Titolo: Come out
stronger - Come with me I won't let you fall
apart (Not
again)
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: Grimmjow Jaggerjack, Inoue
Orihime, Neliel Tu Oderschvank
Prompt: Pacco verde; vischio, "Certe cose non si
sciolgono così
facilmente"
Rating: Pg
Conteggio Parole: 3502
Riassunto: […]Lo schiaffo arrivò, veloce e preciso,
risuonando
tutt'attorno in un sonoro "sciaf" che bruciava come il fuoco sulla
pelle.
"Non credevo fossi così stupido, Grimmjow. E pensare che avevi fatto
tanti
progressi, in tutto questo tempo." aveva mormorato Nel, gli occhi grigi
dilatati per la rabbia, mentre il ragazzo continuava a restarsene
girato nella
direzione in cui lo aveva portato il ceffone.
"Che ne è stato di quello che mi hai detto neanche un mese fa? Farò di
tutto per avere Orihime, anche smetterla di andare a letto con le altre
donne,
queste sono state le parole precise! Ed invece guarda cos'hai
combinato, brutto
stupido!"
Non aveva mai visto la ragazza in quello stato. Tremava come una foglia
nel
vano tentativo di non tirargli un pugno sui denti. Ma la doveva capire,
dopotutto, con un solo stupido gesto, aveva rovinato tutto. Non perché
avesse
cambiato idea. Ma perché aveva paura che una volta ammesso con Orihime
quello
che sentiva tutto sarebbe andato a scartafaccio. Che, come al solito,
avrebbe
rovinato qualcosa soltanto toccandolo. Perché, in fondo, a Grimmjow le
cose
stavano bene così. Lui era solo capace di distruggere tutto ciò che
toccava,
trasformando in polvere legami e molto altro ancora. Preferiva sentirsi
come un
re seduto su di un trono solitario piuttosto che vedere quella ragazza
-
Orihime che da sempre era stata il suo appoggio - piegarsi come un
fuscello
sotto il peso della distruzione che sapeva avrebbe riversato su di lei.
Perché
lui - glielo ripeteva sempre suo padre, prima di andarsene via - non
era capace
di convivere con gli altri..[…]
Note: AU,Oneshot, Introspettivo,
Malinconico,Romantico
Questa fiction è stata un parto. Soprattutto perché è stata scritta un
annetto
fa durante il periodo delle feste natalizie, dove mi son messa a
scrivere tra
il chiasso dei parenti. Mi veniva da piangere, giuro!
Comunque devo dire, è abbastanza triste, ma ha una sorta di lieto fine
perché è
un Slice of life avvenuto prima dei precedenti pezzi scritti fino ad
ora. E' il
giorno in cui Orihime si scontra con i suoi vari sentimenti, dopo che
quel pirla
di Grimmjow ha deciso di lasciar perdere (ehhh sì, l'ho fatto un po'
pirla
qui). Diciamo che se non ci fosse Nel questi due sarebbero ancora lì
nelle
canne perché Grimmjow è troppo testardo per ammettere di amare qualcuno
ed
Orihime sappiamo che pur di non sovrastare i sentimenti degli altri se
ne resta
in un angolino. Comunque, mhm, devo dire che, nonostante sia un po' una
sciocchezza non fa poi così schifo, questa fic u.u Voglio ricordarvi
che fa
parte di una raccolta di fiction tutte indipendenti che partono da
"Tutta
colpa di un tiramisù" scritta per un’iniziativa di fan world,
esattamente
come questa fic. Se vi va di leggerle sono lì, ad aspettarvi u.u
Il titolo prende il nome da un AMV IchiHime (sì, altra coppia per cui
ho una
fissa LOL) che ultimamente ascolto molto volentieri. la canzone sarebbe
questa
--->
http://www.youtube.com/watch?v=BgIpCQdbTAo&list=FLwiU9kd0eeIagOqTDTloy1w&index=501&feature=plpp_video
Altro da dire non ho se no che è grazie alla Elderclaud se mi è venuta
la fissa
per questa coppiaXD
Comunque, come
dicevo, la fic l’ho scritta un anno fa e quindi magari certe
cose non andranno più bene... io ho dato una controllata, speriam in
bene XD
come dico ultimamente, è un’anno giusto che non scrivo più perché ho
avuto la
tesi, e non avevo un briciolo di tempo. Prima di continuare con le cose
lasciate in sospeso, finiam di pubblicare cose vecchie va XD
Buona lettura a tutti <3
Come out stornger
Quel giorno, se lo ricordava bene, faceva dannatamente freddo. Così
freddo che
il suo cuore, per un breve momento, sembrava essersi fermato,
ghiacciato, come
mai era stato in vita sua.
