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Autore: Simply96    20/11/2012    5 recensioni
Ok, come titolo fa abbastanza pena, lo so T^T
Penso sia provvisorio, poichè non m'ispira per niente. Se qualcuno di voi ha un titolo migliore, sono ben accetti suggerimenti xD
Piccola raccolta - Flash - su momenti della vita di famiglia :)
Enjoy ♥
1. Il lato sadico di una moglie, fino a dove può arrivare? DuncanxCourtney.
2. Tale padre, tale figlia! (Speriamo non cresca idiota come lui...) DuncanxCourtney.
3. Non prenderti gioco di me, in fondo sono sempre la stessa! AlejandroxHeather.
- Ricordate quella volta, quando papà si è tanto arrabbiato? Era il mio compleanno e, che dire, il vostro è stato un regalo alquanto affascinante. -
Stavolta, le due bambine compresero. Gli occhi di entrambe s’illuminarono a tale ricordo.
Nascosero una risata portandosi le mani alla bocca.
- Ora papà dorme. Voglio la stessa identica cosa, d’accordo? -
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Oh, ma siete giunti fin quì? Che dolci x3
Diciamo che la mia è stata una lunga e piaciuta assenza.
Non so quanti di voi si ricorderanno di me, delle mie storie, di questa raccolta.
Spero che, nonostante questo periodo di crisi, perchè quando non ho nulla da scrivere entro seriamente in crisi, abbia portato nuovi bei racconti.
 Sono sempre loro, non c'è nulla da fare, a sciogliermi el corazòn. ♥
Una Heather ormai donna, un Alejandro ormai cresciuto
Ma siamo così sicuri che non sono più gli stessi truffatori di un tempo?
Se avete trovato qualche errore, qualche cosa che non vi convince, qualunque cosa vi sia piaciuta o meno, sarei molto felice se me lo facciate notare! :)
Buona Lettura, Hasta Luego



p.s. Non so cosa gli sia preso a EFP, ma il pezzo sopra me lo lascia in grassetto ._.

Young parents, quando c'è una peste in casa.

Non prenderti gioco di me, in fondo sono sempre la stessa!


Rincasando, Heather aveva trovato tutto silenzioso.
Troppo silenzioso.
Era come se le sue due figlie, cinque e sette anni, se ne fossero state buone e zitte tutto il tempo. Ed era come se Alejandro, finalmente, avesse deciso di prendere seriamente la parola genitore.
Ed’era anche ora.
Con due buste della spesa fra le mani, spalancò la porta di casa che dava direttamente alla cucina e fece il suo ingresso.
Tutto intatto.
Non che Alejandro fosse un tipo confusionale, ci mancherebbe. Solo che delle volte, quando Heather tornava da lavoro, trovava la casa sottosopra.
Naturalmente, costringeva suo marito a riparare il danno.
Alejandro non si era mai lamentato e svolgeva le sue mansioni con semplicità, rendendo Heather abbastanza soddisfatta.
Quello che la donna però non sapeva, era che Alejandro chiamava una domestica che ripuliva tutto, rendendo la casa la tipica abitazione di personaggi televisivi.
Contenta di ritrovare la casa in ordine, Heather si concedette un minuto di riposo, sedendosi sulla prima sedia che trovò.
Doveva ancora preparare il pranzo e poi finire quel progetto al computer.
Lei, donna impegnata, era diventata l’opposto di Alejandro, uomo scansafatiche, che passava tutta la mattina in palestra, allenando quelle giovani donne che volevano dimagrire, dimagrire  e ancora dimagrire.
Nonostante quei piccoli pizzichi di gelosia che ogni tanto la prendevano, Heather e suo marito erano abbastanza aperti l’uno con l’altra, non c’erano segreti fra di loro e la complicità di un tempo era la stessa.
O meglio, la donna credeva non ci fossero segreti.
Prese distrattamente da sopra il tavolo una rivista, dalla quale scappò un bigliettino, con su scritto:
Lunedì-Mercoledì-Venerdì; dalle 16.30 alle 20.30, Yolanda.
Oh. Ma quegli non sono proprio i giorni in cui lavoro il pomeriggio? E quello non’è il mio orario di lavoro? E Yolanda non era la domestica/babysitter dei vicini?
Tutto le divenne più chiaro. Sentì quella cosa allo stomaco … quella cosa che non provava più da molti anni.
Rabbia.
Poi, questa strana cosa, venne sostituita da tutt’altra sensazione, decisamente più piacevole.
Vendetta.
Non solo Alejandro non puliva la casa ma, per di più, lasciava le loro due bambine in mano ad una donna che Heather conosceva solo di vista.
Non disse nulla al marito della sua scoperta, così quando lui, tornato da lavoro, andò a sonnecchiare sulla poltrona dopo aver pranzato, Heather chiamò le due figlie.
- Vi va di fare un gioco? -  aveva detto loro, sorridendo.
La più piccola aveva subito balzato, mentre la seconda continuava a fissare la madre, incuriosita.
- Ricordate quella volta, quando papà si è tanto arrabbiato? Era il mio compleanno e, che dire, il vostro è stato un regalo alquanto affascinante. -
Stavolta, le due bambine compresero. Gli occhi di entrambe s’illuminarono a tale ricordo.
Nascosero una risata portandosi le mani alla bocca.
- Ora papà dorme. Voglio la stessa identica cosa, d’accordo? -
 
