Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Artemisia17    14/11/2012    1 recensioni
Per suo padre era morto. Per sua madre non esisteva, impegnata a piangere i suoi figli maggiori, morti. Per sua sorella era uno straniero, un novellino, un bardo da prendere a risa e, forse, anche da dietro. Era la pura e mera verità. E il sorrisetto di Asha confermò le sue più tetre paure: lui era solo una cosa nelle Isole di Ferro. Nessuno.
Attenzione, rating giallo solo per la situazione iniziale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mare scorreva lento, sotto lo sguardo del suo re, quasi percependo il peso greve del suo sguardo.
Il vento, però, non si dava simili pensieri e sbatteva contro il re delle Isole di Ferro tutta la sua gagliarda libertà, la sua immensa voglia di vivere.  I capelli bagnati attecchivano saldamente alla pelle salata, quasi come una seconda pelle.
Balon aveva sempre amato nuotare.
Era una filosofia di vita, come gli aveva candidamente spiegato un maestro prima di essere affogato dal re stesso.
Per lui era una cosa infinitamente più semplice e complessa: era la vita. Solo i più forti, gli amati dal dio Abissale, erano in grado di sopravvivere nel suo regno ombroso.
L’acqua era salata perché solo i più forti riuscissero ad aprire gli occhi e a scorgere i tesori racchiusi al suo interno. Le correnti erano braccia amorevoli e materne che ti cullavano fino alla fine, non lasciandoti mai, fedeli amanti del destino. La carne dei pesci era soffice e saporita, adatta alle tenere labbra di un bambino eppure solo i più saldi potevano sopravvivere ai mostri marini celati al suo interno.
Il mare era solo uno specchio della vita degli uomini. Esistevano pesci piccoli e pesci molto più pericolosi. Tra le fitte alghe vi potevano essere delle meduse e perle di inestimabile valore, adatte per ornare il collo delle donne amate. Allo stesso modo, le fluttuanti braccia amorevoli si potevano trasformare in mani grondanti di assassinio. Proprio come le donne.
Gli sciocchi abitanti dei Regni credevano che non si dovesse temere il mare. Illusi. Eretici.
Il mare bisognava rispettarlo, come un grande e valoroso nemico che alla fine avrebbe avuto la meglio su di te. Sempre.
Balon sorrise. Non era un vero e proprio sorriso, più una smorfia che tagliava il viso secco da parte a parte come il colpo di un coltello. Balon non era una persona con cui si scherzava con leggerezza.
Nei banchetti, al culmine dei festeggiamenti, in cui le gonne delle donne erano alzate senza tante cerimonie e la birra scorreva veloce come un torrente di montagna, perfino gli uomini più rozzi e incivili si rivolgevano con umiltà a lui.