Era stata la prima volta che, nel vedere Grimmjow con un'altra donna,
si era
sentita così dannatamente sola. L'aveva osservato, lì, sulla porta di
casa sua,
mezzo svestito come suo solito oltretutto, mentre ricambiava il suo
sguardo, un
po' confuso a causa dell'espressione che stava facendo in quel momento.
No, non
era proprio brava a nascondere i propri sentimenti, doveva ammetterlo.
Era
rimasta così spiazzata che non aveva fatto come tutte le volte che
c'era il
vischio appeso sopra la porta di casa del vicino. Non gli aveva dato
quel
solito bacio gentile che si scambiavano fin da bambini, per far sentire
che,
dopotutto, non erano così soli come sembrava. Si era limitata a
sorridergli
cordiale, un sorriso però rotto da quel sottile strato ghiacciato che
aveva
cominciato a rivestire il suo povero cuore infranto.
"Ero venuta ad augurarti buon Natale, Grimmjow... Scusa se vi ho
disturbati."
aveva esclamato alla fine la ragazza dai lunghi capelli castani,
congedandosi
con un breve e veloce inchino, sparendo dalla vista del ragazzo nel
giro di
pochi secondi.
Trattenne il fiato per tutto il tragitto verso casa della durata di
pochi
istanti che, però, le sembravano non finire mai. Appena la porta fu
chiusa
dietro le sue spalle Orihime si lasciò andare, cominciando a versare
lacrime
silenziose. Senza sapere neanche il perché. L'unica cosa di cui si
sentiva
sicura era che voleva piangere, senza smettere mai, per percepire il
suo povero
cuore svuotarsi di quella bruttissima sensazione che le gonfiava il
petto,
rischiando di farla esplodere da un momento all'altro.
Neliel non si rese conto di niente per almeno una decina di minuti. Si
era
limitata a parlare ad altra voce dall'altro capo della casa appena
aveva
sentito sbattere la porta, chiedendo dove potesse appendere il vischio
che
tanto piaceva alla sua cara amica.
"Che ne dici, lo mettiamo sopra lo stipite di ogni porta?" aveva
domandato, facendo capolino nell'entrata, inconsapevole di quello che
avrebbe
visto di lì a pochi secondi.
Sgranò i grandi occhi grigi appena notò lo stato in cui si trovava
Orihime,
seduta sul pavimento, le ginocchia strette al petto e la testa
appoggiata su di
esse, perennemente scossa da flebili tremiti dovuti al pianto.
Non disse nulla, Neliel. Non disse nulla, limitandosi ad avvicinarsi
all'amica,
cominciando a stringerla forte a sé, non appena l'ebbe raggiunta sul
pavimento,
in un abbraccio che non voleva dire niente se non "Io sono qui".
La coccolò per un po', il vischio ancora stretto tra le dita, mentre
sentiva
che i tremiti della ragazza cominciavano a diminuire.
Se ne restava zitta, mentre sentiva l'implacabile istinto di uscire per
andare
a prendere a calci Grimmjow perché lei non era stupida ma soprattutto
non era
cieca, come invece sembrava esserlo il ragazzo dai capelli azzurri.
