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Autore: toasterxx    24/11/2012    5 recensioni
Una ragazza, Jane cerca di far cambiare in meglio Justin, stufa dei suoi comportamenti che in un modo o nell'altro la riguardano. Col passare del tempo scopre la causa di quell'atteggiamento menefreghista e misterioso del ragazzo, costruendone un rapporto. spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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''Prova a far uscire il tuo culetto sexy da lì ora, se ci riesci'' Disse il biondo con un tono malizioso, appoggiando la testa alla porta, causando un tonfo.
''Lasciami uscire, razza di coglione'' urlavo nervosamente, senza ottenere alcuna risposta, se non qualche risata da parte di quei ragazzi. 
 
Justin e la sua banda di svitati mi avevano rinchiuso nello spogliatoio della scuola, al secondo piano. Dopo aver implorato per l'ennesima volta di farmi uscire, senza alcun successo, tirai un forte calcio alla porta, dal nervoso. poi mi diedi una spinta con la porta, buttandomi a terra con la schiena appoggiata ad essa. 'stronzi' pensavo. 
Quello stanzino, per quanto fosse piccolo, era colmo di scarpe e tute sparse, e una puzza di sudore ovunque. 
 
Mi chiamo Jane Michelson e ho quindici anni. Rispetto alle mie amiche sono molto solare, ma mi definiscono ingenua.
 
Perchè mi trovo qui? diciamo che non ho fatto assolutamente nulla per meritarmelo, ho solamente cercato di chiarire la situazione. 
Precisamente non so quando è iniziato tutto ciò. Ogni fottuto giorno, a scuola, quei ragazzi devono sempre rovinare tutto. Insultano ogni cosa/persona potesse passare davanti ai loro occhi, senza alcun rimpianto. 
Un giorno si erano fissati con Joe, il secchione della classe. Dopo averlo insultato quasi tutta la mattina, all'uscita della scuola, presero i suoi occhiali, e li lanciarono a terra, calpestandoli. 
Facevano ogni atto di bullismo, e proprio per questo, l'anno scorso, erano stati tutti bocciati. Quindi ora, da quasi quattro mesi li vedevo ogni santo giorno, in classe. Sono un gruppo di coglioni, il primo è Justin, che sembra dirigere il branco di quelle fastidiose scimmie. 
 
Ieri mattina, dopo l'ennesimo richiamo del professore, Lucy, che era stata assegnata nel banco davanti a Justin, si girò e disgustata gli sussurrò ''devi smetterla, stupido'' lei era una delle poche ragazze che non lo temeva, come me, era forte. 
Essendo la vicina di banco di Lucy, mi voltai trovandomi davanti questa scena. Justin inarcò le sopracciglia, stupito. ''Ripeti'' disse quasi sfidandola. ''smettila di fumare in classe, coglione. Il concetto ti è chiaro ora?'' Stette zitto, e Lucy soddisfatta tornò a girarsi. 
Ma all'uscita si ritrovò circondata da tutti i ragazzi, che iniziarono a strattonarla, spingengola a terra. Mi ritrovai ancora una volta ad osservare tutto, e presi le difese di Lucy, aiutandola ad alzarsi. Non ce la facevo più, dovevo fare qualcosa.  
 
Così stamattina trovai la forza di ribellarmi. Suonata la campanella mi catapultai subito in classe. Lucy era assente, aveva alcuni lividi da ieri e non volevo permettere che questo capitasse ancora. L'aula era praticamente vuota, non c'era neanche l'ombra di quel gruppo di scimmioni, e la pace regnava. Verso metà lezione, la porta dell'aula si aprì velocemente.
 
''da quando non si bussa?'' disse il professore alzando gli occhi. La massa di ragazzi entrò, tutti dietro Justin. Mentre si avvicinavano ai loro posti, il suo sguardo si posò su di me, finchè non girò per sedersi nel suo banco. 
Il professore ignorò la non-risposta dei ragazzi, e continuò con la sua lezione, forse intimorito. 
 
''Ah, guardatelo'' alzò un sopracciglio. ''Ha paura di noi'' disse divarcando ancora le sopracciglia e cercando gli sguardi dei suoi amici, che non persero tempo nel scoppiare in una paurosa risata. 
 
''D-dici a me?'' deglutì. 
 
Continuò a ridere senza ascoltare minimamente le parole dell'insegnante,che lo guardava come un cane bastonato. Non faceva assolutamente nulla, sembrava volesse scoppiare a piangere in quel preciso istante, fregandosene delle conseguenze. 
 
Alzai la mano facendola cadere forzatamente sul banco, alzandomi in piedi. ''Ora basta, dovete smetterla, branco di idioti!'' urlai, rivolgendomi a loro. 
Justin mi guardò interrogativo, alzando le sopracciglia sorpreso, come dire, 'tu mi hai detto davvero questo?'  e invece mi fisssò negli occhi per ancora qualche secondo. 
 
''Che cosa?'' disse tornando serio.
 
''Ho detto che dovete smetterla, e che siete idioti, dal primo all'ultimo'' dissi tutto d'un tono, senza prendere il respiro. 
I ragazzi presero a fissarsi tra loro, mentre Justin mi squadrava per bene dalla testa ai piedi. 
 
''Se no cosa mi fai?'' disse ancora con quell'aria di sfida.
 
