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Autore: BrainShake    16/11/2012    1 recensioni
"DOITSU~! Mi allacci la scarpa?"
"Germania-san, la smetta di bere tutta quella birra."
"WEEEST! Non è che hai visto le mie pantofole rosa? ♥"
"WAAA PANTOFOLE ROSA, C'EST L'AMOUR! ~! ♥"
"Ti uccido brutto mangia-patate! E anche te, biondino perverso!"
"..." -Russia si sistema la sciarpa-
"TI SUPERERO' QUATTROCCHI!"
"MAI, SOPRACCIGLIONE!" -lancia hamburger a Inghilterra ma sbaglia mira e prende Germania-
"B-BAAAASTA! D':"
Ebbene sì, dopo il WWF e le associazioni di salvataggio per le balene, ecco qui una nuova, fantastica, demente raccolta sulle peripezie del tedesco tutto muscoli! :D
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lyla:…se dovete ucciderci perché non aggiorniamo da tanto tempo, prendete Elena, non me D:      
Elena: Eh? Che c’entro io? E dov’è Canada? D: D:



ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA!
Extra #1- idee random che vengono in classe.


Era un normalissimo liceo scientifico di una normalissima città di un normalissimo mondo di cui non conosciamo il nome…          
Era la prima ora e lo studente Gilbert Beilschmidt era magnifico come sempre, e non mancava certo di farlo notare al suo perfettissimo compagno di banco, l’austriaco Roderich Edelstein, che cercava di mantenere un atteggiamento serio e composto. Come sempre. 
Intanto, mentre un giapponese chiamato Kiku Honda ripassava in silenzio per il compito che si sarebbe svolto fra pochi minuti, accanto a lui il cinese Yao Wang sistemava il suo portacolori di Shinatty-chan. Dietro di loro l’italiano Feliciano Vargas mangiava della pasta fatta in casa (?) mentre il tedesco Ludwig Beilschmidt sedutogli vicino sbraitava per il banco tutto sporco di salsa.  
La porta dell’aula si aprì lentamente e una figura alta e bionda fece la sua leggendaria comparsa nella classe. Si riusciva perfino a sentire la colonna sonora di 300 in sottofondo.    
Gli alunni si alzarono, compreso l’italiano che mostrava esultante il piatto vuoto, sorridendo con la faccia orribilmente sporca di pomodoro. Il professore Irmgard (?) lo squadrò, altamente disgustato.
“Vargas.” Disse soltanto, la voce cupa e profonda risuonò nella classe. Feliciano sorrise allegro.          
“Ne ho portata un po’ anche per lei!” esclamò felice mostrandogli un termos. L’insegnante storse il naso, accomodandosi alla cattedra. Nel frattempo, una ragazza ungherese di nome Elizabeta Héderváry, piazzata al primo banco di fronte alla cattedra, fangirlizzava con la compagna di banco Lily Zwingly entusiasta dei nuovi pantaloni attillati del professore. Questi sospirò esausto cercando con lo sguardo i due nipoti, Gilbert e Ludwig, e si passò una mano sulla fronte vedendo il primo mostrare soddisfatto al compagno austriaco i propri boxer con una fantasia a pulcini.      
“Beh, vediamo di non perdere tempo.” Annunciò cominciando a distribuire i fogli con le consegne. “State attenti, ora vi dirò le modalità speciali di questa verifica… e non ho alcuna intenzione di ripeterle.” 
“E sta’ un po’ zitto!” esclamò irritato Roderich, non interessato alla biancheria del compagno. “Lasciami ascoltare!”     
L’altro scoppiò a ridere. “Pfui! Sono troppo magnifico per ascoltare una banale spiegazione di un banale compito! Kesese!”     
“E taci, bastardo!” lo insultò con molta finezza il ragazzo dietro, Lovino Vargas, assestandogli un violento calcio nel fondoschiena. Lo spagnolo sedutogli accanto, Antonio Fernandez Carriedo, gli accarezzò preoccupato la gamba. “Lovi, Lovi! Ti sei fatto male alla gamba? Stai bene?! Vuoi che ti dia un pomodoro?!      
L’italiano si divincolò infastidito. “Non toccarmi, bastardo!”      
Nel frattempo, la ragazza belga del banco accanto lanciava gridolini di gioia aggrappandosi al braccio dell’olandese compagno di banco Abel. Il professore sbatté il registro sul tavolo. “Aufmerksamkeit*!” esclamò seccato, e il silenzio calò sui trentuno studenti, intimoriti dal termine dall’oscuro significato. Mentre l’insegnante spiegava si riuscivano a sentire soltanto le risatine di Gilbert, i sospiri di Roderich e una voce inquietante intenta a sussurrare “Ivaaan... Ivaaan... Ivaaan...”   