Eppure se
ne restava lì, accanto a quella ragazza che, neanche pochi giorni
prima, aveva
cominciato a capire cosa provasse per quello scemo del loro vicino di
casa. E
lui, cosa faceva? Si portava a casa una ragazza diversa ogni santissima
sera,
facendo sì che il cuore dell'amica si ghiacciasse poco a poco, mentre
quel
freddo pungente le stringeva il petto, facendole mancare il respiro e
perdere ogni
lucidità.
Mentre quel maledetto ghiaccio sembrava portarsi via, a poco a poco,
quel gran
calore che la ragazza riusciva a trasmettere ogni volta che sorrideva a
qualcuno.
"Certe cose non si sciolgono così facilmente, neh, Orihime?" mormorò
la ragazza, riferendosi a quel sentimento così freddo e tagliente da
farle
sanguinare l'anima.
Quella sua tristezza senza fine che
riempiva il suo povero cuore martoriato.
Passarono così molto tempo, sull'uscio di casa, nella
speranza che tutte
quelle lacrime trasformate in ghiaccio si fondessero una volta per
tutte,
permettendo alla ragazza di sentirsi un pochino più leggera. Solo verso
pomeriggio inoltrato, con gli occhi rossi e gonfi per il troppo pianto,
Orihime
smise, ringraziando quell'amica che era sempre così tanto paziente con
una
disgraziata come lei.
"Piantala, sciocca!" esclamò leggermente arrabbiata Neliel,
afferrandole le guance per tirarle fin quasi a farle male. "Dovresti
avere
più fiducia in quello che provi!" esclamò alla fine, osservandola
dritta
negli occhi, con quella sua fierezza che faceva sentire Orihime più
sicura e
forte di quanto non fosse. Ringraziò mentalmente il cielo per averle
mandato
un'amica così decisa e gentile. Lo ringraziò, il cuore leggermente più
leggero,
ora che poteva guardare quegli occhi che, anche se solo per brevi
istanti, le
ricordavano quelli di Sora.
"Avanti,
togliamoci da qui, altrimenti ci prenderemo un bel malanno! E
poi dobbiamo finire di appendere questo benedetto vis…. Oh no! guarda
come l'ho
spappolato! Ora dovrò andare a comprarne dell'altroooo!" pigolò alla
fine
Neliel, grossi lacrimioni da coccodrillo che purtroppo non potevano
riportare
alla vita quelle povere piantine ormai ridotte ad una misera poltiglia.
A quella vista decisamente buffa, Orihime finalmente sorrise, portando
una mano
alle labbra mentre Neliel si arrabbiava con lei perché "C'è ben poco da
ridere".
Quando finalmente si decisero ad uscire per andare a comprare il
vischio, la
tristezza della castana sembrava essersi sciolta del tutto. Ma era
ancora lì,
riflessa in quegli occhi così grandi e trasparenti che non riuscivano a
nascondere nulla a nessuno. E sapeva che sarebbe stata presente ancora
per
tanto tempo. Così tanto da farsi travolgere, lasciandola affogare in un
mare di
sensazioni che mai avrebbe desiderato avere, facendola sentire cattiva
e
sporca. Ma ora doveva solo continuare a sorridere e non pensarci.
Restando
accanto a quella sua cara amica che le permetteva di scrollare via quel
gelo
che in quel momento sembrava non volerla lasciare mai. Tutto si sarebbe
risolto
se non si lasciava andare, lo sapeva. E quella certezza l'avrebbe
accompagnata
per tutta la sera se sul pianerottolo non avesse visto lui abbracciato
ad un
altra.
Nel, se avesse potuto, avrebbe spaccato la faccia non solo a Grimmjow
che se ne
restava lì bello beato, ma anche alla tizia che se lo baciava, senza
che
oltretutto lui opponesse resistenza. Appena aveva visto quell'assurda
scena si
era pentita di essere uscita troppo presto dal negozio, di aver detto
ad
Orihime di sbrigarsi perché voleva finire di fare l'albero e di
appendere tutte
le decorazioni in giro per la casa.
