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Autore: Aniel_    20/11/2012    1 recensioni
Castiel non vuole tornare indietro. E quando promette a Dean di restargli accanto è solo una mezza verità.
[Spoiler ottava stagione]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean/Castiel (implicito), Benny
Rating: Pg
Warning: one shot, Pre-Slash, Spoiler ottava stagione
Genere: angst, malinconico
Summary: Castiel non vuole tornare indietro. E quando promette a Dean di restargli accanto è solo una mezza verità.
Note: questa one shot è stata scritta sul prompt 01. angoscia della mia tabella per think_angst 
Disclaimer: mi piacerebbe tanto possedere Dean e Cas - in tutti i sensi possibili- ma loro, come gli altri personaggi, non mi appartengono nemmeno un po'. #sadness



A lie that is half-truth is the darkest of all lies

«Ci accampiamo qui.»
La voce di Dean - tesa, roca, più simile ad un ringhio basso e vibrante- risuonò nel silenzio della notte o quella che sembrava essere tale: il tempo in Purgatorio scorreva in maniera diversa, quasi surreale; potevano avere luce per giorni interi e notti interminabili, scure, spente e terribili.
Castiel annuì solennemente e si soffermò a contemplare le cicatrici che segnavano le braccia e il viso del cacciatore, lo sguardo vacuo e stanco, il viso incavato e smussato dagli eventi e dalla fame. Indietreggiò e si voltò prima che l'altro riuscisse a cogliere l'angoscia sul suo viso, che colava liquida e si solidificava sul suo volto come una maschera di cera.
Non era mai stato bravo a mentire, Castiel.
«Ho bisogno di un momento» disse, dopo un lungo sospiro, controllando lo strano tremolio della propria voce. Sentì Dean sospirare a sua volta - abbattuto? Arrabbiato? Deluso?- prima di rispondere con un freddo e distaccato «va bene» che permise all'angelo, finalmente, di muoversi, di staccare i piedi dal suolo e arrancare un passo dietro l'altro verso il ruscello che lo aveva accolto quasi ogni notte negli ultimi tempi.
«Cas?»
Il tono del cacciatore lo colpì con la stessa intensità di un pugno. Castiel si fermò tra gli alberi, il viso rivolto di fronte a sé, lontano dagli occhi stanchi dell'altro.
«Cerca di non sparire.»
Grazie a quelle parole, il panico venne soppiantato da qualcosa di piacevole: brividi caldi e intensi rotolarono giù sulla sua schiena come una carezza. Annuì, consapevole di avere gli occhi dell'altro puntati addosso, e riprese a camminare, lentamente, fino a quando non sentì i proprio piedi affondare nell'acqua limpida e l'orlo del pigiama d'ospedale inzupparsi e aderire alle caviglie come una seconda pelle. Incurante dei pericoli e della stupidità del gesto, si lasciò cadere sulle ginocchia, percependo le pietruzze appuntite lacerare parte del tessuto e graffiargli la pelle. Non se ne curò e immerse le mani nell'acqua gelida prima di portarsele sul volto nel tentativo di riscattare, ancora una volta, le colpe che quel ruscello non era riuscito a lavare via.
Non era mai stato bravo a mentire, Castiel. Eppure continuava a farlo.
Uno scricchiolio di rami spezzati lo fece scattare in piedi come una molla, e si sorprese a portare automaticamente una mano sulla fronte del mostro che probabilmente di lì a poco lo avrebbe assalito per primo.
«Woo» esordì Benny, nella semi oscurità, alzando le mani in segno di resa. «Sono io» ringhiò, infastidito.
Castiel indugiò qualche secondo prima di mollare la presa senza dire una parola: indietreggiò di qualche passo per poi chinare il capo.
Il vampiro lo fissò con aria interrogativa, ancora in parte spaventato dalla natura angelica dell'altro, ma poi si decise ad incassare il colpo e si accovacciò sulla sponda del ruscello, riempiendo d'acqua una piccola borraccia, ghignando appena. «Sempre sulla difensiva, eh?»
L'angelo voltò lo sguardo altrove, quasi a voler penetrare l'oscurità e annullarla. «Ho le mie ragioni, non credi?» chiese di rimando, con una sottile ironia che non sfuggì affatto alle orecchie dell'altro.