Passò poi alla distribuzione dei fogli, consegnandoli a tutti i trenta studenti.
Già, tutti e trenta... mi sto forse dimenticando qualcuno?           
“P-professore... ehm... p-professore... m-mi scusi...” mormorava una flebile vocina, ma l’interessato non diede cenno d’aver sentito. “P-professore... professore... sono qui... sono Williams... si è dimenticato di consegnarmi il foglio...” agitò invano la mano. Il fratello sedutogli accanto se ne accorse, scattando in piedi: “I’M THE HERO! Mattie, ti salverò!” detto ciò, andò dal professore figo a chiedere la pagina con gli esercizi.           
“Cosa? Manca a Williams?” chi è Williams? “Ah... beh... ero convinto foste trenta... non ho fatto la fotocopia per lui.” Poi lo guardò male. “Jones, ammettilo, cosa vuoi farci con l’altra copia?!” nel dubbio, andò a verificare nel registro, notando un vuoto nello spazio destinato al ventinovesimo cognome. “...inquietante.” mormorò. “I’M THE HERO!” ribadì Alfred F. Jones, esponendo il registro alla luce. Un nome spuntò dall’inchiostro simpatico.      
...Matthew Williams... ah.”
Intanto il canadese era in preda alla disperazione. Dietro di lui, il francese Francis Bonnefoy cercava di consolarlo. “Oh, mon chèr, non preoccuparti per questa svista, io ci sarò sempre per te... anzi... vorrei esserci di più... ohnohn~” disse sussurrando l’ultima frase e scandalizzando il proprio compagno di banco, l’inglese Arthur Kirkland.       
Cosa stai dicendo a quel ragazzo, you frog!? Così lo traumatizzi!” sbracciava mandando nel panico il povero canadese.       
“Traumatizzare? Sto solo mostrando tutto il mio amore~ Quello che ti do già non basta?~” ridacchiò scioccando Arthur, che divenne paonazzo.         
“What the...?! Di c-cosa stai parlando brutto pervertito?!       
“Ohnohnohn~ Dovresti saperlo bene mon amour! O forse eri troppo concentrato su qualcos’altro...?” sussurrò sensualmente palpando l’inglese, che sobbalzò quasi cadendo dalla sedia. 
“... S-si sono di nuovo dimenticati di me...” mormorò Matthew osservando la scena, fece per girarsi quando... BONG!         
“Americano bastardo! Cosa sono tutti questi esercizi?! Li ha scelti apposta per farmi prendere un due, vero?!” sbraitava Juan Machado, il cubano seduto davanti a loro in un banco singolo.  
“M-Maple! Non sono un americano, io! Sono Matthew, non Alfred! Sono canadese! Lui è solo mio fratello...!           
“A-AH! Dunque tu sei il fratello di quel bastardo americano, eh?!” disse con un ghigno malefico.      
“NOOOOOON!”     
...okay. (per chi volesse saperlo, alla fine il professore scrisse a mano gli esercizi per il canadese).  
Nel frattempo, la vocina inquietante di prima persisteva anche durante il compito. “Ivaaan... Ivaaan...        
In effetti c’era un ragazzo che rispondeva a quel nome: Ivan Braginski, un russo dalle spalle larghe che tremava sentendo quel mormorio che disturbava tutti i presenti.           
...si può sapere chi è che continua a sussurrare?!” esclamò l’insegnante che aveva l’intenzione di correggere altri compiti. La voce tacque, e il russo indicò tremante la compagna sedutagli dietro, Natalia Arlovskaya, che si limitò a fare spallucce sfoggiando un sorrisino sadico.           
“Vedete di iniziare, avete solo un’ora e mezza.”     
I ragazzi obbedirono, cominciarono infatti a sentirsi le prime urla di disperazione. Il finlandese Tino Väinämöinen andò nel panico stringendosi al compagno Berwald Oxenstierna. “Su-san... su-san... cosa sono queste? Mi aiuti vero? Non voglio prendere un quattro!” disse sbracciandosi lievemente verso lo svedese.    
...Ja.” gli sussurrò all’orecchio con la sua voce dura, circondando le spalle del finlandese, che panicizzò ancora di più. 
Il giapponese dietro di loro rifletteva sul compito, lievemente infastidito dalla sfilza di “aru” mormorata da Yao, che non sapeva dove mettere mano.    
Ancora più dietro, un italiano era nello SCONVOLGIMENTO PIU’ TOTALE E ASSOLUTO.           
