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Autore: lethebadtimesroll    21/11/2012    2 recensioni
Louis entra finalmente nel suo campo visivo, bello da star male, come al solito: si appoggia alla finestra. È tranquillo, quasi annoiato, tiene le mani in tasca. E lo fissa.
- Mi sembra di darti già abbastanza, non credi? –
Per un secondo, le labbra di Harry si tendono involontariamente verso il basso – mi dai tutto quello che voglio, solo che – la sua voce si spezza.
- Solo che a te non basta perché vuoi che il mondo intero lo sappia. Vero? – lo incalza acido.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andiamo gente, sono pessima.
Voglio dire, questo blocco dello scrittore (chiamiamolo solo blocco, suvvia, perchè non sono neanche lontanamente conciliabile con il concetto di "scrittore") si era trasformato in un qualcosa di ingestibile - della serie depressione, depressione, depressione.
Allora mi sono detta: perchè non scrivere qualcosa? Se la mia filosofia di vita è scrivendo, s'impara...
Beh ho scritto una Larry perchè ultimamente non riesco più a farne a meno e i rapporti eterosessuali iniziano seriamente a sembrarmi... anormali. Del tipo che mi serve uno psicanalista.
Anyway, quando ho postato sta creaturina (del quale, per ora, non mi pento) mi sono ritrovata due problemi fondamentali, e cioè:   
uno   - che titolo metto? risposta : ho "modificato" in stile un po' meno depresso una line della canzone della mia cantante preferita, ossia Amber! a cui, probabilmente, dedico questa storia (la mia prima dedica, sigh) e poi seriamente, devo imparare a dare i titoli. due - voglio davvero postare una os verde di genere sentimentale ? (cose che di solito evito come la peste?). La risposta mi è sembrata abbastanza evidente.
E poi mi meraviglio se ho poche recensioni. xD











Fuori è quasi buio.
 
Harry ha la testa abbandonata contro il vetro freddo e tiene gli occhi piantati sulla finestra, senza scorgere altro che il suo riflesso pallido su uno sfondo di un nero disarmante.
Louis è entrato in bagno tre quarti d’ora prima – e tutti sanno che le sue docce sono eterne. Perciò Harry ha pettinato i capelli bagnati, ha acceso il 42 pollici della suite, poi l’ha spento ed è uscito.
Non si è vestito, ha bussato alla camera di Zayn e gli ha chiesto una sigaretta.
Zayn non ha voluto sapere il motivo di quella richiesta insolita, ma ha assecondato il suo spirito di solidarietà – muto, come sempre: Zayn preferisce i fatti alle parole – e si è acceso una sigaretta anche lui.
Hanno fumato insieme sul balcone, Harry con solo un asciugamano stretto intorno alla vita e qualche goccia fredda rimasta dalla doccia sulle spalle, Zayn studiando l’altro - senza guardarlo.
- Lui ti ama – ha detto poi, in un tono strano, spegnendo la sigaretta contro il cemento bagnato del parapetto.
Harry ha soffiato via l’ultima boccata di fumo e – io di più – ha risposto.
- Avete solo due modi diversi di dimostrarlo -, ma no, Harry non ci credeva.
È rientrato nella loro stanza e si è seduto sul davanzale interno della finestra, poi ha guardato le strade grigie di New York imbrunire sempre più, senza mai però perdere di vitalità. Ha versato qualche lacrima, più per nervosismo che per altro, beandosi della voce allegra di Louis che canticchiava qualcosa dei The Fray dal bagno.
Infine, ha appoggiato i ricci umidi contro il vetro appannato e non ha più fatto niente.
 
