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Autore: AlyTae    17/11/2012    2 recensioni
Jessica, di ritorno a casa da una vacanza, scopre qualcosa di terribile riguardo a sua sorella Krystal. Disperata, non può far altro che chiudersi in sé stessa, comportandosi freddamente con chi le sta attorno... e il suo comportamento da Ice Princess farà star male le persone che ama.
**Due voci narranti: Jessica e Hyoyeon**
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hyoyeon, Jessica
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

Ero appena tornata da una piccola vacanza in montagna. Ci ero andata da sola. Avevo preferito fare qualche settimana di solitudine, tra il lavoro e tutto. Avevo bisogno di un po' di risposo. Meno male che le ragazze mi capivano. Anzi, mi avevano invitata a cena, per il mio ritorno. Niente di lussuoso, solo una cena tra noi, nel nostro appartamento. Il menu sarebbe stato, ovviamente, American food.

-ragazze, vi prego, ditemi che non cucina Tiffany!!!- esclamai.

-ovviamente. Sono l'unica in grado di mettere un hamburger tra due fette di pane.-scherzò lei.

-Sono sicura di essere io la migliore in cucina.- disse SooYoung

-Per magiare, ShinShink, non certo per cucinare- rise Sunkyu

Ripensando alle ragazze, e al fatto che mi stavano aspettando con una cena probabilmente bruciata, non potevo fare a meno di sorridere. Salii in macchina per tornare in città. Feci una strada diversa. Prima volevo andare a casa a salutare i miei. Erano venuti a Seoul per qualche giorno, ma sarebbero tornati in America a momenti. Non bussai alla porta. Aprii con le mie chiavi. La sorpresa sarebbe stata maggiore. Ma la vera sorpresa non era per loro, ma per me. Una bruttissima sorpresa.

Non appena misi il piede nell'atrio vidi solo un corpo abbracciarmi e piangere.

La mamma.

Nel vederla così distrutta mi venne un attacco di panico e terrore. Cosa poteva essere successo?

Nel divano di casa c'era seduto mio padre, col le mani sul volto. Anche lui emanava la stessa tristezza e disperazione della mamma.

-Papà! Che cosa è successo? Che cosa avete?- dissi preoccupatissima.

Tra le lacrime non poterono rispondere subito. Quell'attesa per me fu devastante. Mi ritrovai ad urlare.

-Insomma! Cosa è successo? Mamma... - dissi accarezzandole il viso – Mamma, ti prego, calmati. Mi dici che cosa sta succedendo.-

Lei cercò di fare un respiro profondo e finalmente parlò:- Oh, Jessica... mai dispiace tanto... vedi, si tratta di tua sorella.-

Fu come un fulmine a ciel sereno :- Krystal? Cosa le è successo?-

-Vedi... voleva venirti a trovare. Sai com'è fatta... ama fare delle sorprese. Prese la macchina. E...-

-E..?- chiesi ancora più impaziente – Mamma, per favore, dimmelo!-

Non me lo disse. Riprese a piangere come una fontana. Fu mio padre a continuare.

-Lei... ha fatto un incidente, cara.-

Buio.

Sorpresa.

Disperazione.

Tutte in una volta.

Il mio cuore batteva per l'ansia di saperne di più, ma io non lo sentivo. Era lontano. Era morto. -Come è successo?-

-Un pirata della strada. Si sono scontarti. Lei ha battuto la testa.-

Afferrai mio padre per la camicia.

-Lei sta bene, vero? È in ospedale? Guarirà?-

Nessuna risposta. Mio padre mi fissava con compassione mentre nel silenzio della stanza si sentivano solo i singhiozzi soffocati di mia madre.

-Jessica...- mormorò mi padre. Cominciai a scuoterlo con violenza.

-Lei dov'è? Dov'è adesso? Dimmelo! Dimmelo, ti prego!-

Rabbia. Dolore. Un dolore immenso. Tutto questo si mescolò in lacrime. Sì, lacrime calde che escono dagli occhi e scivolano sulle guance. Lacrime. Ma non erano lacrime normali. Quelle lacrime facevano male. Quelle lacrime erano il sangue del mio cuore. Spezzato. E sgorgante di sangue. Mi buttai tra le braccia di mio padre. La rabbia che avevo in corpo mi ordinò di dare pugni, calci, schiaffi... Mio padre mi bloccò le mani e mi accarezzò il viso.

