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Autore: miseenabime    14/11/2012    1 recensioni

Finalmente Sarah! Allora: dire, fare o baciare? [...]
«Allora… cos’è che ti attrae davvero di me?» e ho la sensazione che mi stia provocando. Va bene, se si gioca non mi tiro indietro. Ma si seguono le mie regole.
«Non lo so…» dico avvicinandomi «forse… » gli scruto il viso.
Mi riallontano e rispondo « i tuoi capelli». Sembra sorpreso, quindi spiego la mia scelta.
«Sì, i tuoi capelli. A scuola, durante le lezioni di scienze soprattutto, mi è capitato di guardarti, d’altronde sei seduto davanti a me! Ti vedevo sistemarti i capelli, e allora anche a me, non so perché, veniva questa specie di desiderio di passare la mano nei tuoi capelli. Sembravano così… non lo so, ispiravano.» faccio questo discorso gesticolando e guardandolo negli occhi. Lui sembra trattenere un sorriso e mi dice con fare scherzoso, abbassando lievemente la testa. «Prego»
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Goodnight?

Alla mia amica S, 
perché solo lei campeggia in terrazza.


«Forza ragazzi, dai! Tutti in cerchio!»
E’ imbarazzante. Terribilmente imbarazzante. Se non fosse la mia migliore amica sarei già fuggita qualche ora fa da questa cosiddetta “festa”. Ma per Serena questo ed altro. Come giocare in cerchio al gioco della bottiglia.
La festeggiata si butta a sedere tra a me e Riccardo e posiziona la bottiglia al centro di quel piccolo cerchio formato da 10 persone, tutte strette e ammucchiate per riuscire a stare nella tenda.
Perché di questo si tratta: le manie di Serena sono venute a galla e, per il suo compleanno, data attuale 22 Agosto, siamo tutti in campeggio. Ma dato che siamo in seconda superiore, quindi ancora troppo piccoli, siamo ‘’campeggiati’’ sulla terrazza, ed è alquanto strano e imbarazzante… però un sacco divertente.
Tutti sembrano apprezzare l’iniziativa di Serena e si posizionano in cerchio.
«Sarah, fatti un po’ in là» Veronica si piazza alla mia sinistra e, accanto a lei Ludovica e Federica.
Davanti a me si estende il semicerchio formato da Cecilia, Matteo, Sebastiano, Jacopo e Riccardo.
«Allora, chi inizia?» chiede Federica con la sua voce squillante. La odio, è una gallina. Sul serio, non ho altri termini a cui paragonarla, il suo unico scopo nella vita è starnazzare, meglio se vicino a qualche maschio.
«Però possiamo fare che si può scegliere tra dire, fare o baciare?» domanda Cecilia, che è un po’ la santarellina del gruppo. Non so quanti ragazzi abbia baciato, ammesso che ne abbia avuto qualcuno.
