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Autore: GWatcher    23/11/2012    5 recensioni
Ok, non è quello che stai pensando.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Roberta,

che sta passando un periodo particolare

e ha bisogno di ridere.

Di pene, poi, lei è un’esperta!

Con affetto, il tuo simpatico (cuozzo) Antonio

 

 

Era così grosso che una volta entrato dentro non voleva più uscire.

Ero costretto a sopportare quel dolore senza potermi ribellare perché evidentemente non potevo combatterlo. Non subito, non tutto in una volta. Come avrei potuto d’altronde? Quello era qualcosa di troppo duro. Era una situazione nuova per me e avevo paura, ma sapevo che alla fine avrei dovuto dirlo a qualcuno. Magari potevo cominciare dalla famiglia.

Non riuscivo più a dormire a causa del dolore costante al sedere. E così passavo le nottate, a volte anche piangendo perché non voleva andare via, non riusciva ad abbandonarmi e io lo avevo sempre in mente. Non mi voleva lasciare ed evidentemente si era affezionato al mio ano. Era un’ossessione. Avevamo passato tanto tempo assieme che ormai era diventato parte di me.

Mi faceva contorcere con la sua brutalità ed io ero costretto a stringere i denti per via della sofferenza. Così rimbalzavo su e giù dal dolore perché ero consapevole di non poterlo evitare. Mi sconvolgeva da dentro e a volte mi faceva anche gridare. Quante volte ho bagnato le lenzuola. Che pene ho dovuto subire… avevo i crampi allo stomaco.

Per non parlare dei gemiti di sofferenza. Quello stava lì ed io gridavo, gridavo. Gridavo come un disperato e sentivo la sua presenza dentro di me. Sentivo che era circolare e consistente. Mai ne avevo visti di così. Volevo spingere per farlo uscire ed io spingevo, spingevo. Spingevo con tutte le forze ma peggioravo solo le cose perché quello voleva starmi dentro a tutti i costi.  

Anche quando ero solo, mi ripetevo che era tutto inutile perché non potevo più liberarmene. Ormai era diventato un tutt’uno con il mio corpo e tanto che ero disperato, pensavo anche che molto probabilmente avremo passato la vita assieme, nonostante la puzza e gli evidenti problemi di trasporto.

Per fortuna non fu così. Un bel giorno vidi la luce. Ero da solo a casa e avevo deciso di provarci. Anche se non c’era nessuno, mi sentivo troppo sporco per farlo nelle altre stanze così andai in bagno. Era lì che l’avevo visto per la prima volta. A un certo punto riuscii a scacciarlo via e l’ho spezzai, affogandolo nell’acqua sporca del gabinetto…

… il pezzo di cacca abbandonò il mio sedere. Anche il mal di pancia sparì poco a poco.

Da quel momento in poi, riuscii a dormire e finalmente passai notti senza pene… dell’Inferno!


  
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