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Autore: Sunny    05/07/2003    13 recensioni
Tre anni dopo gli eventi di BAWM...Harry, Ron, Hermione e Ginny si stanno costruendo un futuro nuovo, ma c'è qualcuno che non vuole proprio lasciarli in pace...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                             IT NEVER ENDS

 

 

CAPITOLO 10: CIAO, JACK!

 

 

All I wanted were the simple things

A simple kind of life

And all I needed was a simple man

So I could be a wife

                                                               A Simple Kind Of Life, No Doubt

 

***************

 

 

Ron tossì e si fece spazio fra la povere per vedere l’enorme solco che si era creato nel muro davanti a lui; era una grossa voragine, la maggior parte delle pietre erano crollate di sotto, e si poteva vedere ben poco nell’ombra, visto che fuori il cielo era completamente annuvolato e attraversato da fulmini poco rassicuranti. Ron si sporse leggermente per guardare giù, nello strapiombo di rocce in cui un secondo prima era precipitata Corinne; ma si tirò indietro un attimo dopo e chiuse gli occhi: ciò che era rimasto di lei in quel burrone non era esattamente piacevole a vedersi.

 

Lui e Harry si guardarono un momento, e tirarono un sospiro di sollievo; poi Ron lo raggiunse in fretta, balzando a sedere sull’altare nero.

 

“Hermione?” Harry provò a scuoterla piano. “Hermione, riesci a sentirmi? Hermione?”

 

Ron, più che teso, le sentì la fronte col dorso della mano: era fredda, e lo erano anche i suoi polsi e le sue mani. Con la mano che gli tremava le tastò il collo, e un attimo dopo guardò Harry con gli occhi sbarrati. “Respira a malapena! Che diavolo succede?” agitatissimo, l’attirò fra le sue braccia e prese a scuoterla più vigorosamente. “Hermione? Hermione? Avanti, apri gli occhi! Mi senti, amore? Svegliati, dai!”

 

Harry le sollevò una palpebra: la sua pupilla da castana era diventata tutta nera.

 

“Ma cosa…” mormorò inorridito Ron.

 

Harry riflettè per qualche istante, poi sembrò essere illuminato da un’idea. “Ho capito che incantesimo è.” Un momento dopo appoggiò una mano sugli occhi di Hermione e chiuse anche i suoi.

 

Ron avrebbe voluto chiedergli cosa stava facendo, cosa stava succedendo a Hermione, ma Harry aveva sul viso l’espressione terribilmente concentrata che assumeva ogni volta che utilizzava la sua magia senza bacchetta, per cui preferì lasciarlo fare. Passarono degli interminabili minuti, durante i quali Harry sembrò nel pieno di uno sforzo non indifferente, e Ron non potè fare altro che trattenere il fiato, continuando a stringere fra le braccia la sua Hermione. A un certo punto Harry aprì gli occhi e ritirò la mano, con un po’ di fiatone.

 

Un secondo dopo anche Hermione aprì gli occhi e si guardò confusamente intorno.

 

Ron le rivolse un sorrisone. “Ehi, dormigliona! Adesso ti addormenti anche sul lavoro?”

 

Nel vederlo, Hermione spalancò gli occhi e si mise seduta di scatto. “Ron, dobbiamo fermare quella donna! Conosco il suo piano, lei vuole…”

 

Ron la interruppe, appoggiandole le mani sulle spalle. “E’ tutto finito adesso, e lei non farà più male a nessuno.” Hermione rimase per un istante ferma, poi gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte, e lui fece altrettanto.

 

“Bene! E io, allora? Lui te lo abbracci, e io non ho diritto nemmeno a un sorriso?”

 

Il suono di quella voce fece voltare Hermione di scatto. Davanti a lei stava Harry, sorridente più che mai. Istintivamente si coprì la bocca con una mano e si voltò verso Ron che, altrettanto sorridente, le fece un occhiolino per tranquillizzarla. Commossa, Hermione si lanciò fra le braccia di Harry e scoppiò a piangere, stringendolo forte mentre anche lui ricambiava il suo affetto con la stessa intensità.

