Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: _Ryuzaki_    15/11/2012    3 recensioni
La sua vita era disastrosa... pensava che non sarebbe mai riuscita a concludere niente... finchè un fatto la rivoluzionò completamente...
E' la seconda fan fiction che scrivo su Soul Eater... ditemi che ne pensate ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                      1
                                            Pessimo inizio

 


Amy correva nella foresta in cerca di un luogo dove poter nascondersi ma il pericolo era di nuovo vicino lo sentiva avvicinarsi con passo veloce dietro di lei, sapeva che prima o poi l'avrebbe raggiunta, questo pensiero la fece rallentare e senza che se ne rendesse conto le tenebre l'avevano raggiunta ed ora troneggiavano su di lei. La massa informe emetteva un suono che poteva essere scambiato facilmente per una risata sprezzante; Amy cerco di trovare in fretta una via di fuga ma ben presto la grande macchia nera la avvolse in un gelido abbraccio che la fece rabbrividire. Si rese presto conto di non riuscire a muoversi, sentiva la paura attanagliarle i polmoni non permettendole di respirare. Era sicura di non poter più scappare così chiuse gli occhi aspettando che la paura finisse con l'arrivo della morte... Questo non accadde, anzi aveva ancora gli occhi chiusi ma poteva percepire bene che il peso che le premeva sul petto si stava alleggerendo, sollevata aprì gli occhi ma, invece di trovarsi di fronte alla massa scura che le incuteva terrore, nel suo campo visivo apparve lui... lo aveva aspettato per tanto tempo, era lui che le appariva in sogno da ormai sette anni e che la salvava continuamente dalle creature malvagie che incontrava tutte le notti nei suoi incubi... lo stava osservando da qualche minuto, era perfetto, i lucenti capelli neri, tranne che per tre strisce bianche situate alla sinistra del capo, ricadevano lisci sulle spalle larghe e forti, il suo sguardo cadde sulle lunghe braccia muscolose e sulle mani che impugnavano due lucenti pistole color del metallo dalle quali uscivano dei fasci di luce purpurea con i quali colpiva la massa informe che si contorceva e si restringeva ad ogni colpo fino a volatilizzarsi del tutto. Amy si rese conto che lo stava ancora fissando quando lui si girò e la guardò negli occhi con uno sguardo colmo di tenerezza e affetto; lei lo guardava indecisa sul da farsi e decise di dover dire qualcosa, doveva almeno ringraziarlo per averle salvato la vita, di nuovo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu scoppiare in lacrime per sfogare tutta la paura provata fino a pochi istanti prima. Lui le si avvicinò inginocchiandosi accanto a lei e lasciando cadere le pistole a terra, queste prima di giungere al suolo sparirono in un lampo di luce purpurea per poi riapparire sotto sembianse umane, erano due ragazze dai capelli dorati, si somigliavano, probabilmente erano sorelle gemelle, avevano entrambe occhi verdi, l'unica differenza era l'altezza, una sorella era di circa venti centimetri più alta dell'altra. Il ragazzo la strinse tra le sue braccia forti facendole appoggiare la testa sul suo petto; rimasero così per alcuni minuti, fino a quando lei non si fu calmata. Poi Amy tirò su il capo fino a quando riuscì a fissare i suoi occhi azzurri in quelli dorati di lui nei quali si perse; in quel momento corse con la mente a tutti gli incubi nei quali lui era apparso e la aveva salvata, a tutti i pianti e a tutti gli abbracci nei quali era sprofondata. Quando tornò al presente riusci finalmente a dire -Quando ci incontreremo finalmente?- e lui rispose con un sorriso - Ci incontriamo tutte le notti o sbaglio?! - ma lei triste ribadì - Intendevo dire sul serio, nel mondo reale non nei sogni.- e lui d'un tratto serio - Vedrai, ci incontreremo presto - e, avvicinandole la bocca all'orecchio le sussurrò -Almeno lo spero...- . Si strinsero in un altro lungo abbraccio fino a che lui disse - Per te adesso è il momento di tornare nel tuo mondo, mia amata.