Bless the Fall
Siamo foglie che cadono dagli alberi morti,
senza speranze, senza luce.
Secche.
Cadiamo piano, in silenzio, e non lasciamo tracce dietro noi,
indissolubilmente legati al suolo arido.
In mezzo al nulla.
Nel silenzio,
nel vuoto.
Vorrei sapere com’è possibile, che ciò accada davvero.
Vorrei sapere com’è esistere, vivere senza niente
e nascondere agli altri il dolore.
Vivere come non ci fosse altro scopo
se non quello di cadere, non distinguendo
più le paure dalle sofferenze.
Un continuo precipitare senza scopi.
Vivere per confondere i confini dell’Essere
con l’aria satura di ossigeno.
Prendere un respiro profondo
ed avere il coraggio di non provare più
Niente.
Come una foglia d’autunno
che non ha scopi né certezze.
Vivere per morire, vivere per non Essere.
Con l’assolo di chitarra nell’aria, che distrae l’avvenire implacabile.
I tasti di un pianoforte fanno troppo rumore.
I violini nostalgici ci violentano, ancora.
Ma è una violenza leggera e forte come la marea.
Controllare il battito affievolirsi e lasciare che avvenga, senza curarsi di altro.
Poter chiudere gli occhi.
Finalmente.
Vorrei sapere com’è possibile, che ciò accada davvero.
Vorrei sapere.
Ma c’è qualcosa che non ho, che non me lo permette.
E tutto continua a cadere.
Tutto continua a vivere, come foglie d’autunno.
Senza scopi.
Senza tutto.