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Autore: amelie_K    16/11/2012    5 recensioni
He looked just like you'd want him to| Some kind of slick chrome American prince| A blue jean serenade, and moon river, what you do to me.. *[A DustLand Fairytale - The Killers]
Okay...che dire, che dire, che dire.
Ah, sì. È la mia prima storia a capitoli. Non ho mai scritto niente di simile, c'è qualcosa che mi convince, qualcosa che proprio no (i titoli, i titoli ho ADORATO inventarli!). Mettiamola così, è un esperimento, va...
La storia è ambientata ad inizio terza stagione, e tranne sporadici episodi e riferimenti, non ha quasi nulla a che vedere con la serie. Gli autori avevano detto di voler creare il rapporto tra Dan e Blair già in questa serie - poi gli hanno preferito il triangolo Olivia-Dan-Vanessa ovviamente -.-
La mia storia parla di cosa sarebbe potuto succedere e -molto, ma molto fantasiosamente- come sarebbe andata a finire.
Vi avviso: pretenziosa, è pretenziosa, perché ci ho ficcato dentro tutti i riferimenti letterari possibili che mi venivano in mente. Ma del resto, Dan e Blair lo sono.
Oh, e ho trattato bene tutti i personaggi. ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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11

11. The Loss Of Perception.[1]

Volpe: Se tu vuoi un amico, addomesticami!
Piccolo Principe
: Che bisogna fare?
Volpe
: Bisogna essere molto pazienti. In principio, tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.
Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino. Poi il giorno dopo ancora più vicino .. finché mi potrai toccare ..
Saremo diventati amici, non avremo più paura uno dell’altro … saremo felici di stare insieme ..
[...]
Piccolo Principe
: E quando non ci potremo più vedere? Quando me ne dovrò andare?
Volpe
: Ah, piangerò!
Piccolo Principe
: Ma io non vorrei farti del male!
Volpe
: È vero, ma è inevitabile.

Piccolo Principe: Ma allora che ci guadagni?
Volpe
: Ci guadagno il colore del grano.
[Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupery]








Sono le nove e mezzo che si spalanca la porta, stavolta Dan sorride delle abitudini di quel tornado in miniatura, che probabilmente non cambieranno mai – Dì quello che hai da dire. Sono ancora arrabbiata con te. Non hai idea quanto.

Dan smette di fissare l'orologio, non avendo più ragione di farlo, e la scruta con attenzione: l'abbigliamento, la pettinatura, un piccolo tic nervoso, ogni piccolo particolare che possa rivelargli con che intenzioni la sua ospite abbia accettato l'invito. Ma niente. Blair è una sfinge, quando vuole esserlo. – Quello che ho da dire? Tecnicamente ho detto di doverti mostrare una cosa. Come sempre sei in ritardo, ma dovremmo essere ancora in tempo...parleremo lì.

– Lì dove? – chiede Blair, sospettosa: – Humphrey, lì dove?

***

– Non mi piacciono le sorprese e non mi piace non poter vedere dove mi stai portando. Humphrey sono seria: giuro che se non mi togli subito questa benda mi metto ad urlare! Dan! Se questo è un tentativo di riappacificazione, non stai partendo bene, credimi! [2]
– Vuoi stare zitta un attimo? Dammi la mano, che ti aiuto a salire le scale...
– Ma certo! Ora mi è chiaro...vuoi uccidermi! Chi sei? Qualche adepto di una setta di svitati fanatici dei maya, che ha deciso di ritardare la fine del mondo a suon di sacrifici umani?
– Prima di tutto – osserva il ragazzo – in generale i sacrifici prevedono l'offerta di una vergine, quindi credo che tu possa considerarti tranquillamente fuori pericolo, vero Waldorf? – Dan ha l'impressione di percepire un'occhiata astiosa anche attraverso la benda – Secondo, hai frequentato Chuck per anni, e hai paura di me? ...E poi quelli erano gli aztechi, non i maya...la pratica si chiama ciclo di 52 anni...
– Ovvio che uno come te non è mentalmente programmato per fare una cosa del genere – il ragazzo si chiede perché debba dirlo in modo da farlo sembrare quasi un insulto – Ma il fatto che tu sia a conoscenza di queste informazioni non è comunque tranquillizzante...
Dan alza gli occhi al cielo – Beh, ti tranquillizzerai tra poco...