«Aspettate» risponde Jacopo «Rendiamo la cosa più interessante» e tira fuori una bottiglia di una bevanda alcolica di cui ancora non so il nome e, anche se lo sapessi, non lo ricorderei.
«Almeno tre bicchierini a testa» continua lui «così saremo più… sinceri»
Tutti sono d’accordo. Anche Cecy, un po’ riluttante, beve. Io reggo abbastanza bene l’alcol, ma la roba di Jacopo deve essere stata proprio forte, perché non mi sento proprio in me al centro per cento.
«Inizio io!» dice Federica; fa girare la bottiglia, che si ferma puntando verso Matteo.
«Fede: dire, fare o baciare?» chiede Veronica.
«Hm… è sempre il gioco della bottiglia, quindi baciare!» guarda te che strano.
Senza perdere tempo Federica si alza e stampa un bacio sulla bocca a Matteo, non so se con o senza lingua, anzi, meglio non saperlo nemmeno. Dall’altra parte del cerchio noto l’espressione di Sebastiano, che sembra infastidito quanto me e non posso far a meno di sorridere.
Ci sono altri quattro giri, durante i quali Cecilia dà un giudizio sulla bellezza di Jacopo (che si becca un 8 pieno), Serena è obbligata a togliersi la maglietta, Ludovica e Veronica devono darsi un bacio a stampo (attenzione elevatissima da parte dei maschi) e Federica bacia Sebastiano.
Poi la bottiglia indica me.
«Sarah, finalmente! Allora: dire, fare o baciare?»
Durante il gioco abbiamo bevuto ancora l’alcol di Jacopo, per cui tutti non siamo molto presenti, e non ho voglia di far nulla, tantomeno baciare qualcuno, quindi scelgo “dire”.
«Hm… vediamo… dì un pregio di ciascuno di noi… la cosa che trovi più attraente!»
«Oddio, allora… Serena… Sere, mi piace il tuo reggiseno!» ci sono risate generali, per i riferimenti non casuali all’obbligo della nostra festeggiata. «Riccardo… bhe, sei alto!» e hai un bel culo, dovrei aggiungere, ma mi limito a elogiare la statura. «Jacopo, hai le fossette e sei carinissimo! Vero, a me piacciono le tue gambe! Cecy… sei.. intelligente! Ludo, invece tu hai degli occhi che sono ‘wow’ e Fede… Fede di te mi piacciono i capelli» mento spudoratamente. In realtà i suoi capelli mi sembrano paglia. «Sebastiano… » e qui mi fermo. Devo pensarci davvero e infatti assumo un’espressione più seria. «tu… hai un bel sorriso»
Concludo guardandolo negli occhi e lui sorride. Caspita, mi dico, ce l’ha davvero un bel sorriso.
Giochiamo ancora per un bel po’di tempo, durante cui ci sono stati altri baci (tra cui il mio e di Riccardo), qualche obbligo insulso e verità altrettanto stupide, finché non decidiamo che è ora di dormire.
Sono sdraiata da mezz’ora (almeno credo), ma non riesco a prender sonno, per cui raccolgo il mio iPod, esco sulla terrazza e vado a stendermi su una sdraio.
 
