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Autore: MishAlo    14/11/2012    1 recensioni
Due ragazzi, che sembra si odiano. Una cosa nata così, per caso. Destinata a finire o forse no?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per tutti, loro due si odiavano, non si sopportavano e ogni volta che si vedevano, si riempivano di’insulti, o peggio non si guardavano neanche in faccia, ingnorandosi a vicenda.
In quella compagnia, tutti si conoscevano da anni e uscivano sempre, nei pomeriggi talvolta in cinque o sei, il sabato sera tutti insieme.
Avevano per lo più tra i 16 e i 20 anni, molti ragazzi e poche ragazze.
Chissà come o perché tutti volevano entrarci, in quella compagnia. Ma pochi, pochissimi, ci riuscivano.
Erano, per la maggior parte, casinisti e sbruffoni, ma erano tutti bravi ragazzi.
Ecco, due membri storici della compagnia erano Marco e Daniele. Il primo di 18 anni l’altro di 19, il primo era biondo con gli occhi neri, che ti risucchiano, il secondo capelli verdi –tinti- e occhi azzurri, limpidi.
Il primo studioso e silenzioso, sarcastico e critico per tutto il resto mondo, dolce e premuroso per lui.
Il secondo pigro ed estroverso, stronzo e sicuro di sé per tutto il resto del mondo, fragile ed emotivo per lui.
Daniele era quello che odiava essere uguale agli altri e si distingueva, sempre e comunque. Per i suoi capelli, per la sua altezza o semplicemente per i suoi discorsi.
Indossava almeno un qualcosa di nero, jeans o semplicemente un orecchino, ma sempre il nero –come i suoi occhi­- lo indossava.
Amava la musica degli anni 80 e il nuoto. Odiava studiare, o il semplice leggere. Ma, mistero dei misteri, era uno dei ragazzi più colti e informati della compagnia. Uno dei più intelligenti.
Marco era quello che odiava attirare l’attenzione, ma ci riusciva sempre. Per i suoi occhi, per il suo fisico da lottatore, per le sue labbra a forma di cuore o per la sua voce così calda e sensuale - come qualcuno la definisce.
Aveva sempre con sé un braccialetto azzurro, piccolo e quasi invisibile al polso destro.
Amava leggere, sempre e qualunque cosa, e i film in bianco e nero. Adorava mangiare il cioccolato e tutto quello che lo conteneva.
Era sempre informato su ogni cosa che accadeva. Era uno dei ragazzi più informati e colti della compagnia. Uno dei più intelligenti.
Ma sia Daniele che Marco sul cuore avevano una lettera, semplice e piccola, -invisibile agli occhi di tutti e sopratutto a quelli dell'altro. Daniele aveva una emme, Marco una di.
Erano anni, precisamente tre anni, cinque mesi e diciassette giorni, che andavano a letto insieme, che facevano l’amore.
Erano anni, precisamente tre anni, due mesi e otto giorni, che Daniele era innamorato di Marco.
Erano anni, precisamente tre anni, due mesi e nove giorni, che Marco era innamorato di Daniele.
Nessuno, neanche i diretti interessati, sapevano di quest’amore. Passionale, violento, irruento e allo stesso tempo, dolce, deciso, importante, premuroso, giocoso.
Si erano messi d’accordo che il loro era semplice sesso, così, tanto per. Quando s’annoiavano, quando si sentivano soli. E per i primi tre mesi andava bene, era giusto così.
Ma poi, quando tutto, tutto si era fatto serio e grondante di sentimento, la situazione era diventata stretta a entrambi.
Ma Daniele era troppo orgoglioso per dirlo ad alta voce e poi non pensava di essere ricambiato –era intelligente, ma un po’ ingenuo.
E Marco, anche se sospettava un qualcosa –non era ingenuo, lui- pensava che se la loro fosse diventata una relazione seria, era solo per andare controcorrente, per essere diverso dagli altri.
E lui non voleva questo, voleva essere importante per Daniele, non come mezzo di diversità da essere sfoggiato.
***
-Mha, penso di sì. Credo... credo sia andato con quel ragazzo biondo di prima- rispose Davide a Marco.
Il biondino strinse i denti, e chiuse le mani a pugno. Stava cercando Lorenzo, quando aveva visto Daniele baciarsi con un ragazzo biondo. Si era girato ed era scappato fuori in cerca d’aria che gli era mancata appena il suo sguardo si era posato sul suo amato. Era solo sesso, ma credeva che fosse solo sesso solo tra loro. “Che ingenuo, ed io che pensavo che provasse qualcosa per me”.
Ma poi, armato di forza e rabbia era tornato indietro e aveva chiesto se Daniele se ne era andato.
“Cazzo” pensò dolorosamente, così gli scrisse un sms: “Ho voglia, dove sei?”
Intanto, era uscito dal locale cercando di vedere se la macchina di Daniele era ancora lì.
Gli vibrò il cellulare, lo prese e lesse: “Sono con uno, e sono ubriaco. Molto più del solito, tanto. Per questo, ti sto scrivendo quello che leggerai. Mi sto per fare questo qua che non so neanche come si chiama. Viene a fermarmi. Sono nella mia macchina.”
Sbalordito, lesse e rilesse il messaggio per poi fiondarsi alla macchina del ragazzo. Vide i due baciarsi, Daniele sopra e quello sotto. Aprì di scatto la portiera facendoli cadere.
-Ehi, che cazzo... Chi cazzo sei, te?- esclamò il biondo.
-Ragazzino, smamma prima che ti prenda a pugni.
E quello se ne andò, perché Marco era buon e tranquillo finché non gli si tocca quello che ama di più, in questo caso Daniele.
Intanto, quello si era riseduto sul sedile e guardava Marco con sguardo quasi divertito.
-Sei arrivato, eh? Come mai, Marcolino?
Odiava quando lo chiama così, e Daniele lo sapeva.
Ma amava irritarlo perché i suoi occhi diventavano quasi grigi, dal nero più profondo al grigio più chiaro.
Marco intanto si sedette sul sedile del guidatore e chiuse lo sportello.
-Daniele, durante questi tre anni, sei andato con qualcun altro oltre a me?
Era serio, e Daniele era quasi tentato di mentire e dirgli che sì, lui non era stato l’unico. Ma era ubriaco.
-No, mai. Ma oggi non ce la facevo più. Era troppo, troppo.
-Troppo cosa, Dan?- chiese il biondo incredulo.
-Troppo il fatto che noi facciamo sesso. Ma che tu non mi vedi. Non vedi quando ti guardo come se fossi la cosa più preziosa, cosa che sei. Non vedi quando m’incanto a guardare la tue labbra e sogno che esca un ‘ti amo’, da lì. Per me. 
Perché io ti amo. Marco. Marco...
E Marco sorrideva, gioiosamente e felicemente.
Si sporse verso di lui e lo baciò.
-Allora avevo ragione io.- dissi quando si staccarono.
“Che?” pensò Dani.
Rise, Marco, guardandolo. Per poi sussurrarli a un centimetro dalle labbra: -Ti amo, Daniele. Ora basta parlare, però. Muovi il culo, letteralmente.









Angoletto di Batti
Ciao gente!
Questa cosa *indica con faccia schizzinosa la storia* è un modo per scacciare la noia. 
Veramente l'avevo scritta tantissimo tempo fa, mavabbhè.
Baci <3
-B
  
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