Lyla:…se dovete ucciderci perché non aggiorniamo da tanto tempo,
prendete Elena, non me D:
Elena: Eh? Che c’entro io? E dov’è Canada? D: D:
ASG:
ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA!
Extra
#1- idee random che vengono in classe.
Era un normalissimo liceo scientifico di una normalissima
città di un normalissimo mondo di cui non conosciamo il nome…
Era la prima ora e lo studente Gilbert Beilschmidt era magnifico come sempre, e
non mancava certo di farlo notare al suo perfettissimo compagno di banco,
l’austriaco Roderich Edelstein, che cercava di mantenere un atteggiamento serio
e composto. Come sempre.
Intanto, mentre un giapponese chiamato Kiku Honda ripassava in silenzio per il
compito che si sarebbe svolto fra pochi minuti, accanto a lui il cinese Yao Wang
sistemava il suo portacolori di Shinatty-chan. Dietro di loro l’italiano
Feliciano Vargas mangiava della pasta fatta in casa (?) mentre il tedesco
Ludwig Beilschmidt sedutogli vicino sbraitava per il banco tutto sporco di
salsa.
La porta dell’aula si aprì lentamente e una figura alta e bionda fece la sua
leggendaria comparsa nella classe. Si riusciva perfino a sentire la colonna
sonora di 300 in sottofondo.
Gli alunni si alzarono, compreso l’italiano che mostrava esultante il piatto
vuoto, sorridendo con la faccia orribilmente sporca di pomodoro. Il professore Irmgard (?) lo squadrò, altamente disgustato.
“Vargas.” Disse soltanto, la voce cupa e profonda
risuonò nella classe. Feliciano sorrise allegro.
“Ne ho portata un po’ anche per lei!” esclamò felice mostrandogli un termos.
L’insegnante storse il naso, accomodandosi alla cattedra. Nel
frattempo, una ragazza ungherese di nome Elizabeta Héderváry, piazzata al primo
banco di fronte alla cattedra, fangirlizzava con la compagna di banco
Lily Zwingly entusiasta dei nuovi pantaloni attillati del professore. Questi
sospirò esausto cercando con lo sguardo i due nipoti, Gilbert e Ludwig, e si
passò una mano sulla fronte vedendo il primo mostrare soddisfatto al compagno
austriaco i propri boxer con una fantasia a pulcini.
“Beh, vediamo di non perdere tempo.” Annunciò cominciando a distribuire i fogli
con le consegne. “State attenti, ora vi dirò le modalità
speciali di questa verifica… e non ho alcuna intenzione di ripeterle.”
“E sta’ un po’ zitto!” esclamò irritato Roderich, non
interessato alla biancheria del compagno. “Lasciami ascoltare!”
L’altro scoppiò a ridere. “Pfui! Sono troppo magnifico
per ascoltare una banale spiegazione di un banale
compito! Kesese!”
“E taci, bastardo!” lo insultò con molta finezza il ragazzo dietro, Lovino
Vargas, assestandogli un violento calcio nel fondoschiena. Lo spagnolo
sedutogli accanto, Antonio Fernandez Carriedo, gli accarezzò preoccupato la
gamba. “Lovi, Lovi! Ti sei fatto male alla gamba? Stai
bene?! Vuoi che ti dia un pomodoro?!”
L’italiano si divincolò infastidito. “Non toccarmi,
bastardo!”
Nel frattempo, la ragazza belga del banco accanto lanciava gridolini di gioia
aggrappandosi al braccio dell’olandese compagno di banco Abel. Il professore
sbatté il registro sul tavolo. “Aufmerksamkeit*!” esclamò seccato, e il
silenzio calò sui trentuno studenti, intimoriti dal termine dall’oscuro
significato. Mentre l’insegnante spiegava si
riuscivano a sentire soltanto le risatine di Gilbert, i sospiri di Roderich e
una voce inquietante intenta a sussurrare “Ivaaan... Ivaaan... Ivaaan...”
Passò poi alla distribuzione dei fogli, consegnandoli a tutti i trenta
studenti.
Già, tutti e trenta... mi sto forse dimenticando qualcuno?
“P-professore... ehm... p-professore... m-mi scusi...”
mormorava una flebile vocina, ma l’interessato non diede cenno d’aver sentito.
“P-professore... professore... sono qui... sono
Williams... si è dimenticato di consegnarmi il foglio...” agitò invano la mano.
Il fratello sedutogli accanto se ne accorse, scattando in
piedi: “I’M THE HERO! Mattie, ti salverò!” detto ciò,
andò dal professore figo a chiedere la pagina con gli esercizi.
