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Autore: La neve di aprile    02/06/2007    8 recensioni
Orlando Bloom è un attore di fama mondiale. Ama fare snowboard, surf e il caffé nero, senza zucchero.
Annie Brown è nata e cresciuta a New York. Ama il cappuccino alla vaniglia, il suo lavoro e i tacchi dieci.
Orlando Bloom ha la bizzarra abitudine di far scappare tutte le menager che gli vengono affidate.
Annie Brown è la nuova menager di Orlando Bloom.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Orland Bloom non mi appartiene, non scopo né a fini di lucro né per offendere; lo faccio per il mio piacere personale e basta.




 

CAFFE’ NERO SENZA ZUCCHERO
PROLOGO

 


Los Angeles

Il tramonto infuocava la città brulicante di vita, colorando di rosso le pareti delle case e riempiendo il mare di riflessi iridescenti. Il cielo, sgombro di nuvole, abbracciava la baia con le sue tinte calde e sul lungomare frotte di coppiette approfittavano della bella serata per una passeggiata romantica.
 In un grande edificio bianco, costruito in stile coloniale, una folla di giornalisti e fotografi si accalcava dentro una gigantesca casa dal soffitto a volta, spintonandosi per raggiungere la prima di una lunga serie di file di sedie in legno chiaro, ordinatamente disposte davanti ad una pedana rialzata.
In una stanzetta attigua, seduto su una sedia da regista e circondato da frotte di truccatori e stilisti, Orlando Bloom sorseggiava distrattamente un caffé nero, senza zucchero e latte, ascoltando sbalordito quello che un ragazzo biondissimo gli diceva con aria piuttosto annoiata.
- Una nuova che? - esclamò, strozzandosi con il sorso di caffè che aveva in bocca e e sputandolo addosso allo sventurato ragazzo che gli stava davanti. Incredulo, sgranò gli occhi scuri, con grande disappunto della truccatrice che stava sfumando il fondotinta sulla sua fronte, ora coperta da una serie di rughe pensierose.
- Una nuova menager, hai capito benissimo. - proseguì seccato il ragazzo, posando non molto gentilmente il plico di fogli che portava con se sulle gambe dell’attore e frugando nelle tasche dei jeans alla ricerca di un fazzoletto con cui asciugarsi il viso – La cara vecchia Chriss ha rinunciato, non ha più l’età per “correre su e giù per il mondo alle calcagna di un ragazzino viziato e drogato di party!”, per usare parole sue. -
- Ah. - commentò Orlando. – Crisi di nervi. - Rilassò la fronte, per nulla sorpreso.
- Esattamente. – convenne il ragazzo, trovando finalmente un fazzoletto e passandoselo sul volto. Dopo aver gettato via il pezzo di carta, scoccò una penetrante occhiata al ragazzo seduto davanti a lui. – Toglimi una curiosità: come diavolo hai fatto a farne scappare un’altra? Sei arrivato a quota cinque, nell’arco di tre mesi. -
Orlando non rispose, pensieroso. Come diavolo era riuscito a far scappare cinque menager stra-pagate e molto più che qualificate in così poco tempo, era un vero mistero anche per lui.
La prima era stata Mary. Adorabile trentenne nata e cresciuta nel clima competitivo dell’elitè new yorkese, figlia dell’arte e laureata a Yale con tanto di lode. Simpatica, sempre disponibile e con un sorriso che sarebbe stato l’orgoglio del migliore dei dentisti, a Orlando era parsa perfetta, e non aveva perso l’occasione: tempo due giorni ed era assunta.
Peccato però per il fidanzato di lei, un giovane rampollo di buona famiglia impiegato –per modo di dire- nella banca del papi che non tollerava l’idea della sua dolce metà impegnata a girare il mondo con una delle star hollywoodiane più quotate del momento. Tempo due settimane, una cinquatina di “o ti licenzi o ti mollo io”, una serie di interviste piuttosto difficili da organizzare e la dolce Mary era esplosa. Letteralmente.

 “Certo” pensò tra se e se Orlando, sorridendo ai flash dei fotografi mentre prendeva posto al suo tavolo assieme a diverse altre persone di cui ricordava a malapena il nome “avrei potuto renderle la vita più semplice anche io. Magari, evitando di chiamarla in piena notte per domandarle dove diavolo fossero finiti i miei scarponi da snowboard per la settimana bianca di cui era all’oscuro.”
Sospirò, alzandosi in piedi per salutare una nuova stellina della televisione che gli veniva presentata da una strana donna con degli orribili occhiali con gli strass.
 Dopo Mary era arrivata Andy. Donna di mezza età con una ricrescita spaventosa tra i capelli biondo platino, si era rivelata non una dolce mamma di famiglia come era sembrata durante il colloquio, ma una tirannica carceriera che aveva ridotto al minimo i suoi momenti di svago costringendolo a lavorare anche durante quelle due settimane che solitamente si riservava per staccare la spina dal luccicante mondo del cinema e la sua ipocrisia. E come aveva reagito, lui? Scappando per tre giorni alle baleari con un gruppo di amici. Ma Andy si era dimostrata coriacea. Ci erano volute una lunga serie di scappatelle prima che l’esaurimento si presentasse, alle soglie della presentazione de Pirati dei Caraibi.
 “Lasciamo perdere poi Angela, un vero disastro!” ricordò l’attore con un brivido, tra una domanda e l’altra dell’intervista. “Sarebbe stato meglio lasciarmi da solo per un po’, piuttosto che assumerla così di fretta.”
 Chiusa la parentesi Angela, durata grossomodo una settimana scarsa, c’era stata Barbara. E con Barbara sarebbe potuta durare: tra tutte, si era dimostrata la più qualificata nello svolgere tutti gli assurdi compiti che le venivano assegnati. Alta, magra, con un viso grazioso, origini spagnole, era riuscita a catturare l’attenzione di Orlando, in tutti i sensi, al punto che l’attore aveva iniziato a stuzzicarla. Insomma, sembrava tutto perfetto. Senza tener conto, però dell’indole frignona e credulona della ragazza che dopo un po’ aveva iniziato a manifestare i chiari sintomi di una clamorosa cotta nei suoi confronti, arrivando a piangere notti interi per un sorriso dedicato anche ad una barista in un qualsiasi bar. E la cotta si era trasformata pian pianino in un’ossesione. Il colpo di grazia, si era rivelato essere una serie di notti di fuoco con una graziosa bambolina della televisione da poco lanciata su MTV.
Come tutte le altre, era crollata.

