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Autore: Naky94    13/11/2012    1 recensioni
Una ragazza qualunque, va ad una convention sul suo telefilm preferito.
Tutto apparentemente sembra normale, ma un'unica domanda, generatrice si spoiler romperà l'idillio generale.
O forse no?
*Questa storia era già stata postata in un'altra sezione; ma dato che ora è stata aperta questa che è più specifica, ho deciso di spostarla qui*
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ciò non è mai successo. Anzi rettifico, l'unica cosa veramente accaduta è quella posta sotto gli asterischi.
spero che questo ennesimo sogno ad occhi aperti possa piacere a qualcuno.
Buona lettura!
 

Spoiler

 

Monia aveva appena passato l’esame su “Storia dell’Antica Dinastia”  col massimo dei voti.
Poteva considerarsi fortunata; quella materia era una delle più difficili di tutto il suo corso di laurea.
Ma lei c’era nata con la vocazione per la storia.
Allegra e felice, stava tornando al suo attico per annunciare al mondo i suoi successi personali.
Aveva già chiamato a casa. Tutti attendevano notizie, a Catania, ogni volta che si dava un esame. E lei non perdeva mai occasione di raccontare per filo e per segno cosa succedeva ogni volta.
Ma quest’anno le cose erano un pò diverse. Aveva finalmente raggiunto quell’equilibrio tanto agognato, fra il mondo reale e il suo mondo virtuale, popolato da ragazze pazze e fa iper-attive.
Erano passati anni da quell’estate in cui una sua carissima amica l’aveva istradata nel gruppo che ora lei considerava quasi una seconda famiglia.
Aveva passato tanto di quel tempo all’interno di esso che era arrivata al punto di non riconoscere più cos’era la realtà e cosa la finzione.
Ma col subentrare dell’università, il sogno di Monia stava prendendo realtà, e il gruppo di fan e tutte le ragazze li conosciute avevano preso la loro giusta collocazione.
Erano ormai solo un punto di ritrovo e di ricreazione, subordinate al lavoro e allo studio.
Ciononostante, Monia continuava tutt’ora a seguire con passione i film i telefilm e tutte le varie convention sugli attori, cardini del gruppo.


Negli anni, in quel gruppo ne aveva visti di tutti i colori; si andava dalle semplici premier dei film, al commento ossessivo e costante delle puntate del telefilm preferito. Una volta addirittura avevano deciso di incontrarsi tutte insieme, di persona.
Ricorda ancora il giorno in cui le era stato recapitato alla porta un biglietto aereo con destinazione a lei sconosciuta, che l’aveva portata in un’altra nazione, prima, e in un cinema, poi.
All’interno di quel cinema, lei ci aveva trovato tutte le ragazze del gruppo che sotto invito di Marta erano state catapultate in quella specie di convention personale, in cui avevano rivisto insieme tutti i film di cui si erano occupate ultimamente.
E nello specifico si erano divertite a commentare e sghignazzare su Iron Man (dall’1 al 3), o su Sherlock Holmes, e avevano persino schippato tante di quelle coppie, cinematografiche e non, che ne avevano perso il conto.
Ma infondo era questo che le faceva divertire di più.

Arrivata a casa, per prima cosa, apri le grandi porte-finestre che connotavano la facciata interna del suo attico. Aveva scelto proprio quello per la particolare vista che esso le offriva.
Dava proprio sullo Juventus Stadium, la casa della sua squadra del cuore.
Fin da piccola aveva tifato Juventus, e quando aveva saputo della costruzione del nuovo stadio, la voglia di andare a vivere a Torino si era accresciuta nel suo cuore.
Dopo essersi cambiata con abiti più comodi, era costretta a causa di una scommessa con un’amica a portare i tacchi alti e una gonna lunga al ginocchio, ad ogni esame; accese la musica nel suo stereo ultimo modello e si sedette sul suo comodo divano, prendendo con se il suo fidato portatile.
Doveva ancora comunicare alle sue amiche il suo bel voto.
Dopo aver aggiornato il suo stato facebook e aver raccontato, in una nota, tutto ciò che le era accaduto, si concesse un po’ di sano relax all’insegna dello spulciamento dei siti fan del telefilm “The Mentalist”.
Questi erano i momenti in cui il suo corso di studi le veniva in soccorso, e più nello specifico la aiutava sempre la materia “Ricerca e catalogazione virtuale” che le aveva insegnato a scavare nel profondo delle pagine internet, alla ricerca della notizia anche più insignificante.
Passò qualche minuto a cercare, neanche lei sapeva bene cosa, fino a che una notizia del tutto inaspettata le giunse sotto gli occhi.

 
“Comic Coon Torino: quest’anno anche una sezione sui telefilm”

 

La cosa di per se non aveva molta importanza per Monia, se non che aprendo l’articolo, lesse l’elenco che la sezione telefilm, del Comic Coon annuale torinese, avrebbe preso in esame.
E fra questi c’era proprio il telefilm su cui si basava una parte del gruppo così a lei caro.
The Mentalist appunto.
E tutti sapevano che Comic Coon voleva anche dire, attori/attrici a disposizione dei fan per un’intera giornata.
Cercando di mantenere la calma, e di non cominciare a ballare per tutta la stanza, saltando e cantando, riaprì la pagina facebook, ritornò sul gruppo e annunziò la lieta novella a tutti.

