Fanfic su artisti musicali > Amy Winehouse
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Autore: WildTeenSpirit_    19/11/2012    1 recensioni
[Amy Winehouse]
Anna ha solo 14 anni. Bè, solo, li deve ancora compiere, il mese prossimo.
Ma non è come gli altri quattordicenni, ha trovato un'amica particolare. Quest' amica le parla attraverso le canzoni e l'accompagna in tutta la sua vita, anche se la segue dall'alto.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   'ANNA! SCENDI SUBITO!'. Anna fece un balzo sul letto. Spalancò gli occhi e cadde dal letto. Si ritrovò a stringere in mano un cuscino mezzo di sudore, come lei d'altronde.
Si guardò di sfuggita allo specchio, scoprendo che aveva il naso rosso a causa della nottata passata sul balcone. Anna cercò di fare mente locale.
'Ieri sera ho sognato che incontravo Amy nella mia camera, anche se era terribilmente reale..' ripetè nella mente; un pensiero l'assalì. No, non era un sogno.
Se fosse stato un sogno non sarebbe in ritardo, il suo naso non sarebbe rosso come quello di una renna, le sue occhiaie non sarebbero viola e livide. Allora Anna aveva
davvero incontrato il fantasma di Amy? Tutti questi pensieri che affollavano la sua mente sparirono alla vista della scrivania. Infatti, sulla scrivania di Anna, il block notes era
aperto e qualcuno ci aveva scarabocchiato sopra. No, non era uno scrabocchio. Anna si avvicinò tremante al blocchetto, e lesse senza aria nei polmoni..
 
                                             'Grazie Anna per avermi regalato ogni emozione, per avermi reso tutt'oggi immortale. Amy.'

Ok, non era un sogno. La notte precedente Anna aveva realmente incontrato il suo fantasma, ci aveva realmente cantato insieme. Tutte queste sue emozioni sfociarono
in un larghissimo sorriso, che si stava lentamente trasformando in lacrime di gioia.
'Anna!' qualcuno spalancò la porta di camera sua. Sua madre, già pronta e vestita, era arrabbiatissima proprio lì, sulla soglia della porta. Anna chiuse di scatto il libretto,
e d'un tratto ricordò. Sarebbe dovuta partire tra poco per la montagna! Fece segno alla madre di aspettarla, si vestì meglio che poteva, si lavò i denti e si truccò. Prese una
borsa qualsiasi a tracolla, ci fiondò dentro il cellulare, una penna, il block notes e l'iPod; prese al volo una merendina e partì.

Il tragitto per arrivare alla montagna fu un quanto di più lungo si potesse aspettare Anna. Ma alla fine arrivò al loft, mise i piedi sulla neve e il suo viso, già rosso per il
raffreddore che s'era beccata dopo la nottata con Amy, divenne ancora più rosso al contatto con l'aria gelida. Stava assaporando ogni istante di quei momenti, ricordando
quando andava in quel loft con suo padre, quando era piccola. Era lui che l'aveva istruita alla musica. Proprio in quel momento, Anna ripensò alle sue parole.
'Anna, il mondo sarà sempre pronto a voltarti le spalle'. Anna non capiva. Chiedeva il perchè, diceva che aveva tanti amici e le volevano tutti molto bene. Aveva solo cinque
anni, come era ingenua! 'Tesoro, ora non lo capisci. Ma quando crescerai non ti puoi lasciar abbattere dai fatti, anche se sono terribili. Devi combattere, ok? E se avrai
bisogno di conforto e io non sarò lì a dartelo, ascolta un po' di musica e vedrai che passa tutto'. Sarebbe dovuto esserci lì adesso, ma il cancro se l'era portato via 
quando aveva appena nove anni. E ancora non capiva. Se ne andò il suo migliore amico, l'unico che la capisse. Fu così che cominciò ad ascoltare musica.
Occupata da questi pensieri, inciampò nelle scale. Era abituata a fare brutte figue, ma quella volta nella caduta aveva trascinato con sè un ragazzo sconosciuto che,
casualmente, le camminava accanto, e per tentare di non cadere si era aggrappata alla sua maglietta, ma così facendo aveva trascinato giù anche lui.
Anna, sdraiata a faccia in giù sulle scale, si ribaltò.
'Ah.. scusa, ti ho fatto male?' il suo naso sanguinava ed era più rossa d'una mela. 
'No, non ti preoccupare. Vieni, t'aiuto a medicare il naso' disse il ragazzo rialzandosi. Per un attimo si incantò sugli occhi azzurri di Anna. Poi le porse la mano.
'Oh, ehm.. piacere, Blake'. Anna stava per scoppiare a ridergli in faccia. Blake, Blake, Blake!? Quel nome portava solo dipendenze, Amy lo sapeva. Anna sorrise, si mise
a sedere su uno scalino e tirò fuori un fazzoletto per asciugare il sangue. 
'Non ti preoccupare, non è niente. Mi chiamo Anna' disse sorridendo. Per un attimo fu lei a rimanere incantata negli occhi del ragazzo. Erano così neri che quasi si 
confondevano con la pupilla. I capelli castani corti gli incorniciavano il viso; sembrava molto alto, ma non molto magro. Anna sorrise di nuovo, senza sapere cosa dire.
'Fatti avanti.. Non svegliarti sola' disse una voce dentro di lei. Anna ci avrebbe messo la mano sul fuoco, quella era la voce di Amy! Ebbe un tremito e impallidì un po'.
'Tutto bene?' chiese Blake. Lei fece cenno di sì e sorrise.
'Senti mia madre è in camera sua con mio fratello, rimani qui con me?' non sapeva con che coraggio aveva detto quella frase, ma Blake parve illuminarsi.
'Certo, tanto io non ho nulla da fare. E tuo padre?' chiese Blake senza sapere.
'Vedi, lui non c'è. E' morto cinque anni fa.. il cancro dovrebbe essere soltanto un segno zodiacale' disse con un mezzo sorriso per smorzare l'atmosfera.
Blake si fece serio, molto imbarazzato. 'Mi dispiace, vedi, anche mio padre morì in un incidente stradale 6 anni fa ma... parlami di te, non pensiamo ai momenti tristi'
disse speranzoso. Anna sorrise, e giurò d'aver visto anche Amy sorridere, nella sua mente. No, lei rideva, sembrava così felice! Anna sentiva che Blake,
anche se il nome non era dei migliori, sarebbe stato un nuovo inizio.
  
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