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Autore: LairaWolf    17/11/2012    8 recensioni
Questa saga racconta (principalmente dal punto di vista di Gwen) un continuo dopo la terza stagione. I ragazzi sono in vacanza su uno yathc, ma questo viene colto da una tempesta, che disperderà alcuni ragazzi e altri li spedirà in un posto sperduto....
Una storia di amori, sofferenza, e di spirrito di gruppo!
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Eva, Noah, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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DJ

 
 
Non ci posso credere! I ragazzi sono vivi! Ezekiel in una sottospecie di pazzia, mi porta di corsa dagli altri. Vengo accolto quasi come un eroe, tra un tripudio di baci e abbracci. Ci sono molte ragazze che piangono, ridono, piangono. E mi fanno un pranzo in mio onore, con carne di capra, frutta e pesce.
Capisco che è giunto il momento della conversazione. È Noah che parla per primo.
-         Bene DJ, siamo veramente felici di vederti! Dimmi, a parte noi... e te... è sopravvissuto qualcun altro? –
-         No, pensavano che fossi sopravvissuto solo io. C’è stato anche il vostro funerale... –
-         Davvero? – chiede Alejandro.
-         Sì. Magnifico, sfarzoso. C’erano tutti i vostri parenti ed io ero a capo del corteo funebre. Ma sapete una cosa? In realtà ero morto anch’ io... ma mi hanno risvegliato non si sa come. E ho visto gli altri, come Izzy, Owen, Cody, Sierra... e tutti gli altri che non sono qui. Quindi avrei dovuto immaginare che voi non foste morti. Lo so che è un sogno strano... –
-         Io ho fatto lo stesso. –
A parlare è stata Gwen. Tutti rimangono in silenzio, ma Duncan la stringe forte. Gwen si rivolge a me.
-         In effetti, tu non c’eri... ora che mi ci fai pensare. –
-         Eri morta? –
-         In un certo senso... nemmeno due mesi fa sono morta. Per un attacco. È difficile da spiegare, ma dopo aver perso mio figlio... –
-         Hai perso COSA? – è una cosa orribile! Un figlio! Come se non bastasse questa situazione! Povera Gwen!
-         Sì, mio e di Duncan. Era tanto atteso, ma non poteva respirare da solo, ed è morto durante il parto. Ma ora sto bene... invece Courtney ha partorito una bellissima bambina! –
Una bambina? Uuuhhh, la voglio vedere! Mi giro raggiante verso Courtney che mi mostra la piccina.
-         Questa è Andrea, o Andy! È mia e di Trent! –
-         Complimentoni amico! – gli dico tirandogli una pacca sulla spalla.
Vado a vedere da vicino la piccola Andy: è veramente deliziosa! Le tiro un leggero buffetto sulla guancia e ride. Che carina!
-         Bene! – dico – Dovrei essere al corrente di qualche altro cambiamento? –
-         Sì! – grida Bridgette – Io e Geoff siamo sposati, così come tutte le altre coppie qui presenti! Oh, scusami Eva... dimenticavo che tu e Noah... –
-         Oh, non fa niente! Tranquilla! – dice Eva, con assoluta calma.
-         Eva davvero? Tu e Noah! Che bello! –
Solo adesso mi accorgo che entrambi hanno la parte sinistra del loro volto tumefatta. E questo?? Ma qui sono tutti sfregiati o massacrati! Chissà che cos’hanno passato!
-         Ehm... se sono indiscreto fermatemi subito... ma volevo chiedervi, Eva e Noah, come mai... la parte sinistra del vostro volto... –
-         Tranquillo, non sei indiscreto. – mi ferma Noah. – Io mi sono ustionato l’occhio sinistro per proteggere Eva dall’esplosione dello yacht e lei si è lacerata l’occhio sinistro per difendere me da uno squalo tigre. E grazie a questo... – dice, prendendo le mani di Eva – Abbiamo capito di essere innamorati. Ma non pensavamo ancora al matrimonio. Preferiamo aspettare. –
-         Ooohh! Tutto ciò è terribilmente spaventoso e romantico! – dico guardandoli.
-         Tu invece? – chiede Heather. – Che ci racconti? Come vanno le cose laggiù? –
-         Oh beh... da dove comincio... le vostre famiglie erano distrutte, e la tua Courtney – dico rivolgendomi a lei, - la tua ha sguinzagliato avvocati in ogni questura canadese per proseguire le vostre ricerche. Ma alla fine si sono dovuti arrendere. E i tuoi genitori, Duncan, hanno messo una sottospecie di taglia per tutti coloro che avessero delle informazioni certe e provate di dov’eri. Ma anche loro dopo un po’ si sono arresi. Vi davamo per morti... –
-         Non avevate tutti i torti per pensarlo! – ribatte Ezekiel.
-         Io invece mi sono sistemato in solitaria e vado spesso in giro in barca nel mar dei Caraibi. Mi piace molto visitare le isolette... e ho trovato la vostra! Che fortuna! GIUSTO! –
Un’improvvisa illuminazione mi colpisce.
-         Ragazzi, che me ne sto a fare qui? Devo dire a tutti che voi siete vivi! Ho qui un telefono satellitare! Posso farmi rintracciare dalla guardia costiera e dirgli di venirvi a prendere! Tornerete a casa! –
Stranamente non vedo segni di particolare gioia... sono tutti tristi e con gli occhi bassi...
-         Ragazzi... non... non volete tornare a casa? –
-         Certo DJ! – dice Gwen. – Solo che... quest’isola è diventata la nostra casa... è... difficile lasciarla... siete d’accordo? –
Tutti annuiscono. Ribatto prontamente.
-         Ma non pensate alle vostre famiglie? Non pensate alla loro immensa gioia nel rivedervi vivi? Tua madre – mi rivolgo a Noah – è stata ricoverata un sacco di volte per attacchi di cuore! Non sopravviverà a lungo senza la tua presenza! Si ristabilirà di certo se saprà che sei vivo e che stai tornando da lei! –
Noah si alza di scatto, fissandomi. Il suo tono di voce è deciso e autoritario.
-         Io parto. Voi cosa decidete? –
-         Io vengo con te, lo sai. – si alza Eva.
-         Io voglio rivedere mia madre e mio padre. – dice Courtney, alzandosi. – E poi voglio che mia figlia viva in un luogo più decente. –
-         Allora la mia decisione c’è già. – dice Trent.
-         Noi veniamo. – dicono alzandosi Heather e Alejandro.
-         Metteteci sulla lista d’attesa! – si alzano Geoff e Bridgette.
-         Beh, immagino che le mie caprette dovranno sopravvivere senza di me. – sentenzia Ezekiel.
-         Vista la decisone di maggioranza, ci uniamo. – dicono Leshwana e Harold.
Gli unici che non hanno detto niente sono stati Gwen e Duncan. Mi rivolgo a loro.
-         E voi? Cosa decidete? –
-         Io non ho una famiglia da cui tornare. Mi trovo meglio qui. – sussurra Gwen.
-         Quindi volete rimanere? Duncan? –
Lui rimane zitto.
-         Duncan? – ripeto.
-         Amore, cosa c’è? – chiede Gwen. Ma lo capisce da sola. – Ho capito. Su forza, vengo anche io! –
-         Perché? Possiamo rimanere qui, se vuoi... io rimango con te per sempre. – dice Duncan.
-         Sciocchezze. Tu hai una famiglia che ti aspetta a casa. Mica posso trattenerti qui! – gli strizza l’occhio. – E poi, dato che aspetto un altro bambino, tanto vale tornare nella civiltà, che ha le attrezzature mediche adeguate per il parto, non credi? L’ultima volta è stato un inferno! –
-         Se la metti così piccola... – la coccola Duncan.
-         Allora è deciso! Si torna a casa! – dico trionfante, mentre maneggio col telefono.
Chiamo la guardia costiera più vicina e gli dico come stanno le cose. Anche di fare presto. Quando riaggancio, annuncio:
-         Ci vengono a prendere! Non ci volevano credere, quelle facce di bronzo! -
In fondo, volevano tornare a casa. Ci sono alcuni che si abbracciano, altri che esultano... e mi unisco anch’io alla festa!
La guardia costiera arriva mezz’ora dopo, ma non possono avvicinarsi all’isola per colpa delle basse e degli scogli. Così mi tocca fare da traghetto, un po’ alla volta: infatti sulla mia barca ci stanno al massimo cinque persone, compreso me.
Ci organizziamo così: per primi le donne, e per ultimi gli uomini. Dopo venti minuti scarsi ho trasportato quasi tutti: mancano solo Alejandro, Duncan e Noah.
Stiamo stretti nella mia barchetta, mentre remo e dondoliamo per il peso. Quasi ci capovolgiamo per uno starnuto da record di Alejandro. Ma alla fine riesco a portare sulla nave tutti quanti.
Mentre parlo con l’equipaggio (li conosco da un po’) noto che tutti si sono affacciati al parapetto e stanno guardando con aria malinconica l’isola.
Alcune ragazze piangono. I ragazzi sono seri e solenni. Non so perché, ma anche io ora sono malinconico. In fondo li capisco...
Ma la nave parte, e tutto finisce, con l’isola che scompare piano piano.
 