Blair sente aprirsi una porta davanti a sé, il ragazzo la conduce in quella che le sembra una stanza luminosa, una volta che il ragazzo si è allontanato per aprire una finestra. Lei dice – Ti ho già accennato al fatto che Serena sa che sono qui con te, vero?
Poi sente i suoi passi sempre più vicini, è alle sue spalle. Le passa una mano sulla guancia, e lei sente scivolare via la tensione. Piega il collo all'indietro aspettando un bacio, un prosieguo. Ma guarda tu, forse è veramente un pervertito... – si dice con soddisfazione. Mentre quello, con impercettibile disappunto di lei, le sfila delicatamente la benda. Certo, la delusione della ragazza dura poco, quando capisce dove si trova.
– Dan, come...
– Ho chiesto in giro. A quanto pare stanno vendendo questa casa per debiti [3], ho detto di essere interessato all'acquisto e ho chiesto se fosse possibile avere un appuntamento per visionare la casa senza agente...non possiamo rimanerci molto, ma sarà sufficiente a farti capire – a mostrarti – quello che devo dirti...Tu delle volte non ascolti, quindi ho pensato di cambiare tattica, e fartelo vedere...
Blair si guarda intorno, estasiata – No...non è possibile. Nessuna intenzione di sembrarti ingrata, ma non lascerebbero mai la chiave di questo posto a un signor nessuno...
Dan sorride – Per questo mi sono spacciato per il tuo consulente edilizio.
La ragazza spalanca la bocca, facendo finta di essere arrabbiata. 

Raggiunge lo stesso davanzale dove Audrey Hepburn suonava distrattamente con un turbante in testa, vi si siede come aveva fatto l'attrice e chiede – Pensi che possa reggere il confronto? – domanda titubante, con un'incertezza ed una solennità che causano al ragazzo un sorriso involontario. 
Blair pensa che ci sia qualcosa di nuovo nel suo sorriso.
Qualsiasi cosa sia quel nuovo, Dan glielo attacca non appena si fa spazio accantio a lei:  
– Il mio discorso è semplice – dice – tu mi piaci. E se non sai dove cercare la tua felicità, perché non qui con me? Dici che ognuno ha bisogno di sperimentare il suo lieto fine perché ci sono finali così diversi tra loro, ma tu non fai che rivivere sempre lo stesso. Metti alla prova qualcosa di diverso, metti alla prova noi.
– Dan – risponde titubante la ragazza – tutto questo è molto dolce, ma...sai che solo il tempo potrà convincermi della stabilità dei miei sentimenti.
– Fortuna che ne abbiamo, allora.

Lei inarca il sopracciglio, espira forte: – Solo poche ore fa, pensavo che sarei partita per una vacanza di meditazione. E che l'oggetto della meditazione sarebbe stato come far diventare la tua vita un inferno vivente. E so che sarebbe stata un'impresa difficile perfino per me, considerando le tue condizioni standard di vita. Il fatto è... sebbene non avessi nessun diritto di farmi sentire in colpa per i miei ragionevoli propositi, con i tuoi discorsi da ruffiano...questa...rimane la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me. E mai, mai, mai all'inizio di questa giornata avrei sospettato che ti avrei baciato, giuro.
– Ma tu non mi hai baciato, Waldorf. – la punzecchia lui, mentre la brunetta gli regge il gioco, speranzosa: – No?
– No, io l'ho fatto.

L'espressione della ragazza lascia posto a un sospiro di sollievo, e un risolino.– Santi numi o qualsiasi cosa abbia preso il loro posto in questo momento, credevo che non sarebbe mai successo! Hai idea di quanto poco basti ad una donna per sentirsi una ninfomane-maniaca-indesiderata?
– Oh, ma tu non sei una ninfomane, per mia sfortuna, e di certo non sei indesiderata.
Si avvicina a realizzare l'annunciato proposito, ma quella, pur mantenendo la vicinanza, protesta vivacemente: – Non hai detto che non sono una maniaca!
Lui si stringe nelle spalle: – Non volevo rischiare di rovinare il momento mentendoti... – 
Acida, mette fine alle sue insinuazioni – Humphrey, stai temporeggiando e il momento sta passando.

