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Autore: IndelibleSign    12/11/2012    15 recensioni
Perché per la terza volta le aveva dato buca? Lei non l’avrebbe fatto.
C’era qualcosa di più divertente di un’uscita con la propria migliore amica? Per lei no.
Cosa faceva lui per fare così tardi? Lo stronzo, assolutamente. Era uno stronzo.
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-Dai Ron.- la apostrofò il moro, sapeva che amava essere chiamata così.
-Ti chiedo scusa, ok?- trillò aggiustandosi nervosamente il ciuffo –prometto che la prossima volta non farò tardi!- la supplicò prendendole da mano il libro e chiudendolo.
Ronnie roteò gli occhi al cielo, stufa.
-E’ la quarta volta che ripeti la stessa identica cosa..- sussurrò riprendendosi il libro e cercando la giusta pagina -..e poi non c’è bisogno di fare promesse, non ci sarà una prossima volta.- disse seria riabbassando lo sguardo.
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E se, per puro caso o forse per amore, due migliori amici -Ronnie Hudstant e Louis Tomlinson- scoprissero di amarsi?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Much more than just friend.
one-shot.
 

-Giorno Ronnie..- sussurrò la signora Mitchat, bibliotecaria di uno dei più grandi edifici della London High School, cercando di non disturbare la lettura dei ragazzi venuti appositamente lì per ampliare le loro menti o, molto più probabilmente, per perdere del tempo. -..di nuovo sola?- chiese poi cercando di non sembrare troppo invadente.
Ronnie sospirò, lasciando in quel sospiro più parole di quante avrebbe potuto dire. La bibliotecaria le sorrise di sonnecchio, porgendole poi la sua tessera dalla quale aggiunse un altro punto, corrispondente al miliardo di volte in cui Ron aveva visitato quel posto.
-Grazie signora- sussurrò gentilmente la ragazza, voltando le spalle e cercando un libro in cui immergersi.

Come tutti i pomeriggi a quella parte, Ronnie si era trovata il più delle volte a visitare quella biblioteca, non tanto perché amasse in sé la lettura, ma più per il fatto di volersi incontrare col suo migliore amico, Louis Tomlinson, più comunemente chiamato da lei col soprannome, nonché suo secondo nome, William.
Ma, per la terza volta consecutiva, aveva ricevuto una buca da lui stesso e, com'è giusto che sia, se l'era presa.
Era arrabbiata con lui.
Non sapeva nemmeno il perché, due amici si perdonano tutto, giusto?
E allora perché lei era costantemente incazzata appena pensava che, chissà per quale assurdo motivo, lei era lì, sola, ad aspettarlo?

Sbuffò per l'ennesima volta in quei cinque minuti e lasciò scivolare il suo indice sinistro sulla sfilza di libri d'avventura.
Passò un po' di tempo prima che il suo sguardo fosse catturato da un libro, ormai letto e straletto, La storia infinita.
Senza farselo ripetere due volte lo impugnò pulendo con il palmo chiuso della mano la sua copertina dalla quale si poteva notare la polvere.
Vi soffiò sopra per poi cercare un posto in cui sedersi per cominciare la sua monotona e solitaria lettura.

Aprì sbuffando quel libro cominciando a leggere le prime parole.
Sbuffare? Questa era la tredicesima volta che lo faceva da quand’era entrata e, probabilmente, non l’ultima.

Si sedette su una delle scricchiolanti e antiquate sedie della biblioteca facendo un rumoroso tonfo con il libro al contatto con il legno del tavolino.
-Shh!- urlò qualcuno da lontano e immediatamente Ronnie strinse le spalle abbassando il viso e colorandolo di rosso.
Un altro difetto di Ronnie era tanto, troppo, timida.
Riprese la sua lettura cercando di concentrarsi più nel libro e non nei suoi pensieri, per quanto ci provasse risultava drasticamente inutile.

Perché per la terza volta le aveva dato buca? Lei non l’avrebbe fatto.
C’era qualcosa di più divertente di un’uscita con la propria migliore amica? Per lei no.
Cosa faceva lui per fare così tardi? Lo stronzo, assolutamente. Era uno stronzo.

