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Autore: percysword    18/11/2012    2 recensioni
Claire ha un amico molto speciale: suo fratello William. Nessuno li può separare o così sembra…
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vi pregherei di leggere lo spazio autore finale.

 

 

 

 

 

 

 

«Hey William!» dissi rispondendo al telefono

«Bellissima, sei arrivata in college?»

«Finalmente si, sai due ore di macchina con papà e mamma non sono state male.»

«Ah, no?» sentii la sua risata

«No, dai. Sono rimasti in silenzio tutto il viaggio… Come sta Lucy?»

«Preferisci sapere come sta Lucy piuttosto che Elizabeth?»

«E me lo chiedi pure?» chiesi sarcastica

«Comunque, Lucy sta molto bene e ti saluta. Ha detto di chiamarla appena puoi, e devi raccontarle tutto… Ma cosa avete da dirvi? E Beth sta bene…»

«Non abbiamo niente che a te possa interessare da dirci… Adesso devo andare, stanno assegnando le stanze! Ti chiamo appena posso… Ti voglio bene!»

«Anch'io, divertiti!»

 

Avevo appena finito di disfare le valigie, i miei se n'erano andati ed ero finalmente sola. La mia coinquilina non c'era quindi scelsi il letto che mi sembrava migliore sulla destra della piccola stanza. Le pareti erano di un candido bianco e c'era odore di tinta, segno che la mia stanza era nella parte nuova dell'edificio. Insieme al letto c'erano una scrivania completa di sedia e lampada e due armadi. Non era male, se non fosse stato che c'era un bagno solo e il tutto faceva parte di un appartamento più grande compreso di cinque stanze e una cucina. Perché non mi piaceva? Be', le altre coinquiline non erano propriamente simpatiche… erano un po', ecco, troie.

Quando dissi ai miei che volevo andare al college di Oxford si misero a ridere, pensavano che non sarei riuscita ad entrare. L'unico che aveva creduto in me era William, mi aveva aiutato moltissimo, aveva preso molti giorni di vacanza dal lavoro per sostenermi. Il giorno del colloquio avevo la tensione alle stelle, avevo studiato tanto, ma come accadeva sempre, sapevo che mi sarei dimenticata tutto quello che avevo preparato, fu in quel momento, appena prima di entrare che mio padre mi guardò e mi sorrise incoraggiante. Appena entrata in quell'ufficio, che tra parentesi puzzava "di vecchio", la mia mente si dimenticò tutto, come da programma, e alla prima domanda "Qual è il suo nome?" risposi "Si". I signori e le signore attorno al tavolino mi sorrisero ed io arrossii, chiesi scusa e iniziai a parlare senza mai fermarmi. Sinceramente il mio discorso non aveva ne capo ne coda e quando mi fermai tutto ciò che mi dissero fu "Grazie, può andare. Le faremo sapere." Dopo quel giorno, fino all'arrivo della lettera, non parlai con nessuno, come se avessi fatto il voto del silenzio. La lettera non la aprii io, bensì William, io non ebbi il coraggio e quando mi disse che ero entrata il mio voto di silenzio finì, mentre pronunciavo un "Davvero?!", Will si mise a ridere poi mi abbracciò, sussurrandomi "Sapevo che ce l'avresti fatta". Ricorderò quel giorno per sempre, perché fu il primo, e sarà anche l'ultimo, in cui mio padre mi disse "Sono fiero di te". Eh già, so che può sembrare strano, ma lo disse veramente. Ho testimoni!

In quel momento, nella mia vita, non mancava niente: avevo una famiglia che ormai aveva imparato a capirmi, un fratello che mi voleva molto bene, avevo trovato una nuova migliore amica in Lucy, frequentavo il college dei miei sogni. Che cosa mi mancava? Ero sola. Ero fottutamente sola da ben due anni. Sam se n'era andato dopo il matrimonio. Mi aveva lasciato. I suoi l'avevano trascinato in Francia, avevamo provato a tenere una relazione a distanza e per i primi mesi aveva funzionato perché speravamo di rivederci per Natale, ma quando mi disse che i suoi non gli avrebbero permesso di venire in Inghilterra, il mondo mi crollò addosso e fu una decisione di entrambi la rottura, e così finì anche la nostra amicizia. Fu più dura del previsto, nei primi mesi il mio umore non era dei migliori e rischiai la bocciatura in alcune materie, poi mi feci forza e recuperai tutto. Non ebbi altre relazioni, non me la sentivo, anche perché ero ancora innamorata di lui, nessuno riusciva a colmare il mio vuoto. Mi mancava, tanto.

 

«Claire, hai gli appunti della scorsa settimana? Voglio confrontarli con i miei» mi chiese Kate dalla scrivania

«Certo, sono nel quaderno arancione… Senti, vado a fare un giro, ci vediamo dopo?»

«Incontriamoci a mensa, tanto lo so che starai fuori per ore!» disse ridendo

«Okay, a dopo!»

Era passato un mese dal mio arrivo, e stavo bene. La mia coinquilina era una ragazza adorabile, del tutto diversa dalle altre dell'appartamento. Aveva imparato a conoscermi, sapeva che quando uscivo da lì con un libro in mano avrei passato ore sotto l'albero del giardino a leggere, mi aiutava a rilassare la mente.

Stavo camminando nello stesso percorso di tutti i giorni, quando andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.

«Oh, scusa! Non ti avevo… Claire?»

«Sam! Ommiodio, cosa ci fai qui? Pensavo tu andassi a scuola in Francia!»

«Studio qua da un mese, ormai. Ho fatto tutto senza dirlo ai miei, quando è arrivata la lettera di accettazione, non potevano dirmi di no… E tu?»

«É una lunga storia…»

«Ho tutto il tempo che vuoi» mi sorrise, mi era mancato quel sorriso.

Gli raccontai tutto quello che avevo passato per entrare in quella scuola, della mia famiglia, di William, di lui. Anche il moro mi raccontò della Francia, della sua scuola, dei suoi amici mentre camminavamo sotto gli alberi del giardino, quando fermò sia la voce che i piedi non resistetti e lo abbracciai.

«Non ho mai smesso di pesare a te» mi disse 

«Anch'io non ho mai smesso di pensare a te»

Si avvicinò a me e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra, sorrisi e poi ricambiai il bacio, fu uno degli attimi più belli passati con lui. Mi erano mancate le sue labbra sulle mie, la sua voce, il suo sorriso, i suoi capelli, i suoi occhi. Mi era mancato.

«Sai, penso che rinuncerò all'appuntamento della figa del mio corso…» 

«E per quale motivo dovresti?» domandai ridendo

«Perché ti amo» e mi baciò prima che potessi dire anch'io.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAAAAALVE! 
sciao a tutti.
allora questa è la fine, un po' sdolcinata, ma lo è.

cazzo, mi dispiace un sacco.

mettere 'completa' è un colpo basso.

sapete, non avrei mai pensato di finire questa storia, invece ce l'ho fatta, nessuno se l'è cagata, ma vabbè.

spero che vi sia piaciuta.

 

grazie a G the mockingjay e a Des & Sara, che in questi ultimi tempi mi hanno sempre recensito :)

 


qui ci sono alcune mie storie, spero che passiate.

 

(un)broken (One Shot sui one direction)

do you remember? (One Shot sui one direction)

 

 

a presto,

Chiara.

   
 
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