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Autore: Echo90    16/11/2012    6 recensioni
Ogni mio dannato pensiero è per te, Brittany. Solo per te. Perdonami, almeno tu: io sarò sempre colpevole di averti derubato. Della tua vita, dei tuoi anni più belli. Ho sofferto, ma per avere ciò che meritavo avrei dovuto patire ancora di più e prendere su di me tutto il tuo dolore. Perdonami, ti prego. Perdonami, Amore. E torna. Lo sai: io ti aspetto immobile. Immobile, senza respirare. Per sempre. Qui.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto pensando a te. E mi rendo conto che basterebbe poco, molto poco, per stare bene. 
Sei bella. Talmente bella che quando ti ho vista per la prima volta –lo ricordo bene- credo di aver smesso di respirare.  Sì, di respirare. E la mia vista si è oscurata, e si è oscurata da quel momento in poi. E oggi non vedo più nessuno che non sia te, e non potrei vederlo nemmeno nel punto più alto di tutto l’universo.
Eri seduta a terra, e le tue gambe erano incrociate. Avevi i gomiti sulle ginocchia e con le mani tenevi su il tuo viso. Mi guardasti con quel broncio adorabile e i tuoi occhi mi parvero talmente azzurri da far impallidire il cielo.
Credo di essermi presentata, ma non lo ricordo nemmeno e in ogni caso seppi dal primo istante che non ti saresti ricordata di me.
E oggi invece, ti ricordi di me, Britt? Oggi che non ci sono e che tu non ci sei perché siamo state stupide, dannatamente stupide, penso che avremmo potuto giacere nello stesso letto se solo io fossi stata più coraggiosa.
Mormorasti qualcosa a proposito di orsetti colorati e caramelle gommose, che ti aspettavano a casa, sul comodino vicino al tuo letto.
Ricordo che risi, che ti trovai strana, adorabilmente e mi sorpresi a realizzare che avrei pagato qualunque cifra per sbirciare fra tuoi pensieri. Non seppi nemmeno perché, eppure, in quel momento, fui certa che sebbene non fossi di nessuno e che non lo sarei stata mai, la tua rete mi avesse catturata. Pregai di svegliarmi il giorno dopo senza pensieri.
Ma l’avevo sentito –e non mi sbagliai- il momento esatto in cui mi entrasti nella testa e mettesti radici.
Non avevo nemmeno quindici anni, ma dovetti crescere così in fretta che tutt’ora, l’adolescenza, non so neppure cosa sia.
Il giorno dopo non sapevo ancora nulla, non sapevo nemmeno di me, e non capivo, non capivo perché –dannazione- ovunque i miei occhi incrociassero una chioma bionda, il mio cuore facesse un balzo, dimenticando che il suo posto fosse al centro del petto.
Poi ti vidi, e fui sicura che fossi tu perché prima di incontrare i tuoi occhi potei sentire la tua voce. Mi sembrasti triste al punto di spezzarmi il cuore.
“Sono una stupida. Perché sono così stupida?” ripetevi un po’ a se stessa, un po’ alle tue mani, un po’ a chissà. Non avrei dovuto, eppure sorrisi e senza sapere come mi trovai accanto a te.  E quando me ne accorsi fu già troppo tardi perché tu mi aveva visto e ora mi guardavi come se ci conoscessimo da una vita –o come se non ci conoscessimo affatto.
“Ciao” dissi soltanto e solo quando fu troppo tardi mi accorsi che la mia voce fosse più roca di quanto avrei voluto. I tuoi occhi bruciavano sui miei e, sebbene Santana Lopez non abbassasse mai lo sguardo per prima, d’innanzi a te, non riuscii a resistere.
“Ciao...” rispose lei con un sorriso. “...Santana.” Spalancai la bocca, sconvolta che tu ricordassi il mio nome. Ricordi? Qualche tempo dopo mi avresti confessato di averlo fatto di proposito perché avevi capito che avevi un ascendente su di me e per questo mi stavi aspettando. Cosa avessi capito, poi, me lo chiedo ancora adesso. Eppure, se mi guardo dentro, so con assoluta certezza che tu abbia letto in me molte più parole di quelle che io stessa abbia mai pronunciato.
Non risposi e tu rivolgesti di nuovo l’attenzione al tuo armadietto, trafficando con la combinazione. Pensai che fossi bellissima così... concentrata e non so come presi coraggio e mi decisi a parlare.
“Non ricordi la combinazione?”
Vidi di nuovo quel broncio bellissimo e mi rispondessi che si, l’avevi dimenticata.
“E non l’hai scritta da nessuna parte?”
Mi guardasti indecisa.