- Lei sospirò, poi sbatté le palpebre ma quando le riaprì si rese conto di non essere più nella foresta tra le braccia forti di quel ragazzo perfetto, bensì si trovava nella sua solita camera da letto con le solite pareti gialle e i mobili verdi. Girò più volte la testa sul cuscino decisa a non alzarsi ma lo sguardo le cadde sulla sveglia che segnava le 7:15 così dopo aver stretto gli occhi insonnoliti per riuscire a vedere bene l'ora saltò fuori dal letto e, in fretta e furia andò in bagno dove si pettinò i capelli neri perennemente in disordine e si lavò i denti. Poi, più veloce della luce, si precipitò giù per le scale in direzione della cucina dove incontrò sua madre che la squadrò con aria severa prima di dire - Sei in ritardo!! Corri fuori che tra poco arriverà lo scuolabus. MI spieghi perchè ti ostini ad andare a letto tardi visto che poi la mattina non ti svegliano neanche le cannonate?? - Lo diceva ogni mattina e Amy aveva imparato a conviverci ma quella volta ne fu profondamente turbata perchè sua madre aggiunse - Perchè non ti sforzi di mettere un po' più di serietà in quello che fai? Tuo fratello, lui si che è un figlio di cui andare fiera non è come te, una scansafatiche nullafacente, non riesci nemmeno a prendere una sufficienza a scuola e sono sicura che non ci riuscirai neanche nella vita. - Sentendosi offesa da quelle parole, correndo uscì di casa e si diresse allo scuolabus salì giusto in tempo e l'autista la rimproverò di essere sempre in ritardo e la mise in guardia dicendole che quella era l'ultima volta che aspettava per farla salire. Wow.... iniziamo bene la giornata... pensò mentre cercava un posto libero, ma tutti quelli a cui si avvicinava per mettersi seduta si allungavano fino ad occupare anche i posti liberi per evitare che si sedesse accanto a loro; arrivò vicino al posto in cui si era seduto il suo fratello gemello intelligentone, di cui "andare fiera", che la guardò con sufficienza occupando anch'esso il sedile accanto al suo, così Amy si ritrovò a sedere in un posto isolato vicino al finestrino al quale appoggiò la testa. Ringraziò il cielo che il traggitto fino a scuola era abbastanza lungo da poter ripensare al sogno di quella notte così da poter rivedere il ragazzo perfetto. Lo scuolabus partì e tempo due minuti Amy era già persa nei suoi pensieri "Tuo fratello, lui si che è un figlio di cui andare fieri" così aveva detto sua madre in effetti era vero lei non riusciva a prendere neanche un voto sufficente ma dire che non aveva possibilità neanche nella vita l'aveva ferita nel profondo... Fece mente locale della sua vita e pensò Ma si, forse ha ragione lei... dopotutto sono una frana a scuola non ho neanche un amico nonostante io stia al secondo anno di liceo e non riesco a trovarmi un ragazzo figurarsi che sogno di essere la fidanzata di un ragazzo inventato, si, il ragazzo perfetto non era altro che un personaggio di una serie T.V. a cartoni animati intitolata "Soul Eater", narra di alcuni ragazzi che studiano in una scuola per armi e maestri d'armi, la "Shibusen", situata nella città di Death City, dove imparano ad utilizzare armi umane al fine di farle diventare Death Scythe cioè le armi utilizzate dagli Shinigami, il ragazzo perfetto altri non era che "Death the Kid" uno Shinigami (dio della morte) figlio del fondatore della città e preside della scuola, il Sommo Shinigami. Le piaceva pensare che un giorno si sarebbero incontrati realmente, anzi che lei sarebbe entrata a far parte del cartone animato così da poter abbandonate quel mondo pieno di cattiveria e di pregiudizi... tanto nessuno sarebbe stato in pena per lei, anzi probabilmente non si sarebbero neanche accorti della sua assenza o nel migliore dei casi sarebbero stati felici di essersi liberati di una "scansafatiche nullafacente" come lei. Dal primo giorno di scuola della quarta elementare aveva cominciato a sognare ogni notte quel ragazzo perfetto di cui piano piano si era innamorata. Aveva cominciato a disegnare il suo volto quando aveva bisogno di ragionare, a scrivere il suo nome con lettere paranoicamente perfette. Questo era un altro suo piccolo difetto... Voleva che tutto fosse perfettamente allineato e simmetrico figurarsi che acquistava soltanto magliette con fantasie dalle figure geometiche e dal taglio perfettamente simmetrico. Ormai aveva riempito la sua cartellina di Educazione Artistica di album che contenevano tutti le stesse cose, ritratti di Kid. Era diventata un'ossessione; aveva appeso suoi ritratti in tutta la sua stanza, con sua madre si giustificava dicendo che era un cantante non molto famoso ma che le piaceva. D'un tratto lo scuolabus si fermò scaraventandola di nuovo a Londra, in Inghilterra, su quel pianeta