 
Il pomeriggio intero, così come alcuni giorni seguenti, furono passati da Monia incollata al pc; non aveva ancora un esame da preparare, poteva quindi prendersi un paio di giorni di riposo.
Lei e le sue amiche, passarono al vaglio ogni singola parola di quella nuova notizia, fecero ipotesi su quali membri del cast avrebbero potuto essere presenti, pregarono, addirittura, che le loro ipotesi fossero giuste, al solo scopo di poter finalmente i loro beniamini. Ci scappò perfino qualche fanfiction, gentilmente ideata da una delle ragazze.
Il punto di massimo giubilo, comunque lo raggiunsero quando un comunicato, annunciò che in rappresentanza del telefilm ci sarebbe stato il regista e sceneggiatore Bruno Heller, e i due attori protagonisti Simon Baker e Robbin Turney.
Quel giorno Monia e le ragazze resistettero per poco a stappare le bottiglie di champagne.

 
Ma come ogni bel sogno destinato a finire, purtroppo quando diedero da data della convention, quasi tutte le ragazze sarebbero state impegnate o con il lavoro o con l’università e quindi non sarebbero potute andare.
Solo Monia sarebbe stata disponibile e libera per il 3 Maggio, e sarebbe quindi andata ad incontrare regista ed attori, insieme ad un’altra quantità di gente non meglio specificata, per poi una volta tornata a casa, raccontare tutto con dovizia di particolari a coloro che avevano dovuto saltare l’evento.
I giorni seguenti furono interamente dedicati alla scelta delle domande da porre, ma soprattutto alle parole con le quali porle. Non si poteva certo essere troppo diretti, o si correva il rischio di offendere qualcuno, senza considerare che magari all’interno della sala poteva esserci qualche fan che non sapeva certe cose.
Così dopo lunghi ragionamenti, finalmente arrivarono i primi di Maggio, e con essi l’ultimo incontro delle ragazze prima del Comic Coon.
Ogni mese, il primo giorno per la precisione, si incontravano per scambiarsi opinioni o semplicemente per spettegolare un po’.
E questa volta l’occasione era anche stata colta per fare le più sentite congratulazioni e auguri a Monia che si apprestava a compiere quella difficile missione.

 
Il 3 Maggio, una giornata molto assolata (insolita per Torino, ma tant’è) Monia uscì di casa per dirigersi verso Torino2, il polo commerciale, cinematografico, teatrale (e ci più ne ha più ne metta) della città.
Arrivata al polo multimediale, una diramazione di Torino2, posteggiò la sua fedele macchinina al parcheggio, e si diresse verso l’auditorium in cui si sarebbe svolta la convention.
Già dopo qualche metro si accorse del lungo serpentone che si diramava dalle porte dello stabile. Così una volta arrivata alla fine di esso, si armò di pazienza e cominciò ad aspettare che la fila procedesse per farla entrare.
Dopo qualche ora sotto il sole cocente, finalmente arrivò il suo turno di entrare e mostrando il tesserino alla guardia, varcò la soglia.
All’interno l’auditorium era brulicante di voci e di persone che cercavano il posso pre-assegnatogli. Per fortuna lei aveva prenotato abbastanza precocemente da poter godere (ora) di un posto centrale e anche abbastanza vicino alla prima fila.
Si sedette al suo posto e uscendo dalla tracolla il piccolo notebook, diede notizia alle sue amiche, prima che venisse dato il segnale di spegnere cellulari e apparecchi elettronici, per non disturbare il segnale del sofisticato impianto audio.
Qualche minuto più tardi, una voce annunciò l’imminente inizio della convention, e sull’uditorio calò istantaneamente il silenzio. Improvvisamente le luci furono spente e un video cominciò a mandare un breve resoconto di tutte le stagioni fino ad ora mandate in onda.
Il filmato catturò subito l’attenzione di tutti, concedendo alle fan di calmarsi dopo la lunga attesa e di ripercorrere in 10 minuti, interi anni di vita.
Alla fine del filmato, mentre ancora un applauso di apprezzamento scrosciava, le luci furono accese, e sul fondo del parco apparvero il moderatore del dibattito e Bruno Heller visibilmente imbarazzato, seduto su un’enorme sedia da regista.
Ciò che non tornava però era l’assenza di Simon e Robinn.
Tutti i fan cominciarono a guardarsi intorno, come cercando qualcosa, ma solo quando sentirono Bruno schiarirsi la voce al microfono, prestarono attenzione a colui che aveva creato tutto.
“Mi...mi scuso per la diserzione dei miei amici, ma...ma hanno preferito fare un giro piuttosto che rimanere chiusi qui”.
Silenzio.
“Me li son fatti scappare come un allocco!” mormorò Bruno, credendo che il microfono fosse stato chiuso.
Una risata comprensiva si sparse tra la platea.
Infondo anche i fan avevano imparato a conoscere un po’ gli attori, e sapevano come reagire a queste loro strane iniziative.