“Cosa? Manca a Williams?” chi è Williams? “Ah... beh... ero convinto foste
trenta... non ho fatto la fotocopia per lui.” Poi lo guardò male. “Jones,
ammettilo, cosa vuoi farci con l’altra copia?!” nel
dubbio, andò a verificare nel registro, notando un vuoto nello spazio destinato
al ventinovesimo cognome. “...inquietante.” mormorò.
“I’M THE HERO!” ribadì Alfred F. Jones, esponendo il
registro alla luce. Un nome spuntò dall’inchiostro simpatico.
“...Matthew Williams... ah.”
Intanto il canadese era in preda alla disperazione. Dietro di lui, il francese
Francis Bonnefoy cercava di consolarlo. “Oh, mon chèr, non preoccuparti per
questa svista, io ci sarò sempre per te... anzi... vorrei esserci di più...
ohnohn~” disse sussurrando l’ultima frase e scandalizzando il proprio compagno
di banco, l’inglese Arthur Kirkland.
“Cosa stai dicendo a quel ragazzo, you frog!? Così lo traumatizzi!” sbracciava mandando nel panico il povero
canadese.
“Traumatizzare? Sto solo mostrando tutto il mio amore~
Quello che ti do già non basta?~” ridacchiò scioccando
Arthur, che divenne paonazzo.
“What the...?! Di c-cosa stai parlando brutto
pervertito?!”
“Ohnohnohn~ Dovresti saperlo bene mon amour! O forse eri troppo concentrato su qualcos’altro...?” sussurrò sensualmente palpando l’inglese, che
sobbalzò quasi cadendo dalla sedia.
“... S-si sono di nuovo dimenticati di me...” mormorò
Matthew osservando la scena, fece per girarsi quando... BONG!
“Americano bastardo! Cosa sono
tutti questi esercizi?! Li ha scelti apposta per farmi prendere un due, vero?!” sbraitava Juan Machado, il cubano seduto davanti a loro
in un banco singolo.
“M-Maple! Non sono un americano, io! Sono Matthew, non
Alfred! Sono canadese! Lui è solo mio fratello...!”
“A-AH! Dunque tu sei il fratello di quel bastardo
americano, eh?!” disse con un ghigno malefico.
“NOOOOOON!”
...okay. (per chi volesse saperlo, alla fine il
professore scrisse a mano gli esercizi per il canadese).
Nel frattempo, la vocina inquietante di prima persisteva anche durante il
compito. “Ivaaan... Ivaaan...”
In effetti c’era un ragazzo che rispondeva a quel
nome: Ivan Braginski, un russo dalle spalle larghe che tremava sentendo quel
mormorio che disturbava tutti i presenti.
“...si può sapere chi è che continua a sussurrare?!”
esclamò l’insegnante che aveva l’intenzione di correggere altri compiti. La
voce tacque, e il russo indicò tremante la compagna sedutagli dietro, Natalia
Arlovskaya, che si limitò a fare spallucce sfoggiando un sorrisino sadico.
“Vedete di iniziare, avete solo un’ora e mezza.”
I ragazzi obbedirono, cominciarono infatti a sentirsi
le prime urla di disperazione. Il finlandese Tino Väinämöinen
andò nel panico stringendosi al compagno Berwald Oxenstierna. “Su-san... su-san... cosa sono queste? Mi aiuti vero? Non voglio prendere un quattro!” disse sbracciandosi lievemente
verso lo svedese.
“...Ja.” gli sussurrò all’orecchio con la sua voce
dura, circondando le spalle del finlandese, che panicizzò ancora di più.
Il giapponese dietro di loro rifletteva sul compito, lievemente infastidito
dalla sfilza di “aru” mormorata da Yao, che non sapeva dove mettere mano.
Ancora più dietro, un italiano era nello SCONVOLGIMENTO PIU’ TOTALE E ASSOLUTO.
“VEEEE! Cosa sono queste
cose?! VEEE! Sono così lungheeee! VEEEE! Cosa sono tutte queste lettere?! Luuuddie!
Ero convinto fosse un compito di matematica, non d’italiano! VE! VE! VE! Ho
paura! Vogliono mangiarmi! LUDDIE! Pensano che io sia pasta! Ho
pauraaa!” si rannicchiò contro il tedesco sconvolto
sventolando una bandiera bianca.
“...Feliciano.”
“VE! VE! VE!”
“Feliciano, non fare confusione...! Sto
cercando di concentrarmi!”
