Crossover
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Autore: Jade MacGrath    01/06/2007    0 recensioni
Quando era ricoverato per l'aneurisma alla gamba, e stava lottando durante la crisi cardiaca, House vide una donna che non c'era. Cinque anni più tardi, la stessa donna gli riappare davanti. Il suo nome è Six, solo House la può vedere, e sconvolgerà la vita del dottore da cima a fondo... crossover House/Battlestar Galactica
Genere: Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Telefilm
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando sia Cameron e Wilson sparirono insieme per il weekend, Shelley capì che Wilson non aveva seguito il suo consiglio. Se lo aveva fatto, la balla non aveva retto perché House era sul piede di guerra. La lavagna dove di norma elencava i sintomi era coperta di dati e informazioni che aveva raccolto in tutto l’ospedale da chiunque fosse riuscito a far cantare su Wilson e Cameron, andando dalla Cuddy (che si era limitata a sorridere, facendo capire che sapeva tutto e che non avrebbe detto niente) all’inserviente della mensa che aveva origliato dietro compenso l’ultima conversazione. Quando la conversazione aveva toccato l’argomento ‘camera d’albergo’, House era andato in paranoia.

L’ultima cosa che sapeva era che Allison Cameron moriva dietro a lui. Gregory House. Suo capo, mentore, eccetera eccetera. Sebbene non avesse intenzione di cederle, il fatto di avere una ragazza giovane, carina e moderatamente brillante che lo aveva eletto a sua fantasia erotica gratificava parecchio il suo ego. Il sapere però che la suddetta ragazza e quello che pensava essere il suo migliore amico fossero insieme in una camera d’albergo a fare Dio sa cosa gli dava fastidio. Parecchio. Soprattutto perché non l’aveva saputo con due mesi d’anticipo e non aveva potuto torturarli a dovere. Certo, poteva farlo al ritorno, ma non sarebbe stato così divertente.

Quando ritornarono, House li aspettava al varco. Prima un’accurata osservazione della coppia gli fece capire senza ombra di dubbio che quei due la camera d’albergo l’avevano divisa, e non solo quella. Poi i commenti entusiastici su quanto era stato bello il weekend fecero il resto. Doveva discuterne con qualcuno, ma visto e considerato che oramai tutti lo evitavano come la peste, andò alla ricerca di Shelley, e con la scusa di un consulto la trascinò via da un paziente.

“Ma porca miseria, House! Ho da fare, ho una vita, sai!”

“Cuccia, Godfrey. Volevo sapere se hai visto Romeo e Giulietta di ritorno dalla fuga d’amore.”

“Sono affari loro.”

“E no! Sono affari miei! Wilson è mio amico e Cameron una mia dipendente…”

“…e tutti quanti siamo dipendenti di Cuddy.”

House la guardò confuso.”

“Perché, non era una gara di ‘Puntualizza l’ovvio’? Ad ogni modo, House, continuano a non essere affari miei. Posso andare, ora?”

“Se vengono da te, poi voglio sapere tutto!”

“Ovviamente” disse Shelley, sorridendo.

“Davvero?”

“No! Vai a tormentare Cuddy sulla sua scollatura, fatti un acido, ma lasciami in pace!”

House guardò Shelley tornarsene nella sala di fisioterapia, e per cinque secondi si sentì triste, solo e bistrattato dall’universo. Poi si ricordò che era Gregory House e che era lui di norma a bistrattare l’universo, non il contrario. Se nessuno voleva cospirare con lui, benissimo… avrebbe fatto da solo. Supposizione dietro supposizione, alla fine era pressoché certo che Allison sarebbe diventata la quinta signora Wilson, e con ogni probabilità sarebbe diventato un menage à trois perché Cameron non poteva sopprimere la tempesta ormonale che il suo capo le scatenava.

Era nel bel mezzo della sua fantasia, quando si rese conto che Cameron e Wilson erano dentro uno sgabuzzino vicino a dove si trovava lui e stavano ridacchiando come due adolescenti in una situazione analoga. Si appostò affianco alla porta, pronto a origliare una situazione potenzialmente piccante e ottima per il ricatto…

“Oddio, Jamie dal vivo è anche meglio… peccato sia sposato e con tre figlie piccole, altrimenti…”

“Stessa cosa con Tricia… i meglio partiti sono sempre i primi a sparire.”

“La conferenza con il cast di Galactica è stata veramente bellissima. Non ci volevo credere quando Lucy Lawless ha risposto alla mia domanda su  Numero Tre!”