“VEEEE! Cosa sono queste cose?! VEEE! Sono così lungheeee! VEEEE! Cosa sono tutte queste lettere?! Luuuddie! Ero convinto fosse un compito di matematica, non d’italiano! VE! VE! VE! Ho paura! Vogliono mangiarmi! LUDDIE! Pensano che io sia pasta! Ho pauraaa!” si rannicchiò contro il tedesco sconvolto sventolando una bandiera bianca.    
...Feliciano.”
“VE! VE! VE!”        
“Feliciano, non fare confusione...! Sto cercando di concentrarmi!”          
“VARGAS! Cos’è quella bandiera? Vuoi forse ammazzare qualcuno?!        
“VEEEEE professore, il foglio vuole mangiarmi!” esclamò piangendo dall’ansia.          
“Smettila di fare confusione! Qui c’è gente che cerca di prendere l’ennesimo dieci e lode!” esclamò Roderich irritato.           
“Kesese. Sono troppo magnifico anche per un –pfui!- misero dieci e lode!” cantilenò il prussiano accanto a lui, rovesciandogli il portacolori per terra.          
“VEE professore! Le penne stanno invadendo il pavimento! ANCHE LORO VOGLIONO MANGIARMI! LUDDIE! PROTEGGIMI!”        
L’austriaco guardò il portacolori cadere a terra e, fumando dalle orecchie, alzò la voce.          
“TU. STAI. FERMO. STO. CERCANDO. DI. FARE. IL. COMPITO.” Sbraitò.     
“VEEEE professore!! Vuole mangiarmi anche Rod! VEEE LUDDIE!” pianse l’italiano aggrappandosi alla manica del tedesco, che cercava di restare calmo.   
Razionalità.   
Raz-   
“STATE ZITTI BASTARDI!!” urlò Lovino, mandando nel panico Antonio che cercava di capire se si fosse fatto male alle corde vocali.          
Tutti si girarono verso l’italiano arrabbiatissimo, il professore lo guardò.
“Vargas. CONTROLLO.” Disse fissandolo, l’italiano sbuffò e tutti ripresero a fare calcoli.
Tutti tranne uno.       
No. Non parlo di Matthew.  
“Ehi Torii!~ Guarda questi nuovi modelli! Non sono FESCION? ♥” scuoricinava un polacco chiamato Feliks Łukasiewicz mostrando il foglio a quadretti pieno di vestiti al suo compagno di banco lituano Toris Laurinaitis, intento a risolvere un’equazione.          
“Feliks... potresti mostrarmeli dopo? Al momento sto cercando di risolvere un’equazione di settimo grado con quadrupla incognita (?)..” sussurrò concentrato Toris.           
“Eddai ccioia! Sono modelli sssspeciali ♥ Li ho disegnati apposta per il tuo bel corpicino ~ Che ne dici di questo? E’ rosa shock! Non è FESCION? ♥” continuava a scuoricinare il polacco spiaccicando il foglio contro il viso del suo compagno di banco che, in silenzio, si sorbiva tutto. 
Non accadeva lo stesso ai loro vicini, un greco di nome Heracles Karpusi e un turco chiamato Sadık Adnan, che stavano litigando per chi dovesse avere più spazio. 
“Ti vuoi fare più in là?! Il mio braccio ha bisogno di ARIA!” esclamò il turco sbracciando contro il compagno.                 
“Perché non ti butti dalla finestra allora!?” ribattè il greco, irritato sia per la presenza di Sadik sia per i “ve” in sottofondo.    
“Buttati TU se proprio ne hai voglia! Bastardo, mi stai facendo perdere tempo!”      
...miao.”       
“TU mi stai facendo perdere tempo!”          
“Allora cuciti la bocc- ehi, ma quel coso che sta uscendo dal tuo zaino è un GATTO?!” panico. Il professore fece per girarsi verso di loro, ma le porte vennero spalancate con allegra violenza da un romano professore di storia.           
“IRMIIIIIIIIE! ♥ È tutta la mattina che ti cerco!” esclamò il moro entrando. I due ciuffi saltellavano allegramente e Feliciano non fece a meno di alzarsi ed urlare. 
“ZIO ROMAA, VE!~”        
Oooh! Guarda chi si vede! Il mio nipotino preferito! Chi è il nipotino più bello del mondo?” disse pizzicandogli una guancia.    
“ Io! Ve! Sono io vero zio?~” rispose l’italiano entusiasta mentre Lovino mandava mentalmente a quel paese lo zio romano. L’insegnante tedesco di matematica (ODDIO, IMMAGINATE UN TEDESCO CHE INSEGNA MATEMATICA) assestò al romano un colpo secco di registro alla nuca. “Le sembra il caso, Romolo?! Sto facendo compito!”    
Ahhhhh, Irmgard!” esclamò felice abbracciandolo. “Sempre con questi capelli lunghi, eh? Sono per fare colpo sulle ragazzine, eh? Hanno anche scopi erotici? Li utilizzi in qualche modo?”    
“La smetta.” Ribattè molto infastidito il biondone. “Non può permettersi di fare il pervertito in una classe liceale.”           
