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Autore: _OrdinaryGirl_    13/11/2012    2 recensioni
Questa storia parla di una ragazza autolesionista,vittima di bullismo e ad un passo dall'anoressia.Una storia che parla della cattiveria di alcune persone,della triste vita di una povera sedicenne e della sua scalata per arrivare ad una vita normale.Piano piano la ragazza si 'scongelerà' fino ad arrivare ad un'altra idea di se stessa..Ma le complicazioni che ci saranno prima di arrivare a questa rinascita saranno molte,e la nostra protagonista,Lia,si troverà in situazioni in cui si sentirà sola..Anche se forse non lo è.
Genere: Dark, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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 “Lara,c’è del sangue sul bancone della cucina,ti sei fatta male?”La mia matrigna masticava un croissant al cioccolato,le parole che gli uscivano dalla bocca con le briciole..Mi veniva da vomitare.”Mi sono tagliata con la carta,nulla di grave,ora pulisco.”Mentii.Presi una pezza bagnata e cacciai dal bancone tutte le tracce di sangue,del MIO sangue.I tagli sul fianco bruciavano ma non me ne importava,grazie a quei tagli la mia anima volava,ed io riuscivo a toccare il cielo.Quei tagli erano l’unica cosa che mi rimaneva.Mi chiusi nella mia stanza,mi buttai sul letto e le lacrime cominciarono a scendere sul viso.Perchè a me?Cosa ho fatto?Merito davvero tutto questo?Presi la lametta che tenevo nel comodino,la mia fidata amica,mi misi seduta sul letto e iniziai a incidere la carne sui miei
polsi.

Ad ogni taglio sorridevo ancora di più,mi sentivo leggera,il sangue colava sul tappeto ed io ero felice.

Sentii la porta sbattere,Emily se ne era andata.Ero ancora arrabbiata con lei,è la mia matrigna,non può dirmi cosa devo e non devo fare.Posai la lametta ed andai in bagno.Entrai nella vasca e mi misi di nuovo a piangere,non ce la facevo più,volevo finirla.Cosa avevo fatto di male per meritare tutto questo?COSA?Avevo solo qualche problema con l’alimentazione,cosa che hanno tantissime ragazze.Essere ricoverata per anoressia è una buona scusa per odiare a morte una ragazza?Non penso.Uscii dalla vasca,era tardi,dovevo andare a scuola.Mi misi un paio di jeans e una maglietta,misi lo zaino sulle spalle e mi incamminai.Arrivai davanti alla mia scuola,un palazzo grande come tutti gli altri ma,non so,guardandola mi sentivo piccola.Entra nel cortile,le persone mi fissavano e ridevano.Trovavano divertente la luce che passava nello spazio tra una gamba all’altra,volevano umiliarmi.Abbassai la testa,le guancie rosse,le prime lacrime scendevano pian piano facendosi strada tra le mie guancie.NO!Non dovevo piangere,si sarebbero solo sentiti bravi,li avrei solo portati al loro scopo.Mi asciugai la guancia con la manica del maglioncino,stavo morendo di caldo ma non potevo alzarmi le maniche..Si sarebbero visti i miei tagli.Mi misi a correre,non potevo più sopportare tutta quella merda.Mi appoggiai alla porta della scuola,dove non sta nessuno..Aspettavo solo che la campanella suonasse,in modo che nessuno avrebbe potuto ridere di me,c’erano i prof a “difendermi”…Più o meno.La campanella suonò,io fui la prima ad entrare e non mi misi a gironzolare per i corridoi come gli altri,mi infilai subito nella mia classe,sistemai i miei libri sotto il banco e appoggiai i gomiti sul gelido legno.Sbirciai fuori dalla porta,nessuno era ancora entrato nella propria classe,avevo tempo.Presi la mia lametta dallo zaino e creai un incisione sul polso,strizzai gli occhi per il dolore ma mi sentivo bene.Riposai immediatamente la lametta nello zaino e nascosi il polso,quel nuvoo taglio mi aveva dato la forza di andare avanti.Dopo circa dieci minuti anche i miei compagni entrarono dentro la classe,gurdavano me.
                                                                                                                                                                          ***
::La ragazza che non ha nessuno,la ragazza che si taglia,la ragazza anoressica,la ragazza problematica,la ragazza stronza,la ragazza brutta,la ragazza grassa…Quella ragazza la cui vita valeva   come un misero penny:: 
                                                                                                                                                                           ***
Dopo che mi fui accorta che i miei compagni mi indicavano e ridevano,mi tappai le orecchie e mi misi a canticchiare”What Makes You Beautiful” dei One Direction.Entrò la prof,avevamo educazione fisica.Tutti erano entusiasti…Sì,tutti tranne me.Scendemmo nella palestra della scuola e la prof ci ordinò di correre.”Cazzo.”pensai.Erano ben dieci giorni che digiunavo,non avevo forze.Mi misi a correre,ma qualcuno mi fece lo sgambetto e caddi.La vista si appannò e io..Io non riuscii a vedere più niente.Quando riaprii gli occhi,vedevo delle figure indistinte che ridevano e mi indicavano.Il prof di educazione fisica era chinato su di me e mi faceva aria…Ero svenuta.Quando viste che avevo aperto gli occhi sorrise.”Stai bene?”mi chiese.