-È in ospedale. Ma non sta bene.- disse – La botta che prese le fece causare un grave danno celebrale. E...- si bloccò. Lo presi per mano, sperando che continui. Ma fu inutile. Mi guardò, fece un sorriso triste e tornò a fissare il pavimento. La mamma aveva smesso di piangere. Mi accarezzò i capelli.



-Lei è cieca, amore mio.-



Buio.

Sorpresa.

Disperazione.

Tutte in una volta.

E il cuore non smetteva di sanguinare.



-TaeYeon, che ore sono?-

-Tardi HyoYeon. Molto tardi.-

-Dov'è Sica? Ha detto che sarebbe tornata per cena.-

-Probabilmente è proprio della cena che ha paura-

Tiffany mi tirò addosso un cuscino.

-Non negare che ho dato il meglio di me. Ho fatto dei muffin incredibili.-

-Vedrete che per le otto sarà qui.- ci rassicurò la nostra leader



-È tutta colpa mia-

Ospedale. Io tenevo stretta la mano di mia sorella. Ero in ginocchio, con la testa appoggiata sopra il suo lettino. E piangevo. Piangevo e non riuscire a smettere. Krystal, da sdraiata, si sedette. Le guardai gli occhi. I suoi occhi, un tempo sempre allegri, erano bui, opachi, privi di emozione, privi di luce. Fissavano un punto fisso davanti a loro. Ma in fondo non fissavano niente. Mosse un braccio, rimanendo però immobile nel resto del corpo. Lo muoveva a scatti indecisi, nell'aria. Finché non trovarono ciò che cercavano. Cioè la mia testa. La mia testa bionda da accarezzare e consolare.

-Non è vero Sica.- disse. Anche la sua voce era diversa. Piatta. Senza emozioni. - Non è affatto colpa tua.-

-Sì! sì, è colpa mia invece. Se non fossi partita! Io e le mie stupide esigenze di pace e solitudine! -

-La colpa è solo mia. E del mio vizio di fare sorprese. E io ne ho pagato le conseguenze.-

-Mi odio! Sì, mio odio.-

-No Jess. Non devi. Sopravviverò Jess. Molte persone così ci nascono. Io ho già vissuto gran parte della mia vita.-

-E... il lavoro?-

Krystal girò la testa verso la mia direzione, ma non mi guardò. E questo servì solo a farmi aumentare la tristezza, l'angoscia e tanto, tanto senso di colpa.

-Ti riferisci alle f(x)?- chiese – Sono già state informate. Non posso dire che l'abbiano presa bene. Ma sopravviveranno.-

-E... tu?-

Silenzio. Odio il silenzio. Ma odio ancora di più quando le persone che restano in silenzio evitano il mio sguardo. E Krystal, sebbene non mi vedesse, abbassò il capo. Le accarezzai la mano mentre sentivo una nuova ferita aprirsi nel petto.

-Sto bene Sica. - disse – Davvero.-

La abbracciai. Lei si abbandonò completamente nelle mie braccia. Le pettinai i capelli neri lucenti con le dita. Quasi mi spaventai quando la sua testa ebbe uno scatto. Era solo un singhiozzo. Ma quel singhiozzo divenne fatale, perché si trasformò presto in un pianto. Fu fatale per me. -Sto bene.- disse lei, con la faccia completamente bagnata – Sto benissimo.-



Pronto? Pronto?-

-Pronto. Ciao HyoYeon. Sono Jessica.-

-Jessica! Ma dove sei finita? Ci stavamo preoccupando.-

-Tranquille, non dovete preoccuparvi. Sto bene.-

-Bene. Quindi stai arrivando?-

-No.-

-Come no? Dove sei?-

-A casa dei miei. Scusa, ma oggi cenerò da loro. Torno stanotte.-

-Ma... ma come? Devi venire. Fany ha fatto i muffin. I m-u-f-f-i-n! -

-Hai ragione e mi dispiace molto. Ma preferisco stare qui. Non aspettatemi alzate.-

- Jessica, è successo qualcosa? Pronto? Jessica?-

-...- aveva riattaccato.

La sua voce non era la stessa. Roca, rotta dal pianto. Forse era solo stanchezza per il viaggio. Comunque sia, mentre appoggiavo la cornetta, non potevo fare a meno di essere preoccupata. Guardai le ragazze. Mi fissavano preoccupate. Rimasi in silenzio per un po', e poi dissi tutto quello che mi aveva detto Sica, sorbendomi lamentele e sospiri delusi. E io rimanevo pensierosa...

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Per chi non l'avesse capito, le voci narranti sono DUE che si alternano. C'è un po' di confusione in effetti, però non è difficile seguire. Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto!
   
 
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