Dan avverte un'ondata di vento dilaniare le sue narici del suo profumo e un istantaneo bisogno di avere la sua pelle tra le dita e le sue labbra sulle proprie.

E improvvisamente il momento si congela, il tempo si blocca, e nessuno dei due sa per quanto.
Lei pensa a Mont Matre, a Dionyseau, le gondole di Venezia, i camini accesi e... alla benda, che dev'essere ancora lì da qualche parte.
Lui pensa a Blair Waldorf: era sempre stato il meno contorto della coppia, anche quando non erano una coppia.

Lei sta già scannerizzando mentalmente quale gusto di lucidalabbra si accosti meglio al sapore delle sue labbra. Con la menta e un leggero retrogusto di caffé, ci sta bene il cioccolato.

Non andartene così lontano con il pensiero, niente è cambiato: un bacio non risolverà i vostri problemi! E, per inciso, il problema non è il suo quartiere o qualsiasi mezzo serva per raggiungerlo.

Pensi che finiremo con il cercare di plagiarci a vicenda?
– Sì, nella peggiore delle ipotesi. Oppure, finiremmo con l'
addomesticarci a vicenda...
– Che differenza c'è?
– Non hai letto il Piccolo Principe? Che infanzia hai avuto?! Ora si spiegano molte...okay. Quando il piccolo principe lo chiede alla volpe, quella risponde che
addomesticare vuol dire creare legami. Finché non ci si addomestica non si è che estranei: per la volpe il ragazzino è uno tra i tanti, non ha bisogno di lui...e viceversa. Ma una volta addomesticati avrebbero avuto bisogno l'uno dell'altra...tu sarai per me unico al mondo, io sarò per te unica al mondo. Dice la volpe.
Solitamente la ragazza odia il suo tono saccente e le sue spiegazioni pazienti, come se avesse a che fare con una bambina delle elementari. I tratti del viso si irrigidiscono, irritate, ma la curiosità, il bisogno, di sapere come vada a finire prevale: – E il piccolo principe cosa risponde?
– Che comincia a capire...dal momento che sul suo pianeta c'è una rosa che deve averlo addomesticato.
Per un attimo, le passa per la testa Chuck. La
sua rosa, ma è solo un istante. Per quanto breve fosse, ha reso malinconici i suoi pensieri: – Ho un aereo tra qualche ora.
Ha bisogno di riflettere, da sola, e la certezza che lui l'abbia capito dallo sguardo rammaricato del ragazzo. Dan annuisce mordendosi teso il labbro inferiore. Almeno ci aveva provato. 

Tanto valeva essere onesti e dire tutto in quel momento, pensa Blair: – Sai qual è la cosa che mi fa più paura?
– Le vendette trasverali di Chuck?
La ragazza scuote la testa.
– Poter perdere l'amicizia di Serena?
Di nuovo, fa cenno di no, anche se con meno convinzione.
– Passare le tue giornate a Brooklyn? Non lo so, mi arrendo.
Blair ce l'ha sulla punta della lingua, ma non riesce a dirlo. Poi toglie il tappo, ed esce fuori tutto d'un botto:– Ho sempre avuto una sottospecie di cotta indesiderata per te. E tu non l'hai mai capito.
Il ragazzo la guarda in totale confusione, facendola pentire all'istante della rivelazione. Lo stava spaventando, ne era certa. Promise a sé stessa che non avrebbe più parlato in vita sua.

Eppure, mia cara, se c'è una cosa che dovresti aver imparato è che tutto va bene finché hai in mano tu le redini. Dì qualcosa, dì qualcosa. Tu o lui, qualcuno dica qualcosa.