Heather aveva appena finito di scrivere alcuni fascicoli, quando Sarah, la più piccola, era entrata ridacchiando:
- Abbiamo finito! - le aveva sussurrato, per poi correre in giardino.
Heather ghignò, corrucciando il naso e mettendo da parte i documenti.
Subito dopo, entrò in cucina l’altra figlia, con un Alejandro insonnolito e … che dire, molto più colorato.
- Papà, mamma ti voleva parlare! - aveva detto, soffocando una risata e poi  incamminandosi verso la sua stanza.
- Mh, che c’è? -
Alejandro era sempre stato insopportabile, ma mai come da appena sveglio.
Heather aveva sorriso amorevolmente, fin troppo. Ma il marito, ancora un po’ addormentato, non aveva fatto caso a quella strana scintilla che alleggiava sullo sguardo della moglie.
-  Anche oggi, tornata da lavoro, ho ritrovato la casa in perfetto ordine. Che dire, se non … premiarti. -
Alejandro sorrise e, in modo impacciato, iniziò a sbottonarsi la camicia.
Ma per favore.
- No, no. Non in quel senso! Rivestiti, scostumato! Piuttosto, sono giorni che non vai più a bere con i tuoi amici, giusto? -
Di malavoglia, si rimise la camicia. Nonostante avrebbe preferito fare qualcos’altro con sua moglie quella sera, si soffermò alle ultime parole.
Bere-con-i-tuoi-amici.
Ora che ci pensava, l’ultima volta era stata qualche settimana o giù di li. Non era che non avesse voglia di stare con i suoi amici, ne tanto meno che Heather lo rinchiudeva in casa. Il fatto che fosse nuovamente in cinta gli faceva pesare le notti fuori casa. Per cui, almeno per questa gravidanza, si era ripromesso di cenare tutte le sere con la famiglia.
- Si, effettivamente è da un po’ che non esco. - pensò.
Heather aprì la porta di casa.
- Dai, questa sera te lo concedo. Non fare tardi e … fammi sapere poi cosa ti diranno i tuoi amici. Sai, non ti vedono da molto, potranno trovarti diverso.-
Alejandro non se lo fece ripetere due volte. Scoccò un bacio alla moglie e, gridandole “ti amo” dl portone, prese la sua macchina e si diresse sparato al bar che era solito frequentare.
Quello dove si riunivano tutti i suoi amici.
Quello più conosciuto della città.
Quello frequentato da molte belle donne.
- Mamma. - la chiamò Sarah.
- Perché papà va al bar con i nostri fiorellini ed arcobaleni disegnati in faccia?. -


  
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