Ed in quel momento, mentre la rabbia le montava dentro, rendendola
cieca e
sorda a qualsiasi stimolo esterno, l'unica cosa percepita dal suo corpo
contratto dalla rabbia e dallo sforzo erano le piccole mani ormai
gelide della
coinquilina strette attorno al suo braccio. Le sentiva, le dita sottili
dell'amica stringere sempre più forte, nel tentativo di tenerla lì,
accanto a
lei, perché sapeva quale sarebbe stata la reazione della ragazza dai
lunghi
capelli verdi. Ma anche per cercare di non mostrare cosa c'era dentro
al suo
povero cuore martoriato, per avere un appiglio al quale aggrapparsi
mentre le
gambe si facevano pesanti e molli al tempo stesso.
Solo quando la donna - era davvero bella non poteva non pensarlo - si
staccò da
lui, salutandolo con un cenno veloce della mano, Grimmjow si rese conto
di chi si
trovasse a pochi passi da lui e dalla sua nuova conquista.
"Ah, siete voi" si era limitato a dire, le mani in tasca e
l'espressione quasi scocciata, osservando da prima Neliel dall'alto in
basso
come faceva sempre, perché Orihime si era nascosta dietro di lei, per
non farsi
vedere, per non mostrare quella fragilità che in quel momento non
riusciva a
reprimere e scacciare indietro come aveva fatto poche ore prima.
"Come sarebbe a dire: Ah siete voi?"
esclamò Neliel, la voce alterata dalla rabbia che cominciava a montarle
dentro
mentre percepiva le dita dell'amica tremare per lo sforzo e il dolore
che le
stava lacerando il petto. "Ti sembrano cose da fare fuori da casa
propria?" continuò, tentando in ogni maniera possibile di non far
uscire
tutta la rabbia - e tutte le cattive parole - che pian piano stavano
tentando
di venir fuori per travolgere quello sciocco. Ma c'era Orihime, non
voleva che
assistesse anche a quello. Non voleva che sentisse volare frasi che
l'avrebbero
ferita più di così.
"Sono adulto e vaccinato, posso fare quello che voglio, mi sembra."
La voce di Grimmjow era fredda. Distaccata, come se non gli importasse
di
niente e di nessuno. Nemmeno di quelle due ragazze che, in una maniera
o
nell'altra, erano sempre accanto a lui. E tutto questo ad Orihime
pareva come
un coltello che lentamente andava a piantarsi nella carne,
trafiggendole il
cuore che andava pian piano a rallentare.
"Poi non devo rendere conto a te, Neliel. Se voglio scoparmi qualcuno,
portarmelo a casa e poi baciarmelo sul pianerottolo ho tutto il diritto
di
farlo."
Avrebbe voluto mordersi la lingua non appena lo sguardo tremendamente
ferito di
Orihime incrociò il suo. Fu come se gli avessero lanciato contro un
secchio
d'acqua ghiacciata, come se avesse avuto tra le mani il cuore della
ragazza e
lui stesso l'avesse stretto tra le dita fino a farlo arrestare di colpo.
Sciolse la presa dal braccio di Nel, Orihime. Sciolse la presa, per
correre
via. Per non vedere più i suoi occhi dallo sguardo di ghiaccio. Per non
sentire
la sua voce, che la feriva più di ogni altra cosa.
Lo schiaffo arrivò, veloce e preciso, risuonando tutt'attorno in un
sonoro
"sciaf" che bruciava come il fuoco sulla pelle.
"Non credevo fossi così stupido, Grimmjow. E pensare che avevi fatto
tanti
progressi, in tutto questo tempo." aveva mormorato Nel, gli occhi grigi
spalancati
per la rabbia, mentre il ragazzo continuava a restarsene girato nella
direzione
in cui lo aveva portato il ceffone.
"Che ne è stato di quello che mi hai detto neanche un mese fa? Farò di
tutto per avere Orihime, anche smettere di andare a letto con le altre
donne,
queste sono state le parole precise! Ed invece guarda cos'hai
combinato, brutto
stupido!"