Sbatte le ciglia e il ragazzo riconosce il segnale che sta per dire qualcosa di sgradevole, così dice la prima cosa che gli passa per la testa: – Da...da quando ci siamo presentati?
– No – sbuffa lei – da quando hai iniziato a parlarmi, anche se lo facevi solo quando sembravo particolarmente a pezzi. Per quanto provassi a farti sparire, iniziavi a parlarmi, e non la smettevi più, e non avevi paura che, parlando anche di te, potessi usare quelle informazioni contro di te in futuro, tu parlavi e dicevi un sacco di stupidaggini a macchinetta, finché, assolutamente per caso, non ti usciva fuori una frase meno insensata delle altre, e quella mi faceva stare meglio.

Blair non sentiva che stesse facendo questo gran bel lavoro nel cercare di non esporsi ulteriormente.

– Beh  – sospira lui, ancora stranito, - a mia discolpa, posso assicurarti che non l'aveva capito nessuno.
– Tu non mi guardavi neanche.
– Oh.
– Già. Lo facevi per Serena.
– Questo non è vero.
– Allora cos'è vero?
...
– Beh, parla no?
...
– Humphrey?
...
– La vuoi piantare?
...
– La smetti di fissarmi?
Dan inclina la testa come a dire prima ti dà fastidio che non ti guardi, ora che ti guardi....
– Cercavo di recuperare gli arretrati, ma mi sono accorto che non riesco veramente a smettere. Credo di essere ipnotizzato, anche se non so bene se dal rossetto che si intona perfettamente al colore delle tue guance,  dice sfiorandole – dai tuoi boccoli che sanno così di buono anche a questa distanza...o...
– O? – lo incalza lei.
– O – ridacchia quello, cambiando improvvisamente tono – quella stupida collana che ti porti sempre dietro ogni volta che usciamo insieme. Voglio conoscere la sua storia, perché non esiste che Blair Waldorf indossi uno scempio del genere senza un motivo più che valido.
– Bene – scherza lei, e non esita a colpirgli il braccio con poca clemenza – e se te ne rendi conto perfino tu....
– Seriamente, – sussurra lui dolce, rigirando il ciondolo tra le dita e prendendole la mano – raccontami quella storia, voglio conoscere tutte le storie che mi aiutino a conoscere te. 
– Un giorno, un giorno te la racconterò. Ma, per la cronaca, tu mi conosci già, Daniel Humphrey, non importa quello che hai detto in passato.

Uhm – sospira – ed eccocci qui, continuando a rimandare e inconcludenti come al solito.
Vuoi una ragione per chiedermi un vero appuntamento, al mio ritorno?
Il ragazzo se ne risente: 
– Stai ancora sprecando il tuo tempo a rinnegare l'acquario, per caso?

Gli prende la mano e lo conduce nella camera da letto – Hai visto per caso dov'è finita la benda? – civetta ad un millimetro dal suo viso, mentre lo spinge delicatamente dentro. Lui le tocca i capelli. Chiude a fatica la porta, più un gesto d'istinto che una reale necessità, mentre lei gli sta sfilando la maglietta cercando di non perdere il contatto tra i loro occhi, se non per pochi istanti.

***

Vorreste sapere come sapere come è andata, vero? Quello che so, è che dopo aver fatto l'amore, lei ha poggiato la testa su di lui – Sarebbe un lieto-fine perfetto – ha detto – se non fosse... 
– ...se non fosse che è un inizio. – ha precisato lui. 
Annuisce.  – Odio doverlo dire –, prosegue il ragazzo,  – ma dobbiamo andare.

