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Autore: Dead_Madness    25/11/2012    2 recensioni
Un nuovo inizio, un nuovo viaggio.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Desmond Miles , Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Firenze.
Non per coincidenza ci ritroviamo in una delle più antiche città italiane, o se vogliamo essere sinceri, una città dove ebbe nascita un assassino. Ma questa storia risale ai tempi de I Medici.
Nel centro storico del posto, stanziava un grandissimo edificio il cui sovrastava le misere case che lo circondavano e, all’interno, c’era tutto tranne che un gruppo di persone tranquille. Quel posto era una “base” del gruppo degli Assassini, giustizieri silenziosi… Più che silenziosi caratterialmente, silenziosi nel loro mestiere. Ma tornando ai fatti. I nemici di questo gruppo molto allegro, i Templari, erano ancora numerosi e per loro dovere, dovevano fermarli. -Non c’è più niente da fare! L’unico discendente è stato ucciso per capriccio di un Dio, o quello che è- disse una donna segnata dall’età al gruppo di persone che era seduto intorno ad una lunga tavolata. La maggior parte abbassò lo sguardo mentre, un uomo piccolino, che batté forte le mani contro il tavolo ed urlò -E’ stato un sacrificio per tutta l’umanità. Comprendi la situazione, Béatrice e non fare l’egoista.- Tutti, imbarazzati dalla discussione, rivoltarono lo sguardo verso alla donna che precedentemente aveva parlato, la così chiamata “Béatrice” che, con calma e sguardo apatico s’affrettò a dire -Chi è che fa qui l’egoista, scusa? Ho solo detto, che ora siamo scoperti, non mi lamento assolutamente del sacrificio del ragazzo. Rimaniamo sempre senza un prescelto-. La pressione si fece più forte. La maggior parte del “pubblico” scosse la testa, altri coprirono il proprio viso con la mano ma, l’uomo che aveva osato contestare aggiunse con lo stesso tono di prima -Una persona rimane, mia cara.- spalancò leggermente gli occhi, per farsi capir meglio. Béatrice, s’alzò di scatto e disse con furia -E’ inesperta e sciocca, la ragazza non è idonea!-. Un uomo che era rimasto a bocca aperta dall’affermazione del primo disse con curiosità -E chi è ‘sta femmena?- Beatrice, scioccò uno sguardo che avrebbe bruciato se solo fosse stato possibile e “l’eroe di turno” rivelò il mistero -Sua figlia, che è stata addestrata fin dall’infanzia ad essere un’assassina, e che sia ora che lei svolga il suo dovere. E’ una discendente pure lei- disse come se dovesse convincere tutti che aveva ragione -Un vero portento! Marie è nata per uccidere!-. Una donna, con viso turbato chiese ad alta voce -Non è quella ragazzaccia che ogni due giorni fa risse e causa gran casini per Firenze?-. E lì, un brusio s’alzo e la commissione cominciò a commentare tra di loro con ferocità. Béatrice, stava cercando d’aggrapparsi a una qualsiasi e plausibile scusa… Ma si trovò con le mani in mano. La scelta giusta stava solo nella votazione, cosa che comunque alla fine sarebbe arrivata. -Bene, sta a voi a decidere. Alzi la mano, chi desidera convocare la ragazza nella prossima riunione, come ha proposto Dante.- Almeno una ventina di mani planarono e si mostrarono, e soltanto un paio di mani rimasero giù. Dante, che aveva alzato la mano, disse soddisfatto della sua vincita -Bene, l’incontro va a domani, sempre a mezzanotte qui. E, Béatrice, porta la ragazza- aggiunse un ghigno e tutti, dopo il congedo, s’alzarono e defluirono verso l’uscita. La donna, sconvolta dalla scelta della commissione si buttò a sedere sulla sedia guardandosi intensamente la mano, a cui mancava l’anulare.
 
Stessa sera, Firenze. Un pub movimentato.