“Un vero peccato” osservò Bloom a fine serata, lasciandosi cadere sul letto della sua lussuosa suite d’albergo, senza nemmeno sfilarsi le scarpe. “Perché era davvero carina. Altro che Chriss! Quella era una pazza isterica, non aveva tutte le rotelle a posto.” Scosse il capo, passandosi una mano tra i folti capelli scuri, che si arricciavano morbidamente lungo il suo collo. “Dovrei tagliarli.” sospirò, troppo stanco per fare altro.
 Sbadigliando, allentò il nodo della cravatta, chiedendosi chi gli avrebbero propinato questa volta.
Sogghingò, all’idea di trovarsi davanti qualche pivellino fresco fresco di laurea, qualche nuova leva da massacrare con facilità grazie alla poca esperienza.
- Sarebbe divertente. – mugugnò, la voce impastata dal sonno. Si rigirò su un fianco, sfilandosi le scarpe e rannicchiandosi nelle coperte. Chiuse gli occhi e si addormentò, mentre fuori le stelle iniziavano a sbiadire.

*


New York

- Cosa? Non riesco a sentirti! - strillava una ragazzina di circa diciassette anni intenta in chissà quale conversazione al cellulare. –Non ti sento, parla più forte!- sbuffò seccata, alzando gli occhi al cielo e riprendendo a camminare, all’accendersi del semaforo verde. Facendosi largo nella folla, urtò una giovane donna in bilico su dei sottilissimi tacchi a spillo, tirandole una gomitata nello stomaco.
- Ouch! - esclamò questa, piegandosi in due e lasciando cadere i fascicoli che teneva tra le mani.
La ragazzina si voltò, chiudendo in fretta la conversazione e chinandosi per raccogliere i fogli che si erano sparsi sul marciapiede grigio.
- Accidenti, mi dispiace! - si scusò alzando lo sguardo sulla donna, ritrovandosi a guardare due grandi dagli occhi scuri, neri come la pece, su un viso incorniciato da ciocche di capelli accuratamente lisciati di un insolito color porpora.
Lei sorrise, di un sorriso forzato, scuotendo il capo.
- Tranquilla, sono cose che capitano. - biascicò sfilandole i fogli di mano e infilandoli alla meno peggio in una cartellina a caso.
Si rialzò in piedi rapidamente, sistemandosi la borsa sulla spalla destra e riavviando una ciocca di capelli, prima di sorridere nuovamente alla ragazza e riprendere a camminare, accompagnata dal ticchettare rapido delle scarpe col tacco.
- Stupidi tacchi. - sibilò tra i denti, infilando una mano nella borsa scamosciata e frugandovi all’interno per estrarre un cellullare. Compose un numero, senza fermarsi un attimo, e si infilò in un grazioso bar.
- Un cappuccino alla vaniglia. - disse, nell’esatto istante in cui una voce maschile le rispose al telefono.
- Mi hai preso forse per un barista, Annie Brown? -
La donna rise, posando una banconota da cinque sul bancone e afferrando il suo bicchierone di carta stracolmo di caffé, schiuma e vaniglia.
- Ciao David, come stai? Ho ricevuto il tuo messaggio solo ora, dimmi tutto. - il tono era professionale, sicuro, pur mantenendo qualche nota di divertimento nella voce leggermente roca, graffiata.
- Subito al sodo, eh? Bene. Sei stata richiesta, questa volta si tratta di un grosso cliente. –
- Ah si? Anche l’ultimo per cui ho lavorato si definiva un grosso cliente.. - commentò la ragazza ironicamente, ingurgitando una grossa sorsata di schiuma bollente.
- Ann... dico sul serio. Sono sicuro che non indovinerai mai di chi si tratta. -
- Spara. - continuò lei, distratta dall’incessante via vai di macchina nella strada.
- Eh no cara mia, così mi togli tutto il divertimento! - protestò la voce al telefono.
- Okay, d’accordo. Madonna? Phil Collins? – sparò un paio di nomi a caso.
- Non ti stai proprio impegnando, Annie. -
- Scusami tanto, David, se sono un tantino di fretta e non ho voglia di giocare agli indovinelli.-  sbuffò Annie, allungando un braccio e fermando un taxi al volo. Disse un indirizzo e mentre la macchina si infilava nel traffico mattutino, posò una mano sul finestrino. – Allora? -
- D’accordo, d’accordo. – riprese a parlare la voce, rassegnata. – Fai un salto in agenzia, nel tuo armadietto troverai tutto il materiale che ti serve nonché un biglietto aereo di prima classe per Los Angeles. -
- Wow! Mi mandi in vacanza! - esclamò fingendosi entusiasta la ragazza.
- No, cara mia, ti mando da Orlando Bloom in persona. -

   
 
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