembre - Visione di un film vietato ai minori *???
Day seven - 18 Novembre - Horror *???
GWENT IS ON, BITCHES!
Genere: Fluff, Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Gwent Week



Fandom: A Tutto Reality-Total Drama

Autore: Clover DreamOn

Titolo: Ticket
Prompt: Mattino invernale (dato da Greenade)

Beta: Nessuno (zanzanzan! Sarà venuta bene?)

Personaggi: Trent, Gwen, Megan (la madre)

Tipo di coppia: Het

Coppie: Trent/Gwen

Genere: Lieve angst all'inizio, romantico

Rating: Verde

Avvertimenti: Fluff, fluff everywhere

Contoparole: 1263

Note: prima delle sette shot della Gwent Week




Ticket


La mattina del ventitré Dicembre è fatta per lasciare che ogni studente tiri un sospiro di sollievo al termine del conto alla rovescia per l'inizio delle vacanze di Natale che parte dal tredici o giù di lì. Gwen, però, non si sente allegra e libera da qualsivoglia impegno, anzi: sente un pesante masso gravarle costantemente sullo stomaco, in procinto di scendere verso l'intestino e stabilizzarsi lì. Se pochi mesi fa le avessero detto che si sarebbe trovata in queste condizioni, sarebbe solo scoppiata a ridere in faccia all'interlocutore, ma ora tutto quello che riesce a provare è uno strano miscuglio fra tristezza ed oppressione.

È così strano come un bigliettino possa rovinare una giornata” pensa ormai incessantemente da giorni. Solo il venti Dicembre, Trent le ha scritto, durante la lezione di spagnolo, che per le vacanze di Natale prenderà il solito volo oltreoceano per tornare a Praga, da sua madre, dal momento che vive per tutto il resto dell'anno con il padre a Toronto.

Sta' tranquilla,” ha scritto, “sto via solo per le vacanze. Tornerò, come tutte le volte ♥”

E, se prima ha sperato che quei tre giorni non passassero mai, adesso Gwen non fa altro che sperare che queste vacanze passino in fretta.

Sta accoccolata sul divano con le gambe piegate e le ginocchia al mento senza nemmeno la forza di distendere il volto in un finto sorriso: l'assenza di Trent da già male. È strano, perché non è la prima volta che si sveglia senza di lui: non vivono insieme, si vedono a scuola e nel pomeriggio, quindi lei non è mai stata avvezza a svegliarsi con lui accanto. L'unica cosa è che già sa che sarà difficile sentirsi, perché telefonare dall'Europa con il cellulare ha un costo piuttosto elevato, nella casa della madre di Trent internet è disponibile solo quando il vecchio modem si ricorda di funzionare e il telefono fisso di casa Novàk è costantemente occupato.

La madre le dà un bacio sulla guancia e le porge una tazza di cioccolata bianca e densa, proprio come le piace; il fratello, più grande di lei di sei anni, sta ancora dormendo; Brownie, il gatto dal colore che ricorda il cioccolato fondente, si è acciambellato sul tappeto verde scuro e avorio, delicatamente steso sul parquet che ha pressapoco la stessa tonalità di Brownie.

-Qualche problema, tesoro?- chiede Megan, che, dall'alto dei suoi quarantasett'anni, riesce a capire con un solo sguardo se per Gwen c'è qualcosa che non va.

-No, mamma. Va tutto bene.- si ostina a mentire lei, appoggiando la tazza sul tavolino al lato del divano blu notte, aspettando che si raffreddi di quel poco che le consentirà di berne il contenuto, e si china a prendere in braccio Brownie per coccolarlo. Il micione si fa accarezzare socchiudendo gli occhi, mentre comincia rumorosamente a fare le fusa.

Il fatto è che Gwen sta mentendo anche a se stessa, perché non va tutto bene per niente.

Il camino di pietra nera, dirimpetto al divano, lascia che il legno bruci lentamente, producendo quel rumore scoppiettante che assomiglia a quello che sta facendo l'anima di Gwen, mentre si consuma piano nello sconforto.

Non ha voglia di passare il Natale senza Trent.

La madre le dà un bacio tenero sulla guancia e poi le indica la tazza.

-Dovresti bere, tra poco sarà troppo fredda.- le consiglia, prima di sparire oltre la porta del corridoio che porta alla zona notte della casa.

Lei prende la tazza e la rigira fra le mani, beandosi dell'ultima cosa piacevole che le è rimasta: il calore. Che sia poi il calore della tazza o quello delle labbra della madre, beh, sempre di calore si tratta.

Beve la cioccolata a piccoli sorsi, lasciando che il liquido denso le scivoli in gola, scaldandole il corpo. Purtroppo, però, questo non allevia il peso ghiacciato che sente sullo stomaco.

Brownie continua a farsi coccolare, strusciando la testolina marrone scura contro il pigiama nero di almeno tre taglie più grandi di Gwen.

Finita la cioccolata, si alza per andare a mettere la tazza in cucina, poi si dirige verso la propria stanza, desiderosa di rimettersi sotto il piumone, alla ricerca di altro calore, perché quello della madre e quello della bevanda calda non bastano più.

C'è solo un problema.

