La campanella della Brighton
High School che annuncia l’inizio delle lezioni mattutine
trilla fastidiosamente,
invitando tutti gli studenti
ad avviarsi in classe.
Una ragazza dai tanti ricchi rossi che accarezzano le sue esili spalle
e le
incorniciano il visino dai tratti delicati, si dirige a passo spedito
verso una
delle tanti classi del primo piano.
Dall'altra parte del corridoio un ragazzo alto e magro, dagli occhi
azzurri in
quel momento appesantiti dal sonno trascina i piedi sospirando
sonoramente.
I due quasi si scontrano quando stanno per entrare nella stessa aula,
troppo
persi nei propri pensieri per far caso all'altro.
"Maynard.." Sbuffa spazientita la ragazza, battendo un piede per
terra in irritante attesa.
Il ragazzo, divertito, si toglie il cappellino verde acceso che teneva
in testa
e facendo un piccolo inchino dice
"Dopo di lei signorina, prego!"
"Ma vaffanculo Conor.." Sputa la ragazza, per poi oltrepassarlo senza
tanti complimenti per poter entrare in classe.
"Buongiorno anche a te!" Risponde il ragazzo, per niente risentito
delle parole poco carine appena ricevute.
Beth raggiunge finalmente il suo
banco, posto vicino alla finestra in fondo all'aula e, dopo essersi
lasciata
cadere sulla sedia con non molta grazia sospira sconsolata.
Conor Maynard è in assoluto la persona che meno sopporta. E'
l'unica persona
che riesce ad alterarla con la sua sola presenza.
La ragazza trova sia un affronto solo il fatto che quella sottospecie
di
ragazzo avesse il permesso di respirare per più di cinque
ore al giorno la sua
stessa aria.
Mentre la ragazza si scervella alla ricerca di qualche
modalità di soffocamento
da poter testare su Conor, il professore di matematica fa il suo
ingresso in
classe e prende posto alla cattedra. Fatto l'appello inizia a far
scorrere la
penna stilografica di cui è morbosamente geloso sull'elenco
per scegliere chi
interrogare. O meglio macellare.
Un surreale silenzio cala sulla stanza, silenzio interrotto solo dal
leggero
ticchettio delle lancette del grande orologio blu appeso sopra la
lavagna.
"Maynard!" Chiama perentorio il professore panciuto.
La vittima è appena stata designata.
Un sorriso sornione si dipinge sul viso di
Beth, curiosa di vedere come Conor
avrebbe potuto tentare di strappare almeno un quattro da questa
interrogazione..e per Conor prendere un
Il ragazzo nel frattempo si alza facendo stridere fastidiosamente la
sedia sul
pavimento e si avvicina alla lavagna a grandi falcate, sicuro di
sé.
Beh, è proprio un bravo attore, questo glielo si deve
concedere.
E così Beth, sghignazzando Conor stava dicendo, si ritrova a
chiedersi il
perché di tutto questo astio nei confronti del biondino.
Sebbene si conoscano da una vita, visto che sono stati da sempre
compagni di
classe, i due non sono mai andati d’accordo: indubbiamente le
loro personalità,
tanto forti quanto divergenti, non sono mai state d’aiuto, ma
il non-rapporto
tra i due è andato peggiorando con l’inizio delle
superiori. Beth ricorda che
l’indifferenza nei confronti del biondo quando era una
bambina appena iniziato
il liceo si tramutò in odio puro.
Continuando a rimuginare sul passato la riccia riesce pure a ricordare
qual è
stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e a portarla a tutta
quell’insofferenza: uno dei primi giorni di scuola del primo
anno del liceo,
mentre stava attraversando la mensa gremita di gente, era capitata
accanto al
tavolino dove Conor sedeva, insieme alle persone più
“in” dell’istituto. Si
erano scambiati uno sguardo apatico, privo di emozioni, ma prima di
andarsene
Beth captò le parole che si scambiarono Conor e uno dei
ragazzi seduto accanto
a lui
“Ma chi è quella riccia?”
“Bah, una saputella sfigata della mia classe..”
Al ricordo la ragazza trasale. Le ritornano in mente le immagini di
quel
momento, la furia che le montò dentro e la voglia
irrefrenabile di sferrare un
pugno ben assestato sullo zigomo di quel deficiente, fermata solo dalla
paura
di finire nei guai con la preside.
Una sfigata. Era stata appena definita una
sfigata.
Beth era sempre stata una ragazza orgogliosa e sentirsi
definire sfigata
solo perché il suo unico scopo nella vita non era quello di
vivere in funzione
del sabato sera in discoteca non le andava giù. Per niente.
Da quel momento fu guerra aperta: dispetti, insulti, una volta stavano
per
prendersi a botte..
La campanella che annuncia la
fine dell’ora fa sobbalzare la ragazza, facendo sparire
velocemente dalla sua
mente le ultime elucubrazioni.
Si trova davanti la faccia sconsolata di Conor che a quanto pare non
era
riuscito a raggiungere nemmeno il 4.
Involontariamente la ragazza si
ritrova a sorridere beffarda.
“Chi è lo sfigato ora,
Maynard?”
MY CORNER
Salve popolo! :)
E’ la prima storia che pubblico qualcosa in questo fandom e
spero di non avervi
deluso con il prologo (:
Mi farebbe molto piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate, siamo
solo all’inizio
e vorrei tanto conoscere la vostra opinione (:
Se vi va, sarei molto contenta se passaste a leggere le mie storie, vi
lascio i
link:
From
Ireland, with love.
Indivisibili.
Se avete voglia di
contattarmi o semplicemente scambiare quattro chiacchiere con qualcuno
questi sono i link dei miei contatti :)