 

“Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei mancato, Harry!” gli disse lei, quando riuscì a staccarsi da lui e ad asciugarsi le lacrime con il dorso delle mani.

 

“Mi dispiace da morire di avervi fatto passare un periodaccio.” Le rispose lui, facendole una carezza.

 

Lei scosse la testa, poi sembrò rendersi finalmente conto dello stato in cui erano sia Harry che Ron. “Ma chi vi ha conciati così?”

 

Harry e Ron si guardarono in faccia, poi ridacchiarono e si indicarono contemporaneamente a vicenda. “Lui.” Dissero insieme.

 

Hermione scosse la testa. “Sempre i soliti.” Borbottò, scendendo dall’altare su cui stavano seduti tutti e tre. “Sarà meglio cercare un modo per andarcene via da questo posto.”

 

Harry la trattenne per un braccio. “Aspetta un po’.”

 

“Mh?”

 

Lui fece un sorrisone felice e leggermente incredulo. “E lui da dove sbuca?” disse allegramente.

 

Hermione seguì la traiettoria del suo sguardo e sorrise anche lei, appoggiandosi una mano sul pancione.

 

Harry rivolse a tutti e due i suoi amici un sorriso enorme e li abbracciò entrambi con grandissimo affetto, poi appoggiò una mano sulla pancia rotonda di Hermione. “E’ un giovanotto o una signorina?”

 

“Lo sapremo quando sguscerà fuori, fra tre mesi più o meno.” Disse orgoglioso Ron.

 

“Non ci posso credere.” Fece Harry vispo. “Guarda un po’, uno sta via qualche mese e…” Hermione, con un sorrisetto, gli mostrò la sua mano sinistra. Harry la guardò un attimo, poi si voltò verso Ron con un sorriso furbo e allegro. “Noo….non ci credo!”

 

Ron rise. “Ebbene si.”

 

“Scommetto che ci saranno stati molti cuori infranti in giro per il mondo.” Ridacchiò Harry. “E quando?”

 

Hermione scosse la testa. “Abbiamo aspettato te.”

 

Ron annuì. “Ti fanno troppe difficoltà se vuoi sposarti senza testimone.”

 

Harry gli diede una pacca sulle spalle. “Nel tuo caso avrebbero anche potuto fare un’eccezione, visto che si aspetta questo giorno praticamente da quando avevamo tredici anni.”

 

“Si, ma poi chi me l’organizzava la festa di addio al celibato con le spogliarelliste?”

 

Harry e Ron risero maliziosamente, quello era il loro solito botta e risposta per cui Hermione li definiva quotidianamente sedicenni immaturi, ma non si aspettavano certamente che lei gettasse le braccia al collo di entrambi e li abbracciasse forte.

 

“Mi mancava così tanto tutto questo!” esclamò, commossa.

 

Harry le strapazzò i capelli e Ron le diede un bacio sulla guancia. “Che ne dite, ce ne torniamo a casa?”

 

“Direi di si, ci sono giusto un paio di personcine che avrei voglia di vedere.” Sorrise Harry.

 

 

***************

 

 

Aki, in ginocchio vicino al marito, finì di fasciargli la spalla. “Te la senti troppo stretta?”

 

“No, va bene.” La rassicurò lui.

 

Lei gli rivolse un piccolo e veloce sorriso prima di dedicarsi agli altri feriti. Ce n’erano davvero tanti, perché finalmente erano di ritorno i gruppi di War Mage spediti al Big Ben. Ne arrivavano di nuovi in continuazione, perché dovevano portare con loro anche i nemici sconfitti e catturati.

 

Tennessee si passò una mano fra i capelli, stanca e ancora molto tesa, mentre finiva di applicare una fasciatura alla gamba di un soldato. Sentendosi appoggiare una mano sulla spalla, si voltò di scatto: era Charlie. Aveva un sopracciglio, una tempia e un braccio sanguinante, ma era vivo e vegeto. E sorridente, per di più.