Era la tipica serata in cui nel pub del posto si riunivano i così detti “motociclisti”. Omoni di stazza grossa, con una leggera tendenza a spaccar facce. Mentre questi bestioni si divertivano a tracannare birra e pomiciare con varie ragazze dai costumi facili, in un tavolo nell’angolo più remoto del salone, se ne stava appostata una ragazza che, non so come, in tutto quel casino riusciva a leggersi un libro. Uno di quei bestioni ebbe la folle idea d’avvicinarsi al tavolo. -Ehi bella, vuoi venire a fare un giro sul mio bestione?- gli chiese barcollando e ridendo di gusto. La ragazza ignorò la proposta, come se non l’avesse proprio sentito, e quindi l’orso decise di esporsi verso di lei spiattellandole il suo alito pesante in faccia –Stronzetta- sputacchiò mentre parlava -Dico a te- gli sorrise e fece per avvicinarsi al viso della giovane, quando essa, che aveva distolto lo sguardo dal libro a causa dell’inaspettata pioggia, con uno scatto veloce del braccio, strinse due tira sul naso dell’uomo -Va a comprarti un dentifricio prima di far certe proposte a una ragazza, bestia- gli disse con tono secco e con sguardo furioso. Tutto il resto del locale s’era rivolto verso il tavolo in un silenzio religioso. Il barista, mezzo terrorizzato, s’era incantato ad asciugare lo stesso bicchiere e una ragazza stava rovesciando la propria birra per terra. Intanto, il bruto offeso nell’orgoglio, agguantò il colletto della maglia alla sfacciata -COME TI PERMETTI MICROBO? Ti potrei spezzare in due se volessi, lo sai? EH?- la minacciò con tono ruggente e con i soliti allegri sputacchi. In una frazione di secondo, la situazione si ribaltò. L’omone si ritrovò per terra con una lama puntata sul naso e un piede sul petto, nonché quello della giovane che gli disse di nuovo con tono secco -Sentimi bene, pezzente. Toccami o solo sfiorami o fissami che ti faccio rimpiangere d’essere nato, siamo intesi?- attese una risposta dal ciccione che, con un cenno del capo e gli occhi spalancati, accettò la sua sconfitta. -Bene, almeno vedo che capisci quando hai perso- ritirò la lama sotto la manica della felpa, riprese la sua borsa e il suo libro e lasciò i soldi del conto sul tavolo. Successivamente, s’avviò verso l’uscita, tranquilla e anche un po’ soddisfatta di se stessa, quando un qualcosa s’impiantò sulla sua nuca. Incredula, toccò con la punta delle dita e sentì qualcosa di umido e appiccicoso. E lì, una rabbia le salì dalla punta dei piedi… Chiuse gli occhi, che gli si erano rivoltati dall’ira e respirò profondamente. Si rivolse verso il sospettato, che ammiccava per averla centrata, e lì si scatenò il pandemonio. In pochissimo tempo, abbandonò i suoi effetti all’entrata e con furia camminò con passo svelto verso a quel essere che l’aveva presa di mira e, avvicinatasi abbastanza, gli sferrò un calcio diritto e filato nell’inguine, così da farlo piegare in due. Di seguito, puntò al collo e con una gomitata al coppino, lo fece definitivamente stendere per terra con tanto di faccia al tappeto. Un altro sgorbio, intanto, s’era avviato verso di lei con un bastone in mano, per aggredirla. Lei lo disarmò e lo ribaltò a terra. Nessun altro si fece avanti e lei disse sputando addosso ai due -Imparate a rispettare le ragazze, brutti figli di puttana-. Raccolse le proprie cose ed uscì dal locale soddisfatta, quando notò un altro intralcio… Stavolta era un po’ più grave. -Marie, sei stata convocata dall’ordine- disse Béatrice distandosi del cappuccio e avvicinandosi alla figlia. Marie, scocciata dalla presenza di sua madre disse con tono aggressivo e acido -E chi ha detto che voglio partecipare all’allegra scampagnata?-. La madre sbuffò e rivolse alla figlia uno sguardo supplichevole -Mi servirebbe solo un piccolo favore- s’avvicinò alla ragazza -Sei sempre in giro, a far casini e a sfruttare le tue doti per scazzottare con grossi esseri pelosi.- Finì la frase con un grosso sorriso e una risata trattenuta. Marie, sorrise secca e ormai arresa, annuì e allora Béatrice soddisfatta -A mezzanotte, nella sala dell’assassino. A domani.- Si rigirò con calma e s’avviò per la propria strada.
 
Firenze, sede gli Assassini, mezzanotte.