''Ti faccio dimenticare la voglia di scherzare'' il silenzio era calato nell'aula, mi ero davvero stufata di tutto ciò. Il professore, alle mie spalle, cercava di placare la situazione zittendoci, ma nessuno sembrava ascoltarlo. Volevo girarmi e chiedere scusa, ma avrei perso quell'aria forte che avevo in quel momento.
 
Al tocco di quelle parole, si mise a ridacchiare ''Uuuh'' roteando le mani a lato delle spalle. ''E cosa intendi fare, una bella scopata?'' disse provocando ancora un'altra risata dietro di lui. 
 
Chiusi leggermente la bocca, mordendomi l'interno della guancia, quasi arrossendo. Alzai le sopracciglia insieme al mento, guardandolo dall'alto, e ondeggiando un po' la testa. ''Vedi di smetterla, idiota'' Mi girai sedendomi nel mio posto, facendo un mezzo sorriso al professore. 
Justin era rimasto impalato dietro di me, e continuava a provocarmi borbottando frasi idiote come lui. 
La lezione proseguì con aria tesa, tutta la classe zitta. 
 
Uscii dalla classe tranquilla, più che altro soddisfatta. Appena avrei varcato quel portone mi sarei catapultata alla fermata del pullman e lo avrei atteso impaziente, come tutti i santi giorni. 
Girai l'ultimo angolo, per finire nel corridoio del secondo piano, vedevo gia da lontano la luce provenire dal fondo delle scale. Ma tornai alla realtà quando sentii la potenza di qualcuno buttarmi contro il muro buio, e chiusi gli occhi instintivamente.  
''Eccola, lei fa la furbetta'' Quando li riaprii mi ritrovai davanti Justin, che mi fissava con un finto sorriso. A destra della mia testa c'era la sua mano, appoggiata al muro, e dietro la solita banda di idioti. 
 
''Cosa stai facendo?'' la paura si impossessò di me, me l'avrebbero fatta pagare, mi avrebbero preso a botte, cosa avrei spiegato poi a mia madre? 
Abbassò la mano alla mia destra, aprendò la porta alle mie spalle, gettandomi letteralmente dentro. 
 
''Ciao splendore'' sussurrò sorridendo prima di sbattere rumorosamente la porta davanti a me. 
 
Ed ecco la situazione in cui mi ritrovavo da circa mezzora.Ormai c'era silenzio fuori, i ragazzi se ne dovevano essere andati, mi avevano lasciato qui a marcire. Appoggiai la testa alla porta alzando gli occhi al cielo, fin quando non sentii pressione provenire dal retro delle mie spalle. 
Mi voltai di scatto, e piano la porta si socchiuse. Sbucò la testa di un ragazzo, era famigliare. Occhialoni, capelli neri e lunghi, esile, era Gordon! Il più tranquillo della compagnia di Justin. Erano l'unico con cui si poteva avere un rapporto decente. Mi aprì la porta, facendomi segno di uscire, porgendomi la mano. Cosi mi alzai cautamente e rispettai gli ordini. 
 
''Ci hai messo un po, eh?'' dissi spolverandomi le gambe. 
 
''Shh, se ci trovano ancora qui ci portano in presidenza.'' sussurrò guardandosi intorno.-
 
''Cosa ci fai ancora qui?'' dissi piano, appoggiando la mia mano sul mio fianco.
 
''Devi scusare Justin, a volte è.. insomma è..'' 
 
''A volte? Lui è sempre stronzo. E' un idiota patentato.'' 
 
Mi guardò facendo segno di no con la testa, nervosamente. ''Forza, andiamo.'' disse accompagnandomi alla fermata del pullman, per poi sparire dietro ad un isolato, salutandomi con la mano. 
Mi avvicinai al cartello, per controllare a che ora arrivasse il primo pullman. 
 
''Merda, mio padre mi uccide'' pensai, dopo aver visto che il pullman era appena passato, e il prossimo sarebbe stato tra circa mezzora. 
Appoggiai il mio fianco al cartello stradale, braccia conserte ed un freddo troppo pungente per essere solo i primi di dicembre. Che razza di sfiga. Mi fissavo i piedi, che continuavo a sbattere, cercando di riscaldarmi almeno un po'. La strada è completamente vuota, gli alunni ormai hanno già preso il pullman o le loro macchine calde, e sono già in strada verso casa. Nemmeno un'anima viva, ogni tanto sentivo il rumore delle ruote sfreggiare sulla strada ghiacciata, alzo gli occhi e indietreggio, ma sono solo delle macchine che passavano di lì. Sentii la tasca vibrare. Con fatica tirai fuori le mani da sotto le braccia calde,cercando il telefono nella tasca. Magari mamma che mi diceva che papà mi sarebbe venuto a prendere. Digitai qualcosa nel mio telefono, per poi aprire il messaggio. 
 
''Da Gordon: Scusa per prima, davvero, perdonalo, e perdona anche me.'' 
 
Alzai gli occhi al cielo, e senza perdere tempo mi riposizionai nella  stessa posizione di prima, lasciandomi cadere il telefono in tasca. 

        
Ciao a tutte lkjhgfdfg
come potete leggere nell'anteprima (se si può chiamare così lol) Jane cerca di cambiare Justin,
facendo diventare questa quasi un'ossessione, ma presto scoprirà delle cose, capirà ogni cosa. dhgh
come vi è sembrata? troppo lunga? non si riesce a leggere? vi piace? vi fa cagare? la amate follemente? djehkf?
recensite. lol penso che continuerò appena avrò dei segni di considerazione da parte di qualcunoo. lol adios 
        
  
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