House spalancò gli occhi. Numero Tre? Che ne sapeva Cameron di Numero Tre? Facendo più attenzione, House li sentì menzionare anche altri nomi a lui familiari come Kara Thrace, Lee Adama, Laura Roslin, e su tutti Numero Sei. Poi sentì la cosa che lo fece tranquillamente decidere per una vendetta che possibilmente li avrebbe ammazzati.

“Son finito a raccontare quella storia, l’ultima sera.”

“James, ma perché? Avevamo giurato di non dirlo a nessuno!”

“Tutti stavano raccontando aneddoti… e credimi, messi a confronto, la mia storia sul fatto che House si sia sognato di Battlestar Galactica perché noi ci siamo guardati un paio di puntate nella sua stanza d’ospedale non è neanche la più assurda!”

House si allontanò. Aveva sentito abbastanza. E il suo cervello stava già lavorando sul modo di farla pagare a quei due…

 

Cuddy era fiera di sé stessa. Il secondo torneo di poker stava andando bene come il primo, e anche meglio, a giudicare dal livello delle donazioni già raggiunte.

“Allora” disse Sharon Godfrey avvicinandosi a Cuddy con due bicchieri in mano “È questo che fate qui a Trenton per divertirvi.”

“Capisco tu sia abituata a New York, ma non ci difendiamo male nemmeno noi” disse Cuddy sulla difensiva, accettando il bicchiere di champagne. Sharon la fissò perplessa per qualche secondo, poi le disse che non l’aveva detto con sarcasmo.

“Perché, sembrava?”

“Considerato che sei sarcastica ventiquattr’ore su ventiquattro e trecentosessantacinque giorni all’anno, fa sempre strano sentirti dire qualcosa che non lo sia” aggiunse Shelley, arrivando alle spalle delle sue.

“Shelley, finalmente!” esclamò sua sorella maggiore abbracciandola “Credevo non ti avrei mai più vista con qualcosa che fosse diverso da jeans e maglietta.”

“Occasionalmente indosso una tuta di cotone ma non credo tu ti stia riferendo a quello” disse la ragazza portando l’attenzione sul suo abbigliamento. I suoi capelli per una volta avevano scampato la piastra e le scendevano fino alle spalle in quei ricci che aveva rinunciato a domare al college ma che per una sera potevano darle un aspetto diverso. Aveva pure tirato fuori dalla naftalina il suo leggendario vestito rosso fuoco, che a distanza di cinque anni le stava ancora come un guanto, e per l’occasione aveva comprato dei sandali argentati dal tacco vertiginoso. Il giorno dopo avrebbe avuto un gran mal di schiena e delle fitte al ginocchio, ma chi se ne fregava, stava una favola.

Chiacchierò con le sue amiche per qualche minuto, poi adocchiò House e con una scusa andò a parlare con lui. House era rimasto sbalordito nel vederla: era identica a come l’aveva immaginata durante il coma, vestito e tutto. Era impressionate, e un filino inquietante.

“Intendi rimorchiarti metà degli uomini presenti?”

“Invidia, eh? Senti, ora inizia a spiegare. Perché volevi che venissi a tutti i costi? E soprattutto, perché questo vestito?”

“Perché è parte integrante della mia vendetta contro Wilson e Cameron!”

“Ah.”

“Mi aspettavo una reazione un po’ diversa.”

“House… prima che vai avanti, io sapevo tutta la storia di Battlestar Galactica. Me l’ha detta Wilson. E… no, non mi presterò ai tuoi propositi di vendetta. Ho un onore da difendere, una morale…”

“Ok, fa il tuo prezzo.”

“Se la metti così… La tua moto.”

“Cosa? Ma sei pazza!”

“Può darsi. Ma la voglio. E tu cosa vuoi di più, le tue due ruote o la tua vendetta?”

Dannazione, questa era una domanda difficile. House ci rifletté cinque intensissimi secondi, e poi diede la sua risposta a Shelley.

“Mi pare ovvio. La mia vendetta!”

Shelley sogghignò nel modo che ad House piaceva tanto, e strinse la mano al dottore.

 

Wilson dovette sfregarsi gli occhi varie volte durante tutta la serata.

Non poteva essere vero… Numero Sei era un personaggio della finzione, e Tricia Helfer non era un’invitata del party di beneficenza.

Quindi chi era la ragazza in rosso che pareva lei?

Pure Cameron aveva adocchiato la ragazza misteriosa, e come Wilson aveva creduto di avere le allucinazioni.

Un rapido consulto aveva chiarito la cosa: entrambi l’avevano vista, quindi non poteva essere un’allucinazione. Vero?

L’inquietudine rimaneva. Wilson lasciò Cameron un istante per andare al bagno degli uomini per sciacquarsi la faccia e ricordarsi che i personaggi fittizi erano per l’appunto fittizi.