Mentre la riaccompagna a casa, lei decide di esternare il suo dubbio – Dan?
– Sì, Blair?
– Il piccolo principe alla fine addomestica la volpe?
– Ehm, per un po'. Poi decide di tornare sul suo pianeta, dalla sua rosa.
– Oh. – dice la ragazza. – Humphrey, non è incoraggiante...
– Non lo so, dipende. È romantica l'idea di arricchirsi anche da quello che è destinato a finire...e poi... non deve andare per forza così, lo sai. 
– Che farai mentre sarò via?
– Scriverò, sistemerò il loft, preparerò qualche esame...magari potrei trovarmi qualche lavoretto, potrei fare un sacco di cose, sai, un sacco di cose aiutano a non far capire a nessuno che nel frattempo sto solo aspettando te – dice. 
Come se il colore del grano – o sarebbe meglio dire del caffè – fosse già tra i suoi averi. 
Blair scende dalla macchina, afferra una ciocca dei suoi capelli scuri, e la rigira tra le dita, prima di non voltarsi indietro, con una consapevolezza in testa: non è tesa, non è preoccupata...l'unica parola in grado di descrivere il suo umore è fiduciosa.


*TBC  

***
Angolo dell'autore (o così dicono):

Okay, questo potrebbe non essere proprio il posto adatto, dal momento che, nel bene o nel male, la mia storia non c'entra niente con la piega che ha preso il telefilm, maaaa....

**** MOMENTO SPOILER 6a STAGIONE ****
Chi diavolo potrebbe ritenere di buon gusto quello che sta succedendo tra i personaggi? Voglio dire, non è nemmeno provocazione, è proprio...solo cattivo gusto.
Dan che si dovrebbe accontentare della seconda scelta? Serena che dovrebbe accettare di essere la seconda scelta? Blair che, okay, volete vendermi l'idea che non sia e non sia mai stata presa da Dan, è plausibile (purtroppo) che la ragazza rifiuti il ragazzo perfetto sulla carta perché non prova niente, ma questo non giustifica la sua relazione con Chuck...Santo Dio, donna, non è che dev'essere obbligatoriamente qualcuno tra Chuck, Nate e Dan il tuo futuro marito, e a dirla tutta, non è detto nemmeno che debba avere un (secondo) marito entro i venticinque.
"Grazie per non aver fatto sesso con Serena." "È stato un piacere" Ora. Intendeva dire che il calcio nelle palle tiratogli da Serena mentre provava a farsela è stato piacevole? Perché è l'unico modo in cui questa risposta possa essere vagamente sincera. (Senza contare che Dan era con Serena ben prima che con Blair, che Blair stessa ha provato in tutti i modi a farli tornare insieme e che, suppongo, se un ragazzo ti chiede fino all'inverosimile se c'è qualcosa che non va tra di voi e tu non fai che tranquillizzarlo solo per svignartela con il suo ex trasformando in realtà la sua più grande paranoia, hai ben poco da urlargli contro qualsiasi cosa lui abbia fatto dopo.)
E ancora Dan che butta merda gratuitamente su Nate che, poveraccio, non ha fatto niente, e osanna Chuck; Chuck con quell'atteggiamento da tutto-mi-è-dovuto che si è misteriosamente convinto che dirigere una compagnia immensa costruita da suo padre, a ventidue anni e senza nemmeno una laurea, sia suo diritto sacrosanto. Blair che non voleva essere come sua madre, che non voleva fare la designer, che ora punta spilli ogni due scene comportandosi come se fosse sempre stato il sogno della sua vita. Serena che due secondi prima voleva sposare Steven e quando Steven se ne va fa spallucce e flirta con Dan. Cosa- diavolo - è?
L'unico modo in cui i personaggi femminili sarebbero minimamente riscattabili, a questo punto, è con un finale Blair e Serena che vanno via da tutto e tutti, ma ovviamente non succederà. A questo punto mi aspetto anche che usino i voti scritti da Dan per Louis (che, tecnicamente, non sono mai stati mostrati al pubblico, che quindi dovrebbe esserne ignaro) come quelli tra Dan e Serena, visto che il personaggio in Inside di Serena è Sabrina e che Serena dice a Dan "Eri l'amore della mia vita, credevo di essere il tuo anche io."
*** FINE MOMENTO SPOILER ***


1. La Perdita Della Percezione - 
titolo estrapolato da The Doors of Perception, ossia Le porte della Percezione, libro di Aldous Huxley.
2.
No, non la sta portando da Chuck, niente paura. :)
3. È successo davvero, e proprio nel 2010 (il primo anno di college di Dan e Blair, quando è ambientata questa storia), mi pare...
  
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