“Sì, certo. L’ho scritta nel mio bigliettino da visita. Sai, lì c’è scritto il mio numero di telefono, la via in cui abito e persino il mio secondo nome. Ci avevo scritto sopra anche la combinazione, ma temo di aver chiuso il biglietto dentro e ora non so come aprire.” Avevi parlato velocemente e non prendesti fiato se non alla fine. Eri imbarazzata, e io, che avrei tanto voluto rassicurarti non riuscii a dire una parola.
“Sono una stupida, so cosa stai pensando.” Alzasti le spalle. “Me lo dicono tutti di continuo, ci sono abituata.”
Mi sembrasti un cucciolo impaurito e sentii il bisogno di doverti rassicurare.
“No!” mi affrettai a risponderti. “Sei solo un po’ sbadata.” Sorridesti, sorrisi.
“Poco male, Lord Tubbington ha una buona memoria. Arriverò a casa, gli preparerò un cesto di muffin al cioccolato e lo lascerò davanti alla sua stanza. Se sono fortunata ricomincerà a parlarmi... So che adesso mi odia, ma non potevo certo lasciargli fare di testa sua. Il medico è stato chiaro: basta con le sigarette e il tabacco. O con la Marijuana.”
Confesso. Mentre tu eri li, di fronte a me e mi parlavi e mi chiedevi dove –secondo me- prendesse i soldi per procurarsi la roba, io riuscivo soltanto a chiedermi “perché”. Perché, sebbene osservassi le tue labbra muoversi, le parole impiegassero un tempo infinito per giungere alle mie orecchie, come se non vi fosse più aria attorno a me, come se l’avessi respirata tutta e non vi fosse più alcun vettore fra me e te. Solo spazio vuoto.
Poi mi chiesi di cosa stessi parlando.
“Brittany?” Ti interruppi, ricordi? Col tempo avrei imparato a non farlo più e semplicemente avrei ascoltato il riverbero della tua voce, cercando di coglierne ogni sfumatura. E avrei sorriso ad ogni parola buona spesa per me e avrei pianto tutte le volte in cui mi avresti mandata via con i tuoi silenzi.
Nel mio diario avrei scritto tutto, senza pormi troppe domande -avevo tanta paura delle risposte- sino a che ogni dubbio scomparve e tali risposte apparvero davanti ai miei occhi spietate, indesiderate.
“Si...?”
“Chi è Lord Tubbington?”
“Il mio gatto, pensavo fosse chiaro!” Tesoro, lo pensai allora e lo penso anche adesso: non lo era. Eppure quando scoppiai a ridere e ridesti anche tu con me, realizzai che la tua fosse quel genere di follia di chi pensa sempre a più alte cose. Sei un genio Britt. Te l’avrei ripetuto tante volte da allora.
“No, ti assicuro che non lo era!”
“Avrai occasione di conoscerlo, ti piacerà.”
“Mi presenterai al tuo gatto?”
“Perché no. Sono qui da due ore e sei stata l’unica che ha guardato me chiedendomi cosa non andasse, invece di incollare gli occhi al mio sedere come hanno fatto gli altri o di storcere la bocca per come mi vesto.” Mettesti su un broncio talmente dolce che non potei distogliere lo sguardo dal tuo viso. Eri indubbiamente bellissima, Amore, lo sei sempre stata. Ma io guardavo i tuoi occhi, il tuo naso, le tue labbra e il fatto che ad ogni espressione buffa ne seguisse una più buffa e più dolce.
Mi chiesi se fossi così con tutti o solo con me, se un giorno mi avresti riservato un trattamento, come dire... speciale. Non avevo mai avuto un’amica, né avevo mai incontrato una persona che mi fosse piaciuta al primo sguardo, che mi avesse fatto dire “ho bisogno di lei, anche se non so perché.” E il perché non l’avrei capito per molto tempo ancora.
“Hai lezione?” ti chiesi.
“Ssì. Ma non ricordo quale, il mio orario è nella mia agenda, la mia agenda è nell’armadietto. L’armadietto è proprio questo. Credo.” Dicesti facendo uno strano gesto con la mano.
“CREDI?”
“Beh, come faccio ad esserne sicura, sono tutti uguali!”
“Ma io stavo quasi per proporti di scassinarlo!”
Scoppiai a ridere. Davvero, Brittany, quel giorno segnò il mio inizio e la mia fine. O il nostro inizio e la mia fine.
Poi rimanemmo in silenzio.
“Devo andare. La lezione, sai... ciao.” mi voltai e subito mi mancarono i tuoi occhi.
“Ehm... Santana?”
“Grazie.”
“Di niente...”
“Spero di rivederti.”
Speravo di rivederti anch’io, Britt, non sai quanto. Eppure non lo sapevo ancora.
 
**
 
Salve!
Se tutto va bene e a qualcuno interessa, questa storia racconterà tutto quello che Glee non ha voluto mostrarci. E poi ancora oltre. Santana parlerà di quello che a noi ha detto nemmeno per sbaglio, di quello che solo Brittany sa e che talvolta anche lei ignora. Ogni cosa, ogni pensiero. Quanto agli aggiornamenti sappiate che avverranno prestissimo, ogni giorno o al massimo ogni due giorni. Grazie a tutti!

ps
seguitemi su twitter, amici! ;-)
 
   
 
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