“VARGAS! Cos’è quella bandiera? Vuoi forse ammazzare
qualcuno?!”
“VEEEEE professore, il foglio vuole mangiarmi!” esclamò piangendo dall’ansia.
“Smettila di fare confusione! Qui
c’è gente che cerca di prendere l’ennesimo dieci e lode!” esclamò Roderich
irritato.
“Kesese. Sono troppo magnifico anche
per un –pfui!- misero dieci e lode!” cantilenò il prussiano accanto a lui,
rovesciandogli il portacolori per terra.
“VEE professore! Le penne stanno invadendo il
pavimento! ANCHE LORO VOGLIONO MANGIARMI! LUDDIE! PROTEGGIMI!”
L’austriaco guardò il portacolori cadere a terra e, fumando dalle orecchie,
alzò la voce.
“TU. STAI. FERMO. STO. CERCANDO. DI. FARE. IL. COMPITO.”
Sbraitò.
“VEEEE professore!! Vuole mangiarmi anche Rod! VEEE LUDDIE!” pianse l’italiano aggrappandosi alla manica del
tedesco, che cercava di restare calmo.
Razionalità.
Raz-
“STATE ZITTI BASTARDI!!” urlò Lovino, mandando nel
panico Antonio che cercava di capire se si fosse fatto male alle corde vocali.
Tutti si girarono verso l’italiano arrabbiatissimo, il professore lo guardò.
“Vargas. CONTROLLO.” Disse fissandolo, l’italiano
sbuffò e tutti ripresero a fare calcoli.
Tutti tranne uno.
No. Non parlo di Matthew.
“Ehi Torii!~ Guarda questi nuovi modelli! Non sono
FESCION? ♥” scuoricinava un polacco chiamato Feliks Łukasiewicz
mostrando il foglio a quadretti pieno di vestiti al suo compagno di banco
lituano Toris Laurinaitis,
intento a risolvere un’equazione.
“Feliks... potresti mostrarmeli dopo? Al momento sto
cercando di risolvere un’equazione di settimo grado con quadrupla incognita (?)..” sussurrò concentrato Toris.
“Eddai ccioia! Sono modelli sssspeciali ♥ Li ho disegnati apposta per il tuo bel
corpicino ~ Che ne dici di questo? E’ rosa shock! Non
è FESCION? ♥” continuava a scuoricinare il
polacco spiaccicando il foglio contro il viso del suo compagno di banco che, in
silenzio, si sorbiva tutto.
Non accadeva lo stesso ai loro vicini, un greco di nome Heracles
Karpusi e un turco chiamato Sadık
Adnan, che stavano litigando
per chi dovesse avere più spazio.
“Ti vuoi fare più in là?! Il mio
braccio ha bisogno di ARIA!” esclamò il turco sbracciando contro il compagno.
“Perché non ti butti dalla finestra allora!?” ribattè il
greco, irritato sia per la presenza di Sadik sia per
i “ve” in sottofondo.
“Buttati TU se proprio ne hai voglia! Bastardo, mi stai
facendo perdere tempo!”
“...miao.”
“TU mi stai facendo perdere tempo!”
“Allora cuciti la bocc- ehi, ma quel coso che sta
uscendo dal tuo zaino è un GATTO?!” panico. Il
professore fece per girarsi verso di loro, ma le porte vennero
spalancate con allegra violenza da un romano professore di storia.
“IRMIIIIIIIIE! ♥ È tutta la mattina che ti
cerco!” esclamò il moro entrando. I due ciuffi saltellavano allegramente e
Feliciano non fece a meno di alzarsi ed urlare.
“ZIO ROMAA, VE!~”
“Oooh! Guarda chi si vede!
Il mio nipotino preferito! Chi è il nipotino più bello del
mondo?” disse pizzicandogli una guancia.
“ Io! Ve! Sono io vero zio?~”
rispose l’italiano entusiasta mentre Lovino mandava mentalmente a quel paese lo
zio romano. L’insegnante tedesco di matematica (ODDIO, IMMAGINATE UN
TEDESCO CHE INSEGNA MATEMATICA) assestò al romano un colpo secco di registro
alla nuca. “Le sembra il caso, Romolo?! Sto facendo compito!”
“Ahhhhh, Irmgard!” esclamò felice abbracciandolo. “Sempre con questi capelli lunghi, eh? Sono per fare colpo
sulle ragazzine, eh? Hanno anche scopi erotici? Li utilizzi
in qualche modo?”
“La smetta.” Ribattè molto infastidito il biondone.