La commissione era già disposta, compresi Dante e Béatrice, ma di Marie per ora neanche l’ombra. Qualcuno iniziava già a innervosirsi e Béatrice cominciava a sudar freddo, quando con un forte rumore, il portone si spalancò e la ragazza sfilò con non chalance fino al proprio posto, in cui si accasciò tranquillamente e si guardò in giro. Dante, soddisfatto cominciò a parlare -Bene, sappiamo tutti perché siamo qui riuniti, quindi cercherò di essere il più breve conciso possibile. Desmond, il discendente per eccellenza del Grande Maestro Altair, di Ezio Auditore e Connor Kenway, s’è sacrificato in segno di protezione di tutti noi umani, data la pericolosità del momento. Intanto però, la minaccia dei Templari continua a stanziare di fronte a noi e ci ritroviamo con le mani in mano.- Rivolse lo sguardo verso Marie che se ne stava tranquilla a fissar il soffitto, e poi riprese -Ma grazie al cielo, abbiamo un’assassina che ha legami con il Maestro e con Auditore. E per di più, ha l’onore di essere discendente dell’assassina francese, Charlène Chevalier, dotata di un senso comunicante con un proprio antenato o parente defunto. Quindi, propongo a voi, miei cari colleghi e amici, mandiamo indietro nel tempo a ricercare ciò che i Templari cercano, nel lontano 1800 e facciamo in modo di impedirgli di andar avanti con i piani.- Si fermò, tutto soddisfatto e pomposo. Molti dei commissari borbottavano tra loro, e dopo almeno 15 minuti, una donna avanzò una domanda -Intendete mandarla nell’Animus?-. Ci fu un silenzio, e gli sguardi balzavano da Dante a Marie. L’Animus, era stato in precedenza utilizzato per navigar nel passato da Desmond e gli effetti collaterali che causava erano leggermente dannosi. Marie, che per tutto il tempo aveva taciuto, s’intromise e mise in chiaro -E chi cavolo vi ha dato conferma che io voglio farmi un viaggio nel passato?-. Dante, sorrise alla giovane e gli spiegò -Tu sei un’assassina, porti il marchio degli assassini. Hai prestato il giuramento e devi compiere il tuo dovere. E il tuo dovere- cominciò ad alzare il tono di voce -E’ DI FERMARE QUEI DANNATI TEMPLARI-. Si stanziò un silenzio e tutti si soffermarono su Marie, che sembrava sul chi va là di uccidere Dante e ballare sulla sua carcassa. Béatrice, intervenne con calma e disse -Figlia mia, siamo qua per discuterne e mettere su carta e penna le decisioni. Non andrai lì contro la tua volontà.- concluse con tono dolce. Marie, rivolse lo sguardo a Dante e alzò il sopracciglio. L’uomo, divenuto ormai paonazzo, rispose alla domanda della donna -Si, proprio così. La manderemo con il vecchio team di Desmond in Francia. Ovviamente,- rigettò uno sguardo pieno di acidità e disprezzo -se Miss Assassina vuole-. Ora la decisione aspettava a Marie, che se ne stava a perlustrare le dita della propria mano. -Oh, dici che il mio parere conta? Cavoli, che rivoluzione!- esclamò con sarcasmo e poi rivolse lo sguardo a Dante -Che ci guadagno? Perché io? Non c’è nessuno che può smuovere le proprie natiche e sbattersi a ficcarsi in un macchinario?- si fermò,prese fiato ed aggiunse -E se dovessi far la stessa fine di Desmond?-. Riprese il brusio tra le persone del comitato. L’uomo, ormai divenuto apparentemente porpora in viso, prese un lungo respiro e, cercando d’addolcire il tono il più possibile disse -La fine di Desmond, era solo un evento catastrofico previsto. La tua è la ricerca di potere antico. Di guadagno? Guadagni l’esperienza sia di combattimento che storia di un tuo antenato. Perché tu? Perché sei una delle migliori assassine al mondo, la quale ha discendenza dal Grande Maestro e quindi di conseguenza, da Adamo ed Eva. No non c’è nessun altro, l’unico in grado di combattere, come sai e come sto ripetendo è morto. Quindi, non hai nulla da perdere. Hai solo che da guadagnare.- La ragazza sorrise e disse -Mi pagate voi, vitto e alloggio?-. Qualcuno della commissione rise e Bèatrice, con gli occhi rivolti al cielo gli rispose -Si ma è ovvio.- In quel istante, Marie si alzò e batté le mani sul tavolo -MA CHE CAZZO CI FACCIO ANCORA QUA IO?- S’alzò e disse -Fatemi sapere quando devo partire.- E s’avviò verso l’uscita.
Il viaggio era ancora all’inizio.
 
   
 
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