Louis lo trova in quella stessa posizione quando esce: - vuoi prenderti un accidente? – chiede, la sua voce sorride. Harry lo sente avvicinarsi e poi le sue braccia lo circondano – è caldo, asciutto e profuma di bagnoschiuma.
No, Harry non vuole ammalarsi. Vuole solo sapere perché Louis non lo ama quanto fa lui.
Sorride, ma poi si sfila delicatamente dall’abbraccio. Louis non ritenta.
- Non dirmi che sei ancora arrabbiato per prima. –
Harry si rammarica del fatto che la sua voce, all’occorrenza, possa essere tanto tagliente: non sopporta quel distacco. Vorrebbe quasi tornare indietro per non essersi sottratto al suo abbraccio, quasi.
Annuisce.
Louis entra finalmente nel suo campo visivo, bello da star male, come al solito: si appoggia alla finestra. È tranquillo, quasi annoiato, tiene le mani in tasca. E lo fissa.
- Mi sembra di darti già abbastanza, non credi? –
Per un secondo, le labbra di Harry si tendono involontariamente verso il basso – mi dai tutto quello che voglio, solo che – la sua voce si spezza.
- Solo che a te non basta perché vuoi che il mondo intero lo sappia. Vero? – lo incalza acido. Harry chiude gli occhi per trattenere le lacrime e si appoggia con la fronte al vetro.
Louis guarda il vuoto davanti a sé, le sopracciglia alzate, come se quel discorso gli sembrasse stupido. E forse è così.
- Sai, non dipende neppure da me – continua, sfilando le mani dalle tasche per incrociarle al petto. – se nessuno oltre a noi può saperlo. –
Sembra soddisfatto di aver trovato un alibi per non addossarsi la colpa: ultimamente pare sia la cosa che gli riesce meglio.
Harry si fa cogliere da un singhiozzo. Louis sbuffa.
In momenti come quelli, Harry si sente tradito. Non ha senso, lo sa, ma lui ha un disperato bisogno di mostrare a tutti quanti che lui e Louis sono perfetti, che insieme potrebbero fare qualsiasi cosa. Non vuole più amarlo di nascosto, vuole far sapere al mondo che Louis è suo, che sono rivolti ad Harry – e soltanto a lui – gli sguardi cristallini più profondi e i sorrisi più dolci, i baci, le risate, le carezze, le notti in bianco passate a raccontarsi cose che nemmeno ricordano o semplicemente a fare l’amore.
 
Ma Louis ha paura. Si capisce da come finge di non scomporsi quando Harry piange; dal modo in cui si irrita quando l’argomento viene toccato in pubblico – facendo sentire addirittura Harry in colpa – dal fastidio che gli provoca l’essere messo davanti all’evidenza dei fatti.
Harry lascia scivolare la testa all’indietro, poi tira su col naso e lo guarda. La domanda che è sulle sue labbra, Louis l’ha già sentita innumerevoli volte:
– Dimmi come finirà. –
E quando Louis risponde è ancora addossato al vetro, ha ancora le braccia incrociate ma lo sguardo si è abbassato e le labbra sottili sono tese verso il basso.
– Non finirà. – mormora.
Harry chiude gli occhi offuscati dalle lacrime.
Poi sorride.
Sa che finirà, questo è ovvio. Ma anche se lo perde di vista troppo spesso, quella relazione ha coinvolto entrambi in modo meravigliosamente irreversibile. Zayn aveva ragione, dopotutto: si amano entrambi e nessuno di loro è capace di fare a meno dell’altro.
Così finirà: il mondo saprà di loro, prima o poi, e allora saranno davvero felici, anche se questo Louis ancora non lo sa.
È proprio il più grande a tendergli una mano per farlo alzare: lo tira a sé e fa scontrare i loro corpi, poi, lentamente, lo avvolge in un abbraccio strettissimo. – Non mi piace quando piangi – gli sussurra in un orecchio, alzando appena il viso per compensare la differenza di altezza, ed Harry si meraviglia di quanto la sua voce possa essere tenera e protettiva, paterna in un certo senso, ma molto più eccitante.
Louis indugia con le labbra chiuse lungo i tratti marcati del suo viso, poi bacia la sua guancia salata.
Harry tiene gli occhi chiusi, scosso dagli ultimi singhiozzi, e continua a sorridere anche quando le labbra di Louis si posano sulla sua bocca, gonfia e rossa per il pianto.
– Ti amo – biascica con la voce roca, appena ha la possibilità di parlare.
Louis lo guarda di sottecchi; Harry sostiene lo sguardo fin quando le labbra dell’altro non si curvano in un sorriso e i suoi occhi si abbassano.
Non risponde, ma va bene così.
A quel punto, finalmente sollevato da quel sentimento di oppressione totale che si è dissolto nel sorriso del suo ragazzo, Harry si lascia andare ad una risatina maliziosa e stringe i fianchi di Louis, spingendolo contro il muro. Quando accosta il viso al suo per chiedere un altro bacio, tutto ciò che riceve è uno schiaffo leggero sulla guancia.
Apre gli occhi sorpreso e sulle labbra di Louis trova di nuovo quel sorriso malandrino che lo fa impazzire.
– Va’ ad asciugarti, idiota – dice ridendo, assottigliando gli occhi azzurri.
Anche Louis lo ama.
 
   
 
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