 

Lei gli balzò subito in collo, e anche lui l’abbracciò. “Io ho mantenuto la mia parola, ora tu devi mantenere la tua.” Le mormorò all’orecchio.

 

Tennesse non se lo lasciò ripetere due volte: gli fece un sorriso malizioso e lo baciò follemente, mentre Josh, Bill e gli altri auror li incoraggiavano con fischi e applausi.

 

Ginny stava aiutando due medimaghi alle prese con una ferita piuttosto seria, ma non potè fare a meno di guardare dove Homer, Sirius, Remus e Liam stavano parlando animatamente. E quando capì che stavano parlando di Harry, Ron e Hermione, dimenticò i suoi doveri di infermiera e li raggiunse di corsa.

 

“Ma non sappiamo quale dannata passaporta abbiano usato!” esclamò nervoso Sirius.

 

“Che fosse quel mantello che…” provò Remus, ma intervenne Ginny.

 

“Che cosa fate ancora qui, perché non andate a cercarli?!?” gridò.

 

“Non sappiamo ancora dove cercarli!” rispose teso Liam.

 

“Come sarebbe a dire che non sapete?!?” strillò disperata Ginny. “Voi dovete trovarli!!!”

 

“Ginny!!”

 

Tutti si voltarono di scatto nella direzione della voce fin troppo familiare. Ginny, con gli occhi sbarrati, fu l’ultima a girarsi, proprio perché aveva riconosciuto quella voce. E quando voltatasi vide suo marito in piedi sulla soglia della porta, malridotto ma sorridente, non potè trattenere le lacrime. E piangendo gli corse incontro.

 

Harry corse a sua volta verso di lei, e appena furono vicini Ginny gli balzò in collo e lo strinse forte a sé, piangendo di gioia nel suo collo. Harry l’abbracciò più forte che potè, accarezzandole i capelli e la schiena e sussurrandole all’orecchio parole dolci e rassicuranti, mentre tutti sorridevano soddisfatti e applaudivano allegramente.

 

Aki vide avvicinarsi Ron e Hermione, e subito li raggiunse. “State bene voi due?”

 

“Per favore, Aki, controlla se il bambino sta bene!” fece Hermione con urgenza.

 

“Le hanno fatto un incantesimo strano prima, aveva smesso di respirare.” Incalzò Ron.

 

Aki appoggiò la bacchetta sulla pancia di Hermione, senza evitare un piccolo sorriso. “Voi due state diventando dei veri genitori, se la vostra prima preoccupazione è vostro figlio. Cordem Audeo.”

 

Un istante dopo si sentì un rumore che riconobbero come il battito di un cuore – un cuoricino, per la precisione. Hermione fece un sorriso enorme e abbracciò Ron, che la strinse forte a sé con altrettanta felicità.

 

Aki rivolse a entrambi un sorriso colmo di tenerezza. “Coraggio, papà, fatti dare un’occhiata a quei graffi. Dobbiamo tenerti al massimo della forma per il tuo piccolino.”

 

 

***************

 

You’re the first in my life

Who has ever made me feel this way

And I will not deny

I’m gonna need you right here by my side

                                                                                  For All Time, Saluna

 

***************

 

 

                                               3 mesi e mezzo dopo circa….

 

“Corri, corri!!”

 

“Muoviti, muoviti, muoviti!!”

 

Harry e Ron si fecero le scale saltando quattro gradini alla volta, correndo come pazzi verso l’infermeria. Perché Hermione aveva avuto le doglie proprio mentre loro erano fuori di pattuglia?! Arrivarono nell’infermeria – fuori la sala parto – praticamente senza fiato, e subito tutti i presenti (i signori Weasley, Bill, Charlie e Sirius) balzarono in piedi.

 

“Si può sapere dove eravate?!” tuonò mamma Weasley.

 

“A fare il nostro lavoro!!” sbottò Ron, mentre si toglieva il giubbotto di dosso nervosamente.

 

“Tranquillo, figliolo, non è dentro da molto.” Lo rassicurò il padre.

