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Autore: layla84    17/11/2012    6 recensioni
“Non permetterò a nessuno di separarci. Io tornerò sempre da te, Arthur. E’ una promessa.”
Il Destino è loro debitore di felicità e amore. Un debito immenso, che prima o poi spera riusciranno a riscuotere, non importa quando.
Non chiede altro, Merlin, se non poter stare di nuovo vicino ad Arthur.
Senza guerre, senza pericoli: solo loro due, non importa dove, quando o perché.
Solo loro due, insieme.

[Future!fic]
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ci sono tantissime storie future!fic Merlin, lo so. Tantissime che parlano di questi due che si ritrovano. Ciò non toglie che non ho potuto fare a meno di scrivere la mia versione, spero non me ne vogliate.
La storia è già totalmente scritta e pronta a essere postata, in totale sono quattro capitoli.
Una premessa è doverosa: è una storia strana questa, nata per colpa di "Per dirti ciao
di Tiziano Ferro, da cui anche il titolo prende spunto.
La canzone, dal primo ascolto, mi ha fatto pensare a questa storia e non ho potuto far altro che metterla per scritto.
Non sono capitoli lunghissimi, sono solo dei brevi scorci dei momenti fondamentali della storia che partono dal ‘prima’, fino ad arrivare al futuro.

Ci tengo anche a dire che, per svariate ragioni, tengo particolarmente a questa fic, davvero tanto.
Quindi, ogni commento, consiglio o critica, stavolta ancor più delle altre volte, è davvero ben accetto!

A inizio di ogni capitolo troverete la strofa della canzone che lo ha ispirato ^^

Buona lettura :)
 
 
Layla
 
 
 







Magari un giorno avremo un posto
anche nascosto oppur distante
dalle tante astanterie
in cui riposano gli amori ormai in disuso,
quelli non storici, di cui nessuno parlerà.

 
 



 
Inizia tutto dalla fine.

Merlin ed Arthur. Arthur e Merlin.

Sempre loro, solo loro. Assieme, come sempre.

La tenda li nasconde dal resto dell’accampamento, ritaglia un effimero spazio senza tempo in cui possono parlare, forse per l’ultima volta.

Arthur è nervoso, Merlin è terrorizzato.

E’ la resa dei conti finale: o tutto o niente.

Mordred e Morgana sono là fuori, al di la della valle, il loro esercito che preme su Camelot, che avanza inesorabile.

All’alba ci sarà la battaglia. Quella battaglia.

Camlann al momento sembra una landa desolata, nonostante l’accampamento dell’esercito di Camelot la riempia. Nessuno parla vicino ai fuochi, nessuno ride, o scherza.

E nell’irreale silenzio che entra nelle ossa e annulla ogni pensiero, Merlin ed Arthur stanno lì, nascosti da un misero lembo di stoffa, occhi negli occhi. In silenzio.

Merlin si passa la lingua sulle labbra: sono secche. Assurdo come, in una simile situazione, l’animo umano riesca a concentrarsi solo su simili, inutili, pensieri.

Vorrebbe dire qualcosa, vorrebbe tranquillizzare Arthur e dirgli che andrà tutto bene.

Ma c’è la visione che appare dietro le sue palpebre, ogni volta che chiude gli occhi, assieme al senso di colpa che puntualmente la accompagna: Mordred che uccide Arthur, senza che lui possa fare niente.

E l’ennesima domanda si estende tra loro.

Riusciranno loro due, assieme, ad essere più forti del Destino?

Merlin lo spera con tutta l’anima, ma l’idea che quella sia la sua ultima sera con Arthur, che quella sia l’ultima volta che accarezza le sue spalle, svestendolo dell’armatura, che sia l’ultima volta che osserva affascinato le sue labbra, l’ultima volta che il suo sguardo beve della sua figura, lo distrugge.

“Merlin.”
La voce di Arthur spezza il silenzio e il respiro di Merlin.

“Maestà.” Risponde in automatico lui.

Arthur lo fissa, un sorriso amaro che nasce sulla sua bocca e che il mago vorrebbe poter cancellare, ad ogni costo.

“Lascia perdere l’etichetta, Merlin. Non serve, non stasera.”

“Arthur.” Il respiro di Merlin esce leggero, soffiato, avvolgendo quell’unica parola, carezzandola con devozione e sentimento.