«Non sono tuo nemico, Cas» replicò Benny, calcando l'ultima parola con maggiore insistenza. Per qualche motivo, a Castiel non piacque per niente il suono del proprio nome sulle labbra del vampiro.
L'angelo tentennò. «Sei comunque un abominio, uno scherzo della natura.» osservò, con la solita calma innaturale, aspettandosi una reazione, un attacco, qualsiasi cosa.
Benny però rimase immobile, fissandolo divertito come se si trattasse di un divertente fenomeno da baraccone. «E nonostante tutto non sono io ad essere il problema, non è così? Forza Cas, dimmi cosa ti angoscia.»
«Non so di che cosa tu stia parlando.»
Benny rise, debolmente. «Fattelo dire da uno che ha mentito per tutta la vita: so riconoscere un bugiardo quando me lo ritrovo davanti. E sai chi riesco a riconoscere ancor meglio? Quelli che mentono per proteggere qualcuno. Ci sono passato anche io, sai?»
Castiel deglutì ma non rispose, lasciando il vampiro alle proprie osservazioni.
«Hai tenuto le tue alucce lontane da Dean per un motivo, per...fare da diversivo, no? E adesso? Qual è il piano?» chiese, prima di interrompersi e spalancare gli occhi. «Tu non vuoi passare dall'altra parte» apprese, dando voce ai propri pensieri. «Tu vuoi restare. Vuoi proteggere Dean fino al portale e poi lasciarlo attraversare da solo.»
Castiel non aveva mai saputo mentire, così si limito ad accorciare le distanze tra sé e il vampiro, stringendo le palpebre e rispondendo con poco più di un sussurro. «Lui non deve saperlo. Non può saperlo
Il panico e l'angoscia si strinsero attorno alla grazia dell'angelo, adombrandola e soffocandola: la paura di fallire ancora, il terrore di fronte all'idea di Dean che sarebbe passato oltre il portale senza di lui, senza guardarsi più indietro, il dolore di vederlo andar via. Sensazioni così forti, così umane, che lo fecero annaspare in cerca d'aria.
«Non dirò nulla, angelo. Rilassati» lo tranquillizzò l'altro, ogni nota d'ironia della sua voce sparita. «È una tua scelta e sebbene sappia per certo che tu non possa oltrepassare quel portale in ogni caso, trovo che arrendersi sia molto molto stupido.»
L'angelo chiuse gli occhi e li riaprì dopo pochi istanti. «Questo è il mio posto» si limitò a rispondere e pregò che l'altro non chiedesse chiarimenti. Non aveva voglia di pensare a ciò che aveva fatto; voleva solo pregare, combattere ed espiare e forse sperare di essere rimandato a casa, una volta ritenuto degno da un Dio a cui non credeva più da tanto tempo.
Benny sospirò sconfitto e si strinse nelle spalle. «Come vuoi, io ci ho provato» disse, allontanandosi verso gli alberi. «Lui non la prenderà bene, lo sai questo? Mi ha fatto girare l'intero Purgatorio per trovarti, come credi che si sentirà quando gli dirai la verità?»
Castiel tacque e lo affiancò, ignorando la domanda. «Tu perché vuoi uscire?» chiese, a sua volta.
«Per lo stesso motivo per cui tu vuoi restare, immagino. Per rimettere a posto i miei casini, espiare le mie colpe e...» deglutì rumorosamente prima di concludere «e salvare il ricordo di qualcuno.»
Per qualche motivo, Castiel seppe di non dover chiedere altro.

 

[...]

 

Nonostante Dean tenesse gli occhi chiusi, le labbra dischiuse in uno spiraglio appena visibile e gli arti rilassati e abbandonati lungo il corpo, Castiel sapeva che non stava dormendo. Non davvero.
Lo sentì agitarsi appena quando gli si sedette accanto, lo vide schiudere un occhio per controllare e richiuderlo pochi secondi dopo.
«Usciremo di qui» sussurrò dopo un paio di minuti, artigliando ad occhi chiusi un lembo logoro del suo trench.
Castiel sentì qualcosa grattare sulle pareti della propria gola, un formicolio fastidioso ed insistente. «Lo so.» rispose, tremando appena.
«Solo...non ti arrendere.» concluse il cacciatore, mollando la presa.
«Non lo farò.»
Solo una risposta.
Solo un gioco di parole, una mezza verità.
Solo l'ennesima bugia prima di addormentarsi.

 

FINE
   
 
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