 

“Muoviti, non puoi entrare senza questo affare addosso!” Bill passò a Charlie una specie di camice verde che si allacciava da dietro, a Harry una mascherina di tela e lui tenne la cuffia verde.

 

“Peggio di carnevale.” Borbottò Ron mentre, di fretta e furia, Charlie gli faceva infilare le braccia nelle maniche del camice. Contemporaneamente Harry prese a legargli la mascherina dietro alla nuca, mentre Bill gli schiacciava in testa la cuffia.

 

“Ora, Ron, devi tenere bene a mente una cosa.” Disse incalzante Bill, cercando di infilargli i capelli nella cuffia. “Qualunque cosa succeda, non svenire! Non devi svenire, è chiaro?”

 

“Ha ragione lui, le donne lo odiano. Come minimo Hermione ti friggerebbe nell’olio bollente.” Annuì Harry, dandosi da fare per finire il nodo alla mascherina.

 

“E perché diavolo dovrei farlo?!” ribbattè istericamente Ron, cercando di lasciarsi il naso fuori dalla opprimente mascherina.

 

Sirius e Arthur Weasley non riuscivano a trattenere le risate, e anche sul viso di Molly comparve un sorriso divertito. “I capelli! Infilaglieli bene dentro!”

 

Harry afferrò i lembi della cuffia e gliela tirò giù fino agli occhi; Ron cercò di posizionarsela meglio, ma quando Charlie gli fece il nodo all’ultimo laccio del camice più stretto e con più forza degli altri, spalancò gli occhi e non si lasciò scappare uno strillo per decenza.

 

“Mi schiacci le palle!!!”

 

Le risate di Sirius e papà Weasley si moltiplicarono, e anche a Harry scappò una risata mentre Bill spostava bruscamente Charlie e slacciava il nodo.

 

“Coglione, non glielo devi abbottonare tutto fino ai piedi!”

 

Ron, spazientitosi, si liberò dalle cento mani che gli stavano addosso. “Adesso basta!! Grazie a tutti dell’aiuto, ma se non entro adesso tutto questo travestimento sarà stato inutile!”

 

“Ok! Vai, vai, vai!” Harry lo spinse verso la porta.

 

“E ricordati di non svenire!” gli urlò dietro Bill, mentre si chiudeva la porta alle spalle. E una volta dentro, Ron capì perché suo fratello gli aveva fatto quella raccomandazione così accoratamente.

 

Nella stanza, seduta su una specie di poltrona particolare e circondata da parecchie figure con camici verdi addosso, Hermione, ansimante e sudata, si lamentava e sembrava parecchio sofferente, mentre Ginny le teneva la mano e le asciugava il sudore sulla fronte. Proprio per non svenire Ron fu costretto a distogliere lo sguardo da quello che stavano facendo Aki, Tennessee e un’altra infermiera fra le sue gambe, coi guanti sporchi di sangue.

 

“Aaahhh!!” strillò Hermione.

 

“Coraggio, Hermione!” la incoraggiò Aki. “Ci siamo quasi, continua così!”

 

Ginny si voltò e vide il fratello immobile davanti alla porta. “Ron, vieni!” gli disse con un sorriso dietro la mascherina.

 

Lui si fece coraggio e le raggiunse; la sorella gli lasciò il suo posto, ma quando lui fece per darle la mano Hermione lo afferrò con violenza per il bavero del camice e lo tirò giù.

 

“Ron Weasley, io t’ammazzo!!!!!” urlò tra gli affanni, con gli occhi letteralmente in fiamme. “Ecco cos’hai combinato!!! Io ti stacco la testa!!!!!”

 

Ginny, alle sue spalle, gli mormorò un ‘è normale’ con le sole labbra, e Ron scelse di non ribbattere, di certo non con la donna che in quel momento gli stava urlando contro con un’espressione da squalo inferocito.

 

“Ok, amore, sono qui adesso!” le disse subito, prendendole la mano. “Sono qua con te!”

 

“Questo non cambia molto le cose!!!” urlò di nuovo lei, isterica, ma un momento dopo s’inarcò tutta. “Aahh!!!”

