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Autore: twisted__    15/11/2012    1 recensioni
Bill e Tom Kaulitz hanno vent'anni e nel giorno del loro compleanno analizzano in solitudine il loro rapporto, quello che sono stati e quello che saranno in futuro. In una one-shot senza dialoghi analizzano la loro vita sorridendo al futuro e trascurando il passato, vedendosi sempre insieme. Insieme, perchè il peso del sangue è importante.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il peso del sangue e il volto del girasole



Ha gli occhi luminosi, questa sera.
Ha il sorriso sincero , si guarda e sotto il trucco scuro lo riconosce, si riconosce, come in tour non aveva potuto fare spesso. Si sorride perchè ha venti anni, perchè a vent'anni devi sorriderti e basta, dirti che c'è tempo. Bill ha passato la sua adolescenza a chiedersi se fosse giusto, come il suo orgoglio gli sussurrava, oppure no, e ora che ha un'idea di ciò che è giusto in lui, si sorride. È giusta quella sera e giusta la luce familiare dei suoi occhi. Guarda la stanza della sua adolescenza, le cose che ancora portano in sè l'odore selvaggio degli ormoni impazziti e dei cuori che corrono. Guarda il letto di suo fratello,Tom, perchè ricorda che adesso ha vent'anni solo grazie alla bussola che ha seguito. E la sua bussola  è stata Tom, il viso arrabbiato davanti al bullo della scuola, gli occhi preoccupati davanti ai suoi silenzi, lo sguardo indispettito che riassume le loro sporadiche quanto feroci litigate davanti a Georg e Gustav che alzano le spalle. Sorride anche guardando il giardino di casa gremito di fan, lo stesso che una volta era gremito di bulli da affrontare a muso duro e col cuore che trema ma non si spezza. Pensa a quanto cambiano le cose,invece di provare il fastidio che avrebbe riservato alla star disturbata di un altro giorno. Non questo, non ora, mentre ascolta i passi di una madre inquieta solo per i festeggiamenti e non più per i figli o per i soldi che non ha. Sorride, guardando i suoi occhi truccati e pensando a quanto passato e presente siano intrecciati , a quanto si tengano saldamente per mano. Il trucco nero che una volta mascherava i lividi sulle palpebre, oggi è quasi il simbolo di uno dei cantanti più famosi del momento. Sa di non farlo per  immagine mera e semplice, sa che l'ha odiato per diverso tempo e ora, in un rapporto morboso con il ragazzino che era e che non aveva amato abbastanza , non riesce a farne a meno, a guardarsi negli occhi e a dirsi che è cresciuto, che il peggio è passato ma non sa cosa ariva. Ora non sa dirsi che è andato avanti. Bill guarda le sue braccia, ora, bianche come la luna piena , come le lenzuola sempre disinfettate dei suoi innumerevoli hotel. Magre, androgine, con le vene che come piccoli  fiumi si intravedono sotto la pelle , come radici che nascoste nel terreno non vedi. Si guarda e vuole  bene a quelle braccia sorelle fra loro e gemelle di altre di altre due braccia, più forti e più scure, arti in cui le vene premono sotto il tessuto come radici che reclamano la luce, come fiumi che non puoi fermare. Le braccia che per lui sono state quelle di un padre mancato molte volte, di un pezzo di sè che si manifesta in carne e sangue che solo lontanamente somigliano a lui , ma che hanno altri sapori, altri colori. Vuol bene a quelle braccia che hanno sostituito un padre prima che arrivasse un patrigno, un uomo con cui non condividono  il sangue e che non li ha visti nascere, ma ha fatto molto di più: ha capito perchè sono nati.
Così Bill si guarda e si sorride. Sorride ai suoi venti anni con lo sguardo della ribellione, con la fierezza del cervo che la mattina dopo l'incendio torna ad abitare una foresta devastata che a stento riconosce. Si guarda e si ama come il cervo ama i resti di un paradiso che non è più

 ****

                                                              
                              

Tom sorride al soggiorno colorato, ai cani irrispettosi sul divano con cui si è ormai arreso, a Gustav che vorrebbe uscire in giardino e a Georg che non vuole far niente. Tom sorride anche alle fans che aspettano fuori, che mendicano un sorriso o un saluto che oggi più che mai non nega. Alcune portano cartelloni di auguri, si congratulano per i loro venti anni divisi a metà , gli anni che l'uno ha fatto sopportare all'altro con un sorriso. E Tom si congratula con sè stesso, perchè a venti anni si vedeva molto di più a suonare nei locali di merda della peggiore Germania che in tour mondiale. Si vedeva così, con i suoi compagni, certo, ma soprattutto con Bill. Tom ci ripensa e si dice che sì è sempre visto con Bill, sempre, anche nella tomba. Si è sempre visto con lui, anche quando ha fatto lo stronzo ed è stato con la sua ragazza. Si è visto con lui nonostante i casini, nonostante ogni litigio perchè il sangue e la carne, almeno per loro, pesano. E il peso del sangue te lo porti dietro, certe volte non sai camminare senza sentirlo sulle spalle, nelle vene.
Si congratula anche con Bill, in silenzio, mentre chissà in quale stanza prova a parlare con sè stesso  e magari non si capisce. Quella parte che- gli aveva detto- parlava solo con lui, con Tom. E lui, da brava metà di un tutto che si esprime in altra carne e sangue simile, vedeva molto meglio di Bill stesso quel ragazzino restio al dialogo, quello che vuole ancora gli occhi di un adulto truccati di nero in un triste e macabro collegamento con l'adolescente che non sa voltare pagina. Riconosce nei suoi occhi riflessi nel vetro lo sguardo diverso e contemporaneamente uguale del fratello. Riconosce i suoi occhi, quelli che cambiano anche il colore , ma in sostanza sono sempre i suoi. Solo molto più fragili, molto più profondi, con altri orizzonti che nemmeno due gemelli sanno raccontarsi in un rispetto quasi assurdo di una privacy che non esiste, che i sensi violano. Bill scende le scale col passo selvaggio che aveva da ragazzino , quando lui lottava con i suoi bulli e Bill con i fantasmi dei suoi occhi, quelli che gli impedivano di sentirsi sempre il più grande.
Si sorridono come due fratelli che anche nella musica si giocano il sangue e suonano per quello. Ora si sorridono in quattro, complici in un sogno che delle volte rischiava di trasformarsi in un pugnale. "Auguri" si sussurrano con gli occhi, in una comunicazione a due che gli altri non sanno interpretare. Gli altri danno gli auguri ad alta voce e loro rispondono con sorrisi aperti. E Bill ha il viso del girasole al sole. Vuole bene a quel fiore che ha dovuto proteggere dalle intemperie per farlo crescere, per assicurargli che il futuro esiste , fingendosi grande anche se era solo una sua metà, smarrito quanto lui.

   
 
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