”No,non sto bene,ho il sangue che cola,la mia vita non vale niente,sono solo una ragazza brutta e grassa e problematica che non serve alla società e dovrebbe morire.Ci sono parole di fuoco nell’aria e sangue sulla coscienza di ognuno di noi.ma ci hanno insegnato a non vederlo,non vedere tutto questo.”

Avrei voluto rispondere,ma non potevo.Mi avrebbero rimandata dallo psicologo e io non volevo.”No Si.” mentii.Mi alzai senza aiutarmi con la mano che mi porgeva il prof,volevo dimostrargli che ero forte,SONO FORTE.Inventai una scusa,gli dissi che mi ero fatta male alla caviglia e riuscii ad ottenere un consenso per andarmi a sedere e guardare gli altri correre.Forte.Gli latri appena passavano davanti a me ridacchiavano,quanto sarebbe durata quella storia?Cosa li faceva ridere?Bhè,li avrei ignorati.L’ora di educazioni finì,ne avevo già abbastanza della scuola.Chiesi di poter chiamare casa,mi rispose la mia matrigna.”Cosa succede tesoro?”Sapevo che non gliene fregava niente,ma era il suo dovere.”Mi sento male.Puoi passare a prendermi?..Per favore.”Rispose di sì,adesso dovevo solo recitare.Avevo un modo infallibile.Mi pizzicai su un taglio e sul mio viso affiorò una espressione di dolore.Mano sullo stomaco e si ritorna in classe ad aspettare Emily.Le ragazze sparlano,bisbigliano,sussurrano.Parlano di me.Deve essere divertente stare dall’altra parte,magari un giorno lo saprò.Un lontano,lontano giorno.Dopo un po’ arrivo Emily,scesi le scale della scuola e salii sull’auto.Non dissi niente per tutto il viaggio,ed Emily non fece niente per attaccare discorso..A cosa serviva?Sapeva benissimo che appena tornate a casa mi sarei chiusa in stanza,l’unica cosa che non sapeva era che,dopo essermi chiusa nella stanza,mi sarei tagliata di nuovo.Arriviamo nella nostra’amata’ casetta,mi chiudo nella stanza,prendo la lametta e inizio a laceraremi la carne,stavolta nel fianco.Il sangue cola caldo,ed io sorrido,anche se le lacrime scendono giù a fiumi.Emily chiama.Si pranza.Scendo al piano di sotto,dico che mangerò in stanza.Lei fa storie.Io grido.Lei grida.Io abbasso il tono.Lei mi guarda severa.Io prometto di mangiare.Lei dice che ha fiducia in me.Io prendo il piatto e salgo le scale.Lei ripete che ha fiducia in me.Io arrivo in camera.Lei ha fiducia in me.Io butto il cibo nella spazzatura.Lei ha fiducia in me.Io piango.Lei ha fiducia in me.Quando scoprirà tutto quello che faccio,non avrà più fiducia in me.
 
  
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