 
 
 
Un anno dopo...
Tutti sono tornati a casa. Courtney e Trent si sono sposati ufficialmente e hanno acquistato una piccola casa in periferia. Vivono felici con la piccola Andy.
Duncan e Gwen hanno avuto un bambino, che hanno chiamato William. Anche loro si sono spostai ufficialmente, ma vivono ancora nella casa dei genitori di lui, mentre si stanno sistemando per ottenere un appartamento.
Leshwana e Harold convivono, ma si sono trasferiti ad Atlanta. Hanno avuto due gemelli, Tabitah e Marilena.
Geoff e Bridgette si sono sposati in Texas durante un uragano. Gli ospiti non hanno mai dimenticato quel matrimonio che ha preso il volo. Letteralmente.
Heather e Alejandro si sono sposati e ora vivono a Toronto: li fa l’avvocato, lui è il capo dell’ufficio dove lavora lei.
Eva e Noah, grazie ai soldi ottenuti da un assegno smollato con nonchalance  dai ricchissimi genitori di Eva sono andati ad abitare in campagna, in una piccola villa, insieme alla madre di Noah. Hanno avuto una bambina, Laira.
Ezekiel è tornato a vivere dai suoi, dove conduce una vita semplice ma felice.
DJ sta studiando per diventare biologo, mentre lavora al centro di ricerca per la salvaguardia marina e palustre.
E tutto questo, mentre undici ragazzi e un neonato dall’aspetto sereno e gli abiti bianchicci guardano dall’alto...
Sorridendo.



NOTE DELL'AUTRICE
Ehm... non ho potuto resistere dal mettermi nella storia! Lo so, scusate, è che... lo vorrei tanto, quei due sono mitici a mio avviso!
Comunque, vi ringrazio tantissimo: chi ha seguito la storia, chi mi ha insultato o chi se ne è infischiato. Grazie lo stesso a tutti per avermi sopportato fino a qui!
Ciao! <3
  
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