-Mamma?- la chiama, -Cosa ci fa una valigia chiusa sul mio letto?-

La madre arriva trafelata nella sua stanza.

-Oddio, Gwenney, f-forse non avresti dovuto vederla fino a...-

Il trillo del campanello di casa Fahlenbock distoglie Gwen dai suoi pensieri. La faccenda sta diventando sempre più strana.

-Chi cazzo è a quest'ora?- mugugna Kevin, che si è appena svegliato.

-Tesoro, sono le dieci e mezza, non è poi così tanto tardi.- gli risponde, con ferma gentilezza, Megan.

Gwen, intanto, ha oltrepassato la porta del corridoio e si sta dirigendo verso quella imponente dell'ingresso, pronta a far scattare il paletto e aprirla.

Il clang della maniglia sbloccata riempie le orecchie di Megan.

-Trent?-

Una manciata di secondi dopo, Gwen si rende conto di chi ha davanti.

E non rimane ferma nemmeno per un secondo in più.





Gwen abbraccia Trent stringendolo come se stesse per scomparire.

-Che ti succede?- domanda lui.

Gwen non è mai stata così espansiva.

-Pensavo che il tuo aereo fosse partito ieri notte.- dice lei, incurante di non sembrare la Gwen che è sempre stata.

E poi Trent tira fuori una busta da lettere rossa con un fiocco verde e dorato e Gwen collega tutti i pezzi del puzzle.

Dentro la busta c'è un biglietto dell'American Airlines con il suo nome.

La madre compare dalla porta scura del corridoio con la valigia della ragazza.

-Immagino tu ti debba vestire, tesoro. Il vostro aereo parte fra quattro ore, abbiamo due ore per correre in aeroporto.-

La ragazza guarda prima Trent, poi Megan. Poi di nuovo Trent. Poi un'altra volta Megan.

-Tu lo sapevi!- sibila, indicando la madre.

-Sì che lo sapevo. La madre di Trent mi ha telefonato proponendomi tutto e ci siamo accordate per bene; avete solo diciassette anni, non potete fare tutte queste cose da soli!-

Gwen si gira verso Trent.

-E anche tu lo sapevi! Perché mi hai scritto quel dannato bigliettino?-

-Ho chiamato mia madre ieri mattina e lei mi ha consigliato di far venire anche te. Così ho cambiato biglietto e, sai, ne ho preso uno anche per te. Beh, meglio così, non sapevo che farti per Natale...- balbetta il moro.

Lei gli salta al collo, abbracciandolo. Poi lo bacia, lo bacia come se non ci fosse un domani.

-Io... vi lascio soli. Dovrete, uhm, sì. Parlarne. Ma ricordati che fra mezz'ora usciamo, Gwenney.-

I due ragazzi continuano a baciarsi, incuranti di Brownie, che li sta guardando fissi ormai da qualche minuto.

Trent ha lasciato cadere la sua valigia (aveva una valigia? Perché Gwen non se n'era accorta?) e sta stringendo i fianchi di Gwen con una stretta stranamente possessiva e magari dopo lei potrebbe trovarsi qualche segno rosso sulla pelle candida del bacino, ma che importa?, Trent è lì.

Dopo un po' si staccano, a malincuore, perché mezz'ora è composta solo da trenta minuti, Gwen deve anche prepararsi per uscire.





Ventisette minuti dopo, stanno tutti e tre in macchina.

Duecentoquaranta minuti dopo, Gwen e Trent si stanno tenendo la mano sull'aereo, che è già decollato da tre minuti.

E sono stanchi, perché è stata una mattina impegnativa, quindi cadono in un sonno tanto leggero da lasciarli scuotere ad ogni sbalzo dell'aereo, senza che ci sia nemmeno il tempo di un ultimo ti amo, prima che l'America scompaia dai loro sguardi per far posto all'Europa.





Note dell'autrice.

Buongiorno (/sera) a tutti, io sono Clover e la parte razionale del mio cervello è stata risucchiata dal troppo fluff di questa storia.

No, seriamente. Ho sgravato, vero?

Non vogliatemi male. Sono maledettamente dipendente dal fluff, se non ne leggo abbastanza mi si intristisce la giornata 3:

In più, in questo momento sta piovendo, ed io ho bisogno di coccole e affetto.

Uhm, sì. Sto esagerando.


Parliamo un momento di questa Gwent Week.

Durante questi sette giorni (sette giorni... *ripete con tono minaccioso*), sarete deliziati da una One Shot al dì da un bel po' di autori, tutte incentrate sulla Gwent.

Sarà una settimana lunga e piena di recensioni, perché, come molti di voi ben sanno, quando le recensioni non ci sono, la volontà di continuare a scrivere diminuisce.

Sono direttamente proporzionali, non ci possiamo fare nulla.

Io, dal canto mio, mi impegnerò a recensire tutto ciò che leggo e mi piace. (Sto esagerando anche ora? Fermatemi.)

E... Nulla, volevo dire solo questo.

ReCeNzIoNaTeMi TuTtI mI rAkKoMnD!

Ah-ehm, no. Non sto elemosinando nulla.

E recenzionatemi non è nemmeno una parola.

   
 
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