23/11/2012
2 recensioniIhttp://www.youtube.com/watch?v=CyjLMTCJg7M&feature=related
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“Benvenuto nei Cheerios, Kurt!” la coach Sylvester, aveva deciso di accogliermi nella sua squadra di cheerleader probabilmente stremata dalle mie continue richieste. Mi consegnò la divisa e uscii dal suo ufficio consapevole del fatto che sarebbe stata un’altra sfida da affrontare, se prima mi buttavano nei cassonetti fuori dalla scuola solo perché pensavano fossi gay, ora venivo addirittura minacciato dopo che decisi di uscire allo scoperto; ogni giorno mi sbattevano contro gli armadietti, mi urlavano contro cose terribili ma non mi sono mai lasciato abbattere e, se a detta di tutti, questa di entrare in squadra con le cheerleader era un’idea del tutto suicida, io lo vedevo come un modo per esprimermi al meglio e far emergere il vero me stesso.
Stavo camminando verso il mio armadietto, dove avrei lasciato la divisa almeno fino alla fine delle lezioni quando alzai gli occhi dalla scatola ed ebbi una visione: pantaloni rossi, polo nera aderente, occhiali da sole gialli e una quantità di gel che lo avrebbe sicuramente reso calvo prima dei trent’anni . Il ragazzo più bello che avessi mai visto. Lo fissai per un tempo interminabile, sembrava così sicuro di se stesso con quella camminata e quel sorriso sulla faccia “Scusa, mi faresti passare?” mi riscossi dai quei pensieri e nemmeno me ne ero accorto che era praticamente davanti a me, gli stavo bloccando la strada “Sì, certo, scusami” mi grattai la nuca imbarazzato e mi spostai lasciandolo passare, si stava dirigendo in aula canto. Giusto, non l’ho detto, oltre che essere ormai parte dei Cheerios, facevo anche parte del Glee Club della scuola, partecipavamo ai concorsi di canto corale coreografato anche se per ora, non erano stati ottimi i risultati. Amavo stare con loro, erano la mia famiglia e anche se si litigava praticamente ogni giorno, quei ragazzi mi avevano accettato per quello che ero e mi avevano fatto sentire per la prima volta nella mia vita, parte di qualcosa.
Quando entrai in aula, lo trovai lì, stava parlando con il nostro insegnante, il professor Schuester. Andai a sedermi al mio posto cercando di capire cosa si stessero dicendo “Bene ragazzi, lasciate che vi presenti Blaine Anderson, si è appena trasferito. Da ora in poi, sarà parte della squadra” alzai la mano, schiarendomi la voce per attirare l’attenzione più che altro “Sì, Kurt?” - “Professor Schuester, apprezzo la sua volontà di scoprire altri talenti e sono sicurissimo che Blaine sia un ottimo elemento ma solitamente votiamo per far entrare qualcuno nel Glee” terminai rivolgendo uno sguardo a Blaine che mi stava ricambiando con un sorriso a dir poco bastardo “Lo capisco, professore. Qualcuno potrebbe sentirsi minacciato” – “Non mi sento minacciato, Blaine” mi alzai sporgendomi verso di lui che non mi toglieva gli occhi di dosso “Dicevo solamente che noi solitamente adottavamo il metodo della votazione. Comunque, passando a cose più importanti, questo pomeriggio ci sarà la prima esibizione con i Cheerios, vi aspetto!” sorrisi e i miei compagni mi applaudirono per la mia riuscita, avevo combattuto così tanto e ce l’avevo fatta “Passerò anche io” sussurrò Blaine al mio orecchio mentre prendeva posto dietro di me. Rabbrividii.
Arrivai nella palestra della scuola e sbirciando dallo spogliatoio vidi che era colma di gente, anche i miei compagni erano tutti lì e con loro, anche Blaine che si guardava in giro curioso. Era davvero bello, anche se mi dava letteralmente ai nervi.
“Forza ragazzi, si comincia!” La voce della coach mi riportò con i piedi per terra, feci il mio ingresso in scena accompagnato dalle ragazze che si muovevano a tempo della canzone che avevo scelto.
“But if I had you, that would be the only thing I’d ever need’’nemmeno mi accorsi che lo stavo fissando mentre ballavo e lui ricambiava, mi guardava mantenendo lo stesso sorriso che non lo aveva abbandonato da quando eravamo in aula canto.
Fu un successo strepitoso, stavo ricevendo i complimenti da parte di tutti, i miei amici erano corsi ad abbracciarmi e a congratularsi, dopo qualche chiacchiera e alcuni sguardi rubati con Blaine, mi diressi verso lo spogliatoio ormai vuoto, ero impegnato a sistemare alcune cose nel mio armadietto quando mi sentii afferrare per i fianchi “Sei stato bravo, complimenti”sobbalzai e mi voltai portandomi una mano sul petto “Sei impazzito Blaine, mi stava venendo un infarto! E poi tu che ci fai qui? Non potresti”lo fissavo negli occhi e lui faceva lo stesso, mi guardava e mi accarezzava i fianchi con un tocco così leggero da farmi impazzire “E chi mi può cacciare? Tu?”ormai era pericolosamente vicino, sentivo il suo respiro sulle mie labbra, deglutii a vuoto prima che mi sollevasse appoggiandomi contro gli armadietti baciandomi con una passione sfrenata, mi sosteneva per i fianchi mentre io gli cingevo il collo con entrambe le braccia, tirandolo più a me, come se quel contatto di lingue non fosse abbastanza, più mi baciava e più lo volevo. Mi mise di nuovo a terra ma non mollai la presa, continuavo a stringerlo e a baciarlo sempre con più foga mentre lui mi stava spogliando della mia divisa, lo lasciai andare solo per privarlo della sua polo e per sbottonargli i jeans, eravamo semi nudi ormai, scese a baciarmi il collo e soffocai un gemito mentre portavo una mano tra i suoi capelli, li afferrai e li tirai non appena sentii la sua mano premere sopra i miei boxer, mi accarezzava e sfregava senza darmi il tempo di recuperare un po’ di fiato tra gli ansiti che mi provocava. Mi spogliò anche dei boxer e mi fece voltare appoggiandomi sopra il tavolo che liberò dagli oggetti vari con un solo gesto della mano, appoggiai la guancia sulla superficie di legno e chiusi gli occhi non appena lo sentii entrare in me lasciandomi andare ad un lungo gemito aggrappandomi ai suoi fianchi conficcando le dita nella sua pelle. Gemette a quel gesto e nel silenzio totale della stanza si sentivano solo i nostri gemiti e gli ansiti. Si chinò a baciarmi la schiena lasciando dei morsi qua e là fino alla nuca, mi faceva impazzire, lui mi mordeva e io mi toccavo, lui aumentava le spinte e io lo assecondavo con i movimenti del bacino. Si avvicinò al mio orecchio e lo sentii sussurrare il mio nome, mi voltai e riuscii a guardarlo negli occhi per pochi secondi prima che entrambi venissimo senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altro.
Mi alzai e raccolsi la divisa per poi guardarlo un’ ultima volta mentre si stava rivestendo. Sollevò la testa e ci inchiodammo di nuovo con lo sguardo ma non ci fu bisogno di dire nulla, non appena fu vestito mi superò fermandosi per pochi secondi accanto a me “Passerò di nuovo”.