-Ron!- ecco, ora le sembrava persino di sentire la sua voce tanto era fastidiosa.
Se l’avesse avuto realmente avanti lo avrebbe strozzato con le sue stesse mani –Ron!- ribadì la voce.
Ronnie sobbalzò dal suo posto, spostando lo sguardo dal libro e alzandolo di fronte a lei.
Un Louis affannato, capelli guasti probabilmente per colpa del vento, jeans scuri aderenti e una maglia rigata nera e rossa alzata ai gomiti, le si era parato avanti.
-Shh!- urlò di nuovo il ragazzo di poco prima.
Ronnie fissò Louis per un po’, riabbassando poi lo sguardo.
Il ragazzo sospirò, sapeva perfettamente che quella sarebbe stata la sua reazione.
Prese una sedia dal tavolo affianco e vi si sedette sopra, portandola davanti a quello della ragazza intenta a fingere di leggere.
-Dai Ron.- la apostrofò il moro, sapeva che amava essere chiamata così.
-Ti chiedo scusa, ok?- trillò aggiustandosi nervosamente il ciuffo –prometto che la prossima volta non farò tardi!- la supplicò prendendole da mano il libro e chiudendolo.
Ronnie roteò gli occhi al cielo, stufa.
-E’ la quarta volta che ripeti la stessa identica cosa..- sussurrò riprendendosi il libro e cercando la giusta pagina -..e poi non c’è bisogno di fare promesse, non ci sarà una prossima volta.- disse seria riabbassando lo sguardo e lasciando che l’indice cercasse la frase poco prima interrotta.
Louis lasciò strusciare la sua sedia sino ad arrivare proprio accanto alla sua amica, creando un rumore fastidioso che fece arricciare le labbra a Ronnie.
-Shh, diamine!- ribadì per la terza volta la voce poco più distante da loro.
Louis si girò facendogli uno sguardo torvo e poi tornò all’amica.

-Ron..- Louis cominciò a scuoterle con una mano il braccio, sapeva quanto odiasse quel gesto soprattutto se fatto mentre era occupata. –Ron, andiamo Ronnie!- sussurrò.
La ragazza, ormai esasperata, sbuffò alzando il libro e mettendolo a mo’ di separé tra lei e Louis. Lui trattenne un risolino.
-Cosa leggi di bello?- chiede il ragazzo facendo comparire i suoi occhi al di sopra del libro ancora alzato. Vide chiaramente un sorriso di Ron che riuscì a trattenere mordicchiandosi le labbra. Lui ridacchiò a sua volta.
-Sai che è maleducazione non rispondere ad una domanda?- trillò poi sorridendo e abbassando il libro poggiandolo di nuovo sulla superficie fredda e rigida del tavolo.
Ronnie sbuffò per la quindicesima volta.
-Lo è anche disturbare una persona mentre legge, Louis- rispose lei riabbassando per l’ennesima volta lo sguardo.
In quel momento Louis capì quanto realmente Ronnie fosse delusa da lui, non l’aveva mai chiamato Louis, lei preferiva il suo nomignolo.
-E se ti dicessi che sono stato occupato con Phoebe?- tentò il moro.
La ragazza alzò gli occhi incatenandoli a quelli azzurri del suo migliore amico, poi, col palmo della mano destra prese il libro agitandolo in aria.
-Louis, attento..- disse avvicinandogli il libro. Il ragazzo la guardò con aria interrogativa.
-Non mentire ad una ragazza che legge, è probabile che sia in grado di pensare e, in quel caso, saresti nella merda fino al collo- concluse Ron alzandosi e poggiando il libro nello scaffale, tanto non avrebbe passato altro tempo lì con lui.

Prima che quest’ultima potesse dirigersi verso l’uscita il moro le prese il polso, strattonandolo e permettendogli di avvicinarla a sé.
Per sua sfortuna andarono a sbattere contro uno degli scaffali facendo cadere da quest’ultimo un libro romantico.
-Shh!- la stessa voce per la quarta volta intimò ai due di abbassare la voce.
Louis sbuffò e Ron rise abbassando il tono della voce.
-Se lo rifà..- cominciò attirando l’attenzione di Ron –giuro che lo picchio.- concluse soddisfatto. Ronnie scosse la testa.
-William il bullo, oh-oh- trillò retorica -..state attenti!- disse poi facendo tremare appositamente le sue mani.
Louis sorrise saltellando e, puntandole l’indice al petto, trillò:
-Mi hai chiamato William!- sorrise.
-E’ solo la forza dell’abitudine..- cercò una scusa –ok, Louis?- disse sottolineando vocalmente il suo nome.
-Non fare la dura con me, Ron, sai quanto ti voglio bene!- sbuffò il moro.
Lei scosse le spalle, disinteressata.
-Buon per te.- disse staccando la presa di Louis dal suo polso –Io non più.- continuò voltandosi e avvicinarsi verso l’uscita.

Il ragazzo rimase qualche secondo impalato lì a riflettere. Io non più, no.
Non poteva perdere una persona talmente importante per lui in questo modo, non l’avrebbe permesso.
Corse raggiungendola e la riprese per le spalle, facendola voltare.
-Non ho capito il perché ora tu mi odi- disse il ragazzo sbuffando.
-E' più facile che la statua di Nettuno in piazza a Bologna cominci a parlare piuttosto che tu capisca qualcosa!- urlò la ragazza scatenando per l’ennesima volta la furia del ragazzo dallo –Shh!- facile.
Louis inspirò l’aria profondamente, non poteva ammazzare un ragazzo in una biblioteca, c’erano troppi testimoni.
-Scusatemi se non sono abbastanza intelligente per arrivare alla vostra altezza, madame- esclamò irritato Louis.
-Dio sparse l'intelligenza attraverso la pioggia..- intervenne Ron -peccato che quel giorno tu avessi l'ombrello!- concluse.
Louis ridacchiò, amava il fatto che riuscisse a batterlo sotto tutti i sensi.

