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Autore: lottieverdeen    12/11/2012    4 recensioni
Questa è la storia di Faccia di Volpe, Finch, un tributo, che come tutti gli altri non meritava di morire.
Com'era la sua vita prima che i giochi sconvolgessero la sua esistenza?
Finch, era una persona speciale e lo è ancora ora, nei nostri cuori...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio di scatto, il cuore che martella forte, ansimando.
Nel mio sogno correvo. Venivo inseguita da bestie terribili.
Le bestie avevano occhi umani e sembianze di cani. Incutevano terrore.
Ma la cose che mi aveva sconvolto di più è che una bestia aveva i miei occhi.
Azzurri come il mare. Ad un tratto inciampo e mentre le bestie mi straziano mi sveglio.
Scuoto la testa e mi alzo, cercando di dimenticare. 
Il sole inonda la mia stanza quando toro su le vecchie persiane della mia stanza.
La piazza è in fervore. Osservo le persone mentre corrono da un lato all'altro.
Cercando di riordinare i miei pensieri mi vesto.
Lancio ancora uno sguardo alla piazza e terrorizzata realizzo.
Oggi è il giorno della mietitura. Precisamente della mia prima mietitura.
Con soli dodici anni sono già nel girone infernale.
Potrei vincere un ticket di andata per il Capitol. Non di ritorno. Solo di andata.
Il ricordo ancora vivo delle mutazioni mi accompagna per il resto della mia giornata.

Alle due in punto siamo tutti riuniti nella piazza del distretto 5.
Stringo la mano della mia migliore amica e vicine ci mettiamo in prima fila, quella destinata alle ragazze dodicenni.
"Andrà tutto bene Finch. Vedrai che non ci estrarrano." Mi dice sorridendo.
Non so come fa, non so dove trova tutto quel coraggio.
Io annuisco e fisso il cielo.
Se venissi davvero estratta? Ho paura, tanta paura.
Mi sento debole. Vorrei essere come Mary. Vorrei avere il suo coraggio.
La sua stretta si fa più forte quando la donna che annuncia la nostra morte sale sul palco.
"Benvenuti, benvenuti alla settantunesima edizione degli Hunger Games."
La donna sorride: " Siamo qua per estrarre i fortunati che avranno l'onore di rappresentarci."
Sento Mary ridere. E' una risata disperata, tra la pazzia e la beffa.
"Prima le ragazze."
La paura cresce, sento che la mano di Mary suda, la mia invece si fa gelata.
Ripenso al sogno, alle bestie, alla mia morte...
"Mary Farwell."
La mano della mia migliore amica scivola via dalla mia e senza voltarsi si dirige verso il palco.
"NO!" Esce flebilmente dalla mia gola. No! Prendetemi tutti, ma non lei.
"No!" Ripeto. Tutti si girano verso di me. "Perfavore, perfavore, non potete farlo."
La donna scuote la testa e chiama il maschio.
Mary ha la testa abbassata. Sento il dolore salire dai miei piedi e arrivare fino il mio cervello.
"NO!" Urlo ancora una volta, fiondandomi verso il palco, verso Mary.
Le guardie mi fermano. Mi bloccano, vietandomi di dire addio alla mia migliore amica, alla mia sorella.
Mi stanno tirando via una parte di me, metà del mio cuore. Mi stanno togliendo l'unica cosa per cui avrei dato persino la mia vita.

Seduta su una sedia mi guarda.
"Finch.."
Io mi fiondo verso di lei, l'abbraccio e piango.
Lei scuote la testa.
"Finch ascoltami: qualunque cosa succedrà, dimenticami!"
"Non posso! Non posso e lo sai! Mi ribellerò. Ti vendicherò Mary!"
"Finch, no!"
"Troppo tardi, ormai ho deciso. Te lo prometto."
Lei scuote la testa e mi abbraccia un'ultima volta, prima che le guardie mi trascinino via.


Vedo Mary . All'inzio non volevo vederla morire. Pensavo di non aver sopravvissuto.
La ragazzina, che così a lungo è stata mia amica corre verso la cornucopia.
Perchè non lo so. Forse si è rassegnata prima che lo facessi io.
Un tributo, già pieno di sangue si fionda su di lei.
Quando la lama del coltello scende sul cuore di Mary inizio a urlare.
Lei no. Cosa pensa ora? Mary guarda il suo assassino e... gli sorride.
Il coltello affonda nel suo petto, macchiandola di rosso, ma lei non smette di sorridere, nemmeno quando cade.
Ora giace per terra, il suo bellissimo viso incorniciato dai suoi biondi capelli.
Le lacrime solcano le mie guancie. L'assassino lascia cadere il coltello. Osserva Mary.
E quel pentimento, quel solo secondo gli è letale. Una lama lo trapassa. Entra dalla schiena e esce dalla pancia.
Chiudo gli occhi spaventata.
Quando li riapro il ragazzo giace a terra vicino a Mary. La preda e il predatore.
Ma d'altronde siamo tutte prede, prede di un Capitol affamato.
  
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