Mi godo la pace a la tranquillità, finché non arriva l’idiota di turno.
«Caramelle del caz… ma dove le ha nascoste!?» sussurra
«Sotto la scatolina bianca» replico senza scompormi, con gli occhi ancora chiusi. Non si aspettava la mia risposta, è come se lo vedessi sobbalzare.
«Dio! Pensavo dormissi! Come mi hai sentito!?»
«E’ spento da un po’» indico l’iPod. Mi metto a sedere a apro gli occhi. Sebastiano mi guarda dall’altra sdraio.
«E che facevi qui?»
Alzo le spalle. «Guardavo le stelle»
«Ah»
Segue uno di quei silenzi imbarazzanti, dove potresti sentire il battito d’ali di una farfalla a 1km di distanza.
Poi si siede sul mio lettino, davanti a me.
«Quindi» inizia «davvero pensi che io abbia un bel sorriso?» domanda stampandosi un sorriso sfolgorante in faccia. Non riesco a trattenere una risatina.
«No» replico tentando di restare il più seria possibile «Ero completamente andata, è una bugia colossale, credimi! Non mi piace per niente!»
«E Adesso sei ubriaca?»
«No, non credo.»
«Allora… cos’è che ti attrae davvero di me?» e ho la sensazione che mi stia provocando. Va bene, se si gioca non mi tiro indietro. Ma si seguono le mie regole.
«Non lo so…» dico avvicinandomi «forse… » gli scruto il viso.
Mi riallontano e rispondo « i tuoi capelli». Sembra sorpreso, quindi spiego la mia scelta.
«Sì, i tuoi capelli. A scuola, durante le lezioni di scienze soprattutto, mi è capitato di guardarti, d’altronde sei seduto davanti a me! Ti vedevo sistemarti i capelli, e allora anche a me, non so perché, veniva questa specie di desiderio di passare la mano nei tuoi capelli. Sembravano così… non lo so, ispiravano.» faccio questo discorso gesticolando e guardandolo negli occhi. Lui sembra trattenere un sorriso e mi dice con fare scherzoso, abbassando lievemente la testa. «Prego»
Okay, visto che siamo in ballo, balliamo almeno bene.
Alzo la mano destra e lo vedo sorridente. Il sorriso sparisce quasi del tutto quando invece dei capelli, con il dito gli sfioro la base del collo. Se funziona con le ragazze, speriamo anche al contrario.
Faccio risalire il dito lungo il collo fino ad arrivare alla mascella e poi al mento. Quindi lo stacco e inizio a far passare la mano destra nei suoi capelli, avvicinando La mia guancia alla sua.
Non ho mentito, avevo veramente avuto questo desiderio durante le lezioni e, l’emozione che provo adesso è di puro appagamento.
La mia mano continua lentamente la sua strada e, anche quando finisce il percorso fra i suoi capelli, rimango con la guancia vicinissima alla sua, facendo però attenzione a non sfiorarla nemmeno. Riesce a sentire il mio respiro, ne sono sicura, come sono sicura di riuscire quasi a percepire i brividi che prova.
Quando mi allontano, ci guardiamo negli occhi.
«Ora devo fartela io una domanda» dice. Io accenno un sorriso per dargli il consenso.
«Hai mai lasciato.. che ne so, un ballo, una canzone, una ricerca svolto per metà?»
La mia reazione può essere soltanto ‘‘che razza di domanda cretina è? Mi ha preso per scema? Ah no aspetta, forse lui è scemo.’’
«No, perché?»
Alza le spalle. «Nemmeno io»
Ed è tutt’altro che scemo. Lo capisco nel momento in cui mi bacia.
Ed è anche lattimo in cui comprendo quanto (Dio, quanto!) desideravo quel bacio e in cui mi accorgo di non aver ancora tolto gli auricolari dalle orecchie. Ma staranno lì ancora per un po’, visto che le mie mani sono impegnate sul suo collo o nei suoi capelli. È come se tutto il resto fosse sparito: chi se ne importa se in quella tenda, a  5m di distanza ci sono una decina di nostri amici, chi se ne importa se in casa ci sono i genitori di Serena, chi se ne importa se sono già come minimo le 3 di notte! Sarah sta baciando Sebastiano e Sebastiano sta baciando Sarah, questo basta.
Si sporge più avanti e io mi appoggio allo schienale della sdraio, mentre lui mette le mani ai miei lati.
E no, veramente non è lui ad essere scemo, lo siamo entrambi. Altrimenti ci saremmo accorti di essere tutti e due su un lato della sdraio, che la forza di gravità esiste e funziona alla grande e che il peso non si bilancia da solo, no?
Fatto sta che quasi ribaltiamo tutti e, dopo un gran chiasso, finiamo con il sedere per terra.
Fortunatamente nessuno si è svegliato e, dopo qualche secondo di silenzio, Sebastiano pronuncia la frase dell’anno: «Siamo due idioti.»
E ridiamo sommessamente, giusto per non svegliare nessuno.
«A me questo idiota piace» dico rivolgendo il viso verso di lui. Da quando sono così sdolcinata?
«Sentitela!» risponde sorridendo.
«Bene» mi posiziono letteralmente sopra di lui, avvicinando il mio viso al suo «Ora penso sia il caso di… Tornare immediatamente a dormire!» dico alzandomi di scatto e trascinandomelo dietro.
«Idiota…» lo sento farfugliare in modo scherzoso.
Mi giro e rispondo: «Ma anche a te questa idiota piace» e lo bacio di nuovo.
«Buonanotte?»
«Altroché.»

 

 

  
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