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Autore: _Eileen    15/11/2012    2 recensioni
"Intanto, l'uomo nel televisore sorrideva falsamente, mostrando con una mano il piatto dove faceva bella mostra di sé un'enorme torta al cioccolato e arricciandosi i baffi con l'altra.
“Ed ecco qui pronta la votre torta al triplo cioccolato! C'est magnifique!”
Trent prese un bel respiro profondo. Non ce l'avrebbe mai fatta."
[Storia scritta per la Tiddì Week - Gwen/Trent]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Tiddì Weeks'
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Tiddì week – Thursday

Lezioni di cucina

 

 

Di cuochi francesi, terrine e cioccolato”



 


 

Woman is the dominant sex.
Men have to do all sorts of stuff
to prove that they are worthy of woman's attention.
[Camille Paglia]


 


 

Il ragazzo fissò incerto il foglio scarabocchiato velocemente che aveva in mano. Aveva cercato di prendere il maggior numero di appunti nel minor tempo possibile, ma non era ancora pienamente soddisfatto del risultato.

Intanto, l'uomo nel televisore sorrideva falsamente, mostrando con una mano il piatto dove faceva bella mostra di sé un'enorme torta al cioccolato e arricciandosi i baffi con l'altra.

Ed ecco qui pronta la votre torta al triplo cioccolato! C'est magnifique!”

Trent prese un bel respiro profondo. Non ce l'avrebbe mai fatta.




 

Non dico che mi trascuri, anzi! Sei sempre così carino con me, solo che...”

Solo che?” chiese insistente il ragazzo, strabuzzando gli occhi per la tensione.

Solo che non ti occupi mai delle faccende di casa, ecco! Scusa Trent, non voglio sembrare scortese, ma insomma! Stai sempre dietro alla tua musica e ai tuoi spartiti...”

E non dovrei? Ormai sono un musicista affermato, devo dedicare il più tempo possibile a quest'arte...” Trent s'interruppe, pensando. In effetti, da quando era uscito il suo nuovo album, non era mai stato molto presente e sapeva quanto Gwen odiasse pensare alle faccende domestiche -quali pulire, fare il bucato, portare il cane a fare una passeggiata, lavare i piatti, cucinare-.

Okay, scusa. D'ora in poi mi impegnerò di più” mormorò lui sottovoce.

Grazie mille, sei il miglior fidanzato di sempre!” squittì lei, salendo sulla punta dei piedi e dandogli un bacio sulla guancia. “Ora vado all'Università, ci vediamo stasera!”

Trent la seguì con lo sguardo, guardandola scendere velocemente le scale del condominio, con la borsa sulla spalla e i lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle. Rifletté su quello che era successo tra di loro in quegli ultimi anni: finito il reality si erano continuati a sentire per qualche mese, poi a frequentarsi e infine si erano rimessi insieme. Tra di loro c'era quell'alchimia, quella sorta di scintilla, che non se ne poteva andare via così facilmente. Adesso, all'età di ventitré anni, si erano trasferiti a Vancouver e convivevano nello stesso appartamento.

Gwen era quella che era cambiata di più: era passato tanto tempo da quando era solo la sedicenne stralunata gotica amante del nero e sempre pronta ad autocommiserarsi. Adesso era più solare, più precisa nel modo di fare, anche più femminile forse, ma sicuramente era più grande. Trent si lasciò sfuggire un sorriso.




 

'...Mescola. Aggiungi il latte (200 ml!). Mescola di nuovo. Farina, lievito.'

Trent guardò corrucciato gli appunti che aveva preso una mezz'oretta prima in una calligrafia sghemba e disordinata. L'impasto al cioccolato che aveva davanti non assomigliava affatto a quello del cuoco in tv, pensò scoraggiato. Riguardò per l'ennesima volta il foglietto sporco che aveva tra le mani, prima di prendere in mano il mestolo di legno e continuare a seguire quelle sue sporadiche istruzioni, conscio però, nel profondo, di aver dimenticato qualcosa...




 

Gwen era felice. In Università era andato tutto bene e i giorni che la separavano dal suo viaggio culturale in Francia erano sempre meno. Non vedeva l'ora di rientrare in casa per salutare calorosamente Trent e...

A metà del pianerottolo che portava al terzo piano, però, si fermò. C'era uno strano odore nell'aria, come di... bruciato?

Finì i gradini che le rimanevano a due a due, precipitandosi davanti alla porta di casa sua in un baleno e infilando la chiave nella toppa, preoccupata. Che fosse successo qualcosa a Trent?

Aprì la porta e si ritrovò davanti ad una scena decisamente inaspettata: Trent, davanti al forno, faceva aria con un vassoio, cercando di allontanare il denso fumo nero dall'odore acre che si stava diradando per tutta la stanza. La cucina era sporchissima, con chiazze di cioccolato e farina sulle pareti e addirittura una confezione di latte rovesciata nel lavandino, dalla quale cadevano ancora le ultime gocce di liquido madreperlaceo.

Trent? Ma che diav...” cominciò la ragazza, tossendo rumorosamente per via del fumo. “Apri la finestra almeno!” riprese con voce roca, spalancandola e lasciando alla leggera brezza serale di entrare e sostituirsi al fumo.

Gwen? Oh, sei già tornata” mormorò lui impacciato, nascondendo il vassoio che aveva in mano dietro la schiena, come un bambino che spera di nascondere un danno ai genitori.

Si può sapere cosa stavi facendo?” sentenziò lei leggermente irata, con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato.

Dopo un paio di minuti, Trent cedette allo sguardo intimidatorio della ragazza e, preso un bel respiro, disse tutto d'un fiato: “ Scusa, io non volevo causare questo... casino” fece un gesto eloquente al disastro intorno a sé “solo che tu oggi hai detto che non ti aiuto mai e io invece ti volevo dimostrare che posso rendermi utile, così ti volevo fare una sorpresa e prepararti una torta...” continuò, raggiungendo note sempre più alte via via che parlava. “Ho seguito un corso di cucina in tv, ma l'omino parlava troppo velocemente e non ho fatto in tempo a prendere abbastanza appunti... Però non mi sembrava di aver fatto così schifo fino a quando non mi sono reso conto che avevo dimenticato le uova, ma ormai era troppo tardi... Poi è arrivato il momento di infornare: non ho trovato la teglia, così ho messo direttamente in forno la terrina di plastica in cui avevo mescolato gli ingredienti...”

Improvvisamente, il silenzio.

E ancora silenzio.

Finché...

Gwen scoppiò in una fragorosa risata, lasciando cadere a terra la borsa che aveva ancora sulla spalla. “E io che credevo molto di peggio!”

Non c'è niente da ridere!” protestò lui in modo infantile, vergognandosi per la misera figura appena fatta.

Hai ragione, non c'è niente da ridere, scusa” mormorò lei, avvicinandosi a lui e abbracciandolo. “Se questi sono i risultati, però, non c'è bisogno che cucini tu la prossima volta. Per stasera ordiniamo cinese, che ne dici?” Trent annuì e rispose incerto a quell'abbraccio.

Però mi devi spiegare una cosa... Come ti è potuto venire in mente di mettere in forno la ciotola? E poi, guarda in che condizioni hai ridotto la cucina... Che cosa hai da dire in tua discolpa?”

Non ti fidare delle ricette di cucina di Monsieur Fournier sul settimo canale, sono una fregatura”

 

 

 


 


 

  
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