Quando aveva rialzato la faccia, gli era preso un colpo. Alle sue spalle c’era Numero Sei che sorrideva. Aveva chiuso gli occhi, e quando li aveva riaperti la ragazza era sparita. Aveva tirato un sospiro di sollievo… poi Cameron lo aveva tirato in un angolo e gli aveva detto che anche lei aveva visto Numero Sei un momento che era da sola.

House sbirciò i due medici da dietro un angolo, e se la rise sotto i baffi. Fosse dipeso da lui ci sarebbe andato giù molto più pesante, ma non era pronto a perdere anche la sua PlayStation.

Si sentì tirare per un braccio, e sparì dietro un angolo. Shelley era appoggiata alla parete, e gli disse che entrambi i dottori sembravano piuttosto sconvolti.

“Contento?”

“Gioia, se ti fossi fatta tu il giro sulle montagne russe che mi sono fatto io per colpa loro…”

“Ok, ok… basta che non ricominci. Che ci troveranno poi nella fantascienza, non lo so proprio. Ho provato a guardare una volta questa Battlestar Galactica, ma non c’ho capito granché. Molto, molto più semplice guardare The OC e le repliche di Dawson’s Creek.”

“Perché, anche tu…”

Shelley guardò House stupita “Prima General Hospital, ora the OC e perfino Dawson’s Creek… questa domanda è fondamentale, House: che ne pensi di One Tree Hill?”

“Carina ma non indispensabile.”

“Gilmore Girls?”

“Ehi, ragazza, non ti allargare ora!”

“Scusa, dovevo chiedere. Tutta questa cultura televisiva ed è pure un medico di fama… Gregory House, dove sei stato negli ultimi cinque anni della mia vita?”

“A domandarmi perché Lady Botox mi avesse mollato. Tu?”

“Compiangere il mio defunto e perfetto fidanzato. Ma riguardo a Stacy… c’è una cosa che devo dirti, che ti risolleverà il morale…”

“Se è la pantomima tua e di Mark e il suo urlo a ultrasuoni… ce l’ho su cassetta.”

“Hai rubato il filmato di sicurezza?”

“No, certo che no… Foreman l’ha rubato. Cameron ha fatto il palo e Chase l’ha duplicato.”

“Giusto, perché fare il lavoro se puoi inguaiare i tuoi assistenti. Credo che chiederò a Cuddy se posso averne tre anch’io, appena Dawlish tira le cuoia…”

House la guardò stupito.

“…professionalmente parlando. Che avevi capito?”  

“Basta con le chiacchiere. Direi che è il momento di mettere in atto l’ultima parte del piano.”

“Quando sarà, evita di ridere, puntare il dito e dire ‘Ben vi sta!’.”

“E perché?”

“Perché rovinerebbe un piano che fino a questo punto è stato magistrale e di classe.”

“Bella, tu neanche volevi entrarci.”

“Sai, credo che dipingerò la mia nuova moto color blu notte, con delle bande floreali stilizzate color argento.”

House sentì una neanche tanto metaforica fitta al cuore.

 

Intanto, Cameron e Wilson, decidendo che con ogni probabilità erano così fan sfegatati di Galactica da vederla dovunque e che ad ogni modo l’ala psichiatrica era solo ad un ascensore di distanza, si sedettero al tavolo da poker dove Cuddy e una donna bionda sua coetanea stavano giocando con uno dei neurochirurghi. Il quale, all’ennesimo rilancio della bionda, disse che si ritirava.

“Siamo sole solette, Sharon. Come al college.”

“Se ricordo bene, Lisa, al college quando giocavamo a poker spazzavo il pavimento col tuo posteriore.”

“Se ricordo bene anch’io, un paio di volte le pulizie le ho fatte col tuo.”

“Due volte in quattro anni, gioia. Allora? Ci stai?”

“Ci sto” disse lanciando una manciata di fiches al centro del tavolo.

“Cuddy” fece Wilson “Amica tua?”

“Ah… non vi avevo visti. Dottor Wilson, Dottoressa Cameron, vi presento Sharon Godfrey. Sharon è un nuovo membro del consiglio di amministrazione e una mia vecchia amica del college. Sharon, loro sono i dottori Allison Cameron e James Wilson, che hanno la croce non indifferente di essere a stretto contatto con House.”

“Condoglianze vivissime, so cosa vuol dire. I miei primi anni di internato sono coincisi con i suoi ultimi… e per pace di spirito non aggiungerò altro. Senti bellezza” disse poi rivolgendosi a Lisa “È il momento della verità. Ora scopriremo se sei ancora la schiappa che eri a poker…”

“Ehi!”

