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Autore: alida    24/11/2012    3 recensioni
Riflessioni di Carlisle sulla sua vita da vampiro. La ff non ha scopo di lucro. I personaggi appartengono a Stephanie Meyer.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Ciao a tutti. Eccomi qui con una one-shot.
I pensieri di Carlisle sembrano essere appena collegati fra loro, passando da un'analisi estetica di se stesso fino ad una più intima.
E' un percorso in cui le mani sono simbolo dell'esteriorità mentre Edward funge da tramite con l'anima.
Le frasi in obliquo sono pensieri di Carlisle.


Alle volte, come oggi, mi sdraio nel letto e chiudendo gli occhi con fare umano ripenso alla mia vita.

E’ fatta di pelli lisce, marmoree come le statue rinascimentali, tempestate di diamanti al sole, scheggiate per amore.

E’ fatta di lievi tocchi  per non ferire nessuno, per non sciupare i fiori appena raccolti; di decise carezze per  scaldare corpi gelidi le cui anime, ovunque siano, hanno sete di compassione.

Poi riapro gli occhi e sollevando le braccia verso l’alto mi guardo le mani.

Le dita lunghe, con le quali bloccai i miei amati prima di morderli, mi sembrano ragnatele e non vedo il confine preciso tra il mio essere ragno e il mio essere mosca in trappola.

Ho ancora le braccia alzate quando Edward si affaccia in camera; ha sentito i miei pensieri, appoggia la testa allo stipite della porta e dopo qualche secondo  si volta a guardarmi.

Vorrebbe dire qualcosa, è palese, ma non sa bene cosa; alla fine si decide:

“Carlisle, le tue mani hanno salvato tante vite umane”.

In silenzio abbasso le braccia e mi metto seduto. I piedi nudi aderiscono al parquet.

Non è questo a cui pensavo.

“Non hai mai fatto del male a nessuno” continua lui.

Un mezzo sorriso amaro si stampa sul mio viso chino a terra, mentre nella mia testa è ancora viva l’immagine del dolore  di Edward durante la trasformazione.

Lui vede la mia sofferenza. “Mi  ricordo le tue mani” dice con un filo di voce.

Non ho la forza di parlare, ma i pensieri vanno da soli.

Anche io. Ti tenevo la faccia voltata per morderti meglio  e la spingevo di lato, assicurandomi che non potessi emettere alcun grido.

Lui prende fiato, pur non avendone bisogno, e gli  sento dire qualcosa che non mi sarei mai aspettato.

“No. Ricordo le tue mani che stringevano con affetto le mie, mi accarezzavano i capelli, mi sorreggevano la testa e poi … dopo tanti anni mi riaccoglievano con gioia sincera”.

Mi volto a guardarlo, per un attimo abbassa lo sguardo.

Mi vergogno di me stesso mentre spiego: “Oh, Edward! Erano le mani di un vampiro egoista che non voleva più vivere da solo …”, ma lui non mi lascia finire.

“Erano le mani di un ragazzo che ha saputo essere umano in un secolo in cui c’erano tante bestie fra gli uomini quanto fra le altre razze, le mani di un uomo che ha saputo essere uomo fra gli uomini e uomo fra i vampiri”.

Quelle parole mi colpiscono profondamente, lui non mi vede come un vampiro ma come un uomo.

Eppure anche io sono un vampiro.

“Ma non c’è nessun male nel tuo essere  vampiro”.

Edward è irremovibile, come lo sono anche io. La discussione avrà un seguito, forse fra un giorno, fra un anno o fra dieci anni. Mi sollevo in piedi sfregandomi le mani sul viso, ancora una volta le osservo e i miei occhi cadono sull’anello con lo stemma dei Cullen.

Sempre rimarrà in me il dubbio di aver creato la mia famiglia per egoismo e non per amore, non per un istinto umano ma per un bisogno vampiresco.

“Uomo o vampiro?” chiede Edward e senza aspettare si dà la risposta da solo: “Se vuoi sapere chi sei non guardarti le mani, ma il viso”.

La mia testa si gira verso lo specchio che Esme mi ha regalato 30 anni fa: la mia pelle è liscia, marmorea e i miei occhi sono di una luminosa tonalità ambrata che racchiude la mia essenza più intima lasciando irrisolti i miei dubbi.

 

 

Mi farebbe molto piacere conoscere i vostri pensieri, ma siccome non sono Edward e non posso leggervi nella mente, mi piacerebbe poterli leggerle nelle recensioni.

Baci, Alida

 

 

  
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