Non aveva mai visto la ragazza in quello stato. Tremava come una foglia
nel
vano tentativo di non tirargli un pugno sui denti. Ma la doveva capire,
dopotutto, con un solo stupido gesto, aveva rovinato tutto. Non perché
avesse
cambiato idea. Ma perché aveva paura che una volta ammesso con Orihime
quello
che sentiva tutto sarebbe andato a scatafascio. Che, come al solito,
avrebbe
rovinato qualcosa soltanto toccandolo. Perché, in fondo, a Grimmjow le
cose
stavano bene così. Lui era solo capace di distruggere tutto ciò che
sfiorava,
trasformando in polvere legami e molto altro ancora. Preferiva sentirsi
come un
re seduto su di un trono solitario piuttosto che vedere quella ragazza
-
Orihime che da sempre era stata il suo appoggio - piegarsi come un
fuscello
sotto il peso della distruzione che sapeva avrebbe riversato su di lei.
Perché
lui - glielo ripeteva sempre suo padre, prima di andarsene via - non
era capace
di convivere con gli altri.
"E' meglio così."
A quelle parole, mormorate con una voce più roca del solito, gli occhi
bassi ed
i pungi serrati, le nocche bianche per lo sforzo, Neliel capì che c'era
qualcosa che non andava. Perché lei aveva letto, in quegli occhi
azzurri e
tremendamente narcotizzanti che lui aveva bisogno di Orihime. Anche se
non
l'avrebbe ammesso mai.
Allora la sua collera andò lentamente a scemare, mentre i tremori si
fermavano
del tutto ed i suoi occhi grigi cercavano di trovare cosa c'era di
diverso in
quel ragazzo così menefreghista qual’era Grimmjow.
"Dicono che certe cose non si sciolgono così facilmente, ma a quanto
pare
il tuo cuore sembra essersi trasformato in una poltiglia di fronte a
lei,
mh?" mormorò alla fine, afferrandogli il mento e guardandolo dritto in
faccia, impedendogli anche solamente di evitare il suo sguardo
"Smettila
di scappare una buona volta, Grimmjow. E' da te farlo, ogni volta che
qualcosa
si fa troppo serio per i tuoi gusti. Ma non ti permetterò di fuggire da
quello
che provi, non ora. Perché a soffrirne non sarà una qualsiasi. Sarà
Orihime. La
nostra, Orihime. E lei, ora, ha bisogno di te."
Lo sguardo di Grimmjow era cambiato così tante volte nel corso di
quella frase
che Neliel credette di poterci cogliere così tante sfumatura da
perdersi dentro
a quegli occhi. Ed era certa che quello fosse un bene. Perché lo capiva
da come
aveva sempre guardato l'amica che l'amava, il cuore che si spezzava
ogni volta
che la vedeva triste o che cercava di non fargli pesare certe
situazioni.
"Dimmi, sei disposto a perderla per sempre? Perché, credimi, in questo
modo stai davvero distruggendo qualcosa che in potenza sembra la cosa
più bella
che potrà mai capitarti in vita tua." finì di dire, mollandogli il
mento,
gli occhi ancora puntati nei suoi, nel tentativo di farlo schiodare da
quella
posizione rigida in cui si era messo lui stesso.
"Va da lei. Nemmeno io sarei in grado di consolarla, questa volta."
Non dovette dire altro, Neliel. Perché il cuore del ragazzo sembrò
spezzarsi
per poi ricomporsi mille volte di seguito mentre continuava a pensare
che,
nonostante avesse cercato di non ferirla, di non distruggere quel cuore
così
caldo e che tanto aveva già patito, Orihime stava piangendo, al di là
della
porta di casa sua.
Grimmjow scattò come un felino verso la preda, un sorriso che andava a
formarsi
sulle labbra della ragazza, le braccia conserte ed il capo leggermente
reclinato. Un sospiro che fuoriusciva dalle labbra, quasi rassegnato.
"Cosa mi tocca dire e fare con voi due..."
Quando Orihime sentì bussare con insistenza alla porta, il suo primo
pensiero
fu quello di non andare ad aprire. Perché, se fosse stata Nel, avrebbe
aperto
con i doppioni delle sue chiavi che portava sempre appresso, temendo di
rimaner
chiusa fuori, un giorno o l'altro.