Proprio mentre diceva queste parole, Francis era intento a scovare eventuali radicali (?) sul corpo di Arthur (?) non chiedeteci come (?), mentre Matthew aveva definitivamente abbandonato l’idea di fare il compito e li fissava sconvolto. Alfred scriveva numeri a cazzo ridendo come Light Yagami, sconvolgendo il povero canadese ancora di più.         
La ragazza ungherese disegnava, sul suo compito, immagini yaoi riguardanti il prussiano e l’austriaco; nel mentre la povera, piccola e puccia Lily, sedutale accanto, osservava con innocente curiosità il lavoro dell’amica, il fratello Vash tentava in ogni modo di non far vedere la sorellina prima che perdesse la verginità degli occhi (?).            
Naturalmente Roderich aveva già finito, anzi, stava ricopiando per la settima volta, infastidito dal compagno che ancora tentava di staccare il foglio dal quaderno.            
“Ah... Staccati! Maledizione lo so che sono troppo magnifico per un sudicio foglio di carta riciclata ma staccati!” Imprecava sottovoce spappolando un povero pezzo di carta vergine (?).     
Anche Ludwig aveva finito e stava pulendo con uno spazzolino tipicamente tedesco creato per spolverare i compiti (?) la sua verifica perfettamente in ordine, a differenza di quella dell’italiano, che era TOTALMENTE sporca di salsa e disperazione e lacrime e sangue e capelli (?), e un pizzico di cacca. Lovino era messo peggio di lui, ma almeno manteneva la calma e l’ordine: l’insegnante, da bravo tedesco qual era, gli avrebbe assicurato un 4 solo per questo.      
Mentre tutto sembrava che filasse liscio –o quasi-, i due insegnanti continuavano a prendersi in giro, a discorrere di filosofia, una ragazza dalla pelle scura e due codine nere dai fiocchi rossi strattonava il braccio del proprio compagno di banco Peter Kirkland, fangirlizzando su ciò che avrebbe fatto alla ricreazione per conquistare Francis. O Arthur. O entrambi.          
La classe andava riempiendosi di miagolii per motivi sconosciuti, ma il greco era troppo occupato a bestemmiare nella propria lingua per accorgersene. Il primo che lo notò fu Tino, che vide sulle proprie gambe un micio intento a fare le fusa. Il finlandese lo fissò a lungo. 
...Tino.”        
“Guarda... un gattino...!      
“Miao!”         
“Tino, vieni a vivere con me. Alleviamolo, coccoliamolo insieme. E coccoliamoci...   
Il più piccolo arrossì e lo abbracciò. Intanto Francis e Arthur erano stati definitivamente sommersi da micetti miagolanti, mentre il canadese si guardava intorno terrorizzato in cerca di vie di fuga. Alfred aiutava i felini ad uscire dallo zaino ‘cause he’s a hero e Feliciano aveva paura che i gatti volessero stuprarlo. Insomma: FANCULO IL COMPITO! Alcuni felini più intraprendenti lo lacerarono a suon di artigli per la disperazione degli alunni tedeschiaustriaci.            
Il naziprofessore Irmgard non si accorse di niente di tutto ciò, tranne quando alcune gattine gli si sfrusciarono contro le muscolose gambe. E fu allora che li vide. Due mici per ogni studente: due per trentuno sessandadue...           
“WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während meiner ROLLE IN CLASS DIAMINE?!*”           


*Tradotti entrambi con google traduttore lol:          
Aufmerksamkeit: attenzione; 
WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während meiner ROLLE IN CLASS DIAMINE: COSA DIAMINE CI FANNO SESSANTADUE GATTINI NELLA MIA CLASSE DURANTE IL MIO COMPITO IN CLASSE?! (?)

 

 

 

Benissimo, ciao a tutte. Siamo davvero desolate per l’enorme ritardo: aggiorniamo a tempo con Hetalia siamo state rapite da Canada. Anzi, Elena è stata rapita da Canada e Lyla si è ritrovata a vivere in un bungalow (?) insieme a Francis e Arthur.   
...        
Ma magari. D:           
Insomma, speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto anche se la fine è un po’ ACDC (A Cazzo Di Cane) e boh, speriamo che sia rimasto qualche santo che ci segue ancora. Ah e... Irmgard sarebbe Germania Magna, per chi non l'avesse capito ^^ forse dovevamo metterlo a inizio capitolo D:           
NOUS VOUS AIMONS SANTO! (???)

 

   
 
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