“Non può permettersi di fare il pervertito in una classe liceale.”
Proprio mentre diceva queste parole, Francis era intento a scovare eventuali
radicali (?) sul corpo di Arthur (?) non chiedeteci come (?), mentre Matthew aveva
definitivamente abbandonato l’idea di fare il compito e li fissava sconvolto.
Alfred scriveva numeri a cazzo ridendo come Light Yagami, sconvolgendo il
povero canadese ancora di più.
La ragazza ungherese disegnava, sul suo compito, immagini yaoi riguardanti il
prussiano e l’austriaco; nel mentre la povera, piccola
e puccia Lily, sedutale accanto, osservava con
innocente curiosità il lavoro dell’amica, il fratello Vash
tentava in ogni modo di non far vedere la sorellina prima che perdesse la
verginità degli occhi (?).
Naturalmente Roderich aveva già finito, anzi, stava ricopiando per la settima
volta, infastidito dal compagno che ancora tentava di staccare il foglio dal
quaderno.
“Ah... Staccati! Maledizione lo so
che sono troppo magnifico per un sudicio foglio di carta riciclata ma
staccati!” Imprecava sottovoce spappolando un povero pezzo di carta vergine (?).
Anche Ludwig aveva finito e stava pulendo con uno spazzolino tipicamente
tedesco creato per spolverare i compiti (?) la sua verifica perfettamente in
ordine, a differenza di quella dell’italiano, che era TOTALMENTE sporca di
salsa e disperazione e lacrime e sangue e capelli (?), e un pizzico di cacca.
Lovino era messo peggio di lui, ma almeno manteneva la calma e l’ordine: l’insegnante,
da bravo tedesco qual era, gli avrebbe assicurato un 4
solo per questo.
Mentre tutto sembrava che filasse liscio –o quasi-, i due insegnanti
continuavano a prendersi in giro, a discorrere di filosofia, una ragazza
dalla pelle scura e due codine nere dai fiocchi rossi strattonava il braccio
del proprio compagno di banco Peter Kirkland, fangirlizzando
su ciò che avrebbe fatto alla ricreazione per conquistare Francis. O Arthur. O
entrambi.
La classe andava riempiendosi di miagolii per motivi sconosciuti, ma il greco
era troppo occupato a bestemmiare nella propria lingua per accorgersene. Il
primo che lo notò fu Tino, che vide sulle proprie gambe un micio intento a fare
le fusa. Il finlandese lo fissò a lungo.
“...Tino.”
“Guarda... un gattino...!”
“Miao!”
“Tino, vieni a vivere con me. Alleviamolo,
coccoliamolo insieme. E coccoliamoci...”
Il più piccolo arrossì e lo abbracciò. Intanto Francis e Arthur erano stati
definitivamente sommersi da micetti miagolanti,
mentre il canadese si guardava intorno terrorizzato in cerca di vie di fuga.
Alfred aiutava i felini ad uscire dallo zaino ‘cause he’s a hero e Feliciano aveva
paura che i gatti volessero stuprarlo. Insomma: FANCULO IL COMPITO! Alcuni
felini più intraprendenti lo lacerarono a suon di artigli per la disperazione
degli alunni tedeschiaustriaci.
Il naziprofessore Irmgard non si accorse di niente di
tutto ciò, tranne quando alcune gattine gli si sfrusciarono contro le muscolose
gambe. E fu allora che li vide. Due mici per ogni studente: due per trentuno sessandadue...
“WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während meiner
ROLLE IN CLASS DIAMINE?!*”
*Tradotti
entrambi con google traduttore lol:
Aufmerksamkeit: attenzione;
WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während
meiner ROLLE IN CLASS DIAMINE: COSA DIAMINE CI FANNO SESSANTADUE GATTINI NELLA MIA CLASSE DURANTE IL
MIO COMPITO IN CLASSE?! (?)
Benissimo, ciao a
tutte. Siamo davvero desolate per l’enorme ritardo: aggiorniamo a tempo con Hetalia siamo state rapite da Canada. Anzi, Elena è
stata rapita da Canada e Lyla si è ritrovata a vivere in un bungalow (?) insieme a Francis e Arthur.
...
Ma magari. D:
Insomma, speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto anche
se la fine è un po’ ACDC (A Cazzo Di Cane) e boh, speriamo che sia
rimasto qualche santo che ci segue ancora. Ah e... Irmgard sarebbe Germania Magna, per chi non l'avesse capito ^^ forse dovevamo metterlo a inizio capitolo D:
NOUS VOUS AIMONS SANTO! (???)