 

“Respira, respira come ti hanno insegnato!” incalzò Ron. “Su, coraggio!”

 

Hermione fece un tentativo per respirare più ritmicamente, ma qualche istante dopo riprese a lamentarsi. “Che dannatissimo dolore infernalee!!!”

 

“Tieni duro, stai andando benissimo!” la rassicurò Tennessee.

 

“Ok Hermione, ora voglio che tu spinga forte, più forte che puoi!” le disse con decisione Aki.

 

“Dai, amore, spingi!” fece Ron.

 

Hermione raccolse un po’ di fiato e spinse forte, fortissimo. “Aaaahh!!!”

 

“Così, bravissima!” la esortò Tennessee. “Ancora un po’!”

 

Ginny gettò un’occhiata alla mano di Ron che Hermione stava stringendo: era praticamente bianca, con molta probabilità il sangue non ci stava più scorrendo dentro, ma suo fratello sembrava a malapena accorgersene; e questo non potè non farla sorridere.

 

“Ecco, ecco!” fece trionfante Aki. “E’ uscita la testa!”

 

Ron fece un sorriso a 50 denti. “Hai sentito, amore? E’ uscita già la testa!!”

 

“Non sono diventata sorda!!” replicò lei, abbandonandosi stancamente, e Ginny le asciugò il sudore. “Ma perché devo farlo io e non lui?” si lamentò con gli occhi a malapena aperti.

 

“Scusami, amore mio, al prossimo me la vedo io, prometto!” le disse lui, pur di metterla tranquilla.

 

Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Al prossimo?! Scordati che ti lascerò avvicinare di nuovo a me, brutto maschio inutile e sfaticato, è tutta colpa tua se siamo arrivati qui!!!! Aahhh!!!” un’altra fitta di dolore salvò Ron. Le infermiere alle loro spalle cercarono di nascondere le risatine.

 

“Bravissima, te la stai cavando alla grande!” le disse tesa Aki. “Manca solo un’ultima spinta, una bella forte, e il tuo bambino sarà tutto fuori!”

 

“No, ti prego…” si lamentò Hermione tra gli affanni. “Non ce la faccio più…”

 

“Sì che ce la fai!” la incoraggiò Ron, scansandole i capelli bagnati dalla fronte. “Dai, Hermione, è solo un’altra spinta, solo una!”

 

“Pronta?” fece Tennessee.

 

“Vai, più forte che puoi!” incalzò Ginny.

 

Hermione raccolse tutte le forse rimastele e spinse fortissimo, stringendo la mano di Ron così tanto da fargli diventare gli occhi come due palline da tennis.

 

“Eccolo che arriva!” disse entusiasta Aki, e un secondo dopo il pianto di un neonato riempì la stanza.

 

Hermione si abbandonò debolmente sulla poltrona, ancora ansimante e visibilmente stanca e dolorante, ma nel sentire quel pianto non potè fare a meno di sorridere. Ron aveva un’espressione di pura gioia sul viso, e le baciò la fronte. “Sei stata bravissima, Hermione! Ce l’hai fatta!”

 

Aki prese il fagottino di asciugamani con un amabile sorriso. “E’ un bellissimo maschietto.”

 

“Auguri, ragazzi!” Ginny diede un bacio sulla guancia ad entrambi i nuovi genitori.

 

Aki si avvicinò a Ron. “Prendilo, Ron.”

 

Lui sorrise. “E’ talmente piccolo…non è che si rompe?”

 

Aki ridacchiò e scosse la testa. “No, è infrangibile.”

 

Con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro, Ron prese in braccio suo figlio. Stava lentamente smettendo di piangere, singultava con dei piccoli sussultini e sbatteva piano gli occhietti, tutto infagottato nell’asciugamani enorme in cui era avvolto.

 

Ginny si sporse per vedere il nipotino. “E’ bellissimo! Congratulazioni, mammina e papino! Vado subito a dirlo agli altri!” e così dicendo se ne uscì dalla sala parto, e pochi istanti dopo da fuori si sentirono delle esclamazioni di gioia.