pieno di cattiveria e pregiudizi dal quale sarebbe voluta scappare. Una mano la scrollò obbligandola a girarsi, era l'autista dello scuolabus, si fermò a fissarlo, non lo aveva mai guardato bene, si rese conto che era un uomo di mezza età dai capelli e i baffi brizzolati, indossava sempre un cappellino da baseball con la visierina abbassata sulla fronte così da non permettere di vedere i suoi occhi color nocciola. Un suono le arrivò alle orecchie, era la sua voce, bassa e rauca che le diceva qualcosa ma lei era così persa nei suoi pensieri che non riuscì a capire niente di ciò che diceva un altro scossone la fece tornare in sé e sentì il conducente che le urlava contro insulti di ogni genere, non riuscendo a capire il motivo di tanta rabbia chiese preoccupata - Che cosa è successo? - e lui rispose burbero - Te lo dico io che cosa succede... Succede che ti sei addormentata sul mio scuolabus e io non me ne sono accorto. Senza sapere di avere ancora una ragazzina sul pullman sono tornato al deposito e ora le lezioni stanno per iniziare ma io non posso accompagnarti signorina quindi ti conviene cominciare ad incamminarti. - Amy era scattata in piedi allarmata guardando l'orologio, era schizzata fuori dallo scuolabus come un razzo ed ora stava correndo in direzione della scuola ripensando a ciò che era successo, come era possibile che si fosse addormentata?!?! E poi perchè nessuno l'aveva svegliata appena arrivati a scuola?? possibile che nessuno se ne fosse accorto??!! Guardò l'orologio, non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare a scuola prima dell'inizio delle lezioni e poi che scusa avrebbe inventato per giustificarsi?!?! Arrivata a scuola era già suonata la campanella perchè non c'era più nessuno per i corridoi, si avviò di corsa alla sua aula, la porta era chiusa. DISASTRO!!!!! La lezione doveva essere già cominciata perchè si sentiva qualcuno parlare, era una voce femminile ma gracidante, doveva essere la professoressa Tubit, che insegnava biologia, era una donna un po' in là con gli anni ma che sembrava restare a scuola soltanto per distruggere la sua vita... non poteva capitare una professoressa peggiore perchè sembrava che ce l'avesse con lei; Amy era l'unica a cui metteva voti insufficenti nonostante non fosse la peggiore della classe, ad ogni minimo errore le metteva una F in rosso. Si convinse ad aprire la porta dell'aula pronta ad inventare lì per lì una scusa plausibile, era una vera fortuna che nella sua classe non ci fosse nessuno che prendeva il suo scuolabus, così era libera di dire una bugia senza che nessuno la smentisse mettendola in ulteriore imbarazzo di fronte alla classe. Aprì la porta e si ritrovò davanti la professoressa intenta a spiegare, essa si girò verso di lei lanciandole un'occhiataccia che le fece gelare il sangue nelle vene. Lei balbettò delle scuse e raggiunse il suo banco e la lezione ricominciò. Si era giustificata dicendo che non aveva sentito la sveglia, bhe c'era una parte di verità in fondo; ma aveva sorvolato sul fatto che era appena accaduto sullo scuolabus. Le lezioni sembravano non finire mai e Amy intanto pensava ad un modo per vendicarsi del fratello per non averla svegliata per avvertirla dell'arrivo a scuola. Finite le lezioni Amy non vedeva l'ora di andare a casa ma la professoressa la bloccò e le chiese di seguirla dal preside. Ecco, era finita, già sapeva cosa sarebbe successo... il preside le avrebbe messo una nota che poi avrebbe fatto media nel voto finale del comportamento. Ascoltò con il capo chino i rimproveri del preside fino a quando questo non la fece accompagnare fuori dal suo ufficio in modo che potesse tornare a casa. Ovviamente lo scuolabus era partito da tempo così fu costretta a tornare a casa a piedi nonostante la tanta strada. Quando finalmente giunse alla sua meta salì le scale per andare in camera sua ma nel corridoio incontrò il fratello che la prese in giro per la nota e per la dormita nello scuolabus ma lei era troppo stanca e afflitta per raccogliere la provocazione quindi si chiuse in camera. Si abbandonò sul letto e, prima di cadere in un sonno profondo pensò Questo è un giorno da dimenticare...




Cari/e lettori/trici
ecco una nuova fan fiction su Soul Eater!!!
spero vi piaccia ;)
fatemi sapere cosa ne pensate :)
Baci Aly xx

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: _Ryuzaki_