Lui era il Figlio del dio Abissale, per questo era un grande stratega.
Era il Re del Sale perché nessuno riusciva a eguagliarlo nel nuoto.
Era il Re della Roccia, per la sua eccezionale abilità nel combattimento.
Era tutto ciò perché era un uomo delle Isole di Ferro e per questi meriti Balon Greyjoy era stato eletto Re.
Eppure, un tempo che sembrava oscuro anche a lui, Balon sorrideva, addirittura rideva.
Gli occhi grigi come il mare si assottigliarono.
Sì, forse. Insieme a Victarion mentre approntavano la libertà per la loro gente.
Con Alannys, quando Asha stava imparando a camminare sulla tolda di una nave in burrasca.
Con Theon.
Balon Greyjoy scosse la testa.
Rodrik era diventato un grande guerriero e con il tempo il suo popolo avrebbe conosciuto un epoca d’oro sotto le sue mani esperte. Il mare avrebbe amplificato le sue urla, il silenzio della morte lo avrebbe accompagnato come scudiero, i Regni avrebbe tremato sotto il suo potente passo.
Maron, invece, sarebbe stato l’eterno giovane guerriero, amante delle donne e del sangue del nemico. Un vero lupetto di mare, il primo a gettarsi nella battaglia, ululando il proprio furore, i lunghi capelli neri che sbattevano contro la faccia sudata e un sorriso disegnato seraficamente sulle labbra.
Balon era sempre stato fiero di loro. Eppure nessuno di loro due condivide il suo affetto per il nuoto.
Certo, come tutti gli Uomini di Ferro, onoravano il mare e lo rispettavano. Sguazzavano nell’acqua salata fin da quando avevano due anni, ma solo il suo figlio più piccolo condivideva quel sacro amore.
L’uomo si voltò, la faccia nascosta dai capelli bianchi, quasi per nascondere al suo dio la propria debolezza. Theon era sempre stato il suo figlio meno considerato, il più piccolo, così lontano dal potere e dal pericolo da risultare scontato. Gattonava contento fino alla sua sedia, pronto ogni volta ad ascoltare le sue storie. Il padre esagerava volutamente , nella speranza che il figlio si stancasse, ma essa era vana. Tutte le sere, puntualmente, si presentava, gli occhi chiari colmi di naturale paura e sadica curiosità. Balon strinse i denti.
“Ferro o oro?”
Suo figlio Theon sarebbe diventato un vero Uomo di ferro. Ai suoi ordini il mare avrebbe tremato, il ghiaccio della Barriera sciolto. Scorgeva nei suoi occhi una brama, un desiderio, una sete ardente di gloria e potere in quei occhi giovani da bambino. Ai suoi piedi, i contadini si sarebbero inchinati, la bandiera della piovra che si librava in volo sull’acqua salata.
Se Rodrik sarebbe stato un vero re di sale e Maron un guerriero senza scrupoli, Theon sarebbe diventato il terrore dei mari, come suo zio Euron, colui che avrebbe ampliato il potere del dio Abissale fino al freddo culo degli Stark e il caldo sole dei Martell. Il re sentiva montare in sé l’orgoglio paterno come una potente bufera, finché essa non si sfracellò sulle dure pareti della realtà.
Rodrik era morto, Maron era morto, il suo Theon era morto.
Quel piccolo e grazioso ragazzo non era suo figlio, non era il bambino che lo aveva fissato negli occhi, senza versare una lacrima, fino a che la prua della nave era scomparsa all’orizzonte.
Era morto, finito, scomparso, plasmato.
Balon rimpiangeva ancora la morte di Ned Stark, ora più che mai. Gli aveva ucciso due figli e, quel che era peggio, trasformato un uomo di ferro in un damerino impomatato, buono solo nel condurre le locande.
 Le mani si chiusero a pugno, le nocche che minacciavano di sgretolarsi, ma nemmeno ci fece caso.
Avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani. Per tutto quello che aveva fatto, a lui, alla sua famiglia, al suo popolo. A suo figlio.
“ Hanno portato via un bambino, chi hanno riportato?”
Capiva il suo risentimento, la sua rabbia. Ma era indirizzata alla persona sbagliata.
Non si sarebbe mai pentito di aver dichiarato guerra al Trono di Spade, la sua gente non era fatta per seminare o servire. Sulle labbra dell’uomo si disegnò un ghigno di disprezzo. L’unica cosa su cui si arrovellava, dove non riusciva a darsi pace era proprio Theon.
 Avrebbe forse dovuto ucciderlo, annegarlo nell’acqua salata con le proprie mani e consegnarlo tra le braccia amorevoli del dio Abissale? Non ne aveva avuto la forza, era stato debole, lui, il primo tra i forti. Sarebbe stato meglio così, Theon avrebbe vissuto in eterno tra i suoi fratelli, senza conoscere l’umiliazione della sconfitta e il cocente dolore dell’abbandono.
 Ma, in questo modo, avrebbe perso Asha.
Balon sapeva in quali mani le Isole sarebbero sopravvissute. Non erano quelle di Theon. Perfino per un cinico come lui, era difficile ammettere che era stato giusto sacrificare il suo ultimo figlio mashio per un altra, più degna, più forte. La vera erede del Trono del Mare. Sua figlia, Asha.
Era difficile, era dura, per cui, per personale esperienza, capì che si trattava della verità.
Ferro o oro?”
Balon scosse la testa, nauseato. Theon era diventato un uomo dell’oro dei Sette Regni. E questo niente e nessuno poteva cambiarlo.
Lasciò in fretta e furia la spiaggia, il mare che cancellava lento le sue orme, proprio come il ricordo del figlio nel cuore del padre: Theon Greyjoy, figlio di Balon, morto alla tenera età di dieci anni per mano di Eddard Stark, con ancora in mano il suo piccolo arco.


Spero che vi sia piaciuto e per favore, vi scongiuro, vi prego, recensite. Soprattutto per le critiche, le adoro, Lo so, sono una persona essenzialmente masochista, ma, delle trenta persone che hanno letto il primo capitolo, qualcuno avrà provato qualcosa? Che so, un sorriso, uno starnuto, un conato di vomito. etc. etc. Anche se non esaudirete questo mio piccolo desiderio, vi ringrazio per la vostra attenzione e vi auguro buona lettura! 
 
                
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Artemisia17