 
Di li in poi la convention procedette speditamente, analizzando quasi ogni avvenimento delle varie stagioni; dalla morte di Bosco, alla comparsa e conseguente sparizione dell Frey. Dal personaggio di Mashburn, alla Flyn. Da O’Lauglingh a Sarah. Da minelli, alla Hightower, a Bertramo e LaRoches, continuando per Wainwright. Parlarono della maggior parte dei morti, di John, Jane e Lisbon. Insomma si fecero una bella chiacchierata.
C’era però una domanda che Bruno Heller temeva più di tutte, e che ogni volta che non gliela ponevano, ringraziava Dio per questo.
Ma se c’era una cosa che agognava il gruppo di cui Monia faceva parte era proprio il Jisbon. E tutte le ragazze, nel loro ultimo incontro, le avevano raccomandato di fare attenzione proprio su questo punto. Quindi dato che il fantomatico argomento, non voleva saperne di spuntare fuori, Monia si sentì in dovere di menzionarlo.
Così, alzò la mano, mostrando di voler fare una comanda a Bruno e molto prontamente, il moderatore mandò una maschera a portare un microfono a Monia, in modo tale che tutti potessero ascoltare cosa aveva da dire.
Preso in mano il microfono, dopo aver preso un bel respiro d’incoraggiamento, chiese:
“Bruno, quando ci darai ciò che più di ogni altra cosa vogliamo?”
Nell’auditorium era calato il silenzio.
Il momento era infine arrivato, Heller lo sapeva.
Sapeva inoltre che non poteva esimersi dal rispondere. Più volte lo aveva fatto, ma sempre parlando con un giornalista a cui tutto sommato poco importava se lui avesse risposto o no a quella specifica domanda.
Ma ora, quando di trovava davanti una platea di 3000 e più persone, per giunta tutte fan del telefilm e della coppia, l’unica cosa da fare era rispondere.
Perciò impaurito, senza guardare in faccia il suo pubblico, sussurrò dentro al microfono.
“Lentamente, molto lentamente, avverrà. Col tempo Jane e Lisbon avranno la loro storia d’amore. E sarà amore con la A maiuscola.”
Silenzio.
Dopo la sua risposta, nell’auditorium calò il silenzio.
Heller aveva sempre immaginato uno scoppio di festeggiamenti, urla, giubilo, magari anche qualche svenimento. Ma di sicuro non si era aspettato il silenzio.
Quando però si decise ad alzare gli occhi sul suo pubblico, lo spettacolo che si trovò davanti lo lasciò completamente senza parole.
Il teatro che fino a qualche istante prima era pieno di più di 3000 persone, era ora vuoto.
Non una sedia era occupata, neanche un’anima, all’infuori di lui, abitava quel posto. Tutto parlava di desolazione e abbandono.
Heller cominciò a non capirci più niente, smarrito si guardò intorno in cerca di una spiegazione, ma non ce ne erano.

Poi però un rumore sordo, proveniente dall’esterno, lo riscosse, convincendolo ad alzarsi dalla sedia e a dirigersi fuori.
E proprio lì, all’esterno dell’auditorium che li aveva rinchiusi, Heller trovò quelle scene da finimondo che si era sempre aspettato. Cerano ragazze che piangevano, urlando quanto fossero felici per la notizia. Ragazze che parlavano al telefono, cominciando già a diffondere il nuovo spoiler. Ragazze che piangendo si abbracciavano per condividere la gioia. E dulcis in fundo c’era un idrante che rotto da chissà chi, faceva zampillare la sua acqua rinfrescando tutti.
Quella stessa acqua che scendeva per il collo di Monia che appoggiata ad una parete, con gli occhi lucidi e il pc in braccio annunciava alle sue amiche la lieta novella.

 * * *

 L’acqua però stava diventando sempre più calda, e Monia cominciava già a non sentire più tutte quelle persone che la stavano circondando, mentre esultavano.
Resistette ancora cinque minuti, finché il calore, ormai insopportabile non la costrinse a spostarsi da quel getto bollente.
Aprì gli occhi e si ritrovò all’interno della doccia, della sua casa a Catania.
“Monia sbrigati con quella doccia, o non arriverai in tempo al diciottesimo di Carla” le urlò la madre dalla stanza accanto.
Improvvisamente capì:
Non c’era mai stato il Comic Coon.
Non aveva ancora preso il diploma di maturità.
Non si era ancora trasferita a Torino.
Non era ancora entrata nella facoltà di Egittologia a Torino.

 
Ciò non toglie, comunque, che lei sul gruppo fan ci andasse ogni santo giorno, e che Heller quella dichiarazione sul Jisbon l’avesse rilasciata VERAMENTE.

 

 

 

 
FINE

   
 
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