 

Ron si voltò verso Hermione, che lo guardava con un sorriso stanco, e le appoggiò il bambino tra le braccia, rimanendo chino su di loro. Hermione non potè evitare di commuoversi nel vedere il suo piccolino finalmente fuori, lì con loro, e gli sfiorò una manina con un dito. “Allora sei stato tu a darmi tutto questo da fare.” Gli sussurrò dolcemente, con un sorriso felice.

 

“E’ stato lui.” Annuì sorridente Ron. Hermione lo guardò con un’espressione di felicità completa e lui le diede un bacio sulla fronte, poi tornò a guardare il piccolino, sfiorandogli una piccola guanciotta morbida e paffuta. “Benvenuto fra noi, Jack.”

 

Tennessee si avvicinò con un sorriso. “Vi dispiace se mi porto via il pupetto per qualche minuto? Lo facciamo bello e ve lo riportiamo presto presto.”

 

Hermione lasciò che la dottoressa le prendesse il piccolo dalle braccia con un po’ di riluttanza, ma si abbandonò stancamente alla poltrona appena un istante dopo.

 

“Ehi, bada dove porti mio figlio, tu.” Fece Ron a Tennessee, che rise e si allontanò col bambino in braccio.

 

Aki si avvicinò a Hermione con un sorriso amorevole e le asciugò la fronte e il viso. “Come ti senti, mammina?”

 

“…un po’ stanca…” Hermione ricambiò il sorriso, mentre Ron tornava ad accarezzarle la fronte e darle piccoli baci.

 

“Tranquilla, ormai abbiamo finito.” La rassicurò Aki, infilandosi un altro paio di guanti. “Adesso ti rimetto in ordine e poi potrai riposarti in santa pace.” E così dicendo prese in mano un paio di forbici un po’ sporche di sangue.

 

Ron spalancò gli occhi. “Co-cosa devi farci con quelle?…”

 

Aki sorrise, mentre alle sue spalle due infermiere ridacchiarono. “Devo solo metterle un paio di punti, Ron. E’ la procedura normale, è andato tutto perfettamente.”

 

Ron sbiancò e guardò Hermione. “I p-punti…?!…ma…non le farà male?…”

 

Hermione fece un sorriso stanco e scosse la testa, chiudendo gli occhi e rilassandosi. Aki trattenne una risatina. “Dopo tutto quello che ha passato? Sono solo un paio di punti, nemmeno se ne accorgerà. Non dirmi che questo ti manda in tilt, Ron Weasley.” Fece ironicamente, inarcando un sopracciglio.

 

“A me? N-no…”

 

“Buon per te. Passatemi ago e filo.”

 

TUMP.

 

Hermione socchiuse gli occhi molto tranquillamente, e nel vedere Ron lungo disteso per terra inarcò entrambe le sopracciglia, con un’espressione divertita. “Mi pareva strano.”

 

Aki scosse la testa, mantenendo il suo sorriso sarcastico. “Uomini.”

 

 

***************

 

If I had to live my life without you near me

The days would be all empty, the nights would seems so long

I tried to be in love before, but it never felt this strong

I don’t want to live without you, and

Nothing’s gonna change my love for you

One thing you can be sure of,

That nothing’s gonna change my love for you

                                                   

   Nothing’s Gonna Change My Love For You,  Glenn Meridien

 

***************

 

                                               circa 5 mesi dopo…..

 

Ron uscì dal bagno col suo accappatoio blu, mentre ancora si asciugava i capelli con l’asciugamani. Tornò nella sua camera da letto facendo bene attenzione a non fare rumore, visto che non erano neanche le nove di mattina e di sabato si poteva finalmente dormire e rilassarsi a tempo pieno. Sulla soglia della porta non potè fare a meno di sorridere.