“… o se sei migliorata. È anche vero che visto che giocavamo sempre a strip poker il tuo perdere sempre in presenza di una… certa persona… fosse una strategia, ma non indagherò oltre per il bene della tua reputazione attuale.”

“Poche ciance, Godfrey. Mostrami cos’hai.”

Sharon mostrò fiera una scala reale. La faccia di Lisa diventò triste… poi sorrise ancora di più di Sharon e le mostrò che lei aveva fatto colore.

“HA!”

“Che dire” disse Sharon guardando il suo vestito “Sono felice non sia una partita di strip poker.”

“Perché, Sharon?” disse House arrivando da solo “Sotto il vestito niente?”

“Gregory! La leggenda, il mito… sei ancora vivo?”

“Vivo solo per farti dispetto.”

“Ci avrei giurato. E come va con la mia sorellina?”

Sorellina?

House ci mise cinque secondi a realizzare che Sharon aveva davvero una sorella minore, di cui sapeva l’esistenza ma che non aveva mai visto. E facendo due più due, e aggiungendo il sarcasmo e il fattore irritante che solo le Godfrey possedevano…

“Shelley è la mia fisioterapista e la croce della mia vita, quindi immagino sarai fiera di lei.”

Sharon sorrise “Da matti. Oh, eccola che arriva.”

 

Cuddy continuava a fissare con aria confusa le facce sbiancate di Cameron e Wilson, e i sogghigni divertiti di Shelley e House. C’era qualcosa che le stava sfuggendo, ma sentiva che non era il momento adatto per fare domande.

Soprattutto perché House rise, puntò il dito verso quei due e disse “Ben vi sta!”. Shelley scosse la testa di fronte a tanta maturità, e alzò gli occhi al cielo.

Wilson fu il primo a riguadagnare la parola “Dottoressa Godfrey?”

Shelley annuì, e House, lanciandogli un’occhiata piuttosto chiara disse “Allora, Jimmy, la parola all’esperto… è o non è uguale a Numero Sei?”

Wilson sorrise a denti stretti e annuì. Cameron si limitò a sbattere gli occhi, ancora incredula del tiro che House gli aveva appena giocato.

“Benissimo” disse poi House battendo le mani “Tutti pronti per un’altra mano di poker?”

 

Alla fine, il giorno dopo anche Cuddy fu messa al corrente di tutto quello che era successo dal coma di House fino al torneo di poker, e al termine del racconto di House, Cameron e Wilson non sapeva se ridere o elargire provvedimenti punitivi a destra e manca. Le facce dei presenti erano comunque uno spettacolo: House, tronfio della sua vendetta ma in qualche modo abbacchiato dall’aver appena ceduto a le chiavi della sua moto alla dottoressa Godfrey, che dopo aver dichiarato il suo coinvolgimento solo nell'ultimo atto della storia era anche quella che se l'era filata per prima; Wilson e Cameron, invece erano a metà tra l’essere arrabbiati con House per l’infarto che si erano presi, e preoccupati per quello che Cuddy avrebbe potuto dire o fare di loro.

Cuddy aveva in faccia la sua migliore imitazione della preside delle sue scuole superiori quando doveva rimproverare qualcuno, ma stava per cedere. La storia era troppo assurda, perfino per gli standard a cui House l’aveva abituata.

Decise quindi di ridere. Fino alle lacrime.

E a giudicare dalle facce in quell’ufficio, era quello che più temevano. Sapevano gestirla quand'era arrabbiata, ma ora stavano vedendo qualcosa di nuovo e inaspettato...

Cuddy infatti, una volta calma, scoccò loro un sorriso perfido.

“Dottori... sapete che con quanto mi avete appena confessato la sottoscrtitta ha il pieno diritto di sfottervi e ridere di voi da qui all’eternità, vero?” anunciò con tono dolce.

E tutti iniziarono a tremare.

Si prospettavano tempi bui, al Princeton Plainsboro Teaching Hospital.

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***

 

E così, siamo arrivati alla fine... e Cuddy è letteralmente l'ultima a ridere!

Un grazie a tutti quelli che hanno letto, e uno anche più grande a tutti quelli che mi hanno recensito. Se il crossover con questa serie sconosciuta a chi non ha Sky (o altri mezzi... e ci siamo capiti...) vi è piaciuto, ne ho iniziato un'altro che si chiama 'Epiphany', e riguarda Stargate e Stargate Atlantis. Se volete venire a dare un'occhiata, prego.

In ogni caso, ciao e arrivederci!

  
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