Sia fisicamente, sia mentalmente.
Una volta era riuscita a dargli un pugno nel torace e a farlo piegare dal dolore ma, quello mentale era il colpo più forte.
Riusciva a camminargli nella mente costantemente tutti i giorni, ed era uno strazio.

-Posso parlare senza che tu te ne esca con una delle tue frasette altamente rompicoglioni?- chiese sofisticatamente e gentilmente il moro.
La ragazza incrociò le braccia al petto poggiando il peso del suo corpo sulla gamba sinistra in attesa che il ragazzo cominciasse a parlare.
-Vuoi che ti dica la verità sul perché dei miei ritardi?- chiese quest’ultimo.
-No ti prego, prendimi per culo!- esultò gesticolando lei.
Il ragazzo fece finta di non ascoltarla e prese a raccontare.
-Ricordi quando ti parlai del fatto che stavo cominciando a frequentarmi con Sandy?- chiese il moro.
Sandy Janest, ragazza dai capelli biondi cotonati, occhi verde caccola, labbra rosso mestruo e altezza proporzionale alla sua stupidità, una ragazza alquanto deliziosa secondo il parere di Ronnie.
Si limitò ad annuire.
-Bene, avevamo provato ad uscire insieme ma..- il ragazzo si fermò cercando di trovare la parole giuste. Ron lo precedette.
-Ma ti sei accorto che la sua intelligenza è proporzionale alla misura del suo cervello?- portò una mano sotto al mento con fare pensieroso. –Ah no, non ce l’ha.- disse dispiaciuta.
Louis strozzò una risata, negando con un gesto del capo.
-Ti sei accorto che è un ottimo rimedio per la tua stitichezza?- ritentò la ragazza.
Louis strabuzzò gli occhi. –Non urlare!- urlò guardandosi attorno per accettarsi che nessuno l’avesse sentita. –Sono cose personali e comunque no, non è questo- negò per la seconda volta cercando il modo in cui dirglielo.
-Shh, per favore!- urlò il ragazzo di prima per poi riprendere la sua interessante lettura.
-Ti sei accorto ti odiare le sue piccole cose?- cercò di indovinare. –Come, per esempio, il suo cervello?- ribadì quest’ultima. Louis sbuffò stranamente divertito.
-Posso parlare? Le tue supposizioni sono intelligenti, certo, ma vorrei continuare.- intervenne il moro. La ragazza gli sorrise invitandolo, con un gesto dell’avambraccio, a continuare il suo discorso.
-Dicevo- tossicchiò per schiarirsi la voce –Abbiamo cominciato a frequentarci e ad uscire insieme qualche volta, poi oggi sono andato a casa sua per controllare come stesse e..- il ragazzo sospirò e Ron vi trovò in un sospiro l’angoscia più crudele di questo mondo.
-L’hai trovata morta sgozzata a causa del filo interdentale?- chiese speranzosa.
-Ronnie!- la richiamò quest’ultimo. La ragazza alzò le mani in segno di resa.
-Va bene, va bene. Continua- lo incitò.
-Sono andato da lei e mentre lei era andata a prepararsi per uscire le è arrivato un messaggio, so che non avrei dovuto aprirlo perché probabilmente non ho il perm..- il ragazzo fu interrotto bruscamente da Ron.
-Ti ricordo che entro la fine del mondo dovresti finire di parlare- sbuffò.
-L’ho aperto e diceva letteralmente: ‘So che stai male, sto male anch’io. So che è dura senza di me, ti chiedo scusa per averti abbandonato così presto. Con affetto..- nell’esatto momento in cui Louis stava per dire il nome del mittente Ron scattò.
-Sapevo che il cervello c’entrava qualcosa!- sbottò entusiasta.
Louis rise, perché non riusciva ad essere seria nemmeno per mezzo millesimo di secondo?
-Era da parte di un certo Lucas, allora ho preso la giacca e sono andato via, subito, senza nemmeno salutarla.- disse con una punta di rammarico nel tono della voce.
-Hai fatto bene, William- Ron gli poggiò una mano sulla spalla destra –Anche se io l’avrei picchiata a sangue, però hai fatto bene anche così.- gli sorrise.
Louis strinse le spalle, non aveva ancora finito di raccontare.
-Non è tutto, è il dopo che è difficile- disse sospirando.
-Allora va’ avanti, non vorrei che maturassero le pesche prima che tu finisca- lo incoraggiò. Lou prese un lungo sospiro, riprendendo.
-Durante il percorso verso la biblioteca ho pensato..- cominciò.
-Ha pensato!- urlò lei euforica.
-Shh!- la sentenziò il ragazzo per la trecentunesima volta.
-Ma il fatto strano è che non ho pensato a Sandy e quel Lucas, ma ho pensato a te- Louis abbassò gli occhi verso il pavimento.
Nemmeno immaginava quanto gli costassero quelle parole.
-Ho avuto paura che ti fossi arrabbiata con me perché avevo fatto tardi e ora lo sei e io mi sento morire- disse mentre il suo cuore gli si stringeva sempre più in petto.
Si sentiva deluso. Deluso da se stesso.
-Io credo..- deglutì forzatamente, non credeva a quello che stava per dire Credo che tu mi piaccia, Ron- ammise il moro.
Ronnie sobbalzò. Perché un esercito di canguri spastici le stavano divorando l’intestino tenue? Perché improvvisamente sorrideva a trentordici denti?
-Io..- proprio non sapeva che dire.
A lei piaceva? No, ovvio. Era il suo migliore amico.
Allora perché i battiti le andavano a venti al secondo?
-Non so che dire, William..- sussurrò dispiaciuta.
-Dimmi che per te è lo stesso- sussurrò avvicinandosi. Lei deglutì trovandosi intrappolata tra gli scaffali e le braccia del suo migliore amico.
-Non lo so, Lou..- ribadì lei.
Lui le si avvicinò ancora di più.
-Dimmi allora, non provi nulla se faccio così?- avvicinò le sue labbra all’orecchio della mora, mordendoglielo dolcemente con le sue soffici labbra.
Dei brividi sconosciuti le oltrepassarono la spina dorsale.
-N-Nulla..- sussurrò chiudendo gli occhi.
Louis ridacchiò, avvicinandosi.
-E se faccio così?- le baciò dolcemente il collo e la spalla facendola nuovamente sussultare.
-Assolutamente niente.- ribadì così a bassa voce che se non avesse sentito non si sarebbe meravigliata.
-E..- avvicinò le sue labbra a quelle della mora, la vide chiaramente mordersi il labbro inferiore, torturandoselo -..così?- posò le sue labbra su quelle di Ron prendendo a massaggiarle con le sue così dolcemente che lei quasi credette di star sognando.