 

Hermione dormiva profondamente nel lettone con un’aria serena e tranquilla, e teneva un braccio sul pancino del bimbetto dall’aria allegra e vispa sdraiato accanto a lei, che invece era perfettamente sveglio e occupato a mettersi in bocca la scatolina porta-succhietto. Era davvero un bambino bellissimo: aveva due grandi occhi blu e i capelli rossi, e sul nasino e sulle guanciotte erano sparse qua e là piccole lentiggini.

 

Ron sorrise e si sedette sul letto, evitando movimenti bruschi, e con una mano accarezzò il pancino del figlio. “Che fai di bello, Jack?” il piccolo si cacciò la scatolina dalla bocca. “Ah, ecco. Meglio quella del tuo ciuccio.” Ridacchiò il padre.

 

Il piccolo Jack si voltò leggermente verso Hermione, e con una manina e dei piccoli suoni poco chiari cercò di chiamarla. Ron lo prese in braccio e si alzò dal letto. “Sshh, mammina sta ancora dormendo. Andiamo un po’ a vedere fuori che giornata è.”

 

Dal balcone si poteva vedere il loro piccolo giardino illuminato dal sole, e questa fu una vista che eccitò all’inverosimile il piccolo Jack, che prese a sgambettare allegramente e a emettere piccoli “uh” pieni di entusiasmo.

 

Ron rise. “Che c’è, piccola peste? Ti piace il sole?” il bimbo lanciò uno strillino felice, tendendo la manina verso le foglie dell’albero che si muovevano col venticello, e riprese ad emettere piccoli versi tranquilli. Il padre gli accarezzò la guanciotta. “Che vi state dicendo di bello tu e l’alberello, mh?”

 

Jack tornò a voltarsi verso il suo papà e con un ditino gli toccò il naso, cercando di infilarglielo nella narice. Ron ridacchiò e gli prese la manina nella sua. “Si, questo è il naso. Ma non infilarci il ditino dentro, perché potresti trovarci qualche sgradevole sorpresina.” Il bimbo sgambettò impaziente e Ron gli diede il suo succhietto, che subito il piccolo si mise in bocca. “A posto, ora?” gli disse, baciandogli la guanciotta morbida.

 

Girandosi, Ron vide Hermione sulla soglia del balcone, con la sua vestaglia bianca addosso, le braccia conserte e un sorriso sereno e assonnato.

 

“Ti abbiamo svegliato?” le disse con un sorriso lui.

 

Lei scosse la testa e si avvicinò. “Mi stavo giusto chiedendo dove fossero i miei due uomini preferiti.” Diede un bacio sulle labbra al marito e tese le braccia verso il figlio. “Buongiorno, amore!”

 

Il bimbetto sgambettò felicemente, lanciando piccoli strillini gioiosi e spingendosi verso la mamma. Ron glielo passò, e Hermione gli diede un bacio enorme. “Come siamo allegri stamattina! Ti piace il cielo azzurro? O il sole?”

 

“Lui e l’alberello stavano scambiando quattro chiacchiere amichevoli.” Disse con un sorrisetto Ron.

 

“Ah, capisco.” Hermione pizzicò il naso del figlio, che chiuse gli occhietti e poi rise. “Ops, ti ho rubato il nasino! E adesso come si fa?” il piccolo la guardò con gli occhietti vispi. “Mh…va bene, te lo restituisco…ma in cambio di un bacione grande grande!” e così gli baciò di nuovo la guancia con uno schiocco di labbra che fece ridere il figlio.

 

Ron sorrise e le passò un braccio attorno alla vita, attirandola a sé. “Adesso io ho preso te…ma ti lascio andare per lo stesso prezzo.”

 

Lei rise e lo baciò. Dimenticarono entrambi di essere in presenza del piccolo Jack, che, vedendo i genitori incollati in quel modo, cominciò a sgambettare e ad agitarsi furiosamente, tanto che Hermione fu costretta a rompere il bacio per assicurare la sua presa sul bimbo.

 

“Bene, cominciamo alla grande.” Fece ironico Ron, scuotendo la testa.

 

Hermione rise. “Beh…a questo punto Jack e io andiamo a farci un bel bagno rilassante, con le bolle che ci piacciono tanto.”

 

“Ehi, e io?” Ron si finse offeso.