Però, quel bussare era così tremendamente insistente che in un certo
senso si
sentì costretta ad andare ad aprire, nonostante avesse un aspetto
orribile, a
causa degli occhi ancora più rossi e gonfi rispetto a poche ore prima.
Non ebbe
nemmeno il tempo di dire o fare alcunché - avrebbe tanto voluto
chiedere a
Grimmjow di lasciarla stare per un momento - perché il ragazzo
l'afferrò per un
braccio, trascinandola a sé, in un bacio prepotente e possessivo. Solo
quando
si staccò ed indicò il vischio sopra la porta la ragazza cominciò a
sentirsi un
tantino sciocca mentre le lacrime ricominciavano a scendere copiose,
bagnandole
del tutto il viso già sciupato per la tristezza.
"Non... Non prenderti gioco di me... Grimmjow..."
"Ti prego, Orihime... Sai che non sono bravo a parole..." tentò in
ogni maniera possibile di spiegare il ragazzo, gli occhi azzurri che
vagavano
in giro, da prima sul pavimento, poi sull'espressione tremendamente
triste
della ragazza "Io... Ah! dannazione! Non ti ho baciata solo perché
c'era
il vischio sulla porta!" cercò nuovamente di spiegare il ragazzo,
afferrando Orihime per le spalle, tentando di guardarla dritta in
faccia,
mentre lo stomaco cominciava a rimescolarsi come mai in vita sua.
Non seppe la ragazza, cosa le scattò dentro in quel momento, mentre
osservava
Grimmjow con quell'espressione tremendamente affranta che solo lei
riusciva a
decifrare, fin da quando erano bambini. Non seppe perché, leggendo
tutti i
dubbi che aveva dentro il ragazzo in quel momento, decise di alzarsi in
punta
di piedi verso di lui, prendendo tutto il coraggio di cui aveva
bisogno. Non
seppe perché, ma decise di baciarlo, un bacio di quelli leggeri e lievi
che
solo lei sapeva dare, a fior di labbra e gli occhi chiusi, per poi
aprirli e
guardarlo tra le lacrime che scendevano lentamente, appannandole la
vista.
Il bacio che ne seguì non fu certo dato a causa del vischio che stava
sopra le
loro teste.
Orihime si ricordava quel giorno come uno dei più tremendi ma anche dei
più
belli vissuti in vita sua. Aveva capito che anche Grimmjow era umano,
che anche
lui, certe volte, aveva paura. E questo l'aveva resa un po' meno
ansiosa
riguardo a quella marea confusa ed agitata di sentimenti che
l'investivano ogni
volta che lo guardava.
Sorrise, mentre si alzava dal letto, osservandolo ancora mentre
dormiva,
ripensando a tutti i guai che ancora adesso le faceva passare. A tutti
quei
momenti che le aveva regalato e che ancora le avrebbe donato.
Si avvicinò alla porta del bagno, il naso puntato verso l'alto, il
vischio
appeso che sembrava dirle "sveglialo e fatti dare un bacio".
A quel pensiero divenne così rossa che probabilmente avrebbe fatto luce
se la
lampadina del bagno fosse stata spenta.
Persa nelle sue idee strampalate in cui si immergeva ogni volta che
pensava a
Grimmjow, non si accorse che nel frattempo il giovane si era alzato,
osservandola recitare quel teatrino silenzioso che in un certo senso lo
metteva
sempre di buon umore.
L'abbracciò mentre era di spalle, le mani sul viso, per nascondere
l'imbarazzo
che aveva provato per chissà cosa, posandole un bacio lieve e leggero
sul
collo, facendole da prima prendere un colpo e poi venire i brividi.
Doveva ammetterlo, certe cose non si scioglievano facilmente. Ma quella
ragazza
aveva fatto sciogliere, in un certo senso il suo cuore e le sue
certezze,
trasformandolo da re solitario a cavaliere, pronto a proteggere la sua
dama da
qualsiasi cosa che l'avrebbe fatta soffrire.
Anche da sé stesso.