Vorrebbe dire molte cose, troppe, ma non può, anche se è ferma in lui la terrificante convinzione che se non lo farà quella sera non ne avrà mai più l’opportunità.

Osserva Arthur, occhi negli occhi, senza nascondersi, cercando di prendere una decisione.

Arthur non dice niente, non a parole, ma i suoi occhi lo fanno per lui. Tra loro è sempre stato così, sono sempre bastati gli sguardi per capirsi, le parole sono state spesso superflue.

E gli occhi di Arthur gli raccontano di amicizia, lealtà, affetto, gratitudine e - Merlin si sente tremare dentro di fronte all’evidenza - amore.

Rimangono lì, in silenzio, i cuori che battono forti nelle casse toraciche, incapaci di muoversi, di dire alcunché, di rompere quel momento magico.

E’ Arthur, alla fine, a spezzare l’incanto e a muovere un passo verso Merlin.
Ne basta uno solo per trovarsi di fronte al mago, poi il suo braccio, lentamente, sale tra le loro figure, fino a posarsi sulla spalla dell’altro, in una stretta che pare più una carezza.

Merlin riesce a leggere chiaramente gli occhi del Re, e vede nel suo sguardo l’incertezza e la paura venir scacciate dalla determinazione.

Infine la mano si muove, lentamente.

Merlin sente la pressione e si lascia andare a quella stretta possessiva, urgente e intossicante.

E’ un abbraccio strano: Arthur lo stringe a sé come se fosse qualcosa di fragile ed effimero, trattenendolo con entrambe le braccia, una sulla schiena e una sul fianco, come se avesse paura che lui potesse mai allontanarsene e Merlin si ritrova il capo tra la spalla ed il collo del Re.

Può notare la pelle arrossata, i tendini contratti e, voltandosi leggermente, vedere il profilo rigido della mascella che si contrae, segno del nervosismo e della paura che Arthur cerca di nascondere.

E’ in quel momento che le sue mani vanno ad aggrapparsi alla stoffa della maglia dell’altro, con urgenza e necessità.

Merlin stringe gli occhi fino a farsi male, ingoiando il nodo di terrore e paura che lo soffoca.

Vorrebbe poter dire che lo salverà, ad ogni costo. Vorrebbe dire che andrà tutto bene, ma non riesce, sopraffatto dal terrore di non riuscire a mantenere una promessa simile.

“Arthur.”

E’ un sussurro spezzato, il suo, mentre la presa rimane salda sul fianco dell’altro.

Poi sospira, decidendo di promettere ad Arthur l’unica cosa che è sicuro di poter mantenere.

“Qualsiasi cosa accada, staremo assieme. Il tuo destino è il mio destino, Arthur.”

Il respiro s’infrange contro il collo del Re, mentre questi trattiene il respiro, muovendo il viso per affondarlo nei capelli del mago.

Non dice niente Arthur, perché non c’è nient’altro da dire, Merlin lo sa, ma ha un’ultima promessa da fare al suo Re.

“Non permetterò a nessuno di separarci. Io tornerò sempre da te, Arthur. E’ una promessa.”

Arthur in risposta lo stringe con maggior forza e disperazione, come se non volesse mai smettere di farlo.

E’ Merlin, dopo un tempo indefinito – secondi, minuti, ore? Non saprebbe dirlo - a sciogliere l’abbraccio.

Non possono sfuggire per sempre alla realtà, anche se entrambi lo vorrebbero: mancano poche ore alla battaglia, devono provare a riposarsi, nonostante tutto.

Ed è ciò che fanno, nella sorta di limbo che la tenda è diventata: senza parlare si stendono a terra, vicini, con i mantelli a fare loro da coperta, continuando a fissarsi negli occhi nell’oscurità, cercando nell’altro il coraggio per affrontare quello che all’alba li aspetta.

Solo loro due, insieme, come sempre.

E, nonostante la consapevolezza dei loro sentimenti, non ci sono baci, non ci sono carezze.

Non è il momento, quello. Forse non lo sarà mai, o forse sì.

Merlin nel silenzio della notte prega che un giorno ci possa essere, non importa dove, un posto per loro due, assieme.
 

 
 
 







 
 

  
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