 

“Tu cosa?”

 

“Niente bagno io?”

 

“Ti faccio notare che hai appena fatto una doccia.”

 

Ron sfoderò il suo sorriso più vispo e furbo. “Ma sono ancora molto sporco, sai.”

 

Hermione gli fece un occhiolino. “Io e Jack ti lasciamo partecipare al nostro bagno…se tu dopo ci prepari la colazione.”

 

“Affare fatto.” Disse soddisfatto lui. “Latte e caffè?”

 

“Coi biscotti al cioccolato.”

 

“E pane e burro.”

 

“E marmellata.”

 

“Tu, giovanotto, cosa gradisci?” Ron si avvicinò al figlio, che lo guardava coi suoi grandi occhi blu, e gli sfilò il ciuccio dalla bocca. “Non ho capito bene, puoi ripetere?” Jack si riprese il succhietto con la manina e se lo rimise in bocca con decisione, facendo sorridere i genitori. “Biberon?” disse alla fine Ron.

 

“Biberon.” Annuì Hermione, dandogli un veloce bacio sulle labbra. “E adesso noi andiamo a preparare la vasca…e la riempiamo di bolle, come piace al mio amore.” Il bimbo emise uno strillino felice quando la mamma se lo portò in braccio fuori dalla stanza.

 

Ron rimase a guardare con un gran sorriso sua moglie e suo figlio mentre uscivano. Li amava più della sua stessa vita, e ogni giorno con loro era come vivere un bel sogno sempre diverso. Con un sospiro soddisfatto si stiracchiò i muscoli, godendosi il sole e il venticello mattutino fino in fondo: e finalmente, dopo tanti anni, sentì la tigre dentro di sé rilassarsi e rinfoderare gli artigli. Era bello sentirsi finalmente felici e completi.

 

                                                                                  The End

                                                                          …per il momento…          

 

 

                                                         ***********************************

 

 

 

 

Devo ammettere che mi stavo affezionando sul serio a questa storia! Peccato, è finita….ma non vi preoccupate, niente è mai definitivo… ^^ Beh, spero solo che vi sia piaciuta….

 

Prima di andare avanti, c’è mia sorella che vuole dare un bacio a tutti…devo dire che si è molto gasata quando ha visto che tutti l’avete ringraziata così tanto, e vi manda a dire che vi adora! ^^ Qualche volta è perfino adorabile quando è contenta, perciò…grazie davvero, una sorella maggiore di buon umore rende allegri tutti in casa! ^^

 

Allora: un super grazie a Ginny, Giuggy, Keijei, Kiak (la musichetta della Coca Cola è fantastica ^^), Ameliè, Strekon (il mio 100° recensitore!^^), Scayla, Arianna, Mony-chan (che è sempre dolcissima), Concy…ho dimenticato qualcuno? Non credo…vabbè, comunque… E adesso che fine fa la svitata della Sunny? Tranquilli, non vi abbandono: io adoro scrivere! L’altra volta vi avevo chiesto di farmi sapere con cosa volete che vada avanti; la Nenè è contentissima perché, per 14 a 12, ha vinto il gruppo che la pensava come lei: vogliono espressamente un seguito prima a questa parte della storia, e poi magari anche la parte precedente, anche per non incasinare le cose facendo troppi balzi avanti e indietro nel tempo, come giustamente diceva Keijei. Ma sono d’accordo con quelli che hanno votato per la storia precedente al primo Being A War Mage: quella sarà molto interessante da scrivere….comunque, c’è tempo. Accontentiamo prima la Nenè, così la smette di asfissiarmi.

 

Beh, adesso devo proprio lasciarvi…non ci sentiremo per un paio di settimane: la prossima parto per il viaggio con la scuola, e dopo ho la bellezza di quattro interrogazioni da farmi tutte nella stessa settimana! Ohi ohi…povera Sunny! Vabbè, tanto c’è Strekon: continuate a seguire la sua storia, siete in buone mani! ^^

 

Ciao ciao, baci a tutti!

Sunny

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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