Un calore invase il petto della ragazza che immediatamente sembrò andare a fuoco, Louis cercò con la sua lingua l’accesso a quella di Ron che, ovviamente, gli fu accordato.
Quest’ultima aprì le labbra soffocando la sua lingua con quella del moro quasi a volergli mostrare che le stesse sensazioni che provava lui erano condivise anche da lei.

Louis si lasciò trasportare così tanto dalla passione che andò a sbattere contro un altro scaffale, creando un gran frastuono.
-Shh!- urlò il ragazzo.
Questa volta Louis non sarebbe riuscito a trattenersi, prese il primo libro che gli capitò a tiro e lo lanciò in direzione del ragazzo che, prontamente, lo schivò strabuzzando gli occhi e sussurrando un ‘questo è pazzo’.
Poi girò il suo sguardo verso la mora avanti a lui, Ron, e le fissò le iridi azzurre quasi come se fosse in trance.
Amava poter affogare nei suoi occhi, era una delle cose più brutte e belle che potesse mai fare.
-E ora..- sussurrò Ron appoggiando la sua fronte a quella del moro e soffiandogli le parole sulle labbra. –cosa siamo?- chiese silenziosamente.
Il suo alito sapeva di haribo e solo Louis sapeva quanto amasse quel sapore.
-Siamo molto più che solo amici- sussurrò per poi baciarla ancora, e ancora, e ancora un’altra volta.

Quella volta era sua.
Quella volta non era la sua migliore amica.
Quella volta era la sua ragazza,
e quant’è vero che il cervello di Sandy è come l’isola di Peter Pan –che non c’è-, lo sarebbe rimasta ancora per molto.


 

Note dell'autore:

Aloha people!
Ed eccomi qui con un'altra one-shot.
Non ho nient'altro da fare -se non contiamo i compiti- e così mi diverto ad intasare il mio fandom. xfkgh

Ma avete visto quanto erano belli nel video ringraziamento di ieri? E noi che siamo le 'biggest fans'?
Bitch please, noi può. ewe

Comunque, comunque, smetto di annoiarvi e spero che la mia one-shot su quella comica di Ronnie e Louis vi piaccia. 
Ah, non dimentichiamo Sandy che, anche se indirettamente, ha fatto parte di questa cosina. 


Mi aspetto pareri personali, critiche e chi più ne ha più ne metta.
Vi amo, eh!
-vostra, Martina.

  
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