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Autore: ehydarlin    18/11/2012    34 recensioni
(dal capitolo 3)
«Posso chiederti una cosa?» disse guardandomi con i suoi occhi blu oceano.
«C-certo.» dissi un attimo in soggezione dai suoi occhi.
«Perché sei andata così tante volte in prigione?» Louis mi guardava troppo intensamente...
Ecco la domanda che non doveva mai rivolgermi. Sicuramente non gli avrei mai detto che c’ero tornata così tante volte in carcere per cercare di trovare Niall.
«Solamente, mi beccarono più volte…» finsi palesemente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ti cercavo...













«
Sei proprio un’idiota Meg!» mi disse Sophie davanti a un tavolino nell’ennesima prigione in cui mi avevano rinchiuso.

«Questa è la seconda volta in un mese che ti rinchiudono in un carcere minorile! » continuò lei cercando di incrociare il mio sguardo vagante.

«Comunque domani vengo a pagare la cauzione.» disse iniziando a prendere la sua borsa.

«Che c’è? Il tuo paparino non ti ha dato la paghetta?» dissi scocciata.

«Smettila di trattarlo così, è pur sempre anche tuo padre!»

«Si! Lo stesso padre che ha reso la mia vita un inferno!»

«Sei tu che ti sei rovinata la vita iniziando a rubare e a fare tutto ciò.»

«E’ lui che ha causato tutto questo!» urlai.

Ci furono vari secondi di silenzio fra noi due.

 

Io e Sophie siamo sorellastre. Quando nacqui io, il mio cosiddetto ‘padre’, lasciò mia madre andando con un’altra donna che era già incinta di Sophie. Dopo pochi giorni mia madre fece un incidente stradale lasciandomi in custodia a quell’uomo e la madre di Sophie. Mi sentivo sempre a disagio in quella famiglia. Anche se Ross aveva sempre cercato di farmi sentire a casa non ci riusciva mai. Quindi scappavo molte volte da casa. Una volta rimasi fuori perfino un mese, conoscendo molti nomadi di questa città. Così iniziai a fare una vita malfamata e continuavo a rubare tra negozi, banche e da altre parti.

La prima volta che venni scoperta e portata nel carcere notai dei ragazzi che erano andati lì per stare un po’ con i ragazzi che come me avevano compiuto atti non tanto belli e stavano con loro.

«Ehy. Vuoi dirmi te che cosa hai fatto per finire in un posto come questo?» mi disse una voce alle mie spalle quando eravamo tutti in una sala a parlare con degli esperti psicologi.

«Oh ma che vuoi? Un anfiteatro di cazzi tuoi mai eh?» esclamai scocciata voltandomi verso quel biondino che mi aveva fatto la domanda.

Non appena lo vidi mi sentii contorcere lo stomaco… non ero stata molto educata, soprattutto con un ragazzo che mi voleva aiutare.

Mi sorrise. Era un sorriso innocente e molto dolce, sicuramente non era un sorriso di una persona a cui avevo risposto male fino a tre secondi fa…

«Cazzo sorridi te adesso?».

Dovevo fare un corso accelerato di buona educazione, mi sentivo davvero un’idiota a parlare così ad un ragazzo che mi voleva aiutare a superare quel momento.

«Sai… tutti hanno dei periodi “no” nella propria vita, ma se i problemi che ognuno cova dentro sé stesso non li comunica, allora non è facile superare queste difficoltà. Prova a condividere quello che provi, e non tenerti sempre tutto dentro».

Quel ragazzo, anche se non lo conoscevo, mi ha davvero aiutato e mi sembrava che mi volesse porgere una mano per riuscire a superare quella prigione, non solo materiale, ma anche mentale che mi opprimeva e mi allontanava da tutto e da tutti.

«Piacere di conoscerti allora, io mi chiamo Niall.» disse il biondo dando fine ai miei pensieri

«Megan.» mi presentai.

Mi volevo affidare a quel ragazzo, volevo essere salvata da lui. Volevo conoscerlo.

Da parte mia potrà essere anche considerato sciocco ed egoista, ma mi feci beccare molte più volte.

In un mese finivo in carcere più di tre volte. Li incontravo sempre, tutti e cinque e riuscivo a passare momenti indimenticabili con Niall, Louis, Harry, Zayn e Liam. Erano davvero cinque ragazzi formidabili! Se li avessi visti ancora un po’, mi sarei innamorata di uno di loro.

Purtroppo dopo un mese e mezzo non li vidi più. Nonostante andassi in prigione per molte volte, loro non c’erano più. Si erano dimenticati di me, e della nostra promessa: mi avrebbero trasformato in una brava ragazza. Così avevano detto.

 

Ero talmente sovrappensiero che non mi accorsi neanche che Sophie se n’era andata e che la guardia mi stava per prendere il braccio per portarmi nella mia cella.

«Ehy Megan! Sei ancora qui? Non eri uscita l’ultima volta?» disse la mia vicina di cella.

«Si… ma mi hanno beccata un’altra volta.»

«Ancora? Ragazza, sei davvero affezionata alla prigione eh!»

«Se ci fossero loro sarebbe ancora meglio!» dissi senza pensarci

«Mi ricordo la prima volta che sei entrata qui dentro, sembravi un cucciolo! Tutta in lacrime e pentita di quello che avevi fatto. Non potevo proprio immaginare che saresti tornata qui così tante volte!»

«Non posso stare senza di te Bridget!» dissi scherzando e provocando una risata collettiva.

La notte la passai chiacchierando con Bridget, subendo certe volte il richiamo della guardia, mentre già la mattina seguente ero a piede libero per la città.

«Giuro che se entri un’altra volta non ti pago più la cauzione!» mi sgridò Sophie fuori dalla stazione di polizia.

«Si, si. Tranquilla.» dissi per niente convinta.

«Non ci credo affatto. Comunque: oggi vado da Matt, vuoi venire con me?»

«Moooolto volentieri!» dissi con un sorriso extra large.

«Buongiorno Maaaaaatt!!» dissi con una gran felicità.

«Sophie, Megan! Il solito?» ci disse lui

«Ovvio!» gli risposi.

Matt era il titolare di un bar che faceva dei dolci squisiti, avrei comprato tutto se non fosse stato per il peso…

Dopo poco arrivò la mia cioccolata calda e i miei bomboloni alla crema da obesità… e iniziai ad ingozzarmi da quanto erano buoni!

«A proposito, ho sentito che sei finita un’altra volta in prigione, Meg.» sentite quelle parole quasi mi affogavo con la cioccolata, e poi non feci altro che tossire fino a quando mi ristabilii.

Matt era il mio migliore amico, e di solito volevo astenermi dal dire che sono stata per l’ennesima volta in carcere. Mi avrebbe fatto davvero una bella ramanzina.

«Matt. Ora non hai più di che preoccuparti, ha promesso che non ruberà più e che non entrerà più in prigione, anche perché se ci entra non pago più per farla uscire.» disse con tono fermo e autoritario Sophie.

Matt mi picchiettò un po’ la testa come era abituato a fare. Non facevano male, ma volevano significare che avevo fatto qualcosa di sbagliato e che non dovevo farlo più. Insomma, mi trattava come una bambina.
Matt tornò a prendere il suo posto vicino alla cassa, mentre Sophie continuava a sgridarmi per il mio comportamento immaturo

«Salve! Vorrei una cioccolata calda e due croassaint.» disse un ragazzo a Matt.

Mi stropicciai gli occhi più e più volte. Ero andata così tante volte in carcere solo per incontrare loro… e adesso mi ritrovo Niall nello stesso bar nello stesso momento?

   
 
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